La nota del 17 maggio

Difficile capire a chi giova l’attentato a Robert Fico, che si risveglia dal coma ma resta grave. Putin ovviamente cerca di approfittarne e fa dire che l’episodio nasce dalla “russofobia”. In ogni caso il malessere dei paesi cuscinetto tra l’Europa e Mosca è fortissimo e qualcuno di loro pensa anche a mandare soldati ad aiutare la resistenza Ucraina. Il premier polacco Tusk, il paese che più di tutti sta sostenendo l’Ucraina, dice di aver ricevuto minacce di morte. Nel frattempo Xi Jinping e Putin rinnovano i propri accordi anti occidentali. Ettore Sequi su La Stampa scrive che in realtà non si fidano l’uno dell’altro.

Da noi tengono banco l’inchiesta di Genova, il mancato duello tv tra Meloni e Schlein e l’attacco (tardivo) di Patuelli, presidente Abi, alla retroattività del Superbonus. Il copione delle cronache giudiziarie da Genova ormai è uguale quasi tutti i giorni: Repubblica attacca offrendo in prima pagina i verbali degli interrogatori di Spinelli, Giornale e Verità con gli stessi verbali difendono Toti. Il figlio di Spinelli dice che al padre servirebbe un amministratore di sostegno. Il Fatto e Domani cercano di sopperire ad una certa debolezza dell’inchiesta (sempre che i pm non si riservino la pistola fumante per le prossime settimane) intervistando Davigo (che arriva a dire: “con meno intercettazioni aumenta il rischio di equivoci, limitarle è stupido”) e Colombo, i reduci di Mani Pulite. E’ poi divertente vedere lo scontro intorno alle cene e ai pranzi a Montecarlo: Spinelli dice che non è stato lui a pagare ma il Casinò del quale lui è un cliente vip e in quanto tale viene ospitato, insieme ai suoi amici. Cosa che effettivamente avviene in tutte le sale da gioco del mondo. Poi ovviamente i giornali di destra valorizzano le parti di verbale dove l’ex presidente del Genoa dice che ha finanziato anche la campagna elettorale del Pd, mentre quelli contro il governo si concentrano sui finanziamenti a Toti. Il governatore tuttora in carico dice che proverà la sua innocenza, mentre ancora l’accusa non dimostra completamente le contestazioni di reato.

Conte gongola perchè la sua Barbara Floridia, presidente della Commissione di vigilanza Rai, insieme all’Agcom, ha detto no al duello tv Meloni- Schlein. La premier giustamente dice che ora ha altro da fare. Il Fatto accusa Vespa di essere fuorilegge, il giornalista attacca con varie interviste. Libero dedica la sua prima pagina al “telebavaglino”. Si tratta di cronache di un paese in cui la politica si imprigiona nella sua stessa burocrazia e che non riesce nemmeno ad usare la Rai (controllata dai partiti) a vantaggio di un miglior dialogo con l’opinione pubblica, solo dichiarazioni ai tg mandate a memoria e talk inguardabili.

Meno male che Sergio Mattarella si reca alla Sapienza e spiega a studenti e docenti che “i diritti valgono per tutti” e che ogni violenza va condannata. Messaggero e Corriere gli riservano il proprio titolo principale.

Il Sole apre su Wall Street che se la passa bene, il Fatto accusa Giorgetti di voler vendere pezzi di Poste per fare cassa in modalità in cui finisce per rimetterci. Spada, presidente di Assolombarda, cioè che si acceleri sul nucleare (punto importante del programma di Emanuele Orsini). Alessandro Garrone spiega che la Erg si occupa anche di batterie e di idrogeno. Libero fa sapere che nelle votazioni nelle fabbriche per eleggere le rappresentanze sindacali la Cgil sta andando male e la Cisl meglio.

Palenzona si toglie qualche sassolino dalle scarpe e dice a La Stampa che se avesse fatta lui l’abbuffata di auto-nomine che hanno fatto i consiglieri della Fondazione Crt sarebbe stato crocifisso.

