Si tinge di giallo il caso del veliero Bayesian…Il naufragio tra errori umani e strane coincidenze

Intanto le indagini della Capitaneria di porto, coordinate dal procuratore Ambrogio Cartosio e dal pm Raffale Cammarano, proseguono. E mentre si moltiplicano le ricostruzioni dell’incidente, si vanno faccendo strade ipotesi di reato che vanno da naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni.

All’appello manca solo Hannah Linch, la figlia del miliadario britannico Mike, il cui corpo, intrappolato all’interno del veliero sul quale viaggiava nel Mediterraneo con la sua famiglia e un gruppo di amici, è stato recuperato oggi. Il bilancio del naufragio dello yatch Bayesian affondato all’albaa del 19 agosto a Porticello, a mezzo miglio dalla costa, travolto da una improvvisa tromba d’aria, è al momento di sei vittime, un disperso e 15 sopravvissuti, tra cui la moglie del magnate dell’hitech e nove membri dell’equipaggio.

Intanto le indagini della Capitaneria di porto, coordinate dal procuratore Ambrogio Cartosio e dal pm Raffale Cammarano, proseguono. E mentre si moltiplicano le ricostruzioni dell’incidente, l’attenzione degli inquirenti si sta concentrando sempre più sulla molteplicità di errori umani che potevano essere evitati e si vanno facendo strade ipotesi di reato che vanno da naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni.

Gli speleosub stanno affiancando gli investigatori impegnati anche le immagini riprese dal Rov, il robot sottomarino già utilizzato in altre disastri, in attesa che venga recuperato il veliero e la sua scatola nera. Tantissimi sono gli interrogativi che al momento non hanno ancora una risposta, alimentati anche dal resoconto del comandante della Baysian, il neozelandese James Cutfield, e dall’intervista al Corriere della Sera di Giovanni Costantino, fondatore e amministratore delegato di The italian sea group, la società quotata in borsa proprietaria degli asset di Perini navi di Viareggio.

“Tutto ciò che è stato fatto -ha detto Costantino al quotidiano-  rivela una sommatoria lunghissima di errori. Le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora. E poi perché l’equipaggio – si è chiesto –   non sapeva della perturbazione in arrivo? I passeggeri hanno riferito una cosa assurda, e cioè che la tempesta è arrivata inaspettata, all’improvviso. Non è vero. Era tutto prevedibile. Io ho qui davanti a me le carte meteo. È arrivata all’improvviso un bel niente… Si chieda: perché nessun pescatore di Porticello era fuori quella notte? Un pescatore legge le condizioni meteo e una nave no? La perturbazione era leggibile appieno in tutte le carte meteo. Non si poteva non sapere”.

Per l’ad di Italian sea gruoup, il Baysian era “una delle imbarcazioni più sicure al mondo”. Assolutamente infaffondabile, “se fossero state fatte le manovre corrette e se non fossero intervenute delle situazioni che hanno compromesso la stabilità della nave”. Secondo Costantino lo yatch ha imbarcato acqua. Si evince dalle luci dell’albero che si sono spente. E di sicuro il portellone di poppa era aperto — lo dicono i sommozzatori — “e noi pensiamo – ha aggiunto-  che forse era aperto anche qualcos’altro: ci sono delle porte in sovrastruttura che già con una inclinazione di 30 gradi, se aperte, avrebbero imbarcato acqua. In quella posizione, con la nave “morta”, cioè senza più gestione, e con il vento che spingeva, si è inclinata a 90 gradi per un solo motivo: perché l’acqua ha continuato a entrare. Da quando ha cominciato a entrare a quando è andata giù sono passati 6 minuti. Chi dice che è sparita in pochi secondi dice una bestialità”. “Fra l’arrivo di una burrasca e l’imbarco dell’acqua c’è un mondo. Si dovevano fare – ha rimarcato- una serie di attività per evitare di trovarsi in quella situazione. Io come comandante della nave mi sarei spostato, ma se anche per qualche motivo avessi dovuto restare lì, avrei gestito quelle condizioni meteo che poi, diciamolo, non erano così pazzesche. Del resto il comandante della Sir Robert, accanto, è riuscito a gestire tutto senza problemi”. A suo avviso, “bisognava blindare lo scafo e la coperta chiudendo tutte le porte e portelli, dopo aver messo gli ospiti nel punto di riunione della nave come da procedura in emergenza. Poi accendere i motori e tirare su l’ancora o sganciarla automaticamente, mettere la prua al vento e mandare giù la chiglia. La mattina dopo sarebbero ripartiti a danno zero”.

Un incidente che resta avvolto nel mistero e che si tinge di giallo. Un giallo che ruota intorno alla figura dello stesso proprietario della barca il magnate britannico Lynch, 59 anni, self made men, divenuto re dell’industria tecnologica anglosassone, proprietario della Darktrace, azienda che si occupa di cybersecurity, quotata alla Borsa di Londra con un valore di mercato di circa 2,5 miliardi di sterline (2,9 miliardi di euro al tasso di cambio attuale), in crescita dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e Medioriente. Lynch era anche da poco uscito indenne da una causa miliardaria durata 13 anni per truffa con la Hewlett Packard  che si era conclusa negli Stati Uniti il 6 giugno scorso con l’assoluzione con formula piena. Insieme a lui era finito alla sbarra ed era stato infine scagionato anche il suo amico e uomo di fiducia Stephen Chamberlain, morto, per una strana fatalità 48 ore prima del naufragio della Baysian,  investito da un’auto. Lynch  aveva venduto alla Hp l’ Autonomy, azienda pioniera nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Cresciuta molto rapidamente, tanto da attrarre l’attenzione dei grandi investitori della City di Londra, dopo l’11 settembre 2001 aveva registrato il suo boom grazie ad alcuni programmi brevettati che utilizzavano i database delle varie intelligence per dare la caccia ai terroristi di Al Qaeda. Con l’aiuto di banche d’investimento come Goldman Sachs e UBS, Autonomy aveva poi consolidato la sua posizione come leader di mercato. Dopo la vendita di Autonomy, il tycoon aveva fondato  Darktrace, che  aveva reclutato numerosi ex agenti dell’Mi5, della Cia, dell’Nsa e dell’Fbi, creando una squadra dalle alte competenze sulla sicurezza informatica.