Rassegna stampa 29 settembre

SICUREZZA

Possiamo scongiurare una crisi globale. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha sottolineato l’importanza di evitare un’escalation della guerra in Medio Oriente e ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco immediato, sia a Gaza che in Libano. Tajani ha evidenziato il ruolo dell’Iran nel conflitto e ha fatto appello a tutte le parti coinvolte affinché prevalga il buonsenso. Gli sforzi diplomatici sono in corso, con l’Italia e i suoi alleati impegnati a lavorare per la sicurezza dei propri militari e per una soluzione pacifica basata sulla creazione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese. Tajani ha anche discusso la situazione di Unifil e la non influenza delle elezioni americane sull’attacco israeliano, ribadendo che la soluzione a lungo termine richiede la riconciliazione tra Cisgiordania e Gaza sotto l’Autorità Nazionale Palestinese.
Alessandro Farruggia su Giorno – Carlino – Nazione

Italiani sul filo. L’Italia ha ridotto il personale della missione di addestramento Mibil in Libano, mentre il contingente Unifil dell’ONU si trova in una situazione di crescente incertezza e rischio, soprattutto dopo la morte di Hassan Nasrallah che potrebbe portare Hezbollah a tornare al terrorismo. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha richiesto a Israele di garantire la sicurezza dei militari italiani, con l’ONU che dovrebbe avvisare prima di eventuali attacchi vicino alle basi; in caso di invasione israeliana, i soldati verrebbero evacuati rapidamente. La situazione geopolitica complessa e l’evoluzione dei conflitti nella regione potrebbero mettere in discussione la permanenza delle forze di interposizione, con l’Italia che insiste sul dialogo con l’Iran e partecipa a due missioni in Libano: Unifil, con circa 1.200 soldati, e Mibil, con circa 200 uomini per l’addestramento delle forze armate libanesi
Francesco Olivo su Stampa

Elicotteri per crescere. L’autonomia strategica nel settore aerospazio-difesa è diventata fondamentale, soprattutto in seguito alla guerra in Ucraina che ha evidenziato la necessità di un’industria della difesa resiliente in Europa. Il progetto “Crescere insieme” di Leonardo Helicopters punta a rafforzare le piccole e medie imprese italiane del settore, stimolando l’innovazione e l’ingresso di nuove aziende. L’obiettivo è duplice: ampliare la filiera aeronautica attuale e attrarre nuovi attori tecnologici da settori affini. Questo sforzo si rivela cruciale sia per motivi economici, legati alla riconversione industriale, sia per ragioni geopolitiche, al fine di rendere l’industria nazionale più competitiva e indipendente.
su FORMICHE.NET

Lettonia tra Nato e russofoni. La Lettonia, con un significativo 25% di popolazione russa, vive tensioni interne tra le comunità e affronta sfide economiche, mentre si impegna in esercitazioni militari con la NATO per rafforzare la sicurezza dei confini e la preparazione a possibili invasioni, in risposta alla minaccia percepita dalla Russia. La capitale Riga è un crogiolo di identità, dove la presenza russa è palpabile nella lingua parlata quotidianamente, nonostante i tentativi di promuovere l’integrazione attraverso esami di lingua lettone e nuove leggi sull’immigrazione che stringono i requisiti per i permessi di soggiorno. Queste misure hanno creato un limbo per molti russi e bielorussi, che si trovano a dover superare ostacoli burocratici e linguistici per ottenere pieni diritti civili. La situazione economica è aggravata dall’inflazione e dall’aumento dei costi della vita, con la Lettonia che si aspetta un invecchiamento demografico significativo entro il 2030. Nonostante ciò, Riga conserva la sua bellezza storica e naturale, anche se l’ombra dei problemi socio-politici attuali pesa sulla città
Maurizio Carta su Domani

Aerospazio a Napoli. Valerio Striano, con una solida formazione in fisica e ingegneria elettronica e una carriera consolidata nel settore aerospaziale al Nord Italia, è tornato a Napoli come project manager del Distretto Aerospaziale della Campania (Dac). Al Dac, Striano gestisce progetti legati ai satelliti e ai dati satellitari, promuovendo l’innovazione tecnologica e scientifica nel Mezzogiorno. La sua esperienza formativa al CNR e il lavoro in aziende come OHB Italia hanno contribuito alla sua crescita professionale. Striano è motivato dal desiderio di valorizzare il potenziale del Sud Italia, creando opportunità per le giovani menti locali e contribuendo allo sviluppo di un ecosistema innovativo nella sua terra d’origine.
Mariagiovanna Capone su Mattino

