LEONARDO
Parla Crosetto. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, critica i vertici separati tra nazioni europee, affermando che tali incontri bilaterali o trilaterali possono indebolire il fronte euro-atlantico contro la Russia, aiutando indirettamente Putin. Crosetto sostiene che l’Europa e la Nato dovrebbero essere più unite e risolute nel supportare l’Ucraina con armi e munizioni per difendersi, piuttosto che procedere con risposte burocratiche non efficaci. Infine, sottolinea l’importanza di una strategia comune e di un fronte politico forte come unica via per costringere la Russia a fermarsi, criticando l’approccio frammentato di alcuni Paesi europei nei confronti della crisi ucraina.
Guido Crosetto intervistato da Francesco Bei su Repubblica
Parla Tajani. Il governo italiano, secondo le parole del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, sostiene l’Ucraina nel conflitto contro l’aggressione russa in vari modi, ma esclude l’intervento diretto delle truppe italiane nella guerra, evitando così il rischio di un conflitto nucleare e di una possibile terza guerra mondiale. L’Italia è pronta a fornire ulteriore sostegno militare all’Ucraina, ma non tramite un intervento diretto, sottolineando l’importanza di un’Europa unita nella difesa comune e discutendo future strategie nei prossimi incontri del G7 e della Nato. Nonostante la pressione, l’Italia non considera la reintroduzione della leva obbligatoria e prende in considerazione le proprie spese milia in missioni internazionali per contribuire alla stabilità globale, senza raggiungere il 2% del PIL richiesto dalla Nato per la difesa.
Antonio Tajani intervistato da Paola di Caro sul Corriere
Parla Massolo, D come debito comune, difesa e deterrenza. L’ambasciatore Giampiero Massolo indica che il nuovo bilancio dell’Unione Europea dovrà riflettere le minacce attuali, con una parte dedicata alla spesa comune per la sicurezza e la difesa europea, con la possibilità di un debito comune per il finanziamento, sebbene ritiene improbabile una sua attuazione immediata. Nell’intervista, viene analizzata anche la situazione politica negli Stati Uniti, evidenziando la divisione causata dalle visioni opposte dei candidati, nonché le implicazioni per l’Europa, che dovrà assumersi maggiori responsabilità a prescindere dal vincitore delle elezioni. Chiunque sarà il nuovo presidente, l’Europa sarà chiamata ad assumersi maggiori responsabilità. Non basterà contribuire alla spesa militare, ma almeno nel nostro estero-vicino bisognerà assicurare una ragionevole deterrenza. Con una differenza fondamentale, che è alla base dei timori: con una presidenza democratica, tutto ciò avverrebbe in un quadro collaborativo; con Trump il quadro sarebbe invece competitivo, in quanto egli instaurerebbe subito rapporti bilaterali con singoli Paesi europei, piuttosto che considerare l’Europa nel suo insieme. Infine, si discute della complessità dei conflitti in Medioriente e Ucraina, sottolineando il difficile cammino verso la pace e l’importanza del coinvolgimento della comunità internazionale nelle trattative e nelle risposte ai conflitti in atto.
Giampiero Massolo a Osvaldo de Paolini sul Giornale
Giappone. I partiti al governo del Giappone hanno concordato venerdì di allentare le rigide regole del Paese in materia di trasferimento di attrezzature per la difesa, per consentire l’esportazione di jet da combattimento di nuova generazione che saranno sviluppati congiuntamente con la Gran Bretagna e l’Italia.
Su english.kyodonews.net
Bell. L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha dichiarato di prevedere “grandi opportunità” nel rinnovato rapporto con il costruttore statunitense Bell per la tecnologia dei convertiplani. Parlando dopo la presentazione del nuovo Piano Industriale dell’azienda per il periodo 2024-2028, il 12 marzo, Cingolani ha dichiarato che l’accordo con Bell, stabilito attraverso un memorandum d’intesa (MOU), “esplorerà il mercato e poi la tecnologia”.
Su aviationweek.com
Pd a Ronchi. Una delegazione del Partito Democratico, composta dal vicepresidente della Commissione Difesa Piero Fassino e dalla collega Debora Serracchiani, ha visitato lo stabilimento della Leonardo a Ronchi dei Legionari. Lo stabilimento è riconosciuto come centro di eccellenza per lo sviluppo di sistemi senza pilota, conosciuti anche come “uncrewed”.
