“La memoria del cuore elimina i ricordi brutti ed esalta quelli belli” (Gabriel Garcia Marquez)
Corriere e Stampa si occupano del più vasto piano militare occidentale dai tempi della guerra fredda deciso dalla Nato: cento F16 all’Ucraina, missili a lunga gittata da installare in Germania dal 2026 e aumento generale delle spese militari in Europa. L’Italia fornirà a Zelensky un’altra batteria Samp-T da un miliardo, con relativi missili anti missili da un milione di euro l’uno.
Il riarmo dell’Europa e la Nato che prende più decisioni del G7 sono la reazione alla rete di alleanze di Putin. Secondo La Stampa, i russi possono reggere il conflitto per altri quattro anni, mentre le nuove armi occidentali a Kjiv servono “per mitigare la superiorità aerea russa ma non per riconquistare territori”.
Marco Zatterin sulla Nuova Venezia e sul Piccolo offre numeri interessanti e inediti sulla spesa militare in Europa e nel mondo. Eccoli: Nel 2023, dopo l’aggressione russa all’Ucraina, gli Stati Ue hanno speso nell’insieme 290 miliardi per sostenere gli eserciti, le marine e le aeronautiche. L’esborso americano ha raggiunto la cifra record di 916 miliardi, il 68 per cento del bilancio militare Nato. La Cina è a quota 296 miliardi; la Russia a 109 (Fonte Sipri, Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma). L’Europa ha in sostanza il secondo budget planetario, ma gli effetti sono limitati dalla parcellizzazione. Il confronto con gli Usa aiuta. Noi abbiamo 27 eserciti, 23 aeronautiche, 21 marine; gli americani, una di ogni specie. Le truppe europee congiunte ammontano a 1,8 milioni di uomini, quelle dello zio Sam sono 1,3 milioni. Nel Vecchio continente, sino a prima dell’attacco a Kiev, c’erano 17 tipi di carri armati, Washington ne guida un solo; fra fregate e cacciatorpedinieri, noi siamo a 27 e gli statunitensi a uno; noi abbiamo 20 modelli di aerei da caccia, loro sei. La mancata cooperazione fra le capitali, secondo le stime di Bruxelles, costa alle casse nazionali una somma fra i 25 e i 100 miliardi l’anno”.
25 ambasciatori europei su 27 (a parte quello ungherese, l’unico che non ha firmato la lettera è il rappresentante slovacco) contestano la legittimità di Orban di andare in giro per il mondo a occuparsi della guerra in Ucraina dalla parte di Putin. Anche l’Arabia Saudita, spiega Federico Rampini sul Corriere, sta con Mosca: pesano i timori di un attacco iraniano e anche per questo il re Bin Salman vuole tenersi buono il Cremlino.
Anche George Clooney molla Biden e ne chiede il ritiro dalla corsa alla presidenza Usa. A Washington le stelle di Hollywood hanno avuto sempre una buona presa sull’elettorato, soprattutto democratico.
Il Messaggero, insieme ai quotidiani di Riffeser, al Foglio e al Riformista plaudono alla riforma Nordio (i quotidiani apertamente di destra se ne erano già occupati nei giorni scorsi). Repubblica (“Colpo di spugna” è il titolo) è ovviamente e ferocemente contraria. Martinelli, direttore editoriale del quotidiano di Caltagirone chiede che il prossimo passo sia mettere mano alla giustizia civile. Repubblica e Fatto schierano contro i magistrati cui fanno di solito riferimento, Gratteri in primis sul quotidiano diretto da Travaglio. Più Europa, Calenda e Renzi hanno votato la riforma insieme alla maggioranza.
Stefano Folli su Repubblica e Massimo Franco sul Corriere si occupano dei rapporti interni alla maggioranza alla luce delle scelte europee, e il primo ritiene c’è il voto favorevole di Meloni a Von der Leyen è indispensabile, altrimenti sarebbe la vittoria di Salvini, “capo del partito filo-russo.
Prodi dice al Corriere che c’è il rischio che l’Italia non si sieda più al tavolo delle decisioni informali della Ue con Francia e Germania. Sempre il Corriere vede più vicina l’intesa tra Verdi e Von der Leyen. De Mattia sul Messaggero chiede “un patto europeo per la crescita e il lavoro”.
