L’Intelligenza Artificiale ‘generativa’ sta diventando una risorsa sempre più utilizzata dagli studenti delle scuole secondarie italiane. Secondo una ricerca condotta da Generazioni Connesse, due terzi degli adolescenti ammettono di aver utilizzato le funzionalità dell’IA per generare autonomamente contenuti online
di Carlo Longo
Siamo di fronte a un legame crescente e potenzialmente pericoloso tra l’intelligenza artificiale (IA) e gli adolescenti. Infatti, i servizi che si avvalgono dell’IA generativa sono sempre di più alla mano degli studenti dell’istruzione secondaria, quasi che l’IA rappresentasse un compagno di classe virtualmente avanzato.
L’IA generativa, capace di elaborare autonomamente contenuti vari (testi, immagini, file audio, ecc.) a partire da semplici input forniti dall’utente, ha trovato terreno fertile tra i giovani. Dalla ricerca effettuata da Generazioni Connesse – il Safer Internet Centre Italiano, coordinato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, e curato da Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Sapienza Università di Roma – CIRMPA, emerge che due terzi degli adolescenti italiani ammettono di aver utilizzato applicazioni basate su questa tecnologia.
La ricerca, condotta in occasione del Safer Internet Day 2024 coinvolgendo 2.315 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado, rivela un trend crescente di affidamento alla tecnologia per velocizzare la produzione di compiti, ricerche ed altri contenuti. Alcuni usano l’IA anche per sperimentare con le più recenti tendenze o contenuti virali sui social media. Solo il 35% degli studenti mantiene ancora una certa cautela nei confronti di questa tecnologia. Il cambiamento potrebbe essere imminente: solo qualche anno fa l’intelligenza artificiale era un concetto relegato agli esperti, mentre oggi il 97% degli adolescenti afferma di essere almeno a conoscenza del termine.
Come spesso accade, però, quando si ragiona di nuove tecnologie e di vita digitale, c’è il rovescio della medaglia. Perché se, da un lato, la capacità di usare le intelligenze artificiali sarà una competenza chiave in futuro, dall’altro apre a problemi di gestione degli strumenti stessi. Come sempre, bisogna bilanciare opportunità e rischi. Infatti gli algoritmi sono ancora imperfetti, e i contenuti che restituiscono sono spesso poco accurati.
Per non parlare dei prodotti volutamente fake (falsi), messi in circolazione grazie all’aiuto dell’AI, che solo occhi e orecchie allenati sanno smascherare. Un’opera di discernimento che, purtroppo, la stragrande maggioranza dei giovani utenti che si approcciano a questo mondo è impreparata a fare: appena il 27% degli intervistati dice di conoscere il funzionamento del “deep learning” generativo e di saperlo illustrare perlomeno a grandi linee.
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