Sul Messaggero Veneto
Macron-Scholz. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier polacco Donald Tusk hanno manifestato un fronte unito a sostegno dell’Ucraina contro la Russia, promettendo di finanziare l’acquisto di armi e munizioni per Kiev usando anche i profitti dei beni russi congelati in Europa. Durante l’incontro, hanno discusso piani concreti come il possibile ampliamento della produzione militare in Ucraina e la formazione di una coalizione per missili a lungo raggio. Nonostante il desiderio di mantenere la pace e la promessa di non entrare in guerra con la Russia, vi è la consapevolezza dell’importanza strategica del sostegno a Kiev e delle implicazioni a lungo termine per la sicurezza europea in vista di una futura pace armata.
Mara Gergolet sul Corriere
*Macron-Scholz divisi sui Taurus.*Al vertice di Weimar, Francia, Germania e Polonia hanno concordato di supportare l’Ucraina con nuovi missili a lunga gittata, nonostante le differenze tra Macron e Scholz, particolarmente evidenti sulla questione dell’invio di truppe e missili Taurus. Tusk ha cercato di minimizzare le divisioni evitando argomenti scomodi e sottolineando una presunta unità tra i tre paesi, con Scholz che esclude l’opzione di inviare missili Taurus all’Ucraina a meno che non vi sia una richiesta diretta da parte di Biden. La Moldavia è stata menzionata come possibile prossimo teatro di tensioni, con preoccupazioni sulla Gagauzia e possibili interventi di truppe europee, mentre persiste la discordia tra Francia e Germania sui “defence bond” proposti per finanziare la difesa europea.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica
Scholz e Taurus. Il Taurus ha una “capacità di uccisione” più elevata degli altri missili, ma Scholz nei motivi della sua reticenza si è concentrato meno sull’impatto militare” del missile e più sulla potenziale reazione della Russia. Un altro problema sta nella produzione: le linee di produzione del sistema di missili – costruito da una joint venture tra la filiale tedesca di Mbda e la svedese Saab – sarebbero ferme, e secondo gli analisti la produzione di un nuovo missile Taurus richiederebbe circa due anni.
Editoriale sul Foglio
L’Europa teme il ritorno di Trump. L’Europa, guidata dalle figure chiave di Macron e Tusk, stia spingendo per un’autonomia strategica in risposta al timore di un disimpegno degli USA e di un possibile ritorno di Trump alla presidenza, che potrebbe compromettere il sostegno americano sull’Ucraina. La Polonia, con Tusk al timone, cerca di bilanciare la dipendenza storica dagli Stati Uniti enfatizzando l’importanza di un’Europa forte che possa proteggere i propri confini, specialmente in vista dell’incertezza politica americana. L’accordo tra i leader europei sembra nascondere ancora delle divergenze, ma si focalizza su un approccio non escalationista, pur mantenendo una posizione unita di fronte alle sfide esterne, come l’aggressione russa in Ucraina.
Marco Bresolin sulla Stampa
L’Ue teme la guerra. L’Unione Europea e la Nato sono in allerta per una possibile nuova offensiva militare della Russia contro l’Ucraina, prevista attorno al 5 maggio, giorno della Pasqua ortodossa, periodo durante il quale si prevede che l’attenzione possa calare e aumenti il numero di soldati in licenza. L’analisi satellitare ha rilevato un aumento delle truppe russe al confine, indicando una preparazione ad attaccare, mentre preoccupa la possibilità che l’Ucraina non possa difendere l’intero confine in assenza di sostegni e rifornimenti adeguati. Le tensioni sono acuite dall’imminente “pausa politica” nelle elezioni europee e americane, ma l’Ue e la Nato stanno lavorando al fine di prevenire uno scenario di “contagio bellico” e una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa.
Claudio Tito su Repubblica
I tre no dell’Italia. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha confermato tre ‘no’ in termini di politica estera: niente truppe NATO in Ucraina, l’Italia non è in guerra con la Russia e si vuole evitare un conflitto globale. Nonostante le promesse dell’UE di aiuti economici, l’assistenza militare nell’attuale guerra russo-ucraina incontra ostacoli, con l’iniziativa ceca di acquistare munizioni extra-europee avanzando lentamente. Mentre Macron ha teoricamente discusso di inviare truppe in Ucraina, Tajani ha voluto ribadire la posizione italiana evitando malintesi e ha suggerito una sorta di riavvicinamento con Mosca, sottolineando che l’assistenza militare è un punto cruciale e l’Italia, insieme alla Francia, non ha ancora fornito un sostegno materiale paragonabile ad altri paesi occidentali.
Stefano Stefanini sulla Stampa
L’Italia stoppa Macron. Durante il vertice a Berlino, i leader Macron, Scholz e Tusk hanno convenuto l’importanza di inviare maggiori quantità di missili a lungo raggio all’Ucraina e sottolineato l’unità nell’intento di non lasciare che la Russia vinca il conflitto, mentre la Nato rimane al di fuori per evitare rischi di guerra globale. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito la posizione dell’Italia contro l’invio di truppe, ritenendo che ciò possa innescare una Terza Guerra Mondiale e sottolineando la necessità di costruire dialogo piuttosto che escalation. Nonostante questa unità mostrata al vertice, tensioni e divergenze tra Germania e Francia persistono riguardo il supporto a Kiev e la cooperazione su progetti di difesa comuni, ricordando le recenti frizioni e il bisogno di coordinate iniziative europee più efficaci.
Uski Audino sulla Stampa
Mattarella teme l’escalation. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime profonda preoccupazione per gli attuali scenari di guerra e invita a cessare gli attacchi armati, evidenziando le tragedie storiche avvenute a Cassino durante la Seconda Guerra Mondiale come monito per il presente. Mentre a Cassino ricorda l’importanza del ricordo delle tragedie e l’appello alla pace, rifiuta la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e si distanzia indirettamente dalle posizioni più aggressive di Macron sulla crisi in Ucraina. Mattarella onora la Resistenza e la lotta contro l’oppressione nazifascista sottolineando il valore di costruzione della pace basato su dignità e libertà.
Concetto Vecchio su Repubblica
Arrancano i titoli Usa di difesa. Il Pentagono ha chiesto per l’anno fiscale 2025 un budget di 850 miliardi di dollari, un incremento rispetto agli anni precedenti, sottolineando la crescente tensione con la Cina come minaccia alla sicurezza nazionale. Sebbene l’interesse per i titoli della difesa sia in crescita, le performance del settore non sono uniformi, con aziende come General Dynamics e Northrop Grumman in rialzo, mentre Lockheed Martin mostra una leggera flessione. Gli analisti suggeriscono un’attenta selezione dei titoli del settore, tenendo conto di parametri come il flusso di cassa e il portafoglio ordini, e prevedono un potenziale positivo soprattutto per General Dynamics e L3Harris, grazie agli investimenti in armamenti nucleari e difesa missilistica.
Ester Corvi su Mf
Prendere le distanze. Il generale Leonardo Tricarico sottolinea l’importanza che ogni azione nell’ambito della Nato sia condivisa con gli alleati, e loda il governo italiano per la prudenza nel distanziarsi da iniziative unilaterali, come suggerito dall’articolo 4 della Nato. Sottolinea inoltre che l’invio di ulteriori armamenti all’Ucraina dovrebbe essere collegato a un chiaro piano per la fine della guerra, criticando l’approccio attuale come utopico. Infine, Tricarico mette in discussione la possibilità di un ribaltamento degli esiti del conflitto e ritiene improbabile una vittoria netta della Russia, evidenziando anche il rischio che la Russia possa abbassare la soglia per l’uso dell’arma nucleare, secondo la propria dottrina di difesa.
Leonardo Tricarico intervistato da Edoardo Sirignano sul Tempo
Proiettili Ue. Entro il 2025, l’Unione Europea mira a eguagliare la Russia nella produzione di proiettili di artiglieria da 155 mm, puntando a una produzione annua di 2 milioni di unità. Anche se al momento l’Ue sta consegnando meno munizioni all’Ucraina di quanto inizialmente previsto, ha stanziato ulteriori fondi per potenziare la produzione munizioni. Inoltre, ha avviato programmi per rinforzare l’industria europea della difesa, con un budget di 2 miliardi di euro e 513 milioni destinati a finanziare 31 progetti in diverse aree comprese polveri e proiettili, con aziende italiane tra i beneficiari.
Sul Fatto
Munizioni Ue. L’Unione Europea ha destinato 514 milioni di euro per potenziare la produzione di munizioni, selezionando 31 progetti che coinvolgono anche due aziende italiane, Simmel Difesa e Baschieri e Pellagri, con l’obiettivo di produrre due milioni di proiettili entro la fine del 2025. Questa mossa rientra nel piano della Commissione UE per rafforzare l’industria della difesa europea, attraverso l’Atto a sostegno della produzione di munizioni (Asap) e il Fondo europeo per la difesa (Fed), che prevedono un significativo investimento nell’innovazione e nello sviluppo di nuove tecnologie militari. Tali programmi hanno lo scopo di favorire la cooperazione tra i Paesi membri per il riarmo e la ricostruzione delle scorte militari, esaurite a seguito del conflitto in Ucraina e del supporto fornito a Kiev, al fine di affrontare una fase cruciale del conflitto e muovere passi verso una difesa comune europea.
Salvatore Drago sulla Verità
Boeing 737 Max 10. United Airlines ha annullato un ordine di 227 Boeing 737 Max 10 a causa di ritardi nella certificazione, spingendo la compagnia a valutare il leasing di più di trenta Airbus A320neo. Poiché sia Airbus che Boeing sono al completo con gli ordini per i loro aerei narrow body, United non è stata in grado di acquistare gli Airbus direttamente, trovando la prima disponibilità solo per il 2030. Boeing aveva programmato il primo volo commerciale per il 737 Max 10 nel 2020, ma i continui ritardi e problemi hanno spostato la certificazione a tempo indeterminato.
Mara Monti sul Sole
G7 e etica dell’IA nella Pa. I ministri di Industria e Tecnologia del G7 hanno concordato sulla Dichiarazione per l’utilizzo etico dell’intelligenza artificiale nel settore pubblico, promuovendo standard comuni e rispettando la varietà di approcci fra i membri. Il documento si compone di quattro allegati e prevede uno sviluppo etico dell’IA, la creazione di un toolkit per l’uso sicuro nel settore pubblico, e un impegno verso l’interoperabilità, pur riconoscendo differenze normative fra l’Europa, gli USA e il Regno Unito. Viene inoltre evidenziata l’importanza della formazione sulle nuove tecnologie, si pianifica un report sull’adozione dell’IA tra le PMI, e si stabilisce una collaborazione con industrie del settore, compresa l’iniziativa di creare un hub IA nei Paesi africani avanzati nel settore e la costituzione di un gruppo di lavoro sui semiconduttori.
Carmine Fotina sul Sole
Cybersicurezza. La sicurezza informatica è un tema di crescente importanza a livello nazionale e internazionale, con l’Italia che si sta muovendo, seppur in ritardo, contro la costante minaccia di attacchi cyber, avendo istituito una Agenzia per la cybersicurezza nazionale meno di tre anni fa e trovandosi al terzo posto al mondo per numero di attacchi. Nathaniel C. Fick, ambasciatore degli USA per il Cyberspazio e la politica digitale, sottolinea la serietà della minaccia posta da attori statali cyber maligni e le ripercussioni potenzialmente devastanti sulle infrastrutture critiche, nel contesto di una competizione globale tra potenze, con particolare attenzione agli attori cinesi come emerso dalle dichiarazioni dell’FBI e dalle implicazioni globali del caso TikTok. Nonostante l’importanza della cybersicurezza, il G7 sembra limitarsi alle questioni regolatorie sull’intelligenza artificiale, con l’Ise-Shima Cyber Group, formatosi nel 2016, che non ha rilasciato dichiarazioni operative dal 2018, segnalando la necessità di maggior impegno e collaborazione sulla cybersicurezza tra paesi con valori comuni.
Giulia Pompili sul Foglio
ECONOMIA
Inflazione. L’inflazione a febbraio rimane ferma allo 0,8% su base annua e lo 0,1% su base mensile, mentre il “carrello della spesa” mostra un netto rallentamento, con l’incremento dei prezzi che passa dal 5,1% di gennaio al 3,4%, con un calo significativo specie negli alimentari e nei beni per la cura della casa e della persona. I dati dall’Istat indicano una stabilizzazione dell’inflazione, grazie anche a un attenuarsi della flessione dei prezzi energetici, ma un crescita dei prezzi di prodotti come tabacchi e servizi relativi alle comunicazioni. Il mercato finanziario appare stabile, con lo spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi sui minimi intorno a 126 punti base e una chiusura positiva in Borsa, segnalando una certa fiducia degli investitori nonostante la congiuntura economica.
Carlo Marroni sul Sole
Quattro streghe. Il giorno conosciuto come “le quattro streghe”, caratterizzato dalla scadenza di molteplici contratti derivati come futures e opzioni, ha portato a risultati differenti nelle borse mondiali: mentre i listini europei hanno mostrato rialzi, con l’indice DAX di Francoforte che ha raggiunto nuovi massimi, Wall Street è terminata in rosso. Gli investitori guardano alla riapertura di lunedì per vedere se il mercato prenderà una nuova direzione o continuerà il trend rialzista, non più vincolati dalle posizioni precedentemente prese a causa delle scadenze tecniche. Sul fronte delle materie prime, l’argento e il rame hanno registrato incrementi significativi, mentre le preoccupazioni per un’inflazione persistente potrebbero influenzare future decisioni sul taglio dei tassi da parte delle banche centrali.
Vito Lops sul Sole
Jp Morgan. George Gatch, CEO di Jp Morgan Asset Management Am, sottolinea l’importanza della gestione attiva in un mercato in cui pochi titoli guidano il rally, indicando l’innovazione e la democratizzazione degli investimenti come fattori chiave per un’industria in rapida evoluzione. JP Morgan Am ha registrato una raccolta netta positiva in Italia nel 2023, anche grazie alla crescente popolarità degli ETF attivi, e vede l’attuale aumento dei tassi di interesse come un’opportunità per investimenti obbligazionari con aspettative di rendimenti bilanciati attorno al 7% annuo. Nell’intervista Gatch consiglia ai più giovani di risparmiare e investire presto, promuovendo una diversificazione del portafoglio con una maggiore inclinazione verso le azioni rispetto alle obbligazioni.
Paola Valentini su Mf
Imballaggi. Gli ambasciatori degli Stati membri dell’UE hanno approvato all’unanimità un regolamento sul packaging che mira alla riduzione dei rifiuti da imballaggi e a stabilire standard per il riuso e il riciclo, con particolare enfasi sulla salvaguardia dell’industria europea attraverso la clausola-specchio che richiede alle imprese di paesi terzi di rispettare gli standard europei nel riciclo della plastica. La premier italiana Meloni ha commentato positivamente l’accordo, sottolineando come l’Italia abbia difeso la propria industria e ottenuto maggiore flessibilità per gli Stati membri nel raggiungere gli obiettivi previsti. Inoltre, il testo fa parte di un pacchetto più ampio che include anche una direttiva che impone il dovere di diligenza alle imprese europee in termini di rispetto dei diritti sociali e ambientali, con discussioni ancora in corso soprattutto sulle soglie di applicazione per le aziende.
Beda Romano sul Sole
Meloni, difesa la nostra industria. Gli ambasciatori degli Stati membri dell’UE hanno unanimemente approvato il regolamento per gli imballaggi, tenendo conto delle indicazioni fornite dall’Italia, una mossa che il primo ministro Giorgia Meloni considera una vittoria per l’industria italiana. Il nuovo accordo riconosce ai singoli stati la flessibilità nelle misure di riduzione dei rifiuti da imballaggio e accoglie emendamenti italiani, bilanciando la tutela ambientale con le esigenze economiche e industriali italiane. Esiste però una preoccupazione per il settore ortofrutta, con vari attori che mettono in evidenza criticità persistenti e la possibilità di frammentare il mercato a causa delle deroghe concesse agli Stati membri.
Sul Sole
Confindustria. Dopo l’esclusione di Antonio Gozzi dalla corsa presidenziale di Confindustria per motivazioni non ancora rese note, i suoi sostenitori esprimono forte disappunto, sostenendo che la decisione esclude il 25% degli iscritti e le centinaia di imprese che rappresentano. Gozzi, leader di Federacciai, si trova quindi tagliato fuori dal duello finale tra Edoardo Garrone e Emanuele Orsini, mentre la commissione di designazione è sollecitata dai suoi sostenitori a rivedere la scelta in nome del principio di rappresentanza. Nel contesto della competizione presidenziale, la cui votazione è prevista per il 4 aprile, restano i dettagli formali delle candidature e i rapporti con il collegio dei probiviri, lasciando aperta la partita e marcando l’importanza dei voti degli indecisi per determinare il successore.
