Rassegna del 30 Luglio

Sicurezza

 

*Eurofighter.* Il Typhoon è il fulcro della collaborazione industriale europea nel settore della difesa, con 680 aerei ordinati e 603 consegnati da quattro nazioni partner e cinque clienti esteri. Il consorzio Eurofighter, che gestisce il progetto, è composto da Regno Unito, Germania, Italia e Spagna, con aziende leader come Leonardo, che detiene il 36% del programma. Leonardo, essenziale nello sviluppo di tecnologie avanzate, contribuisce significativamente all’occupazione in Italia, con 24mila posti di lavoro. Il programma Eurofighter, con continui aggiornamenti tecnologici, mira a garantire autonomia strategica fino al 2060 e a fungere da trampolino per future tecnologie nei programmi di combattimento aereo. Recentemente, la Germania ha annunciato l’acquisto di ulteriori Eurofighter, mentre l’Italia valuta l’acquisto di 24 nuovi caccia, assicurando benefici economici e occupazionali per i prossimi decenni. «L’Eurofighter – sottolinea Lorenzo Mariani, condirettore generale del colosso italiano – sta vivendo un buon momento, anche in termini di esportazioni, con potenziali clienti, tra i quali Polonia, Arabia Saudita e Turchia, oltre agli utilizzatori attuali, che potrebbero aggiungere ulteriori velivoli alle loro flotte. A sostenere lo slancio di Eurofighter c’è anche il programma di aggiornamento P4E, appena approvato da Netma. Questo porterà a una serie di miglioramenti, tra cui una capacità di gestione automatizzata dei sensori, riducendo il carico di lavoro dei piloti. Grazie agli ordini recentemente acquisiti e alle concrete nuove opportunità sui mercati export e nazionali, il programma Eurofighter continuerà a garantire, all’Italia e ai Paesi europei partner, un significativo ritorno economico e la creazione di nuovi posti di lavoro altamente qualificati, con ricadute positive nei territori in cui viene prodotto e operato, per almeno altre tre decadi».
_Raoul de Forcade su Sole 24 Ore_

*90 miliardi di Pil.* Uno studio di Pwc Strategy ha analizzato l’impatto economico del programma Eurofighter Typhoon, prevedendo una crescita del PIL fino a 90 miliardi di euro e il sostegno di quasi 100mila posti di lavoro in dieci anni. L’analisi considera due scenari: uno conservativo, con un impatto di 58 miliardi di euro al PIL e 62.700 posti di lavoro, e uno più ottimistico che include ulteriori vendite di Eurofighter. Il programma, che coinvolge Germania, Regno Unito, Italia e Spagna, non solo garantisce la sicurezza dei cieli europei, ma genera anche benefici socioeconomici e sostiene il settore aerospaziale. L’Italia gioca un ruolo chiave nel programma, contribuendo alla produzione e allo sviluppo tecnologico, posizionandosi in modo privilegiato nel settore aerospaziale e difesa.
_Gabriele Capomasi su Sole 24 Ore_

*Supercalcolo e digitalizzazione.* La digitalizzazione sta ridefinendo l’industria aerospaziale. Nuovi processi e strumenti, potenziati dall’intelligenza artificiale e dal supercalcolo, stanno rivoluzionando la progettazione e lo sviluppo dei velivoli del futuro. In questa evoluzione, accelerata dagli strumenti dell’era digitale, la progettazione tradizionale basata principalmente su prototipi fisici e test successivi è ormai superata o supportata da tecnologie innovative. Lo spiega Cristiano Montrucchio, senior vice president Engineering e head Design organization della Divisione Velivoli di Leonardo che ha accolto Airpress nel PC2Lab di Torino.
_Francesca Lenzi su Air Press_

*Reciproca fiducia.* Durante la sua visita ufficiale in Cina, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha avuto un incontro di oltre novanta minuti con il presidente cinese Xi Jinping, focalizzato sulla cooperazione bilaterale e il riequilibrio dei rapporti commerciali. Meloni ha sottolineato l’importanza di una collaborazione equilibrata e mutualmente vantaggiosa, basata sulla fiducia reciproca, e ha espresso il suo assenso a un piano triennale con nuove regole. Xi ha rassicurato sull’approccio pacifico della Cina e la sua disponibilità a condividere opportunità di sviluppo. La visita ha incluso anche un momento culturale con la mostra su Marco Polo, dove Meloni ha enfatizzato il legame storico tra Italia e Cina. Infine, la delegazione italiana, composta da rappresentanti di importanti aziende (tra cui Leonardo), ha discusso di potenziali collaborazioni in settori come l’industria automobilistica e l’intelligenza artificiale.
_Monica Guerzoni su Corriere della Sera_

*La vecchia al posto della nuova via.* Il viaggio è iniziato con immagini che ricordavano una riunione di famiglia. Sabato il primo ministro italiano Giorgia Meloni è scesa le scale del suo aereo mano nella mano con la figlia di otto anni a Pechino. Ad aspettarli c’erano un militare e un rappresentante del ministero degli Esteri cinese. Ma nonostante le immagini armoniose, Meloni persegue principalmente interessi economici e geostrategici con la sua prima visita in Cina da quando è entrata in carica quasi due anni fa. Riguardava gli investimenti cinesi in Italia, la bilancia commerciale squilibrata di entrambi i paesi e i conflitti commerciali tra UE e Cina. Sul piano politico si è discusso dell’Ucraina e delle conseguenze di una possibile nuova presidenza di Donald Trump
_Gustav Theile su Frankfurter Allgemeine_

*La partita doppia dell’Italia.* L’Italia si trova in una situazione di allerta militare in risposta alla possibile escalation di tensioni in Libano, con la minaccia di un attacco israeliano contro Hezbollah. Le forze armate italiane, compresi gli aerei C-130 e il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne, sono pronte a evacuare i soldati e i civili italiani in caso di emergenza. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, esprime preoccupazione e urgenza nell’applicare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza per prevenire una guerra, mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolinea l’importanza di un cessate il fuoco immediato e di una de-escalation. La missione Unifil, con oltre 1.200 militari italiani, opera in una zona demilitarizzata tra la Linea blu e il fiume Litani, con l’obiettivo di mantenere la sicurezza e il disarmo dei gruppi armati.
_Rinaldo Frignani su Corriere della Sera_