Stefano Folli su Repubblica scrive un inusuale elogio di Toniato, nuovo segretario generale del Senato. Bisignani sul Tempo recensisce con toni convinti il nuovo libro di Giampiero Massolo. Il Foglio racconta come Lollobrigida avvicenda il suo staff: valorizza quelli che lo convincono e concede incarichi di studio ben pagati a quelli che manda via. Domani accusa Santanchè di cercare la pace fiscale su Visibilia attraverso il suo ruolo politico.

Tutti hanno in prima pagina la sbroccata dell’allenatore della Juve, Allegri, dopo la vittoria di ieri contro l’Atalanta: La Stampa conferma il licenziamento, arriva Thiago Motta dal Bologna.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Fico si risveglia dal coma. E il Paese dice: basta odio. Il premier slovacco rimane grave ma stabile I partiti convocati al palazzo presidenziale L’appello bipartisan: «Allentiamo le tensioni». (A. Mu., Corriere della Sera)

Un “lupo solitario” passato per le milizie L’enigma indecifrabile dell’attentatore di Fico. Filo-ucraino, da sempre anticomunista e addestrato da Mosca Ma nessuno sospettava di Juraj Cintula. (Fabio Tonacci, Repubblica)

Fico vivo per pochi millimetri. L’attentatore un lupo solitario. Ce la dovrebbe fare. Robert Fico, il primo ministro della Slovacchia vittima di un attentato con arma da fuoco mercoledì a Handlova, lotta ancora per la vita, ma secondo il suo vice Tomas Taraba «non è in pericolo, l’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto è andato bene». Ricoverato al Roosevelt University Hospital di Banská Bystrica, nella regione centrale del Paese, Fico è stabilizzato, e ieri è riuscito a parlare per pochi minuti con il presidente eletto Peter Pellegrini (in carica dal prossimo 15 giugno), che gli ha fatto visita. Pellegrini ha avuto solo il tempo di rassicurare il premier e quando è uscito dall’ospedale ha raccontato che Fico «è scampato alla morte per un soffio», perché «se le ferite da arma da fuoco fossero state solo pochi millimetri più in là dovremmo ora parlare di Fico come del defunto premier». (Andrea Cuomo, Il Giornale)

Cintula un «lupo solitario». Il poeta ora rischia l’ergastolo. I vicini: una brava persona. Il ministro dell’Interno: azione premeditata. Le proteste contro il governo sui media. Il club letterario da lui fondato lo caccia: «Ma nelle sue poesie non c’è estremismo». (A. Mu., Corriere della Sera)

Allarme disinformazione e rischio violenza nella Ue. Il polacco Tusk denuncia: ricevo minacce di morte. Rafforzate ovunque le misure di tutela per i candidati. Il candidato dei Verdi Ue Bas Eickhout: la polarizzazione impatta sulla nostra sicurezza. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Antonio Polito sul Corriere: Politica e violenza, il senso della misura. Un tempo il bipolarismo spingeva i leader a cercare consensi al centro dell’elettorato, lì dove funziona un discorso moderato. Oggi invece le elezioni si vincono mobilitando i settori più estremi della società, incitandoli all’odio per l’avversario, scimmiottando una guerra civile permanente.

Alberto D’Argenio su Repubblica: Sangue e disinformazione. Proprio alla vigilia dell’attentato al premier slovacco Robert Fico, la Commissione europea ha lanciato da Bruxelles l’allarme sulle prossime elezioni continentali: la disinformazione sta sensibilmente crescendo “in qualità e in quantità”. Lo stesso giorno la direttrice dell’intelligence americana, Avril Haines, ha affermato a Washington che “Russia, Cina e Iran sono i principali attori stranieri che cercano di influenzare le elezioni negli Stati Uniti”. Dunque nell’anno elettorale più cruciale di sempre per gli equilibri globali, il 2024, le due votazioni più importanti in Occidente, le Europee e le presidenziali Usa, sono sotto attacco delle autocrazie guidate da Putin, Xi e Khamenei. La posta in gioco è la tenuta democratica delle nostre istituzioni.

