Secondo fonti dell’intelligence statunitense Sinwar si sta nascondendo, convinto che le forze israeliane alla fine lo troveranno e lo uccideranno. Questo sentimento di rassegnazione lo ha portato a non considerare un cessate il fuoco a Gaza
Secondo alcune fonti di alti funzionari del governo statunitense riportate dal New York Times, Yahya Sinwar, leader di Hamas, è vivo, ma profondamente disilluso. Nonostante alcune speculazioni che lo dessero per morto dopo un raid israeliano su Gaza a fine settembre, l’intelligence statunitense conferma che Sinwar si sta nascondendo, convinto che le forze israeliane alla fine lo troveranno e lo uccideranno. Questo sentimento di rassegnazione lo ha portato a non considerare un cessate il fuoco a Gaza, dove l’assedio israeliano ha già provocato più di 43 mila morti. Tuttavia, gli stessi funzionari statunitensi ammettono di non avere prove definitive della sua sopravvivenza.
Un ulteriore elemento a supporto della tesi che Sinwar sia effettivamente vivo è stato fornito dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, il quale ha dichiarato che, durante un’incursione nei tunnel sotto Rafah, dove sono stati uccisi sei ostaggi israeliani, sono stati trovati segni della presenza di Sinwar a Tel Sultan, suggerendo il suo passaggio nella zona.
Mancato supporto arabo e frustrazione
Secondo la ricostruzione del NYT il leader di Hamas è inoltre amareggiato per la mancanza di sostegno dai principali leader del mondo arabo, in particolare Hezbollah e l’Iran. Sinwar aveva sperato che gli attacchi del 7 ottobre 2023 riaccendessero la causa palestinese e portassero a un conflitto più ampio tra Israele e il mondo arabo, ma si è scontrato con la “freddezza” di Hezbollah, che non ha lanciato alcuna controffensiva significativa, e con l’Iran, che non ha sostenuto l’escalation come lui sperava.
Tensioni con Netanyahu
Un ulteriore elemento che ha irrigidito la posizione di Sinwar è stato l’omicidio del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, considerato da Sinwar un esponente più moderato, il cui assassinio è stato visto come un affronto diretto da parte di Israele. Dall’altro lato, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sembra altrettanto riluttante a un cessate il fuoco, concentrato sulla sua stabilità politica interna e determinato a continuare le operazioni militari.
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