*Rivedere missione Unifil e regole di ingaggio.* Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha sollecitato una revisione delle regole di ingaggio e della strategia della missione Unifil in Libano, in risposta all’attacco di Hezbollah e alla crescente insicurezza nella regione. Crosetto insiste sull’applicazione della risoluzione 1701 dell’ONU, che prevede la creazione di una zona cuscinetto disarmata per prevenire ulteriori conflitti. La missione Unifil, istituita nel 1978 per mantenere la pace al confine tra Libano e Israele, è attualmente guidata dal generale spagnolo Aroldo Lazaro e comprende 1.200 militari italiani. La situazione rimane complessa, con il governo libanese che ammette di non poter controllare Hezbollah e gli Stati Uniti che condannano gli attacchi e cercano una soluzione diplomatica, mentre alcune compagnie aeree hanno già cancellato voli verso Beirut, segno di un crescente pessimismo sulla risoluzione della crisi.
_Francesco de Palo su Giornale_

*Tajani, lasci il Libano chi può.* La tensione a Beirut è in aumento e la Farnesina ha lanciato un appello affinché gli italiani lascino il Libano, mentre il primo ministro israeliano promette una risposta dura. La Turchia, membro della NATO, si schiera apertamente contro Israele, mentre gli Stati Uniti cercano di moderare la situazione, opponendosi all’invio di nuove armi. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, esprime preoccupazione per la sicurezza dei militari italiani a presidio della Blue Line e sollecita l’ONU ad adottare un approccio diplomatico e militare più incisivo per contenere Hezbollah. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribadisce l’impegno italiano per la pace e la stabilità della regione e invita gli italiani in Libano a rientrare a causa della situazione complessa.
_Grazia Longo su Stampa_

*Raddoppiare.* Embraer, il produttore brasiliano di aerei, mira a raddoppiare i ricavi delle vendite dei suoi jet regionali e business entro il prossimo decennio, puntando a diventare un’azienda da 10 miliardi di dollari con i prodotti attuali. Nonostante un ordine in sospeso di 21,1 miliardi di dollari e un aumento del valore delle azioni dell’80% dall’inizio dell’anno, Embraer non ha piani concreti per lanciare un aereo più grande che sfidi il duopolio di Airbus e Boeing. Tuttavia, l’azienda continua a studiare il mercato per valutare le opportunità in vari segmenti, inclusi jet commerciali e da difesa. Gli analisti ritengono che una sfida diretta al duopolio richiederebbe una partnership, data la dimensione relativamente minore di Embraer rispetto ai giganti del settore. Nel frattempo, Embraer si concentra sul successo dei suoi jet E2, che stanno aiutando i clienti ad aprire nuove rotte e ad aumentare la frequenza dei voli.
_Michael Pooler su Financial Times_

*Hensoldt.* Il consiglio di sorveglianza di Hensoldt ha prolungato di cinque anni il contratto con il CFO Christian Ladurner fino alla metà del 2030. Il laureato in economia è da luglio 2022 CFO del produttore di elettronica per la difesa con sede a Taufkirchen vicino a Monaco. In precedenza è stato a capo delle comunicazioni di controllo e del mercato dei capitali di Hensoldt (relazioni con gli investitori). Il consiglio è attualmente composto da quattro membri. Celia Pelaz, responsabile dell’azienda, partirà alla fine di agosto – “di comune accordo”, come ha recentemente annunciato Hensoldt. Dall’aprile di quest’anno Oliver Dörre è il direttore generale dell’azienda successore di Thomas Müller. Dörre e Ladurner condivideranno in futuro i compiti di Pelaz. Il terzo membro del consiglio è Lars Immisch, responsabile delle risorse umane. Il CFO Ladurner ha iniziato la sua carriera professionale dopo la formazione per diventare ufficiale della Bundeswehr nel 2005 presso la scuola di informatica dell’esercito. Successivamente è passato alla Airbus Defence and Space GmbH.
_su Börsen-Zeitung_

*Fincantieri, joint venture con Accenture.* Fincantieri, guidato da Pierroberto Folgiero, ha avviato una joint venture con Accenture per promuovere la digitalizzazione di navi, porti e infrastrutture marittime. Questa collaborazione, che coinvolge anche Fincantieri NexTech, si concentrerà sulla creazione di una piattaforma tecnologica per integrare funzionalità digitali avanzate a bordo delle navi e sullo sviluppo di soluzioni per rendere porti e infrastrutture più intelligenti, sicuri ed efficienti. Nel frattempo, Fincantieri presenterà i risultati finanziari del secondo trimestre, con ordini record oltre i 6 miliardi di euro, e potrebbe annunciare il nuovo presidente in sostituzione del defunto Claudio Graziano, con Biagio Mazzotta come possibile candidato. Inoltre, Fincantieri parteciperà a un progetto da 8,7 milioni di euro per la transizione digitale delle filiere nautica e logistico-portuale, guidato da Cdp Venture Capital.
_Andrea Deugeni su Mf_

*Cara cyber.* L’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza, istituita nel 2021 da Mario Draghi, spenderà 128 milioni di euro per la sede Tim a Roma, in un’operazione facilitata da una legge speciale del governo Meloni. L’acquisto, gestito dal direttore generale Bruno Frattasi, è stato possibile grazie a una deroga che ha escluso la valutazione di alternative pubbliche o private più economiche. L’Agenzia, che prevede di espandere il proprio organico da 300 a 800 lavoratori, necessita di più spazio rispetto alla sua attuale sede. La spesa per la nuova sede è significativa, ma permette anche a Tim di monetizzare un asset importante, nonostante ci fossero altre opzioni immobiliari potenzialmente a costo zero non esplorate.
_Vincenzo Bisbiglia su Il Fatto Quotidiano_

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

*Buco da 22 miliardi.* Un’audizione commissionata dal cancelliere britannico Rachel Reeves ha scoperto un deficit aggiuntivo di 21,9 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche del Regno Unito per l’anno finanziario in corso. Reeves ha rivelato al parlamento che le prime tre settimane del governo laburista hanno evidenziato il reale fabbisogno di spesa dei servizi pubblici britannici, inclusi costi aggiuntivi per l’asilo, i servizi ferroviari e l’assistenza all’Ucraina. Nonostante le avvertenze pre-elettorali su previsioni finanziarie ottimistiche e tagli irrealistici, il Labour si è impegnato a non aumentare le principali imposte, lasciando poche opzioni per generare entrate. Il cancelliere ha annunciato tagli e rinvii a progetti infrastrutturali per coprire parte del deficit, ma ciò solleva preoccupazioni su ulteriori tagli e aumenti fiscali nel prossimo bilancio autunnale. Il governo deve ora valutare scelte fiscali che minimizzino i danni alla crescita e agli investimenti, potenzialmente rivedendo alcune promesse elettorali.
_su Financial Times_

*IA, auto e green, riparte il dialogo con la Cina.* Il Presidente cinese Xi Jinping ha accolto positivamente le aziende italiane in Cina, promettendo di importare più prodotti italiani di alta qualità e chiedendo all’Italia di sostenere la Cina in un percorso di sviluppo pacifico e condiviso. Durante la visita di stato a Pechino, la premier italiana Giorgia Meloni ha discusso con Xi la possibilità di rafforzare la collaborazione tra i due paesi, soprattutto nei settori dell’intelligenza artificiale, dell’auto elettrica e dell’ambiente, e di agire come mediatore con l’Unione Europea per bilanciare i rapporti commerciali. L’incontro, che ha superato la durata prevista, ha toccato anche temi di politica internazionale come la guerra in Ucraina e la crisi mediorientale. Un nuovo piano triennale di azione è stato firmato, mirato a valorizzare la cooperazione esistente e a esplorare nuove aree di collaborazione, con un impegno al rispetto reciproco delle regole per garantire un commercio equo e libero.
_Barbara Fiammeri su Sole 24 Ore_

*Piano triennale e sei linee di azione.* Il partenariato strategico tra Italia e Cina è stato rilanciato con un piano triennale che prevede sei linee d’azione, coinvolgendo oltre 150 aziende italiane e cinesi in settori che vanno dagli scambi commerciali e investimenti alla finanza, innovazione, tech, scienza, medicina e cultura. Durante la visita del primo ministro italiano Giorgia Meloni in Cina, sono stati firmati diversi Memorandum of Understanding (MoU) per rafforzare il dialogo imprenditoriale e le collaborazioni industriali. Nonostante le tensioni bilaterali e la ritirata dell’Italia dalla Belt and Road Initiative, l’evento ha evidenziato le opportunità nel mercato cinese, con un potenziale export italiano ancora da colmare e un significativo stock di investimenti diretti esteri italiani in Cina. La bilancia commerciale tra i due paesi è ancora sbilanciata, ma vi sono spazi per crescita e riequilibrio, come sottolineato dai rappresentanti delle industrie italiane presenti al Business Forum Italia-Cina.
_Rita Fatiguso su Sole 24 Ore_

*Ricucire i rapporti.* Durante la sua visita ufficiale a Pechino, la premier italiana Giorgia Meloni ha avuto un incontro prolungato con il presidente cinese Xi Jinping, superando le aspettative e interpretando questo come un segnale positivo per il rafforzamento dei rapporti bilaterali. Nonostante le critiche interne per la sua precedente uscita dagli accordi della Nuova Via della Seta, Meloni si è impegnata a normalizzare le relazioni con la Cina e si propone come mediatrice tra Pechino e Bruxelles. La missione ha avuto un focus particolare sul riequilibrio della bilancia economica e commerciale, con la speranza di attrarre investimenti cinesi in Italia, in particolare nel settore delle auto elettriche. Tuttavia, Meloni ha adottato un approccio più sfumato riguardo alla guerra in Ucraina durante le discussioni con Xi, rispetto alla sua condanna dell’aggressione russa in altre occasioni
_Monica Guerzoni su Corriere della Sera_

*Chi guadagna con la Cina.* L’Europa cerca un equilibrio commerciale con la Cina, suo principale partner dal 2020, con scambi per 739 miliardi di euro nel 2023, ma con un deficit di 291 miliardi. Germania e Francia guidano le esportazioni verso la Cina, mentre l’Italia, al quarto posto, esporta principalmente moda, chimica e macchinari. I Paesi Bassi sono i maggiori importatori di prodotti cinesi in Europa, con una forte domanda di tecnologia e prodotti per la transizione ecologica. Gli investimenti cinesi in Europa hanno rallentato, concentrati soprattutto nell’automotive, mentre l’Europa impone dazi per contrastare la concorrenza cinese nel settore dei veicoli elettrici.
_Maria Angelone su Stampa_

*Cina grande opportunità.* Barbara Cimmino, vicepresidente di Confindustria per l’Export e l’Attrazione degli investimenti, sottolinea l’importanza della recente visita del premier italiano in Cina per rafforzare gli scambi commerciali e gli investimenti tra i due paesi. Durante la missione, sono state firmate sei intese e annunciato un Piano d’azione per il periodo 2024-2027, con l’obiettivo di creare condizioni di reciprocità e accesso equo ai mercati. Cimmino evidenzia la necessità di superare ostacoli come le barriere non doganali e di rilanciare il ruolo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e degli accordi di libero scambio. Confindustria stima un potenziale di export non ancora sfruttato nel mercato cinese di circa 4,4 miliardi di euro, sottolineando l’importanza dell’export per l’economia italiana, che rappresenta il 40% del PIL.
_Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore_