Mattarella alla Sapienza: “A Gaza è necessaria una tregua immediata”. Sfidato dagli studenti filo-palestinesi a schierarsi, a dichiarare apertamente che cosa pensa del «genocidio a Gaza», Sergio Mattarella ha raccolto il guanto con un intervento fuori programma all’Università “La Sapienza” dove ieri è andato a premiare i neo-laureati. Il presidente ha risposto che la Palestina ha certamente diritto a uno Stato, così come Israele a esistere nella sicurezza, e questa posizione lui è andato a esprimerla non più tardi di dieci giorni fa davanti all’Assemblea generale dell’Onu. Insomma: la presa di posizione (sollecitata da una lettera aperta dei collettivi studenteschi e con cartelli al suo arrivo nell’ateneo) c’era già stata, tra l’altro in una sede molto speciale. Ribadita nei giorni scorsi con un messaggio forte e chiaro al presidente israeliano Isaac Herzog. Ma una volta avviato il discorso, Mattarella ne ha profittato pure per precisare che «le violazioni dei diritti umani vanno denunciate e contrastate tutte, ovunque, sempre». (Ugo Magri, La Stampa)

Meloni-Schlein, il duello Rai non si farà «Manca l’ok degli altri». Conte esulta. Per l’Agcom serviva il sì della maggioranza dei partiti. Il Pd accusa: opportunità negata a due donne. (A. Bac., Corriere della Sera)

La Rai vieta i duelli in tv Vespa: non è democrazia. Chi si mostra più indignato è – e come dargli torto – Bruno Vespa. Lo storico conduttore di Porta a Porta aveva l’occasione per fare il boom di ascolti, grazie al duello inedito tra primedonne della politica, la presidente del Consiglio contro la (aspirante) leader dell’opposizione. Invece niente, e ora Vespa è un fiume in piena: «Ci è stato proibito il confronto tra due donne che, per la prima volta nella storia italiana, sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto», stigmatizza, denunciando una «esasperazione della par condicio che non giova a nessuno». (Laura Cesaretti, Il Giornale)

I veti bloccano il duello Meloni-Schlein. Rissa sulla par condicio, Vespa attacca. No di Conte, Tajani, Avs e Azione. Stop alla Rai, Mentana e Sky offrono un confronto a 6. FdI: non con Giorgia. Pd: zittite le donne. (Giovanna Vitale, Repubblica)

L’irritazione di FdI che chiude la partita: basta perdite di tempo. In caso di nuovi dibattiti, la premier non ci sarà. Il no da Palazzo Chigi a incontri «plurimi» più lunghi e alla scelta tra più testate private. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)

Massimo Franco sul Corriere: L’illusione di crescere attaccando l’Europa. Aumenta il rischio di una regressione dei partiti nei rapporti con l’Unione europea per miopi calcoli elettorali e non solo.

La dem Gribaudo: “Si torni ai fondi pubblici. La politica non sia affare da ricchi”. La vicepresidente del Pd: “Non accettiamo lezioni di moralità da Conte, anche il M5S negli anni ha avuto indagati e condannati”. (Lorenzo De Cicco, Repubblica)

Spinelli jr: «Volevamo dare a papà un amministratore di sostegno». Il verbale dell’imprenditore: lui ingestibile, da anni gli avevo detto di non dare soldi ai partiti. I difensori chiederanno una valutazione psicofisica del fondatore del gruppo. (Giuseppe Guastella e Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera)

Toti prepara la difesa per l’interrogatorio: non ho commesso reati. Dai pm il 27 o il 28. Lui avrebbe voluto tempi più rapidi. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)

Civici e vecchie glorie. A destra parte la corsa per succedere a Toti ma i tempi si allungano. L’interrogatorio dei pm al governatore solo a fine maggio. Prima il sindaco Bucci sarà sentito come testimone. Tensione tra gli alleati in attesa delle dimissioni. (Matteo Macor, Repubblica)