Al capogruppo Pd alla Camera, Francesco Boccia, vanno bene come commissari europei sia Fitto sia Crosetto.
Vannacci, nominato ieri nel pacchetto dei sei vicepresidenti dei Patrioti, è stato contestato dai lepenisti: non lo ritengono all’altezza dell’incarico, ma ormai è impossibile tornare indietro.
L’Emilia Romagna approva i referendum per l’abolizione dell’autonomia differenziata. Secondo Repubblica è Michele de Pascale, 39enne sindaco di Ravenna, il candidato a succedere a Bonaccini alla guida dell’Emilia-Romagna.
La Lega è in rosso per 85 mila euro nel 2023. Lo scrive Domani.
Secondo Repubblica, Fedele Confalonieri è,spesso a Rima a occuparsi di Forza Italia. A tutti dice: “Presto ci saranno novità nel partito”.
La Stampa si occupa dei salari italiani, ufficialmente bassi, e testimonia invece che in molti settori non lo sono. Eccoli: oil e gas, cementi, laterizi e ceramica, banche, apparati elettrici ed elettronici, industria aeronautica. Il Foglio sullo stesso tema valorizza il ruolo dei contratti collettivi con il calcolo dell’inflazione ex ante.
Intanto la produzione sale dello 0,5 per cento a maggio, e si tratta della prima inversione di tendenza da 14 mesi.
La maggioranza stavolta dice addio sul serio al Redditometro, e l’opposizione l’accusa di favorire gli evasori.
Il Sole apre sulla flessione delle auto elettriche sul mercato, e fa sapere che Volkswagen potrebbe licenziare 2.600 dipendenti. Il Giornale invece dilata la previsione di un calo di gettito fiscale di 3,8 miliardi al 2030 con la diffusione delle auto elettriche, ciò a causa della diminuzione degli incassi derivanti dal minor consumo di benzina e dunque dalle relative accise.
Sempre il quotidiano rosa informa che per Transizione 5.0 sarà disponibile l’accento del 20 per cento entro 30 giorni (a metà agosto, quindi di fatto ancora qualche settimana a dopo).
Nel Cda di Cdp, che passa da nove a undici, ci potrebbe essere anche l’ex sindaco Di Bari, Decaro (oggi parlamentare europeo) in quota Pd.
Boccardelli dà la sua prima intervista da rettore della Luiss al Sole: “ricerca, eccellenza e ascolto per rafforzare ancora l’Ateneo”.
Il Foglio inserisce Gubitosi tra i possibili ad della Rai, visto che Meloni non sa più se promuovere Giampaolo Rossi.
Ferraris prepara la squadra di Fibercop, la rete ex Tim, e scippa alle Ferrovie Massimo Bruno.
D’Amato spiega al Mattino la sua visione della transizione energetica.
Non c’è Sinner ma ci sono Musetti e Paolini in semifinale a Wimbledon, risultato storico.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. a Kiev. L’Alleanza manda i jet F-16 all’Ucraina. Dubbi sui tempi dell’adesione. Pechino «pericolo» per la sicurezza. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Gli Usa: “Entro il 2026 nostri missili a lungo raggio in Germania”. Siamo tornati indietro di tre quarti di secolo. La Nato si riunisce a Washington e gli Usa programmano un nuovo dispiegamento di missili a lungo raggio in Germania. Lo ha annunciato ieri la Casa Bianca in una nota, si spiega che Tomahawk e SM6 verranno posizionati in territorio tedesco, entro il 2026, per dimostrare l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della Nato e il suo contributo alla deterrenza integrata europea. Le basi ucraine dovrebbero riuscire a mettere in volo i jet durante l’estate. Gli F-16 sono quelli olandesi e danesi, a breve arriveranno quelli promessi da Belgio e Norvegia. Zelensky, in uno degli incontri preparatori del vertice, ha detto che il suo Paese ha bisogno di almeno 128 aerei da combattimento. La Russia ne ha a disposizione molti di più, può utilizzare 300 caccia al giorno per attaccare l’Ucraina. Oltre agli F-16 Kiev sta per ricevere nuovi sistemi per la difesa antiaerea. Ci saranno dei sistemi Patriot e anche un Samp-T italiano. Sono stati inoltre confermati 40 miliardi di dollari di aiuti per il 2025. Nei prossimi mesi verrà creato a Wiesbaden, in Germania, un centro per il coordinamento. In più c’è l’accordo per inserire nel documento finale del summit la dicitura “irreversibile” riguardo al processo di adesione di Kiev alla Nato. La volontà è creare un meccanismo, politico e finanziario, a prova della rielezione di Trump. (Cosimo Caridi, Il Fatto Quotidiano)
Le manovre dei trumpiani al vertice Nato per avvicinare gli europei. Ma l’Italia rifiuta gli incontri. Il diniego per non urtare l’amministrazione Biden. Scontro con Madrid sull’inviato per il Sud. (Tommaso Ciriaco e Paolo Mastrolilli, Repubblica)
I delegati e l’ansia per Biden: c’è chi incontra i trumpiani. E anche Clooney scarica Joe. Il futuro deciso dopo il summit. Pelosi lascia intuire il disagio. In pubblico non si menziona la sua salute, ma in privato «non si parla d’altro». (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Massimo Recalcati su Repubblica: L’arte di saper tramontare. Joe Biden non riesce a lasciare il passo agli altri.