*Tre miliardi a rischio per il Rdc bocciato.* La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha bocciato l’Italia per i requisiti imposti agli immigrati per ottenere il reddito di cittadinanza, considerandoli una discriminazione indiretta. Tale decisione potrebbe comportare rischi finanziari per i conti pubblici italiani fino a 3,1 miliardi di euro, a seguito di possibili ricorsi da parte degli stranieri esclusi dal beneficio. La Corte Costituzionale italiana avrà l’ultima parola sulla legittimità dei requisiti, mentre la Corte UE ha riconosciuto il reddito di cittadinanza come una misura assistenziale. La questione è complessa e il costo esatto dipenderà dalla definizione finale dei requisiti e dalle eventuali richieste di risarcimento.
_Gianni Trovati su Sole 24 Ore_

*Piano Mattei.* Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e la Banca Africana di Sviluppo (AfDB) hanno lanciato un’iniziativa congiunta, investendo fino a 400 milioni di euro nei prossimi cinque anni per sostenere la crescita del settore privato in Africa attraverso la piattaforma Growth and Resilience Platform for Africa (GRAf). Questo progetto fa parte del più ampio Piano Mattei e mira a finanziare settori chiave come la sicurezza alimentare, lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI) locali e la realizzazione di infrastrutture sostenibili. Inoltre, GRAf si prefigge di attrarre ulteriori investimenti per un totale di 750 milioni di euro, ampliando così l’impatto economico dell’iniziativa.
_su Sole 24 Ore_

*Il buco nero degli sconti fiscali.* Il governo italiano affronta l’incertezza sui costi di 118 misure di sconti fiscali, che rappresentano quasi un quinto del totale delle agevolazioni fiscali, senza dati sufficienti per quantificarne l’impatto sul bilancio pubblico. Questa situazione complica gli sforzi di riordino delle cosiddette “tax expenditures”, un processo al centro delle promesse di riforma fiscale e di finanziamento della sanità da parte sia della maggioranza che dell’opposizione. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha confermato la difficoltà di quantificare i costi collegati a queste misure in risposta alle domande di due deputate del Partito Democratico. Nonostante gli obiettivi ambiziosi e i numerosi rapporti prodotti negli ultimi dieci anni, il riordino delle agevolazioni fiscali rimane un’impresa complessa e finora priva di risultati significativi a causa delle difficoltà sia matematiche che politiche.
_Gianni Trovati su Sole 24 Ore_

*Le mance della destra.* Il decreto Infrastrutture è stato oggetto di critiche per essere diventato un veicolo di concessioni a lobby e territori, con l’approvazione di tredici emendamenti senza la necessaria relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato. Tra le misure finanziate vi sono 21 milioni per la bonifica di un sito in Liguria e 320 mila euro per consulenze all’Autorità per la laguna di Venezia. Il documento del Parlamento evidenzia preoccupazioni per possibili effetti negativi sull’indebitamento pubblico. Inoltre, sono stati presentati ordini del giorno che prevedono ulteriori spese, come il sostegno ai noleggiatori di sci, aumentando le critiche per l’uso eccessivo dei decreti e la mancanza di urgenza nelle misure adottate
_Giuseppe Colombo su Repubblica_

*Crt, Tesoro in pressing.* Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha messo sotto pressione la Fondazione Crt per irregolarità nelle nomine ai vertici delle Ogr, un centro di tecnologia e cultura a Torino, finanziato dalla fondazione stessa. Il Mef contesta la legittimità delle nomine di Davide Canavesio e Caterina Bima, evidenziando un conflitto di interessi dato che Unicredit, azionista al 10% delle Ogr, è anche la banca depositaria della Crt. Inoltre, si critica il fatto che i nominati abbiano votato per se stessi e determinato i propri compensi senza astenersi. Il Mef richiede modifiche entro il 22 agosto, altrimenti potrebbe commissariare la fondazione, e suggerisce che le decisioni non siano prese dallo stesso consiglio di amministrazione coinvolto nelle violazioni. Nel frattempo, si valuta la possibilità di chiedere una proroga mentre un’inchiesta della procura di Torino vede dieci indagati, tra cui Bima.
_Claudia Luise su Stampa_

*Usare i fondi antisiccità.* Nello Musumeci, ex presidente della Regione Siciliana e attuale ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, discute l’uso dei fondi anti-siccità e la gestione delle emergenze in Italia. Sottolinea che la programmazione anti-siccità è stata finanziata con 800 milioni di euro dal Pnrr, ma solo il 30% di questi fondi è stato impegnato a livello nazionale. In Sicilia, il governo ha destinato 20 milioni di euro per l’emergenza siccità. Musumeci critica la mancanza di azioni preventive contro la siccità e la desertificazione, attribuendo la colpa a decenni di immobilismo e mancata programmazione, non solo al cambiamento climatico. Sostiene che la sua amministrazione ha istituito l’autorità del distretto idrografico e avviato piani contro la siccità, a differenza dei governi precedenti. Infine, respinge le preoccupazioni sui turisti che lasciano la Sicilia, affermando che l’attenzione internazionale sta in realtà aumentando il turismo
_Hoara Borselli su Giornale_

*Sbloccare l’impasse idroelettrico.* Nicola Monti, CEO di Edison, evidenzia la necessità di sbloccare l’impasse nel settore idroelettrico italiano, sottolineando la mancanza di omogeneità nelle politiche europee e l’approccio disorganizzato delle regioni italiane. Monti sottolinea l’importanza degli investimenti nei sistemi di pompaggio per l’energia idroelettrica, che potrebbero raggiungere i 10 miliardi di euro e sostenere l’industria nazionale. Edison prevede di raggiungere 3 milioni di contratti entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di 4 milioni entro il 2030, nonostante le sfide poste dallo scenario dei prezzi energetici. Infine, Monti sollecita una revisione delle politiche di assegnazione delle concessioni idroelettriche, proponendo un modello che valorizzi gli investimenti e supporti una filiera industriale italiana, in contrasto con la frammentazione attuale e le valutazioni inadeguate delle infrastrutture esistenti.
_Cheo Condina su Sole 24 Ore_