Gilda Ferrari sulla Stampa
Fastweb compra Vodafone. Swisscom, tramite la controllata Fastweb, acquisirà Vodafone Italia per 8 miliardi di euro, con l’intento di fondere le due entità e creare il secondo operatore telefonico d’Italia, posizionandosi come forte competitore nel settore dei servizi per aziende e pubblica amministrazione. L’accordo prevede l’utilizzo del marchio Vodafone in Italia per altri cinque anni e necessita dell’approvazione da parte delle autorità competenti, come il golden power governativo e l’Antitrust. Mentre i mercati hanno reagito positivamente, alcuni timori emergono per l’occupazione a seguito delle sinergie previste, malgrado il personale potrebbe non subire tagli significativi a causa della complementarità delle due aziende.
Francesco Bertolino sul Corriere
Guerra dei chip. Governo contro l’ad L’Italia sfida la Francia sul controllo di STMicroelectronics, società leader nel settore dei microchip, opponendosi alla rielezione di Jean-Marc Chery come AD dato che è accusato di aver favorito la Francia a discapito degli interessi e del personale italiano. Il governo Meloni evidenzia il rischio di “francesizzazione” del gruppo, soprattutto dopo la decisione di Chery di eliminare una divisione con dirigenti italiani, e la preoccupazione di perdere produzione a favore del nuovo progetto di stabilimento di GlobalFoundries a Crolles, in Francia. Il dissidio si amplifica sullo sfondo di tensioni preesistenti tra Italia e Francia su questioni industriali e strategiche, mettendo in luce l’importanza geopolitica e economica della produzione di microchip in un contesto di rivalità europea.
Walter Galbiati su Repubblica
POLITICA ITALIA
Figliuolo. Attorno al destino del generale Figliuolo si sta combattendo una battaglia sul futuro dei vertici della Difesa. Uno scontro sotterraneo, che straborda in scontento, riproponendo un duello che si era già consumato sulle nomine di Leonardo. Da una parte Guido Crosetto, dall’altra Giorgia Meloni.
Ilario Lombardo sulla Stampa
Nomine. l governo sta affrettando le procedure di nomina dei vertici delle società pubbliche prima delle elezioni europee, che potrebbero cambiare gli equilibri politici. In attesa di rinnovi importanti, come quello all’Istat, altre nomine sono già state decise, ad esempio quella del nuovo CDA dell’INPS e del diretto generale, ancora da stabilire tra vari candidati. Mentre il panorama delle nomine è complesso e interconnesso con gli esiti politici, alcuni nomi emergono per posizioni chiave nelle aziende e negli enti statali, con partiti che tentano di piazzare propri affiliati in posizioni strategiche.
Angelo Ciardullo su Mf
Piano Mattei. La premier italiana Giorgia Meloni, insieme alla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, si sta muovendo per rafforzare e stabilizzare i rapporti con l’Egitto, una nazione considerata essenziale per la sicurezza e la strategia economica dell’Italia e dell’Europa. La visita al Cairo fa parte di un più ampio Piano Mattei, che mira a rafforzare la cooperazione con diverse nazioni africane in ambiti come l’energia, l’agricoltura e il contrasto all’immigrazione clandestina, nonostante le critiche riguardo al mancato rispetto dei diritti umani e la ricerca della verità nell’omicidio di Giulio Regeni. Il viaggio di Meloni e von der Leyen si inquadra anche in un contesto di sicurezza energetica e di dialogo su questioni migratorie, mentre si profila uno storico accordo finanziario UE-Egitto da 5 miliardi di euro.
Monica Guerzoni sul Corriere
Egitto. L’obiettivo del governo è di intensificare il rapporto con il Cairo così come con gli altri Paesi africani. Meloni lo ha ripetuto nel corso della cabina di regia rivendicando la portata del vertice Italia-Africa di fine gennaio, primo atto della presidenza italiana del G7: «C’è un’enorme apertura di credito nei nostri confronti che non dobbiamo tradire», dimostrando con la «concretezza» che non si è trattato di «chiacchiere e passerelle», ha detto Meloni rivolgendosi ai numerosi rappresentanti intervenuti a Palazzo Chigi: Eni, Enel, Acea, Snam, Leonardo, Fincantieri e ancora Cdp, Ice ma anche Confindustria, Confagricoltura, Coldiretti, il presidente della Conferenza della Conferenza delle Regioni, dell’Anci.