Angelo Panebianco sul Corriere: Il nemico interno da battere. La posta in gioco in Europa e America è alta: sul tavolo c’è la sorte della pace e delle democrazie.
Meloni conferma il sostegno: sì ad aiuti, ma mirati ed efficaci. La premier: il 2% del Pil di spesa è un obiettivo, insieme a un’industria della difesa innovativa. La leader: bene l’inviato per il fronte Sud, non possiamo essere lasciati soli in quell’area. (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)
Il duello sulle armi tra Tajani e la Lega. Sinistra e 5 Stelle contro gli investimenti. Crippa, vice di Salvini: non aumentare gli invii. Anche Vannacci contro le richieste della Nato ma Tajani difende l’impegno sulla spesa. (Claudia Voltattorni, Corriere della Sera)
Bruxelles boicotterà Orbán “Nessun ministro ai vertici”. Il comitato degli ambasciatori dell’Ue protesta per le missioni non concordate in Russia e Cina. L’idea di osteggiare la presidenza ungherese inviando solo funzionari ai consigli informali. Al premier magiaro nessun incarico politico. (Claudio Tito, Repubblica)
Oltre due ore di processo a Orbán, ma dalla Ue solo un cartellino giallo. Ungheria accusata di minare la sicurezza. Ipotesi boicottaggio del Consiglio a Budapest. Presenti in sala solo gli ambasciatori: hanno parlato tutti tranne quello della Slovacchia. (Fr. Bas., Corriere della Sera)
Viktor, il sabotatore. Il teorico dell’illiberalismo ora guida l’Europa tra veti sistematici e visite agli amici autocrati. Esiste in Europa un mondo di razza mista. E poi c’è il nostro mondo: non siamo di razza mista e combattiamo per non diventare un popolo di meticci. (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera)
Addio abuso d’ufficio e stretta intercettazioni. Il ddl Nordio è legge (con i sì dei centristi). Il ministro: «Favorirà l’efficienza». La dedica a Berlusconi. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Stop all’abuso d’ufficio e il governo accelera “Ora le intercettazioni”. Centonovantanove a favore, centodue contro, la Camera dei deputati approva in via definitiva il disegno di legge del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che dispone l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, modifiche al sistema delle intercettazioni (con la tutela stretta dei terzi non indagati), l’interrogatorio da parte del pm prima di un arresto, l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione, più altre norme.
Ha votato a favore una maggioranza vasta che comprende anche i deputati di Azione e di Italia Viva.
