La risposta israeliana: ucciso a Beirut il numero 2 di Hezbollah. Usa: ‘Non vogliamo l’escalation’

Nessuno dice di volerla ma la tanto temuta escalation è dietro l’angolo: Hezbollah rivendica subito l’attacco ad un kibbuz e minaccia nuove rappresaglie: ‘Se attaccati entreremo in Galilea’

Come largamente annunciato, la reazione di Gerusalemme all’attacco mortale al campo di calcio Druso sulle alture del Golan non si è fatta attendere: le Forze di Difesa Israeliane (IDF) ha condotto “un attacco mirato a Beirut contro il comandante di Hezbollah responsabile dell’omicidio dei bambini a Majdal Shams e dell’uccisione di numerosi altri civili israeliani”.

Il portavoce militare di Israele ha spiegato che “al momento non ci sono cambiamenti nelle linee guida difensive dell’Home Front Command. Se verranno apportate modifiche, verrà rilasciato un aggiornamento”. Anche dal lato politico non sono tardate le reazioni. “Hezbollah ha oltrepassato la linea rossa”, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant pochi minuti dopo l’attacco dell’IDF a Beirut.

Secondo i media israeliani, l’alto dirigente di Hezbollah ucciso nell’attacco dell’IDF a Beirut è Fouad Sukar, considerato il numero due dell’organizzazione guidata da Hassan Nasrallah.  Fonti vicine a Hezbollah, riprese dai siti israeliani, hanno confermato che un comandante delle milizie sciite è stato eliminato nell’attacco israeliano.

Anche gli americani si sono fatti subito sentire. “Continuiamo a credere che la diplomazia sia ancora la strada migliore”, ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato USA Vedant Patel in un briefing con la stampa. “Il nostro sostegno a Israele è incrollabile, ma non vogliamo un’escalation”, ha aggiunto.

Hezbollah ha rivendicato la responsabilità dell’attacco che ha ucciso un civile israeliano nel kibbutz Ha Goshrim, affermando di aver lanciato decine di razzi contro una vicina base militare. Dall’8 ottobre, gli attacchi guidati da Hezbollah hanno provocato 25 morti tra i civili israeliani e 18 tra soldati e riservisti dell’IDF. Secondo l’esercito, nell’attacco sono stati lanciati 10 razzi dal Libano, la maggior parte dei quali è stata intercettata dall’Iron Dome. L’IDF ha fatto sapere che sta bombardando il sito di lancio con l’artiglieria.

“Non ci aspettiamo un’invasione di terra israeliana, ma se dovesse succedere, siamo pronti. Se decidessero di entrare in Libano, metteremmo piede in Galilea”: così alcuni membri di spicco di Hezbollah hanno detto ad Al Jazeera che la milizia libanese risponderà a qualsiasi “aggressione” israeliana, anche se di natura e dimensioni limitate. “La leadership della resistenza deciderà la forma e la portata della risposta a qualsiasi potenziale aggressione”, hanno affermato esponenti di Hezbollah.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati