Unipol, il rapporto 2024 di Welfare Italia punta sulla prevenzione

Secondo il rapporto, la prevenzione rappresenta lo strumento principale per contrastare la dinamica crescente dei costi di welfare e stimolare la crescita : ogni euro che vi è investito genera un ritorno di 14 euro sulla filiera socio-assistenziale

Entro il 2030 sarà necessario reperire 176 miliardi di euro per garantire la sostenibilità del sistema di welfare dell’Italia dal punto di vista della finanza pubblica. Lo chiedono le nuove regole europee e i bisogni di protezione crescenti di una società in trasformazione, caratterizzata da una popolazione che invecchia. È questa la sfida che lancia il rapporto del think tank “Welfare, Italia”, promosso da Unipol in collaborazione The European House – Ambrosetti e presentato a Roma.

Il focus del rapporto 2024: la prevenzione

Secondo il rapporto, la prevenzione rappresenta lo strumento principale per contrastare la dinamica crescente dei costi di welfare e stimolare la crescita : ogni euro che vi è investito genera un ritorno di 14 euro sulla filiera socio-assistenziale. Tuttavia, in Italia, solo l’8% della spesa sanitaria pubblica è destinata alla prevenzione. Il think tank indica a tal proposito tre priorità d’azione: una normativa per la Long Term Care – collegata ai Fondi pensione – con una polizza di base obbligatoria, agevolazioni più ampie e incentivi per le imprese; un piano strategico sulla formazione delle competenze del welfare; e un punto di accesso unico digitale per i servizi di welfare come obiettivo di digitalizzazione del Paese. Rilanciare la prevenzione consentirebbe, secondo il think tank promosso dal Gruppo Unipol, di anticipare e ridurre una serie di patologie con un effetto positivo sui costi complessivi del Ssn liberando risorse da impiegare nei grandi interventi e nelle emergenze.

Per il welfare necessari altri 176 miliardi

Il rapporto mostra come il welfare tra sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione rappresenti nel 2023 la principale voce di spesa pubblica con 662,7 miliardi di euro dei quali oltre metà è assorbita dalla spesa previdenziale. In questo ambito l’Italia è al primo posto, tra i quattro maggiori Paesi europei, per incidenza della spesa in previdenza sul PIL (il 16,2% a fronte di una media del 12,3% dell’Eurozona). Al contrario, l’Italia si trova fanalino di coda in Europa sia con riferimento al valore dell’istruzione (che incide solo per il 4,1% del Pil italiano, rispetto ad una media dell’Eurozona pari a 4,6%) che a quello delle politiche sociali (5,7% del Pil italiano, contro una media dell’Eurozona pari a 7,3%) e penultima con riferimento alla sanità (7,1% del Pil italiano, contro una media dell’Eurozona del 7,9%).

Cresce il divario nel welfare tra Nord e Sud

Nel 2024 aumenta la divisione tra Nord, Centro e Sud nella capacità di risposta dei sistemi di welfare. È quanto registra lo strumento di monitoraggio promosso dal Gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti, che valuta sia aspetti legati alla spesa in welfare, sia aspetti legati ai risultati che questa spesa produce attraverso 22 indicatori.

L’amministrazione territoriale con il punteggio più elevato è la P.A. di Trento (79,7 punti), seguita dall’Emilia Romagna (79,5 punti) e dalla P.A. di Bolzano (78,5 punti). Dal lato opposto della classifica, si posizionano la Basilicata (59,5 punti), la Campania (58,6 punti) e la Calabria (56,1 punti). Il divario tra Regione migliore e peggiori è infatti pari a 23,6 punti (in aumento di 0,7 punti rispetto all’edizione precedente) ed emerge “una costante polarizzazione” nella capacità di risposta delle Regioni.

Unipol-Teha, servono oltre 250.000 infermieri, medici e insegnanti

L’Italia è chiamata a reclutare tra 250 mila e 440 mila infermieri, medici e docenti da formare alla luce delle dinamiche demografiche e dell’evoluzione tecnologica e digitale, secondo il rapporto del think tank “Welfare, Italia”. Il rapporto indica che sono oltre 4,3 milioni i lavoratori della filiera estesa del welfare italiano, impiegati in oltre 425 mila enti – dalle amministrazioni centrali fino alle realtà che erogano i servizi – per un valore della produzione che supera i 200 miliardi di euro. Il think tank propone di realizzare un Piano strategico di sviluppo delle competenze del welfare, coinvolgendo le istituzioni oltre che il mondo delle imprese e della società civile. Questo partirebbe dall’analisi dei fabbisogni attuali e prospettici delle professioni legate al welfare, per poi identificare i percorsi formativi necessari e introdurre specifici schemi di incentivazione, sul modello dei Conti individuali di apprendimento che incentivino l’accesso dei cittadini a programmi di formazione.

Mattarella: “Il modello di welfare è una componente rilevante dell’identità di un Paese”

“Il sistema di Welfare, frutto dei principi della Costituzione e delle scelte compiute nei decenni repubblicani, costituisce un pilastro del nostro modello sociale, oltre che un tratto essenziale della stessa cittadinanza”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione del Forum “Welfare, Italia” 2024. “Viviamo trasformazioni profonde che incidono sulle strutture e sulla stessa sostenibilità del sistema di welfare. Non possiamo consentire che tornino divari territoriali, generazionali e sociali, così in campo sanitario, così nelle altre dinamiche di integrazione sociale”, ha aggiunto il Capo dello Stato che ha sottolineato anche come: “i servizi, le regole, gli equilibri raggiunti, non sono garantiti in astratto, ma necessitano di continuo adeguamento e rafforzamento rispetto ai mutamenti delle domande che provengono dalla società, allo scopo di assicurare ai diritti il loro irrinunciabile carattere universalistico”.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati