Bce, Lagarde: “Tassi invariati e tagliate le stime sull’inflazione”

Il quadro di previsioni è stato inoltre aggiornato con riferimento alla crescita ed inflazione dell’Eurozona

La Banca Centrale Europea (BCE) non ha riservato sorprese, confermando la decisione di mantenere invariati i tassi di interesse. Il tasso principale sui rifinanziamenti resta fissato al 4,5%, mentre quello sui depositi è stabile al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Questa decisione segna la quarta pausa dopo una serie di dieci rialzi consecutivi iniziati a luglio 2022.

Parallelamente, la BCE ha apportato degli aggiustamenti al ribasso alle previsioni sull’inflazione per l’Eurozona. Secondo le ultime stime, l’inflazione decrescerà dal 2,7% al 2,3% nel 2024, mentre si prevede un 2% nel 2025 (rispetto al precedente 2,1%) e un 1,9% nel 2026.

Inoltre, le aspettative di crescita per il 2024 sono state ridimensionate allo 0,6% (rispetto allo 0,8% precedente). La BCE prevede un’attività economica moderata nel breve termine, seguita da una crescita dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, sostenuta dai consumi iniziali e dagli investimenti in un secondo momento. Riguardo a quest’ultimo aspetto, la Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha evidenziato durante la conferenza stampa post-riunione di politica monetaria che esistono ancora rischi legati alle tensioni geopolitiche..

Riguardo alla questione del taglio dei tassi, il comunicato della BCE evidenzia la determinazione del Consiglio Direttivo di garantire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. Il Consiglio ritiene che, mantenendo i tassi di interesse al livello attuale per un periodo sufficiente, si contribuirà in maniera sostanziale al raggiungimento di tale obiettivo.

Nel corso della conferenza, Lagarde ha inoltre sottolineato che la decisione sui tassi è stata unanime e ha rassicurato che la BCE agirà in maniera indipendente, facendo ciò che deve fare al momento opportuno.

Infine, Lagarde ha evidenziato che, nonostante l’aumento dei tassi di interesse abbia contribuito al calo dell’inflazione, le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate a causa della forte crescita salariale e delle condizioni di finanziamento restrittive.

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