Abuso d’ufficio, la riforma voluta da Nordio e dal centrodestra è un liberi tutti. Cosa prevede questa legge dell’impunità. Bisognerà avvisare i corrotti prima dell’arresto e si rischia la paralisi dei tribunali per il collegio cautelare. Svuotato il traffico di influenze, impossibile colpire i facilitatori. Santalucia: “Così la giustizia peggiora”. Si teme la procedura d’infrazione. (Giuliano Foschini, Repubblica)
Carlo Bonini su Repubblica: Ddl Nordio, la legge dei furbi. Il ministro ha celebrato la sua riforma della giustizia. E c’è da comprenderlo nella sua vanità, a maggior ragione se dovesse rispondere al vero quello che da tempo si spiffera nei conciliaboli della maggioranza. E cioè che reso il servigio, potrebbe ora passare all’incasso della promessa della premier di issarlo su uno scranno di giudice costituzionale. (Irene Famà, La Stampa)
Al di là dei numeri consistenti con cui sono state approvate l’abolizione dell’abuso d’ufficio e le altre riforme della giustizia (“I sì sono il doppio dei no” ha commentato soddisfatto il ministro Nordio dopo la conclusione del lungo iter parlamentare del suo primo pacchetto), è interessante notare che nello scrutinio di ieri alla Camera, ai voti della maggioranza di destra centro, si sono aggiunti quelli di tutto il gruppetto centrista appena uscito sconfitto dalle Europee a causa del mancato superamento della soglia di sbarramento del 4 per cento per l’ingresso all’Europarlamento. E poiché la giustizia, come si sa, rappresenta la bandiera di Forza Italia, cioè della componente egualmente centrista della maggioranza, tra l’altro premiata dagli elettori a scapito della Lega, la scelta di Azione, Italia viva e Più Europa, al primo appuntamento parlamentare importante dopo le urne dell’8 e 9 giugno e del terremoto che ne è seguito, rappresenta un segnale preciso a Schlein. (Marcello Sorgi, La Stampa)
Antisemitismo, più 300% di casi. Segre: «La mia angoscia infinita». Dal 7 ottobre 406 episodi. La senatrice: era latente, ora in tanti non si vergognano più. (Rinaldo Frignani, Corriere della Sera)
Fiorello sul Nove, lo scenario da incubo per la Rai. Cresce l’opzione Discovery. Il conduttore non è nel nuovo palinsesto della tv pubblica: è in pausa. Presto potrebbe passare a Discovery come il suo amico Amadeus, anche se l’azienda smentisce un’imminente firma. (Silvia Fumarola, Repubblica)
Olimpiadi Milano Cortina 2026, scontro tra Governo e magistrati. Scontro tra governo e procura di Milano sulla Fondazione Milano Cortina 2026, ente gestore delle Olimpiadi invernali. La pubblici ministeri reputano «di gravità inaudita» una legge che interviene a bloccare un procedimento penale in corso. E intanto le carte dell’indagine farebbero emergere un presunto sistema di corruzione sempre più ampio. Un mese fa un decreto legge ha tentato sostanzialmente di “salvare” l’ente olimpico dalle inchieste avviate dalla magistratura milanese, che contesta al precedente ad Vincenzo Novari e a altri due professionisti i reati di corruzione e turbativa d’asta. La norma ribadisce — dopo un precedente decreto già approvato nel 2020, e già contestato dalla procura — che la Fondazione ha una natura privatistica, ergo: le accuse di corruzione e turbativa d’asta non possono essere sostenute. Questa la tesi del governo. Ma ieri durante l’udienza al tribunale del Riesame, a cui si è rivolto uno degli indagati, il dirigente Massimiliano Zuco, contro il sequestro subito, i pm hanno espresso duramente le loro opinioni: «intervento illegittimo» e «di una gravità inaudita», che vuole togliere alla magistratura la «prerogativa» della interpretazione delle leggi. (Ivan Cimmarusti e Sara Monaci, Il Sole 24 Ore)
Gli altri temi del giorno