Pnrr, i controlli solo sulla carta. Il governo disarmato contro le frodi. “Prendiamo 5 milioni, chi se ne accorge?”. L’inchiesta di Genova svela la mancanza di risorse e personale. (Giuseppe Colombo e Filippo Santelli, Repubblica)

«La diga? Abbiamo vinto una gara, i cantieri ora vanno avanti». Salini (Webuild): non spettano a noi i costi delle varianti. L’assegnazione del contratto è avvenuta in base a una normativa ad hoc varata dal Parlamento, in linea con le norme comunitarie. Le varianti? È normale che ci siano, ma in caso di difformità rispetto al progetto devono essere riconosciute, misurate e pagate. (Andrea Ducci, Corriere della Sera)

Pagati i 40 mila euro di cauzione. Per Salis la battaglia del voto. Il padre a Tajani: ha ricevuto minacce, lavorate per la sicurezza di Ilaria in Ungheria. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)

Chico Forti lascia il carcere di Miami. “In Italia rinascerò”. L’imprenditore trentino condannato all’ergastolo per l’omicidio Pike Tornerà entro un paio di settimane e finirà di scontare la pena. (Massimo Basile, Repubblica)

Mezzo mondo rifiuta il giogo Oms. Europa, Africa e America del Nord contestano (anche se per ragioni diverse) il testo che darebbe all’agenzia dell’Onu il potere di imporre restrizioni e politiche sanitarie, vaccinazioni incluse, a tutti i Paesi qualora si verificasse un’altra crisi tipo Covid Il trattato pandemico globale è un calvario che rischia però di finire bene, regalandoci la sua dissoluzione. A partire dal dicembre 2021 l’Oms ha affidato a un gruppo di lavoro l’incarico di stilare le regole uniche per tutte le pandemie sotto il cappello di un nuovo regolamento sanitario internazionale. Ufficialmente l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità sarebbe quello di creare uno strumento per garantire fondi adeguati e linee guida univoche per gli Stati nel caso di una nuova emergenza. In caso di allarme sanitario regionale, il direttore dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, potrebbe, senza consultare nessuno, decidere di estendere l’emergenza a livello internazionale. Non solo, avrebbe la facoltà di imporre restrizioni, chiudere i confini e avviare nuovi lockdown. Il tutto estendendo la realtà del passaporto sanitario. (Claudio Antonelli, La Verità)

Superbonus, sì del Senato alla fiducia. Il centrodestra prova a ricompattarsi. Il testo passa alla Camera. Sequestro da 1 miliardo a Savona per truffa sulle agevolazioni. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Via libera al Superbonus ma ora la maggioranza prepara la resa dei conti. Gli azzurri rivendicano la battaglia portata avanti negli ultimi giorni, anche se il vice premier Antonio Tajani prova a gettare acqua sul fuoco: «Per un emendamento non viene assolutamente meno la fiducia nel governo». La sensazione però è che Forza Italia tornerà alla carica in legge di bilancio sia sul Superbonus che sulla Sugar tax, l’impegno degli azzurri è rinviare la tassa sulle bibite zuccherate di un altro anno come la Plastic tax (fino al 1° luglio 2026), o cancellarle entrambe. «Continuiamo ad avere molte perplessità e siamo contro qualsiasi legge retroattiva», ribadisce Tajani che si schiera dalla parte delle imprese e delle banche. Gli istituti bancari non si aspettavano la norma che vieta loro di compensare i crediti del Superbonus con i debiti previdenziali, assistenziali e i premi Inail dal 1° gennaio 2025. Questa misura però incide anche sui crediti fiscali maturati negli anni passati e soprattutto su quelli futuri: se le banche non possono scontare i crediti edilizi in compensazione, sicuramente non ne acquisteranno di nuovi. La trattativa con il governo è aperta, l’ipotesi sul tavolo è quella di costituire un “veicolo” privato per gestire i crediti con Cassa depositi e prestiti come azionista di riferimento. Il fondo avrebbe la mission di salvaguardare le perdite nei bilanci delle banche e ridare liquidità al mercato. Il modello è il “fondo Atlante” istituito dal governo Renzi nel 2016. Anche in quel caso l’iniziativa era nata dal settore privato, con una società di gestione del risparmio indipendente capace di raccogliere capitali di istituzioni finanziarie per far decollare il mercato delle sofferenze bancarie. (Luca Monticelli, La Stampa)