Rover in vendita. La NASA ha cancellato il suo quasi completo rover lunare VIPER, progettato per cercare ghiaccio al polo sud della Luna, e ora offre il progetto a compagnie private, nonostante il rover sia già stato costruito e testato. Il VIPER, che ha superato il suo budget iniziale costando $433 milioni, potrebbe fornire prove concrete di ghiaccio lunare, essenziale per future missioni umane e come potenziale carburante per razzi. Mentre il Congresso deve ancora approvare la cancellazione del VIPER, diverse compagnie private hanno espresso interesse nell’acquisire il progetto, che potrebbe influenzare la competitività degli Stati Uniti rispetto alle ambizioni cinesi di esplorazione lunare.
su Economist

Dal sogno alla realtà. Alessandro Mastropietro, 26enne di Reggio Emilia, ha trasformato il suo sogno infantile di esplorare lo spazio in realtà, diventando un ricercatore nel campo dei sistemi spaziali in Lituania. La sua passione per la scienza è stata ispirata dal suo insegnante di scienze delle medie, il prof. Isgrò, e si è intensificata durante la laurea magistrale in Space Engineering a Milano e il dottorato in Germania. Attualmente, Mastropietro lavora su progetti innovativi nell’ambito della New Space Economy, concentrandosi su metodologie di progettazione e gestione per lo sviluppo di futuri sistemi spaziali. Ricorda con entusiasmo le lezioni dell’astronauta Paolo Nespoli e l’emozione di vedere i satelliti assemblati, trovando motivazione nell’interazione con esperti internazionali del settore.
Cesare Corbelli su Resto del Carlino Reggio Emilia

Ultime dallo spazio. Il satellite Euclid, lanciato nel 2023, ha mappato miliardi di galassie, un’operazione che potrebbe essere fondamentale per rispondere a domande significative riguardanti l’universo. Gli entusiasti dello spazio potranno seguire gli ultimi sviluppi il 12 ottobre alle 16:00, quando la Cité des sciences et de l’industrie di Parigi trasmetterà in streaming la conferenza “Euclid, le côté obscur de l’Univers” (Euclid, il lato oscuro dell’universo) sul loro canale YouTube.
Filippo Motti su Corriere della Sera La Lettura

Boom IA e crisi dei chip. Il boom dell’intelligenza artificiale potrebbe portare a una nuova crisi dei chip, secondo un rapporto di Bain & Company, che prevede un aumento della domanda di semiconduttori per data center, PC e smartphone con tecnologie AI avanzate. Durante la pandemia, la richiesta di dispositivi connessi ha già causato una crisi di approvvigionamento di chip, ma ora l’industria rischia un nuovo squilibrio tra offerta e domanda. Per soddisfare la crescente richiesta, sarebbe necessario aumentare la produzione di chip del 25%-35%, con un investimento stimato fino a 75 miliardi di dollari. Le tensioni geopolitiche e le interruzioni della catena di fornitura potrebbero aggravare la situazione, mentre le aziende tecnologiche si preparano ad integrare sempre più capacità AI nei loro prodotti.
Biagio Simonetta su Sole 24 Ore

Dialogo aperto. l Big Science Business Forum 2024 a Trieste discuterà come potenziare il rapporto tra scienza e industria, un settore che muove miliardi di euro e coinvolge grandi progetti internazionali come CERN, ESA e Iter. Il trasferimento tecnologico tra ricerca e industria ha mostrato pregi e limiti, ma rimane essenziale per l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie, come dimostrato dalla storia del transistor e dagli specchi deformabili italiani per telescopi di nuova generazione. L’Italia gioca un ruolo chiave in progetti di big science, come la costruzione dell’Elt in Cile, il più grande telescopio al mondo, evidenziando l’importanza della collaborazione tra ricerca scientifica e capacità industriali.
Leopoldo Benacchio su Sole 24 Ore Nòva 24