*Condor salvata: inchiesta Ue.* La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita sugli aiuti di stato da 321,2 milioni di euro forniti dalla Germania per la ristrutturazione del debito della compagnia aerea charter tedesca Condor, dopo che il Tribunale dell’UE ha annullato la decisione iniziale di approvazione. La misura di ristrutturazione includeva la cancellazione di parte del debito e la ristrutturazione delle condizioni di rimborso di un prestito garantito dallo Stato. Il Tribunale ha stabilito che la Commissione non aveva valutato adeguatamente se la Germania avesse ricevuto una remunerazione sufficiente per la cancellazione del debito. Ryanair ha contestato gli aiuti di stato a diverse compagnie aeree durante la pandemia, sostenendo che violassero le norme dell’UE sulla concorrenza, e ha ottenuto sentenze favorevoli in alcuni casi. La Commissione ora esaminerà ulteriormente la misura di ristrutturazione per Condor alla luce della sentenza del Tribunale.
_Mara Monti su Sole 24 Ore_

*683 milioni congelati.* La Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, ha chiuso il 2023 con utili per 683 milioni di euro, in aumento rispetto ai 643 milioni del 2022, e un valore contabile degli asset di 14,2 miliardi. Nonostante un anno record per redditività e crescita del valore delle partecipate, che hanno raggiunto un valore di circa 40 miliardi di euro, la distribuzione dei dividendi è congelata a causa della mancata intesa nella famiglia Del Vecchio. Le partecipazioni in aziende come EssilorLuxottica, Generali, Mediobanca, Unicredit e Covivio hanno generato flussi di dividendi per 890 milioni, con una previsione di superare il miliardo nel 2024. Tuttavia, la successione di Leonardo Del Vecchio e le decisioni sulla governance familiare rimangono incerte, con sei eredi che hanno condiviso le modifiche statutarie ma che richiedono l’unanimità per decisioni definitive.
_Daniela Polizzi su Corriere della Sera_

*Record.* Lamborghini ha registrato un record di vendite, con 5.558 veicoli consegnati e un fatturato di 1,621 miliardi di euro nel primo semestre, segnando un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2023 e raggiungendo una profittabilità del 28,2%. Il CEO Stephan Winkelmann ha attribuito il successo alla coerenza nella strategia di marketing e all’attenzione maniacale per i dettagli, preferendo l’ibrido all’elettrico puro. Gli Stati Uniti guidano le vendite, seguiti da Germania e Regno Unito, con la Revuelto e la Urus che hanno lunghi tempi di attesa per la consegna. Al contrario, Porsche sta vivendo un periodo meno prospero, con cali di marginalità e difficoltà nel mercato cinese, dove la sua elettrica Taycan lotta per guadagnare clienti
_Bianca Carretto su Corriere della Sera_

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

*La risposta sarà dura.* La tensione tra Israele e il Libano rimane alta dopo la caduta di un razzo iraniano nel Golan, che ha ucciso bambini. I Paesi europei, compresa l’Italia, hanno esortato i loro cittadini a lasciare il Libano. Il primo ministro israeliano Netanyahu, nonostante sia contestato, promette una risposta dura, mentre gli Stati Uniti cercano di evitare l’escalation del conflitto. La situazione è complicata ulteriormente da scambi di accuse tra Israele e la Turchia, con un aumento dell’intensità retorica. Nel frattempo, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza peggiora, con un’epidemia di poliomielite e un bilancio delle vittime in aumento.
_Marta Serafini su Corriere della Sera_

*Evitare l’escalation.* Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu adotta una strategia di attesa e cautela, cercando di evitare passi falsi fino alle elezioni presidenziali americane di novembre. Internamente, la Knesset è in pausa, permettendo a Netanyahu di gestire temi divisivi come la leva obbligatoria per gli studenti ultraortodossi senza il peso delle sessioni plenarie. Militarmente, il governo deve rispondere all’attacco di Hezbollah che ha ucciso 12 bambini, ma cerca di prevenire un’escalation del conflitto. Nel frattempo, le trattative con Hamas riguardo al movimento di combattenti e al contrabbando di armi continuano, con critiche di attendismo da parte di Hamas e dei parenti degli ostaggi. La situazione è complessa e il successo della strategia di Netanyahu è incerto, non dipendendo solo dalle sue azioni.
_Marta Serafini su Corriere della Sera_

*Polveriera Libano.* Il Libano è una regione instabile, spesso destabilizzata da conflitti interni e influenze esterne, con Hezbollah, alleato dell’Iran, come uno dei principali attori. Questa milizia sciita, fondata negli anni ’80 e guidata da Hassan Nasrallah, ha il potere di riaccendere il conflitto con Israele, con gravi conseguenze per la popolazione civile. Hezbollah, parte dell’Asse della Resistenza, sostiene anche il regime di Assad e altre fazioni, coordinandosi con la divisione Qods dei pasdaran iraniani. Israele, nel tentativo di indebolire Hezbollah, ha condotto campagne mirate contro i suoi leader e infrastrutture, sia in Libano che in Siria. Nonostante gli sforzi israeliani, Hezbollah ha dimostrato resilienza, accumulando un vasto arsenale di missili e migliorando le sue capacità difensive e offensive.
_Guido Olimpio su Corriere della Sera_

*Italia in prima linea.* L’Italia è al centro di intense trattative diplomatiche per prevenire un conflitto tra Israele e Hezbollah, lavorando con partner internazionali per convincere i miliziani libanesi a ritirarsi a nord del fiume Litani, creando una zona cuscinetto. Il governo italiano ha intensificato la comunicazione con la Siria e l’Iran, sponsor di Hezbollah, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani è attivamente coinvolto nelle negoziazioni con i suoi omologhi. L’Amministrazione Biden ha richiesto a Israele di limitare la rappresaglia, e l’invio di un ambasciatore italiano a Damasco e i messaggi di congratulazioni al presidente iraniano mostrano un approccio diplomatico audace dell’Italia. La situazione è tesa dopo un attacco missilistico che ha ucciso dodici ragazzi drusi, ma un accordo su uno spostamento di Hezbollah e un attacco israeliano calibrato potrebbe disinnescare la crisi
_Daniele Raineri su Repubblica_