Le città dei tavolini all’aperto: dopo il Covid più dehors, e il governo li vuole per sempre. Nessuna marcia indietro dopo l’emergenza. Ma protestano i Comuni. (Rosaria Amato, Repubblica)

Utili, economia e maxi liquidità: le Borse al record, il Dow Jones corre oltre quota 40mila. A vederla con gli occhi dei mercati, la situazione è in apparenza idilliaca. L’economia europea e statunitense hanno evitato la recessione, tanto temuta. Ora in pochi se l’aspettano per il futuro. La congiuntura ha comunque rallentato la corsa quel tanto che basta per far sperare in un calo dell’inflazione e in banche centrali finalmente accomodanti. Ma non ha frenato abbastanza per far deragliare i conti delle aziende, che infatti – in media – sono stati molto sopra le attese nel primo trimestre 2024. Ci manca solo il fiocchetto, o la ciliegina, e per le Borse il piatto non potrebbe essere più goloso: per questo ben 18 listini e indici hanno aggiornato i massimi storici tra ieri e mercoledì. Da Francoforte (+12,8% da inizio anno) a Parigi (+9,5%) a Londra (+9,6%), dalle Borse americane (+11,6% Wall Street e +11% il Nasdaq) fino a quelle asiatiche e africane, la lista dei listini che sono sui massimi storici è lunga. Proprio ieri l’indice Dow Jones ha superato per la prima volta nella storia la vetta dei 40mila punti. E la Borsa di Milano, pur non essendo al record, è al top dal maggio 2008. Ma quando tutto è così bello un dubbio viene: possibile che lo sia troppo per essere vero? E, soprattutto, per durare? (Morya Longo, Il Sole 24 Ore)

Dopo Eni, Poste: il Tesoro vuole vendere (in perdita). La Cgil la definisce “una resa del governo ai poteri forti dell’alta finanza”, la Cisl parla di “svendita”. Presto i sindacati saranno ricevuti al Tesoro ed è in questo clima che il ministero di Giancarlo Giorgetti si prepara a (s)vendere a più riprese un pezzo di Poste italiane, dopo averlo già fatto con Montepaschi ed Eni. Il gigante delle lettere, ormai sempre più un colosso della finanza e delle assicurazioni, è il prossimo indiziato. Problema: i numeri mostrano che è un’operazione a perdere e basta vedere il precedente del governo Renzi nel 2015 per capirlo. Breve riassunto. Mercoledì il Tesoro ha venduto con una “procedura accelerata di raccolta ordini”, cioè chiamando a raccolta i fondi, il 2,8% del capitale di Eni incassando poco meno di un miliardo e mezzo. La quota in mano al ministero scende al 2%, ma lo Stato resterà sopra la soglia del 30% grazie alla pubblica Cassa depositi e prestiti che controlla un altro 28,5%. Nei mesi scorsi, Giorgetti&C. hanno venduto in due tranche, e con lo stesso meccanismo, il 37% del capitale del Montepaschi per 1,6 miliardi. Nel Documento di economia e finanza , il governo ha messo a bilancio privatizzazioni per quasi un punto di Pil nel 2024-2026 per far calare il debito: in soldi sono 21 miliardi ma al momento siamo fermi a tre. Mercoledì la Commissione Ue ha detto di attendersi realisticamente circa 7 miliardi di incassi. Come si arriva a quel numero? Semplice, vendendo un pezzo di Poste. (Carlo Di Foggia, Il Fatto Quotidiano)

Snam alza gli obiettivi per il 2024. Investimenti record a 3 miliardi. Utili in crescita a 355 milioni in tre mesi. Venier: siamo in anticipo rispetto al piano. (Fausta Chiesa, Corriere della Sera)