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Piano a due velocità. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha adottato un approccio prudente nei confronti dei conti pubblici, risultando in una riduzione dello spread e un controllo della finanza pubblica nonostante l’aumento del debito pubblico. Il Piano strutturale di bilancio (Pbs) si concentra sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sulla qualità del sistema sanitario, pur riconoscendo una previsione di crescita economica in calo nei prossimi anni. Le misure di bilancio includono sgravi contributivi e riduzioni fiscali per i ceti medio-bassi, ma sollevano dubbi sulla loro efficacia nel rilanciare la produttività e il potere d’acquisto, che è rimasto indietro rispetto ad altri paesi avanzati. La manovra prevede di finanziare queste misure attraverso contributi delle imprese e l’abolizione di incentivi all’investimento, il che potrebbe avere effetti negativi sulla produttività e l’inflazione.
Federico Fubini su Corriere della Sera

Evitare infrazioni. Il governo italiano sta pianificando di ridurre il debito pubblico attraverso la vendita di partecipazioni statali e la valorizzazione del patrimonio immobiliare, che comprende caserme e uffici, per un valore stimato di 300 miliardi di euro. Queste misure sono parte del nuovo Piano strutturale di bilancio (Psb) e mirano a evitare infrazioni UE e a uscire dalla procedura per deficit eccessivo. Il Tesoro, guidato da Giancarlo Giorgetti, ha generato introiti per circa 3 miliardi di euro dalle dismissioni di quote in Eni e Banca Monte dei Paschi di Siena e prevede ulteriori vendite per circa 20 miliardi di euro nei prossimi anni. Inoltre, il governo intende rafforzare il Golden Power per proteggere gli asset strategici da possibili acquisizioni ostili da parte di fondi esteri. Marcello Sala, direttore generale del dipartimento Economia e Finanze, guida la task force per le privatizzazioni
Fabrizio Goria su Stampa

Dubbi sul Pil 2026. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato il nuovo Piano strutturale di bilancio, che mira a ridurre il deficit e il debito pubblico, mantenendo la spesa primaria al 1,5% nei prossimi sette anni. Il Piano prevede tagli al cuneo fiscale e riduzioni Irpef, investimenti in sanità e rinnovo dei contratti pubblici, senza lasciare indietro nessuno. Si punta anche a riforme in vari settori, come giustizia, concorrenza e pubblica amministrazione, per stimolare la crescita del PIL, che potrebbe aumentare del 3,8% entro il 2031. Il governo considera la demografia un fattore chiave per la sostenibilità del welfare, introducendo politiche per la famiglia e la natalità, mentre l’Ufficio Parlamentare di Bilancio esprime dubbi sulla crescita prevista per il 2026
Paolo Baroni su Stampa

Rischio Ue, i nazionalismi la rendono debole. Il commissario europeo uscente all’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista a La Stampa, esprime preoccupazione per il futuro dell’Unione Europea, temendo un possibile arretramento a causa di nazionalismi e democrazie fragili. Sottolinea l’importanza di una Commissione Europea ambiziosa sotto la guida di Ursula Von der Leyen per contrastare le tendenze nazionaliste. Gentiloni discute anche il ruolo dell’Italia nell’UE, suggerendo che il paese dovrebbe decidere se spingere per un’Europa più forte o rallentarne la crescita. Infine, affronta temi come il nuovo patto di stabilità, che non prevede austerità estrema, e la posizione europea sulla guerra in Ucraina, sottolineando l’importanza dell’unità di fronte a sfide cruciali.
Francesca Schianchi su Stampa