Gli Usa tolgono piattaforma per aiuti a Gaza. Il molo galleggiante costruito dagli Usa per la consegna degli aiuti a Gaza funzionerà qualche giorno ancora ma poi verrà «smantellato in maniera permamente». La decisione, svelata all’agenzia Associated Press, sancisce l’epilogo di un progetto già intralciato da cattive condizioni meteo, incognite sulla sicurezza e soprattutto difficoltà nella consegna degli aiuti alla popolazione per la mancanza di sostegno da parte delle forze israeliane. L’obiettivo è di smaltire gli ultimi aiuti, prima di sganciare definitivamente la piattaforma dalla sua postazione sulla costa palestinese e rimuoverla per sempre. Il progetto del «pier», svelato da Biden la scorsa primavera, è costato 320 milioni $ e ha coinvolto nelle sua realizzazione almeno 1000 militari Usa. L’ambizione era quella di favorire l’afflusso di aiuti umanitari in una Striscia piagata da mesi di conflitto e sempre più isolata dopo i vari blocchi imposti al valico di Rafah. (Il Sole 24 Ore)
Macron chiude alle ali estreme: «Serve un patto repubblicano». Lettera ai francesi: «Nessuno ha vinto». Attacchi da lepenisti e Nuovo fronte popolare. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)
Alla disperata ricerca di una maggioranza «politica», il presidente francese allarga i propri orizzonti. Partendo proprio da questo aggettivo: perché il gruppo Horizons, guidato dall’ex premier Philippe, ha indicato la via che sembra voler percorrere lo stesso capo dello Stato. A oggi la più plausibile per uscire dallo stallo e dare un governo alla Francia. Quella cioè di un allargamento del centro macroniano anzitutto a quei repubblicani gollisti che ritengono impensabile affidare il potere a una compagine «estrema», una sinistra plurale che tenga dentro i mélenchoniani. Alcuni neogollisti paiono disposti a valutare l’ipotesi di una grande maggioranza – anche qui plurale – che però tenga dentro anche i socialisti. A cosa punta dunque Macron? A creare una sorta di maggioranza Ursula in casa propria. (Francesco De Remigis, Il Giornale)
Il sorriso amaro di Marine: «Siamo stati noi i più votati. Il potere? Una gioia rinviata». Il primo giorno nella nuova Assemblea per la leader del Rassemblement. Non possono escludere 10 milioni di francesi che ci hanno votato: sarebbe antidemocratico. (Stefano Montefiori, Corriere della Sera)
Il governo fa un nuovo regalo agli evasori. Nel concordato tasse più leggere. Con la sponda della maggioranza in Parlamento, l’esecutivo è pronto a concedere nuovi vantaggi alle partite Iva infedeli: flat tax tra il 10 e il 15%. Nel parere della commissione Finanze spuntano anche il rinvio del versamento dell’acconto (a rate). Più tempo per pagare dopo i controlli. (Giuseppe Colombo, Repubblica)
Il Tesoro ci ripensa e ripristina le quote rosa nella Cdp aumentando le poltrone. Dopo le polemiche sul progetto di ridurre i minimi per il genere meno rappresentato al 33% il socio di controllo aumenta da 9 a 11 le poltrone di cda ed estende la misura ai cinque consiglieri della Gestione separata. (Andrea Greco, Repubblica)
«Enti locali, riscossione a rilento». Casa, la carica degli emendamenti. Giorgetti: autonomia finanziaria al 38%. Avanti con i decreti sul federalismo fiscale. (Mario Sensini, Corriere della Sera)
Dal G7 allarme sulla ricerca “Difendere i brevetti sensibili dagli occhi di Russia e Cina”. La ministra Bernini: “La scienza deve essere aperta e chiusa quanto necessario” Pesano le tensioni internazionali: non è possibile condividere tutte le conoscenze. (Marco Bettazzi, Repubblica)
Auto elettrica al rallentatore: Volkswagen, primi tagli. Il colosso tedesco, primo costruttore automobilistico continentale e secondo nel mondo (per volumi) dietro la giapponese Toyota, non ha mai chiuso uno stabilimento in Europa. Eppure il sito di Bruxelles potrebbe fare le spese della scarsa domanda di suv elettrici, i modelli più datati del brand premium Audi, come Q8 e-tron e Q8 Sportback e-tron. I sindacati prospettano fino a 2.600 licenziamenti entro il 2025. Volkswagen è alle prese con un programma di ristrutturazione dei costi mirato a migliorare la redditività, in particolare per il brand che dà il nome al gruppo. Il gruppo di Wolfsburg ha abbassato martedì sera le sue stime di margine operativo al 6,5-7% dal 7-7,5% previsto inizialmente. E ha dichiarato che le spese legate allo stop all’impianto in Belgio, insieme ad altre spese impreviste nel secondo trimestre, avranno un impatto fino a 2,6 miliardi di euro sull’utile operativo nel 2024. L’industria automobilistica europea si sta confrontando con una frenata delle vendite di veicoli elettrici (in particolare a batteria). Annunciata. Il fenomeno ha a che fare con la fine di una fase iniziale in cui gli early adopters, i consumatori più abbienti e sensibili alle nuove tecnologie, hanno sposato la causa della transizione ecologica. (Alberto Annicchiarico, Il Sole 24 Ore)
Gli spagnoli di Asterion fanno scalo a Napoli e Torino. Il fondo in esclusiva per rilevare il 49% di 2i Aeroporti. Operazione da un miliardo. (Daniela Polizzi e Francesco Bertolino, Corriere della Sera)
OpenAI, Microsoft lascia il board dopo l’indagine dell’Antitrust. La multinazionale ha investito 13 miliardi. E Apple rinuncia a entrare in consiglio. (Virginia Nesi, Corriere della Sera)
Legate e uccise a colpi di balestra moglie e figlie di un giornalista Bbc. Orrore a Londra. La polizia cattura un 26enne: è l’ex fidanzato di una delle vittime. La nuova ministra dell’Interno: servono norme per controllare l’uso di queste armi. (Luigi Ippolito, Corriere della Sera)
Strage di Erba, nessuna revisione. Rosa e Olindo restano all’ergastolo. Brescia, i giudici chiudono il caso. La difesa: «Ricorreremo». Le lacrime di Bazzi. (Giusi Fasano, Corriere della Sera)
Morgan nella bufera per lo stalking all’ex. E la Warner lo scarica. Il cantante sotto processo. Calcutta: lui ha agito in modo atroce. (Andrea Laffranchi, Corriere della Sera)
Re Giorgio fa novanta. La passione e i dolori dell’uomo simbolo della moda italiana. Su Repubblica, Natalia Aspesi celebra Giorgio Armani, con il ricordo degli anni passati e il riconoscimento del valore assoluto dello stilista e dell’uomo.
Sul Corriere, Ezra Pound raccontato dalla figlia Mary: «Giocava a tennis con me togliendosi una scarpa. L’assegno di Hemingway non volle mai incassarlo».
Gli Anniversari
1533, Clemente III decide di scomunicare Enrico VIII
1848, inaugurata a Londra la Waterloo bridge station
1859, firmato l’armistizio di Villafranca
1893, Mikimoto ottiene la prima perla coltivata
1897, tentativo di raggiungere il Polo Nord in mongolfiera
1899, fondata la Fiat con un capitale di 800mila lire
1921, la Mongolia indipendente dalla Cina
1937, muore a Hollywood George Gershwin
1940, Vichy: Pétain primo ministro di Francia
1955, obbligatorio sulle monete Usa In God We Trust
1962, prima trasmissione tv transatlantica via satellite
1963, Nelson Mandela accusato di sabotaggio
1973, Boeing 707 precipita a Parigi: 123 morti
1975, scoperto in Cina l’esercito dei guerrieri d’argilla
1977, ferito il segretario Dc ligure Angelo Sibilla
1977, medaglia per la libertà a Luther King (morto nel 1968)
1978, autobotte di propilene scoppia a Tarragona: 216 morti
1979, caso Sindona: ucciso a Milano Giorgio Ambrosoli
1982, Spagna: l’Italia di Bearzot vince il Mondiale
1989, muore nel West Sussex Laurence Olivier
1995, Tangentopoli: mandato di cattura per Craxi
1995, i serbi bosniaci conquistano la musulmana Srebrenica
1995, relazioni diplomatiche stabilite tra Usa e Vietnam
2002, i Savoia possono tornare in Italia
2004, centomilionesimo brano venduto da iTunes
2006, attentati terroristici a Mumbai: 180 morti
2010, la Spagna vince il suo primo mondiale di calcio
2012, scoperta la quinta luna di Plutone
2017, Vesuvio in fiamme: otto incendi dolosi
2017, Eisenberg nuovo ambasciatore Usa a Roma
Nati oggi
1376, Ladislao I di Napoli
1791, Enrichetta Blondel
1806, Giacinto Gigante
1881, Luigi Motta
1888, Carl Schmitt
1912, Massimo Della Pergola
1920, Yul Brynner
1922, Filippo Mancuso
1925, Antonio Ammaturo
1926, Teddy Reno
1934, Giorgio Armani
1943, Luciano Onder
1944, Paolo Flores d’Arcais
1956, Stefano Lorenzetto
1966, Manuela Moreno
1978, Massimo Rosolino
Si festeggia San Benedetto da Norcia
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