Breton lascia la Commissione Ue e accusa von der Leyen: “Governance discutibile”

Breton ha criticato aspramente von der Leyen, secondo la sua ricostruzione la presidente avrebbe chiesto alla Francia di ritirare la sua candidatura senza un confronto diretto, avanzando invece un’offerta di compromesso politico

Thierry Breton, Commissario europeo per l’Industria e il Mercato interno, ha annunciato le sue dimissioni in modo del tutto inatteso, pubblicando una lettera sul suo profilo X (ex Twitter). Nel testo, Breton non ha risparmiato critiche nei confronti della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, accusandola di una gestione caratterizzata da una “governance discutibile”. La decisione di dimettersi arriva in un momento cruciale per le trattative sulla formazione della nuova Commissione europea, rendendo il suo gesto ancora più significativo.

Le accuse di Breton a von der Leyen

La lettera di Breton contiene accuse dirette a von der Leyen, soprattutto riguardo agli eventi che si sarebbero verificati “nei giorni scorsi, nella fase finale dei negoziati”. Secondo il commissario uscente, la presidente avrebbe chiesto alla Francia di ritirare la sua candidatura senza un confronto diretto, avanzando invece un’offerta di compromesso politico. Nello specifico, von der Leyen avrebbe proposto a Macron un portafoglio più influente per la Francia nel futuro Collegio, a patto che Breton fosse escluso.

La tensione tra i due, a quanto pare, non è nuova. Già in passato, il francese aveva espresso critiche nei confronti della presidente, soprattutto riguardo alla sua possibile riconferma. Le tensioni personali tra Breton e von der Leyen emergono chiaramente in questa lettera, evidenziando divergenze profonde all’interno della leadership europea.

Lo scambio con Macron e le nomine future

Il ruolo di Emmanuel Macron in questa vicenda è centrale. Dopo i risultati delle elezioni europee del giugno 2024, il presidente francese aveva deciso di sostenere Breton per un nuovo mandato come Commissario europeo, considerandolo una figura chiave. Tuttavia, la situazione è cambiata rapidamente. Macron si trova ora a dover gestire le conseguenze delle dimissioni di Breton, e ha già indicato Stéphane Séjourné, ministro degli Esteri uscente, come nuovo candidato francese per la Commissione.

Breton, nella sua lettera, accusa apertamente von der Leyen di aver utilizzato uno “scambio politico” per garantirsi la riconferma al Consiglio europeo. Macron, secondo quanto riportato, avrebbe inizialmente blindato la sua nomina, convinto che il “pacchetto” di nomine fosse assicurato. Ma lo scenario è ora cambiato radicalmente.

Il futuro di Breton e le implicazioni per l’Italia

Le dimissioni di Breton hanno aperto una serie di scenari su dove potrebbe dirigersi la sua carriera politica. A Parigi, si vocifera che potrebbe entrare nel nascituro governo Barnier, forse come nuovo ministro dell’Economia, un ruolo di grande peso appena lasciato da Bruno Le Maire. Al momento, si tratta solo di ipotesi non confermate, ma la prospettiva di un suo ritorno sulla scena nazionale francese sembra plausibile.

Le dimissioni di Breton hanno anche implicazioni più ampie per la distribuzione dei portafogli europei, e non solo per la Francia. Infatti, nella partita per i portafogli influenti entra anche l’Italia. Raffaele Fitto, attuale ministro italiano per gli Affari europei, mira ad ottenere alcune delle deleghe che erano di Breton, tra cui quella dell’Industria o del Digitale. Tuttavia, la trattativa rimane aperta, con la Francia che sembra decisa a richiedere deleghe strategiche per garantire una presenza forte nel futuro esecutivo europeo.

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