L’Italia si è apertamente schierata contro l’emendamento che prevede la possibilità per Kiev di utilizzare le armi fornite dall’Ue in territorio russo
Il Parlamento europeo ha recentemente approvato una risoluzione che riafferma il suo sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione russa. Questo documento include un paragrafo inedito che chiede agli Stati membri di revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali fornite all’Ucraina, permettendone l’utilizzo contro obiettivi militari legittimi in territorio russo. La questione è stata al centro del dibattito internazionale per settimane, con l’Ucraina che spinge per questa misura, gli Stati Uniti che mantengono una posizione di prudenza, e l’Italia che si oppone apertamente.
La posizione italiana sull’emendamento
In Italia, il governo di Giorgia Meloni si è chiaramente schierato contro questo emendamento, che prevede l’espansione dell’uso delle armi oltre i confini ucraini. Questo approccio è stato condiviso da tutti i partiti italiani rappresentati al Parlamento europeo. Nessun partito italiano ha sostenuto l’emendamento 8, sebbene l’intera risoluzione sia stata approvata a larga maggioranza (377 voti favorevoli, 191 contrari e 51 astenuti). Le delegazioni di Fratelli d’Italia (FdI), Lega, Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) e Movimento 5 Stelle (M5S) hanno votato contro. Lo stesso è avvenuto per Partito Democratico (Pd) e Forza Italia, nonostante alcune divisioni interne.
Dissensi all’interno dei partiti italiani
All’interno del Partito Democratico, la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, ha espresso un sì “convinto” a favore del possibile impiego di armi in territorio russo. Lucia Annunziata, un’altra rappresentante del Pd, ha scelto invece di astenersi. Simili frizioni si sono verificate anche in Forza Italia, dove Massimiliano Salini ha votato a favore dell’emendamento, in contrasto con il resto del gruppo, mentre altri esponenti del partito non hanno espresso il loro voto.
Le spiegazioni del governo italiano
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha chiarito la posizione di Forza Italia e, più in generale, quella del governo italiano poco prima del voto. Tajani ha spiegato che l’Italia non intende sostenere l’emendamento che permette l’utilizzo delle armi al di fuori del territorio ucraino, confermando così la coerenza con le precedenti decisioni del governo. Tuttavia, ha ribadito il sostegno all’Ucraina nella sua lotta contro l’aggressione russa, garantendo un aiuto continuo su fronti politici, finanziari e militari. Ha anche sottolineato che la prudenza mostrata dall’Italia è condivisa dagli Stati Uniti, specificando che il governo italiano non vuole entrare in guerra con la Russia.
La risoluzione complessiva
Nonostante le divergenze sull’emendamento specifico, la risoluzione nel suo complesso ha ottenuto un forte sostegno, con 425 voti a favore, 131 contrari e 58 astensioni. Anche all’interno della Lega, alcuni eurodeputati come Borchia, Ceccardi e Vannacci hanno espresso un voto contrario alla risoluzione. Tuttavia, la linea prevalente è stata quella di un forte supporto all’Ucraina.
La visita di Ursula von der Leyen a Kiev
In coincidenza con l’approvazione della risoluzione, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato una visita imminente a Kiev. Questo gesto rappresenta un chiaro segnale di continuità nell’impegno dell’Unione Europea a sostenere l’Ucraina, un messaggio particolarmente rilevante in un contesto di crescente attenzione alle dinamiche geopolitiche e alla nuova Commissione europea che sarà operativa entro la fine dell’anno, dopo le audizioni dei nuovi Commissari presso il Parlamento europeo.
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