Il ministro della Salute è intervenuto nel corso del Think Tank “Welfare, Italia” supportato da Unipol Gruppo con la collaborazione di The European House – Ambrosetti (TEHA). Al forum hanno partecipato anche i ministri Urso e Bernini su politiche del lavoro e formazione
Per la sanità si prevede un incremento di fondi di oltre 3 miliardi “da destinare anche alle nuove assunzioni e alla defiscalizzazione dell’indennità di specificità del personale sanitario”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, partecipando alla presentazione del Rapporto 2024 del Think Tank “Welfare, Italia” supportato da Unipol Gruppo con la collaborazione di The House – Ambrosetti (TEHA). Al forum, che quest’anno si concentra sul tema della prevenzione, hanno partecipato anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e, in videomessaggio, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
L’intervento del ministro della Salute
“Il ministro Giorgetti e la premier Meloni sanno quanto è importante la sanità che è tornata al centro del discorso politico dopo il covid. In manovra ci sarà un incremento dei fondi rispetto a quanto previsto e ho precisato che i fondi siano destinati al personale”, ha detto il ministro della Salute nel corso del forum. “Occorre fare scelte strategiche per il futuro – ha aggiunto Schillaci – e in questo senso vanno le nuove lauree che permetteranno agli infermieri di prescrivere alcune prestazioni”. Il ministro ha anche parlato dei fondi sanitari integrativi a cui “Non dobbiamo guardare in modo ideologici. C’è crescente uso di spesa sanitaria out of pocket (spesa da cittadini di tasca proprio per curarsi), a cui noi guardiamo con interesse, ma questo non significa che vogliamo privatizzare il Servizio sanitario nazionale”. Al contrario “dobbiamo pensare a come utilizzare meglio la spesa out of pocket per avere una salute miglior per tutti”. Quindi ,in merito alla crescente spesa out of pocket degli italiani per curarsi, ha aggiunto: “È troppo facile dire che cresce la spesa out of pocket perché il Servizio sanitario nazionale non funziona; a volte cresce anche per una richiesta di esami e visite non appropriata”.
Laterza (Unipol): possibile risparmiare 7 miliardi di spesa sanitaria all’anno anche grazie alla prevenzione
Secondo i risultati di uno studio Unipol, se in Italia la quota di spesa sanitaria a carico delle famiglie si riducesse di 10 punti percentuali e aumentasse della stessa entità quella intermediaria dai fondi sanitari e compagnie di assicurazione il risultato sarebbe una riduzione complessiva della spesa sanitaria pari a circa 7 miliardi di euro l’anno. A dirlo è l’amministratore delegato di UnipolSai, Matteo Laterza. Questa riduzione della spesa sarebbe effetto, spiega Laterza, di guadagni di efficienza dovuti a miglioramenti nelle procedure di acquisto dei beni e servizi sanitari e anche grazie a una ricomposizione della spesa a favore di prestazioni di medicina preventiva.
Inverno demografico: quali strategie adottare
Le dinamiche demografiche costituiscono una variabile di primo piano per comprendere i cambiamenti sociali ed economici in atto all’interno della società e per misurare le sfide che il sistema di welfare nel suo complesso è chiamato ad affrontare. In Italia il trend in questione presenta un andamento molto negativo che impone un ripensamento delle politiche di welfare. Ad esempio, è possibile osservare come il tasso di natalità (ovvero il numero di nati ogni 1.000 abitanti) in Italia nel 2023 risulta pari a 6,4 nascite, un dato in progressiva diminuzione negli ultimi undici anni: tra il 2013 (anno in cui si registrava un tasso di natalità pari a 8,5) e il 2023 in Italia si è registrata una diminuzione di 2,1 nascite ogni 1.000 abitanti. Il rallentamento demografico italiano è ancora più evidente se confrontato all’interno del contesto europeo: l’Italia registra, con riferimento al tasso di natalità, il dato più basso nell’Unione europea.
