Ursula von der Leyen vara un governo di mediazione. Riconosciuto il peso dell’Italia

Parto travagliato ma concluso felicemente. La composizione della squadra riflette un equilibrio di genere, con quattro donne e due uomini nelle vicepresidenze esecutive, e un bilanciamento tra i principali gruppi politici. L’idea è che nel difficile scacchiere continentale il Manuale Cencelli dimostri ancora tutta la sua efficacia

di Guido Talarico

Il parto per dare alla luce il nuovo governo dell’Europa è stato lungo e travagliato. Ma alla fine tutto è andato secondo le aspettative, almeno le principali. Vediamo. Dopo numerosi ritardi, diverse fughe di notizie, una lotta politica in Slovenia e una drammatica rinuncia all’ultimo momento, Ursula von der Leyen ha finalmente presentato la sua nuova squadra di Commissari europei per i prossimi cinque anni. I 26 candidati proposti dovranno ancora affrontare l’audizione di conferma al Parlamento europeo, e non è escluso che alcuni di loro possano essere esclusi per controversie passate, mancanza di competenze o semplici ritorsioni politiche.

Ma al di là di questa questione procedurale preliminare, la composizione proposta da von der Leyen riflette chiaramente la sua visione politica. Su  come intende rimodellare l’esecutivo per affrontare le sfide più urgenti per l’Unione Europea, dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, alla concorrenza economica della Cina, alla stagnazione economica, all’invecchiamento della popolazione, alla crisi dei migranti e ai devastanti effetti del cambiamento climatico.

Tra le sorprese principali – e lo sottolineano molti osservatori – spicca l’assegnazione del portafoglio degli Affari interni e della Migrazione all’Austria, nonostante le tensioni passate con l’Ue su questioni di immigrazione e controllo delle frontiere. Ancora più curioso è che il candidato austriaco, Magnus Brunner, proviene da un background prevalentemente finanziario, rendendo l’incarico insolito.

Tuttavia, questa scelta è indicativa di un cambiamento politico: il dibattito sull’immigrazione irregolare si è spostato a destra, e affidare il delicato portafoglio a un membro del Partito Popolare Europeo (PPE) avvicina la Commissione alle posizioni del Parlamento e del Consiglio. Questo segnala anche l’intenzione di von der Leyen di esplorare nuovi metodi per affrontare l’immigrazione irregolare, incluso il discusso ricorso all’esternalizzazione delle procedure di asilo a Paesi terzi, un approccio sostenuto dall’Austria. Insomma Brunner potrebbe essere in qualche modo visto come la risposta perseguibile alle aspettative dei più intransigenti in materia di immigrazione.

Un altro interrogativo sollevato riguardava il peso che l’Italia avrebbe avuto nel nuovo esecutivo, visto il conflitto tra la premier Giorgia Meloni e von der Leyen. Alla fine, il candidato italiano, Raffaele Fitto, ha ottenuto una delle sei vicepresidenze esecutive, ma con un ruolo limitato alla Coesione e alle Riforme, lontano dalle più delicate questioni fiscali e di concorrenza. Una soluzione pragmatica di mediazione – l’Italia rimane un paese decisivo per Bruxelles – che consente a tutti di essere contenti.

Il candidato francese Stephane Sejourne è stato nominato vicepresidente esecutivo con il compito di supervisionare la strategia industriale. Una nomina a sorpresa che arriva dopo che la von der Leyen ha estromesso il primo candidato di Parigi, Thierry Breton, pare per incompatibilità personali, ma che il Presidente Emmanuel Macron è sembrato sostituire senza troppi patemi.

Anche altri incarichi hanno destato perplessità per la loro apparente disomogeneità, come quello della belga Hadja Lahbib, incaricata di gestire contemporaneamente la Preparazione e la Gestione delle crisi e l’Uguaglianza. Analogamente, la croata Dubravka Šuica dovrà occuparsi sia del nuovo ruolo per il Mediterraneo che della Demografia.

Un altro nome di rilievo è quello di Teresa Ribera, la spagnola che un pò a sorpresa guiderà la transizione ecologica con un vasto mandato, supervisionando l’attuazione del Green Deal e la lotta alla povertà energetica. In un segno di equilibrio politico, il portafoglio Clima sarà condiviso con l’olandese Wopke Hoekstra, noto per le sue posizioni conservatrici.

La composizione della squadra riflette un equilibrio di genere, con quattro donne e due uomini nelle vicepresidenze esecutive, e un bilanciamento tra i principali gruppi politici. Tuttavia, la scelta di ruoli e competenze ha già sollevato dubbi e previsioni di accesi dibattiti durante le audizioni parlamentari. L’idea generale è che nel difficile scacchiere continentale il Manuale Cencelli dimostri ancora tutta la sua efficacia.

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