«L’AI? Una grande risorsa per spingere il made in Italy Ma serve più formazione». Dompè (Comitato Leonardo): anticipare gli investimenti. Nella farmaceutica l’AI ha ridotto i tempi della ricerca del 90%. Orientare i giovani verso un futuro che cambia o mancheranno le risorse. (Andrea Ducci, Corriere della Sera)

Gli altri temi del giorno

Putin, 4 ore per rafforzare l’asse con Xi. Il leader cinese critica la «mentalità da guerra fredda» e insiste su una conferenza di pace alternativa. (Francesco Battistini, Lo zar ha fretta e bisogno di aiuti Ma per Pechino prima dell’alleato viene l’economia. Putin vuole consolidare i successi in Ucraina ma a Xi preme la stabilità dei mercati. (Guido Santevecchi, Corriere della Sera)

Marta Dassù su Repubblica: Un’alleanza asimmetrica. La Russia non è mai stata così lontana dall’Europa; e non mai stata così dipendente dalla Cina nella sua storia.

La Nato vuole fornire addestratori a Kiev L’ultima tentazione per fermare il Cremlino. Il piano rivelato dal New York Times: istruttori per formare le nuove reclute. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)

Questo mentre in Ucraina l’avanzata russa verso Kharkiv pare arrestata su una linea a 8 chilometri dal confine. Presto, secondo l’Istituto di Studio della Guerra americano, Kiev potrà usare per una controffensiva le nuove armi Usa in arrivo. Putin ha ostentato grande sicurezza in questi giorni, confidando nel divieto di Biden a Zelensky di colpire in Russia con armi americane, ma c’è una frase pronunciata da Antony Blinken che deve preoccuparlo: spetta agli ucraini, anche se non li incoraggiamo a farlo ha detto il segretario di Stato – decidere se usare le nostre armi anche in territorio russo nell’ambito di una strategia difensiva». (Roberto Fabbri, Il Giornale)

Netanyahu: «Rafah è cruciale» E attacca le famiglie degli ostaggi. Il premier: «Chi vuole la tregua come i facinorosi dei campus». Genocidio, Corte dell’Aia riunita. (D. F., Corriere della Sera)

L’ex militare che parla al Paese Gallant, braccio di ferro con Bibi per conquistare la destra. Una lunga serie di scontri fino alle critiche sulla linea per il dopoguerra. «L’amministrazione militare israeliana nella Striscia è una brutta idea». (Davide Frattini, Corriere della Sera)

Gaza, la ricetta della Lega Araba: “Caschi blu dell’Onu e conferenza di pace”. Riunita in Bahrein l’organizzazione chiede l’intervento delle Nazioni Unite per gettare le basi per la creazione dello Stato Palestinese. (Paolo Brera, Corriere della Sera)

Sud Africa alla Corte Onu: stop all’offensiva israeliana a Rafah. «Fermate l’offensiva». Il Sud Africa ha chiesto alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aia di fermare l’offensiva a Rafah, nell’ambito della sua denuncia di genocidio contro Israele, per garantire la sopravvivenza del Popolo palestinese. Ha anche chiesto al tribunale che sia permesso a funzionari Onu, organizzazioni umanitarie, giornalisti e investigatori libero accesso alla città sul confine con l’Egitto. «Fin dall’inizio l’intenzione di Israele è sempre stata quella di distruggere la vita dei palestinesi e di spazzarli via dalla faccia della terra. Rafah è l’ultimo baluardo», ha detto l’avvocato Tembeka Ngcukaitobi, riassumendo la tesi di Pretoria. Israele, che nei giorni scorsi ha ricordato di aver dato accesso agli aiuti umanitari, risponderà oggi. Israele continua intanto a inviare militari a Rafah. Secondo Times of Israel la Brigata Commando è stata dispiegata nella notte di mercoledì, unendosi alla 162ma Divisione che opera nella parte orientale della città dall’inizio del mese. «Altre truppe» entreranno a Rafah, ha annunciato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aggiungendo che «l’operazione si intensificherà». (Il Sole 24 Ore)