Per questo, sottolinea il rapporto del gruppo Unipol-Thea, occorre una gestione integrata della demografia.Per affrontare i trend demografici particolarmente sfavorevoli per il nostro Paese è infatti necessario adottare un approccio integrato volto a invertire il calo della popolazione e puntare sulla crescita demografica (ovvero sull’aumento del saldo migratorio e naturale)e contestualmente gestire gli impatti dell’invecchiamento (per esempio, promuovendo un invecchiamento attivo e ottimizzando i meccanismi pensionistici). A tal proposito, in vista della Legge di Bilancio 2025, sono in discussione da parte del Governo italiano due misure a sostegno della famiglia e della genitorialità, ovvero il bonus mamme e l’Assegno unico.
Investire nella formazione e nelle nuove generazioni
Come sottolinea il rapporto 2024 di Welfare Italia, formazione e valorizzazione delle competenze sono fondamentali per rendere “l’ecosistema-welfare” un fattore di crescita. Con riferimento all’inclusione formativa, nel 2023 il 10,5% dei giovani italiani tra i 18 e 24 anni ha ottenuto al massimo la licenza media e non ha seguito percorsi formativi di livello superiore (5° valore più alto in UE). Per quanto riguarda invece la disponibilità di competenze avanzate, necessarie per assicurare innovazione e competitività, nel 2023 solo il 19,2% della popolazione italiana nella fascia 15-64 anni deteneva un titolo di studio terziario, il 2° valore più basso nell’Unione Europea e inferiore di 11,7 punti percentuali rispetto alla media europea. Sono dati che impongono un ripensamento della spesa pubblica in formazione, che equivale a investire nel futuro del Paese. “Il welfare è esso stesso parte della filiera economica, e dobbiamo metterlo in sicurezza- ha detto la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, in un video messaggio-. In questo università e ricerca hanno un ruolo decisivo, formando le competenze necessarie, collaborando per integrare le tecnologie nel welfare, guidando gli interventi dell’intelligenza artificiale e ora anche delle tecnologie e delle meccaniche quantistiche, contribuendo allo sviluppo dei servizi di cura e di assistenza”. La ministra ha poi aggiunto: “I modelli di gestione integrata sono la risposta, l’università e la ricerca sono i laboratori delle risposte”.
Il presidente di Unipol, Carlo Cimbri, sul ruolo centrale dell’istruzione
“Il consenso di breve, e la storia recente lo dimostra, provoca anche carriere politiche brevi”. E quindi “forse recuperare il senso di quella politica che guarda alle future generazioni e non ai like dei social forse farebbe bene a tutta la nostra comunità”. Lo ha detto il presidente del Gruppo Unipol, Carlo Cimbri, chiudendo i lavori del Forum Welfare Italia.”Il tema dell’istruzione- ha continuato il numero uno di Unipol- è stato abbandonato nel dibattito pubblico degli ultimi 20 anni e deve tornare ad essere centrale”. “Siamo un Paese anziano con bassa natalità collocato in un continente anziano con bassa natalità” e per essere competitivi “dobbiamo puntare ad avere il massimo della qualità nell’istruzione, dalle scuole primarie all’università, e riqualificare il ruolo dell’insegnante”, ha concluso Cimbri.
Importanza della compartecipazione pubblico-privato
Dalle analisi è emerso come la filiera del welfare italiano coinvolge oltre 425mila enti pubblici e privati (profit e no profit) e l’erogazione di queste prestazioni è assicurata dall’apporto di 4,3 milioni di lavoratori. A queste cifre si sommano gli oltre 4,6 milioni di persone che forniscono attività volontaristica nell’ambito del Terzo Settore. Infine, l’impatto generato dalle attività svolte da questi enti e professionisti è quantificabile in 206 miliardi di euro in termini di valore della produzione delle attività legate al welfare. “Un dato- ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso-che dimostra ancora una volta quanto sia strategico il settore per il benessere collettivo e per la crescita dello sviluppo del paese”. Urso ha poi proseguito sottolineando che “la collaborazione tra pubblico e privato insieme all’integrazione della tecnologia e a nuove politiche demografiche, che puntino sulla natalità, e a nuove politiche del lavoro, che puntino all’inclusione è la strada giusta per affrontare insieme le sfide che abbiamo davanti e costruire un futuro migliore per tutti”.
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