Cuneo con restyling. Il Piano strutturale di bilancio italiano mira a rendere permanente il taglio del cuneo fiscale, inizialmente previsto solo per il 2024, e prevede un restyling per evitare ulteriori tensioni di spesa. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolinea l’importanza del ritorno all’avanzo primario e una gestione rigorosa della spesa pubblica. Il Governo beneficia di maggiori entrate fiscali, che permettono di ridurre il deficit senza rinunciare a misure di politica economica. Tuttavia, sono necessarie ulteriori azioni per evitare un aumento del debito pubblico, che è previsto crescere fino al 2026 prima di iniziare a diminuire. Giorgetti discute anche il contributo delle banche allo sforzo collettivo per il benessere del Paese
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Prudenza e fiducia. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha adottato un approccio prudente nella gestione dei conti pubblici, risultando in una riduzione dello spread e un calo dei rendimenti dei titoli di Stato. Nonostante l’esplosione del debito pubblico e le sfide politiche, i mercati hanno mostrato fiducia nella capacità dell’Italia di controllare le finanze pubbliche. Tuttavia, il Piano strutturale di bilancio prevede una crescita economica in calo, con stime che scendono dall’1,2% del 2025 allo 0,6% del 2029, riflettendo un’immagine di un’Italia che, nonostante le riforme e gli investimenti del Recovery Fund, continua a indebolirsi. Le misure fiscali in preparazione, compresi sgravi contributivi e riduzioni dell’Irpef per i ceti medio-bassi, sono viste come possibili palliativi piuttosto che soluzioni alle cause profonde del rallentamento della produttività e della perdita di potere d’acquisto degli italiani.
Carmine Fotina su Sole 24 Ore

Più fondi alla sanità. Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato che la sanità italiana riceverà oltre 1,3 miliardi di euro per nuove assunzioni e per la defiscalizzazione delle indennità di specificità, con l’obiettivo di migliorare le retribuzioni di medici e infermieri. Schillaci ha sottolineato che i tempi delle liste di attesa sono rispettati e ha evidenziato una linea dura contro le aggressioni al personale sanitario, con i primi arresti già effettuati. Il ministro ha ribadito l’importanza della videosorveglianza negli ospedali e ha espresso l’intenzione di regolamentare gli accessi ai pronto soccorso. Inoltre, Schillaci sta trattando con il Ministro dell’Economia Giorgetti per ottenere ulteriori risorse, insistendo sul fatto che le cifre circolanti di 1,2-1,3 miliardi sono insufficienti e che è necessario evitare sprechi nelle Regioni. –
Mauro Evangelisti su Messaggero

Patto per la maternità. La ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha dichiarato che non ci saranno tagli all’Assegno unico, ma solo potenziamenti, e ha sottolineato l’importanza di un patto per la maternità per contrastare la mancanza di gratificazione e riconoscimento sociale. Durante il G7 delle Pari opportunità a Matera, dal 4 al 6 ottobre, si discuterà di empowerment femminile e lotta alla violenza contro le donne. Roccella ha evidenziato la necessità di un cambiamento culturale e di una rete di supporto tra governo, imprese e enti locali per favorire la genitorialità. Ha inoltre criticato la procedura di infrazione UE contro l’Italia, invitando la sinistra a prendere posizione. Infine, ha sottolineato che le politiche del governo hanno già portato a risultati positivi, come l’aumento dell’occupazione femminile e il supporto alle famiglie.
Massimo Calvi su Avvenire

Bei per chi innova. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI), con la vicepresidente Gelsomina Vigliotti, è al centro dell’attenzione per il suo ruolo nel finanziare l’innovazione e la difesa, come emerge dal rapporto Draghi. La BEI ha ampliato il suo sostegno al settore della difesa, eliminando la soglia minima per i ricavi civili e avviando un programma per le PMI, oltre a collaborare con la NATO. La banca utilizza il venture debt per finanziare startup innovative, come Spotify e Zalando, e ha investito oltre 6 miliardi di euro dal 2015 in più di 200 operazioni. Il FEI, parte del gruppo BEI, ha contribuito indirettamente alla nascita di molti unicorni europei, con investimenti in innovazione che superano i 200 miliardi di euro dal 2000
Andrea Rinaldi su Corriere della Sera

Tim. Il gruppo TLC ha implementato nuove disposizioni organizzative, seguendo la cessione della rete fissa NetCo a Kkr, per rafforzare Tim Enterprise, la divisione focalizzata su soluzioni digitali per aziende e pubblica amministrazione. Roberto Mazzilli è stato nominato a capo del Chief IT Group Office, riportando all’amministratore delegato Pietro Labriola, e avrà il compito di integrare il governo dell’IT nel gruppo. Eugenio Santagata assume la nuova funzione di International Affairs and Business Initiatives, portando la sua esperienza nel settore della difesa e cybersecurity. Tim ha riportato una perdita netta di 646 milioni di euro nel primo semestre, ma con un miglioramento rispetto al semestre precedente e un debito in calo grazie alla vendita della rete. Si prevede che i proventi della cessione di NetCo saranno registrati come utili da attività cessate nel secondo semestre.
_ ell’IT (TFer su Giornale_