Barbara Fiammeri sul Sole
Spioni. Pasquale Striano, tenente della Guardia di Finanza, è al centro di un dibattito politico e mediatico poiché accusato di violazione della privacy per aver realizzato 40.000 accessi e 41 dossier su politici come Berlusconi e Dell’Utri su ordine dei suoi superiori, attirando l’attenzione sulla sua figura e sulle sue azioni, che alcuni difendono come legittime ricerche e non ricerca di scandali privati. Sebbene le sue ricerche spesso seguissero le notizie apparse sui media, vi è preoccupazione per conflitti e inefficienze nella magistratura e nella Direzione Nazionale Antimafia (DNA), che Striano critica per essere distante dalla sua originale funzione investigativa su mafia e corruzione. Striano si difende sottolineando la natura tecnica e professionale del suo lavoro e anticipa che in tribunale chiarirà le circostanze e il metodo delle sue indagini, nonostante le accuse mossegli dalla Procura di Perugia.
Giacomo Amadori sulla Verità
POLITICA MONDO
Putin. La Russia è alle prese con le elezioni presidenziali per confermare Putin al potere, con pressioni per il voto online e azioni dissidenti come il disinfettante verde gettato nelle urne, alcune violenze e la proposta di premi per chi vota elettronicamente. Nel mentre, due missili hanno colpito Odessa causando 20 morti, incluso l’ex sindaco, in un contesto dove l’Ucraina intensifica le attività belliche e la Francia viene accusata di coinvolgimento nel conflitto. L’opposizione denuncia che il voto online, spinto dalle autorità, potrebbe facilitare manipolazioni dei risultati, specialmente nelle regioni dove il consenso per Putin è tradizionalmente alto e non viene applicato il sistema di voto elettronico.
Fabrizio Dragosei sul Corriere
Putin. Durante il primo giorno delle elezioni presidenziali in Russia, vi sono stati segni di dissenso e atti di violenza, con la repressione di proteste e l’arresto di persone che hanno danneggiato le urne elettorali, oltre a incidenti come seggi incendiati e molotov lanciate. Nel contesto di queste elezioni, considerate prive di reale competizione e il cui risultato sembra prevedibile con la rielezione di Putin, la guerra tra Russia e Ucraina è stata caratterizzata da nuove violenze, inclusi bombardamenti russi su Odessa con almeno 20 morti. Nonostante gli attacchi ucraini segnalati lungo il confine, tra cui un raid su Belgorod, i cittadini russi intervistati continuano a sostenere Putin e la narrativa ufficiale sulla guerra, mentre il Cremlino considera l’elevata affluenza al voto come segno di sostegno alla politica del presidente.
Giuseppe Agliastro sulla Stampa
Israele. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha approvato i piani per un’operazione militare nella città di Rafah a Gaza, con istruzioni ai civili palestinesi di evacuare e piani per creare zone umanitarie; nonostante le critiche internazionali, gli USA chiedono di proteggere i civili e continuano le negoziazioni in Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno criticato l’operato del governo israeliano e, attraverso l’azione di ONG come Open Arms e World Central Kitchen, stanno inviando aiuti umanitari a Gaza, nonostante maltempo e rischi di epidemie date le difficili condizioni igieniche. Le tensioni sono acuite dal rifiuto israeliano delle condizioni di Hamas per un cessate il fuoco che includeva lo scambio di prigionieri, e da rapporti di violenze durante distribuzioni di aiuti alimentari, con accuse di responsabilità incrociate tra Hamas e le forze israeliane.
Andrea Nicastro sul Corriere
Via libera per Rafah. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto le richieste di Hamas per una tregua ritenendole inaccettabili, ma ha avviato colloqui tramite delegazioni in Qatar e al Cairo. Mentre l’esercito israeliano si prepara ad eseguire una evacuazione di rifugiati a Gaza verso aree sicure, Hamas ha proposto un piano di pace diviso in tre fasi, tra cui un cessate il fuoco permanente e il rilascio di ostaggi. La nave Open Arms è giunta con aiuti umanitari dall’esterno, nel contesto di scontri interni a Gaza e restrizioni di accesso imposte a Gerusalemme durante il Ramadan, evidenziando le tensioni e le sfide umanitarie durante il conflitto.
Nello del Gatto sulla Stampa
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