*Erdogan.* Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intensificato la sua retorica contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, utilizzando termini come “nazista” e “genocida” in un contesto di crescente tensione tra Turchia e Israele. Queste dichiarazioni arrivano in un momento in cui Erdogan cerca di rafforzare il suo sostegno tra l’elettorato islamista in vista delle elezioni, evocando persino la possibilità di un’azione militare turca contro Israele. La risposta israeliana non si è fatta attendere, con confronti tra Erdogan e Saddam Hussein e avvertimenti sul destino di Netanyahu paragonato a quello di Hitler. Nonostante la retorica bellicosa, le relazioni economiche tra i due paesi sembrano continuare attraverso canali indiretti. Erdogan mira a posizionarsi come leader dei paesi musulmani anti-Israele, mentre la comunità internazionale, inclusi gli alleati della Turchia nella NATO, rimane in gran parte in silenzio di fronte a queste tensioni
_Giovanna Loccatelli su Stampa_

*Scacco alla Wagner.* I Tuareg del Mali hanno inflitto una pesante sconfitta ai mercenari russi del gruppo Wagner, uccidendo o catturando un centinaio di loro in un’imboscata vicino al confine algerino. L’attacco è stato eseguito approfittando di una tempesta di sabbia e ha visto l’uso di una bomba per distruggere il veicolo di testa del convoglio. Tra le vittime c’è Nikita Fedyanin, direttore del canale Grey Zone, mentre non è confermata la morte di Anton Yelizarov, possibile successore di Prigozhin alla guida del gruppo. Il Mali rimane l’unico paese in cui Wagner opera autonomamente, nonostante la crescente instabilità dovuta anche alla presenza di gruppi jihadisti. I Tuareg, che mirano a creare uno stato indipendente chiamato Azawad, hanno ripreso le ostilità dopo il fallimento di un accordo di pace, complicando ulteriormente la situazione nel paese
_Floriana Bulfon su Repubblica_

*Prepararsi ai dazi di Trump.* L’Unione Europea sta preparando una strategia commerciale a due vie in risposta alle promesse di Donald Trump di imporre tariffe minime del 10%, che potrebbero ridurre le esportazioni dell’UE di circa 150 miliardi di euro all’anno. Se Trump vincerà un secondo mandato, l’UE offrirà rapidamente un accordo per acquistare più prodotti statunitensi, ma in caso di fallimento delle trattative e di applicazione di tariffe punitive da parte di Trump, la Commissione Europea è pronta a rispondere con dazi fino al 50% o più su importazioni selezionate. Durante il primo mandato di Trump, l’UE ha già risposto a tariffe su acciaio e alluminio con dazi su prodotti simbolici per l’elettorato di Trump. Il Commissario UE al Commercio, Valdis Dombrovskis, esprime la speranza di evitare passate confrontazioni, ma afferma che l’UE è pronta a difendere i propri interessi se necessario. Nonostante la difficoltà di aumentare significativamente le esportazioni statunitensi, l’UE è aperta a trattative mirate per ridurre il deficit commerciale
_Andy Bounds su Financial Times_

*Trump un pericolo per l’Ucraina.* L’articolo di Gideon Rachman su Financial Affairs discute le implicazioni di una potenziale presidenza Trump per l’Ucraina, concentrandosi sul dibattito sulla neutralità e l’integrità territoriale ucraina. Il compagno di corsa di Trump, il senatore JD Vance, si è espresso a favore di un’Ucraina neutrale, una posizione che solleva preoccupazioni sulla capacità dell’Ucraina di difendersi dall’aggressione russa. L’amministrazione Biden si oppone alle richieste russe di un’Ucraina neutrale, temendo che possa portare alla sottomissione dell’Ucraina. Le proposte di pace della Russia del 2022 miravano a limitare la capacità militare dell’Ucraina e a esercitare un controllo sulla sua politica estera, cosa che l’Ucraina e i suoi alleati occidentali rifiutano. L’articolo suggerisce che, mentre vengono prese in considerazione concessioni territoriali all’interno dell’Ucraina, qualsiasi accordo di pace deve assicurare che l’Ucraina non sia lasciata vulnerabile a future offensive russe, con garanzie di sicurezza che siano al centro di qualsiasi negoziato di pace. L’esito delle elezioni statunitensi potrebbe influenzare la posizione della Russia, in quanto Putin potrebbe prevedere una posizione più favorevole degli Stati Uniti sotto un’amministrazione Trump-Vance.
_Gideon Rachman su Financial Times_

*Trump fa salire i bitcoin.* Il prezzo del Bitcoin ha raggiunto i 70mila dollari, influenzato dalle dichiarazioni di Donald Trump, che ha definito la criptovaluta una riserva strategica e ha promesso di non vendere i Bitcoin detenuti dal governo USA se eletto presidente. La candidata democratica Kamala Harris sta cercando di avvicinarsi al settore delle criptovalute, nonostante non abbia partecipato alla Bitcoin conference. Le Borse europee mostrano debolezza, con settori come il lusso e l’automotive in calo. Il Bitcoin, che mostra una volatilità elevata, è decorrelato dagli altri asset finanziari e potrebbe influenzare l’esito delle elezioni presidenziali USA, dato l’interesse crescente degli americani verso le criptovalute
_Vito Lops su Sole 24 Ore_

*Maduro resta presidente.* Nicolás Maduro è stato rieletto presidente del Venezuela per un terzo mandato, con il 51,2% dei voti, battendo l’oppositore Edmundo González Urrutia. L’opposizione ha denunciato irregolarità e violazioni della volontà popolare, mentre Maduro ha accusato tentativi di hackeraggio del sistema di voto e ha espulso ambasciatori di sette Paesi latino-americani. Dopo l’annuncio della vittoria, sono scoppiati scontri violenti a Caracas tra manifestanti e polizia. La comunità internazionale è divisa: alcuni Paesi hanno congratulato Maduro, mentre altri, come gli Stati Uniti e il Cile, esprimono dubbi sulla legittimità del risultato elettorale.
_Sara Gandolfi su Corriere della Sera_