Le Regioni all’attacco del governo per il favore alle farmacie: “Così perdiamo 600 milioni”. Sotto accusa il sottosegretario Gemmato (Fdi), che è un farmacista. Critiche bipartisan alle novità su payback, remunerazione e distribuzione di alcuni medicinali. Il timore di rincari per i cittadini. (Michele Bocci, Repubblica)

I ribelli per il clima. A lezione di protesta con Ultima Generazione, che in Austria si scontra con la repressione: «Spingiamo la politica ad agire». I Fridays evolvono, la giovane leader dei Verdi dalla piazza al palazzo. (Matteo Castellucci, Corriere della Sera)

In Veneto 230 mm di pioggia in 6 ore «Salvati dai bacini di laminazione». Criticità in 77 Comuni. «Usate tutte insieme le sei vasche». Un disperso nel comasco. (Giusi Fasano, Corriere della Sera)

La vigilessa di 33 anni uccisa dal suo ex comandante «Avevano una relazione». Bologna, lo sparo in ufficio. Lui: «È partito per sbaglio». (Andreina Baccaro, Corriere della Sera)

La rissa nel privé, le immagini di Fedez. Il pestaggio e il giallo della bionda. Milano, le riprese nella discoteca. La modella Di Gresy: ero a casa con i miei. I controlli sui tabulati. (Cesare Giuzzi, Corriere della Sera)

Francis Ford Coppola presenta ‘Megalopolis’, il suo sogno epico snobbato da Hollywood. A Cannes il film che il regista ha provato a realizzare per quarant’anni. Un progetto titanico realizzato però con risorse economiche e tecnologiche limitate. Una parabola ecologica in cui il potere si misura con la salvezza del pianeta. (Alberto Crespi, Repubblica)

Gli Anniversari

1510, muore a Firenze Sandro Botticelli
1536, Anna Bolena decapitata e non bruciata viva
1590, Anna di Danimarca diventa regina di Scozia
1630, il gesuita Zucchi avvista i due anelli di Giove
1642, fondata Montreal
1809, Napoleone annette lo Stato Pontificio alla Francia
1875, primo Kentucky Derby
1890, prima a Roma della Cavalleria rusticana di Mascagni
1940, la Germania occupa Bruxelles
1941, Amedeo d’Aosta si arrende sull’Amba Alagi
1941, attentato a V. Emanuele III
1944, MonteCassino: assalto decisivo ai tedeschi
1949, il Regno Unito riconosce la Repubblica d’Irlanda
1953, Einaudi inaugura lo stadio Olimpico a Roma
1972, il commissario Calabresi ucciso a Milano
1976, scomunica ai cattolici che si presentano col Pci
1974, Eire: 33 morti per attentati
1981, referendum: gli italiani confermano l’aborto
1983, Israele si accorda per lasciare il Libano
1989, il Napoli vince la Coppa Uefa
1990, l’omosessualità non è più una malattia
1993, la Intel avvia la vendita del Pentium
1995, Chirac giura come presidente
1996, giurano i 17 ministri del governo Prodi
1997, si sposa a Londra Sylvester Stallone
1999, Ehud Barak primo ministro d’Israele
2000, strappo: Jury Chechi rinuncia alla ginnastica
2003, Casablanca: 40 morti per attentati di Al Qaeda
2003, la Repubblica Slovacca dice sì alla Ue
2005, Bonolis passa dalla Rai a Mediaset
2009, Sri Lanka: le Tigri Tamil si arrendono
2011, muore in Cina il più anziano panda al mondo

Nati oggi 

1749, Edward Jenner (vaccino anti polio)
1842, August Thyssen
1909, Giulio Carlo Argan
1927, Francesco Tagliamonte
1930, Fabiano Fabiani
1938, Gianni Minà e Piero Gnudi
1946, Pino Scaccia
1949, Lorenza Foschini
1955, Vasco Errani e Francesco Nuti
1956, Sugar Ray Leonard
1957, Carlo Carraro
1965, Claudia Koll e Corrado Guzzanti
1973, Veronica Mazza

Si festeggia San Pasquale Baylon

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