Mediterraneo, 60 morti su un gommone partito dalla Libia: ignorate le richieste di aiuto

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Il racconto dell’orrore è stato reso dai 25 superstiti, salvati ieri a bordo della Ocean Viking nelle acque internazionali al largo della costa libica

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Più di 60 persone sono morte a causa di ustioni, fame e sete su un gommone rimasto invisibile per una settimana nonostante le richieste di aiuto. I loro corpi, tra cui cinque bambini, sono stati gettati nel vasto abisso del Mediterraneo da coloro che erano ancora vivi. Donne hanno dovuto dire addio ai loro figli, mentre uomini, donne e giovani hanno assistito impotenti alla morte dei compagni di viaggio con cui erano partiti una settimana prima dalla Libia.

Questi sono racconti dell’orrore che sono stati riportati dai 25 superstiti, salvati ieri a bordo della Ocean Viking nelle acque internazionali al largo della costa libica, due dei quali sono stati urgentemente evacuati in elicottero a causa dello stato di incoscienza, nonostante gli sforzi dell’equipaggio per rianimarli.

Gli altri superstiti, in condizioni psicofisiche drammatiche, hanno raccontato di aver visto aerei ed elicotteri volare sopra il loro gommone ormai alla deriva per giorni, senza ricevere alcun soccorso. Sono rimasti senza cibo né acqua per giorni. Alcuni, in stato di incoscienza, sono stati trovati ieri dalla Ocean Viking, intervenuta in un tratto di mare rimasto privo di soccorsi per giorni, poiché altre tre navi umanitarie, tra cui Sea Watch 4 e 5 e la Humanity1, sono sotto sequestro in Italia.

Nei giorni precedenti, Alarm Phone aveva segnalato un gommone con 75 persone a bordo che chiedeva aiuto, ma non è ancora chiaro se si trattasse della stessa imbarcazione.

In altre operazioni di soccorso, la Ocean Viking ha salvato altre 224 persone. Il porto sicuro assegnato è stato Ancona, anche se il viaggio di 1.450 km potrebbe peggiorare le condizioni mediche dei naufraghi, alcuni dei quali sono ancora attaccati all’ossigeno per riprendersi. Sos Mediterranee ha chiesto alle autorità italiane un luogo più vicino per lo sbarco dei 224 sopravvissuti.

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