*Vittoria truffa.* Nicolás Maduro è stato rieletto presidente del Venezuela tra accuse di brogli e proteste. L’opposizione, guidata da Edmundo González Urrutia, contesta i risultati ufficiali che danno Maduro vincitore con il 51,2% dei voti, affermando che González avrebbe ottenuto il 70%. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea esprimono dubbi e chiedono una verifica dei risultati, mentre Russia, Cina e Iran si congratulano con Maduro. La tensione è alta, con manifestazioni di piazza e scontri a Caracas, e l’opposizione è in possesso di prove cartacee che contraddicono i dati ufficiali. Il contesto geopolitico si divide tra il sostegno di alcuni paesi latinoamericani e la preoccupazione internazionale, mentre l’opposizione deve decidere come procedere di fronte a un risultato elettorale contestato
_Daniele Mastrogiacomo su Repubblica_

*Un golpe di fatto.* L’ex ministro venezuelano e politologo Moisés Naím descrive la situazione post-elettorale in Venezuela come un golpe, con il governo di Nicolás Maduro che ignora la volontà popolare e si proclama vincitore senza trasparenza negli scrutini. Naím evidenzia la forte opposizione unificata da Corina Machado e la possibilità di nuove proteste e ondate migratorie se Maduro rimane al potere. La comunità internazionale è divisa: alcuni Paesi congratulano Maduro, altri chiedono trasparenza. Naím ritiene che le sanzioni potrebbero intensificarsi, ma la vera forza di Maduro risiede nel controllo dell’esercito e delle milizie paramilitari.
_Anna Lombardi su Repubblica_

*Venezuela.* Nelle elezioni presidenziali venezuelane, Nicolás Maduro è stato dichiarato vincitore nonostante le previsioni di una schiacciante vittoria dell’opposizione. L’opposizione ha contestato il risultato, sostenendo che molti testimoni sono stati allontanati dai seggi senza le conte finali ufficiali dei voti. Prima del voto, Maduro aveva già escluso la principale leader dell’opposizione e utilizzato i media e le risorse statali per influenzare il risultato. La vittoria contestata non risolverà i problemi di Maduro, che include la mancanza di riconoscimento internazionale e sanzioni, e mette in dubbio la strategia degli Stati Uniti di promuovere elezioni competitive in cambio di un alleggerimento delle sanzioni. Gli investitori internazionali sono delusi, poiché la speranza di una ripresa economica dopo il collasso del decennio passato sembra ora improbabile.
_Michael Stott su Financial Times_

*Dopo i treni la fibra ottica.* La Francia è stata colpita da una serie di sabotaggi coordinati che hanno interessato prima il sistema ferroviario e poi la rete di fibra ottica, causando disagi a centinaia di migliaia di viaggiatori e lasciando circa 10 mila clienti senza servizi di telefonia e Internet. Gli attacchi, avvenuti nei giorni dell’inaugurazione delle Olimpiadi, hanno interessato tre delle quattro linee ferroviarie ad alta velocità e nove dipartimenti per quanto riguarda la fibra ottica, principalmente cavi della compagnia Sfr. Circa 50 persone sono state arrestate con l’accusa di sabotaggio e protesta radicale, e il ministro dell’Interno francese ha chiesto maggiore sorveglianza. Le indagini sono in corso per stabilire se vi sia un collegamento tra i due tipi di sabotaggio e se l’obiettivo fosse quello di turbare lo svolgimento dei Giochi Olimpici.
_Stefano Montefiori su Corriere della Sera_

*Sabotaggi.* In Francia, le indagini sugli atti di sabotaggio alle ferrovie si concentrano su due ipotesi principali: l’implicazione di ambienti dell’estrema sinistra e degli ecologisti radicali, e l’eventuale coinvolgimento della Russia, che potrebbe aver manipolato gli attivisti per destabilizzare il paese. Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha menzionato l’arresto di attivisti di Extinction Rebellion, sospettati di pianificare azioni di protesta durante i Giochi Olimpici, ma poi rilasciati senza prove del loro coinvolgimento diretto nei sabotaggi. Tuttavia, si sospetta che gli esecutori materiali possano provenire da ambienti simili, forse con l’assistenza russa. La Russia, accusata di condurre una guerra asimmetrica contro la Francia, nega ogni accusa, mentre l’estrema destra francese chiede lo scioglimento dei gruppi di sinistra radicale
_Stefano Montefiori su Corriere della Sera_

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

*Autonomia.* La campagna di raccolta firme contro la legge sull’autonomia differenziata ha superato le 250 mila adesioni in soli quattro giorni, riscuotendo grande interesse tra le opposizioni. L’obiettivo è raggiungere le 500 mila firme necessarie per il referendum abrogativo, con una forte mobilitazione su tutto il territorio nazionale. Nel frattempo, il centrosinistra si prepara per le elezioni regionali in Emilia-Romagna, Umbria e Liguria, con l’intento di mettere in difficoltà il governo attuale. In Liguria, la coalizione di centrosinistra è al lavoro per definire il programma e il candidato ideale, mentre il Pd invita alla cautela, sottolineando l’importanza di vincere in tutte e tre le regioni per destabilizzare la maggioranza di governo
_Niccolò Carratelli su Stampa_

*Toti.* La Procura di Genova, guidata da Nicola Piacente, è pronta a chiedere il giudizio immediato per Giovanni Toti, ex presidente della Regione Liguria, Paolo Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale, e l’imprenditore Aldo Spinelli, accusati di corruzione e altri reati. Toti, dopo essersi dimesso per evitare la proroga degli arresti domiciliari, potrebbe vederli revocati.
_Giuseppe Guastella su Corriere della Sera_

*Dal Csm a Spinelli, imbarazzo Pd.* Aldo Spinelli, imprenditore ligure e presunto corruttore nell’inchiesta che ha coinvolto l’ex presidente della Liguria Giovanni Toti, ha chiesto la revoca dei domiciliari. Nel frattempo, il consiglio di amministrazione della sua holding, Spininvest srl, è stato rinnovato con la sorprendente nomina di David Ermini, ex vice presidente del Csm e membro del Pd, come presidente del cda. Questa mossa potrebbe dimostrare l’allontanamento di Spinelli dalle decisioni aziendali, riducendo la necessità delle misure cautelari. Toti, dopo aver rassegnato le dimissioni da governatore e trovandosi ai domiciliari da oltre 80 giorni, ha anch’egli richiesto la revoca della misura cautelare. La decisione della Procura è attesa entro venerdì, mentre si discute anche del suo possibile ruolo nelle prossime dinamiche elettorali regionali
_Lodovica Bulian su Giornale_

*Stupore a Bruxelles.* La reazione del governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, alla critica della Commissione Europea sulla libertà di stampa e la gestione della Rai ha suscitato stupore a Bruxelles. La Commissione, guidata da Ursula von der Leyen, ha ricevuto una lettera di polemica da Meloni, nonostante il rapporto annuale sullo Stato di diritto fosse il risultato di un processo inclusivo e consultivo. Funzionari UE, incluso il commissario alla Giustizia Didier Reynders, avevano precedentemente visitato Roma e raccolto feedback da varie organizzazioni, incluso il governo. Il rapporto critica la governance della Rai e i rischi di influenze politiche, ma la lettera di Meloni sembra indirizzata più ai suoi avversari interni che a Bruxelles, che ora deve rispondere basandosi sui fatti.
_Federico Fubini su Corriere della Sera_

*Rilievi Ue.* La Commissione Ue ha criticato l’Italia nel suo cosiddetto rapporto sullo stato di diritto, che ogni anno dal 2020 esamina l’indipendenza della magistratura, la lotta alla corruzione, la libertà e la diversità dei media e la separazione dei poteri nei 27 Stati membri dell’Ue. La commissione ha avvertito che l’indipendenza della magistratura dovrebbe essere preservata nella riforma giudiziaria prevista e che la posizione del presidente non dovrebbe essere indebolita troppo nella riforma costituzionale per l’elezione diretta del capo del governo. Inoltre, la commissione ha denunciato in particolare gli interventi presso l’emittente pubblica RAI. La Meloni sottolinea nella sua lettera che le attuali strutture gestionali e gli organi parlamentari di controllo sono stati creati dal governo socialdemocratico di Matteo Renzi. Per decenni i governi hanno riempito “spudoratamente” di favoriti i posti alla RAI. Il suo stesso governo, invece, è impegnato a favore della libera informazione, della lotta alle “fake news” e del pluralismo.
_su Frankfurter Allgemeine_

*Rai, fumata nera.* Il Parlamento italiano non è ancora riuscito a rinnovare il consiglio di amministrazione della Rai, mentre la premier Giorgia Meloni ha risposto alle preoccupazioni dell’UE sulla libertà dei media in Italia, negando qualsiasi pericolo e ricevendo il sostegno del vicepremier Antonio Tajani. La Lega chiede un confronto sul rinnovo del consiglio, mentre la presidente della commissione di Vigilanza, Barbara Floridia del M5S, sollecita una nuova legge che rispetti i principi europei. Italia Viva sottolinea che la legge Renzi non è stata utilizzata per le nomine Rai dai precedenti premier, mentre il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, propone di tornare alla legge precedente. La Rai, nel frattempo, ha avviato un audit interno in risposta a un’interrogazione parlamentare su alcune assunzioni contestate
_Antonella Baccaro su Corriere della Sera_

*Natoli indagata.* La consigliera del Csm Rosanna Natoli, eletta dal Parlamento in quota Fratelli d’Italia, è indagata per abuso d’ufficio dalla Procura di Roma. L’indagine è scaturita da un incontro con la magistrata Maria Fascetto, durante il quale Natoli avrebbe rivelato informazioni riservate riguardanti un procedimento disciplinare del Csm. Nonostante le richieste di dimissioni da parte dell’opposizione e il clima teso in ambito politico, Natoli si è dimessa solo dalla commissione disciplinare, mantenendo la sua posizione nel Csm. Il presidente della Repubblica e il presidente del Senato hanno espresso preoccupazione e imbarazzo per la vicenda, che potrebbe portare a una richiesta di sospensione di Natoli dal Csm, decisione che richiederebbe i due terzi dei voti del plenum.
_Gabriella Cerami su Repubblica_

*Nessuna amnistia.* Il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha dichiarato che non ci sarà alcuna amnistia, contrariamente a quanto proposto dai radicali, con cui il partito ha firmato un protocollo d’intesa per affrontare l’emergenza nelle carceri italiane. Tajani ha annunciato un monitoraggio delle carceri, con visite di parlamentari e consiglieri regionali, per migliorare le condizioni dei detenuti e della polizia penitenziaria, ma esclude sconti di pena o provvedimenti svuota-carceri. Il problema delle carceri è considerato strutturale, con la necessità di rispettare i diritti dei detenuti e garantire una funzione rieducativa. Inoltre, Tajani ha toccato il tema dell’election day per le prossime votazioni regionali, sottolineando che la decisione spetta alle regioni e che si potrebbe ricercare un accordo per un voto unificato
_Anna Maria Greco su Giornale_

*Avanti con Orlando.* Andrea Orlando è il candidato del centrosinistra per la presidenza della Regione Liguria, ma il Partito Democratico (PD), guidato da Elly Schlein, ha deciso di rallentare l’annuncio ufficiale per non alienare gli alleati. Il Movimento 5 Stelle (M5S) e Alleanza Verdi e Sinistra esprimono resistenza all’inclusione di Italia Viva (IV) nella coalizione, a causa della loro partecipazione nella giunta Bucci a Genova. Matteo Renzi di IV si dice aperto al dialogo basato sui programmi elettorali, nonostante le tensioni sulle alleanze locali. Il PD attende la convocazione del tavolo programmatico prima di procedere, mentre le elezioni regionali liguri si avvicinano dopo le dimissioni del presidente Giovanni Toti.
_Maria Teresa Meli su Corriere della Sera_

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