Poste. La privatizzazione del 15% di Poste Italiane, per un valore di 2,5 miliardi di euro, sarà aperta anche ai risparmiatori privati e dipendenti, con la possibilità di prenotare azioni online tramite il sito o l’app PostePay. Gli investitori si interrogano sulla convenienza dell’offerta pubblica di vendita (OPV), in attesa di dettagli come il prezzo, mentre gli analisti suggeriscono di valutare le prospettive future di crescita e dividendi dell’azienda. Il contesto di riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE potrebbe favorire gli investimenti in azioni come quelle di Poste Italiane, che prevedono un dividendo/yield stimato superiore all’8% per il 2025
Alessandro Graziani su Sole 24 Ore

Alleanza per le torri. F2i e Rai stanno considerando una possibile aggregazione delle loro controllate infrastrutturali, Ei Towers e Rai Way, con discussioni intensificate dopo l’estate e la risoluzione del rebus politico riguardante il rinnovo del CDA Rai. Un memorandum d’intesa potrebbe essere firmato presto, senza entrare nei dettagli finanziari della fusione, ma rappresenterebbe un passo avanti significativo in un’operazione attesa da tempo. MediaForEurope, azionista di Ei Towers, potrebbe essere coinvolta in seguito. Tuttavia, vi è cautela tra gli esperti e opposizione da parte dei sindacati, mentre la Rai ha in programma di vendere fino al 15% di Rai Way, un’operazione che richiederà tempo e che deve essere compatibile con le opzioni di consolidamento del settore
su Corriere della Sera

Eredità. I legali dei fratelli Elkann hanno respinto le accuse di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato, affermando che non esiste alcun patrimonio occulto dell’eredità Agnelli. Hanno sottolineato che John Elkann è al vertice del gruppo industriale italiano per volontà esplicita del nonno Gianni Agnelli, seguendo una tradizione familiare di successione. La difesa ha ribadito che tutti gli obblighi fiscali e amministrativi sono stati rispettati, e che la residenza in Svizzera di Marella Caracciolo, nonna dei fratelli Elkann, era legittima. Queste dichiarazioni arrivano dopo un sequestro di beni per 74,8 milioni di euro e l’indagine della procura che ipotizza una residenza fittizia all’estero e un piano per sottrarre il patrimonio alle leggi italiane
Giuseppe Legato su Stampa

Urso per Ilva. Il Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato che si attendono ulteriori offerte per l’ex Ilva di Taranto, con l’obiettivo di evitare la frammentazione dell’azienda e mantenere una visione strategica per l’intero polo siderurgico. Durante l’inaugurazione della Fiera del Levante a Bari, ha espresso la speranza di assegnare gli asset entro un anno a chi crede nel settore siderurgico italiano. Attualmente, 15 Paesi partecipano alla procedura internazionale, con tre grandi player internazionali interessati all’intero asset e altri 12 a parti specifiche. Urso è ottimista sulla possibilità di vendere l’asset produttivo in blocco e ha menzionato un piano creditizio già avviato per le imprese fornitrici.
su Stampa

Tecnologia di 20 aziende. Luna Rossa Prada Pirelli, il gioiello della nautica italiana, è il risultato della collaborazione di 20 aziende italiane, molte delle quali sono imprese familiari con una lunga storia e fatturati variabili. Tra i principali fornitori figura il Persico Group, che ha giocato un ruolo chiave nella realizzazione dell’AC75, la barca in gara per la 37ª America’s Cup. Sponsor di rilievo come Prada e Pirelli hanno contribuito sia finanziariamente sia con prodotti specifici, come le divise e componenti speciali per la barca. Altre aziende, come Cariboni e Cropelli srl, si sono specializzate nella fornitura di componenti cruciali come l’idraulica e le wing del foil. Questa sinergia tra eccellenze italiane non solo ha portato alla creazione di una barca competitiva ma rappresenta anche il successo dell’industria italiana e la sua capacità di innovazione e collaborazione.
Marigia Mangano su Sole 24 Ore

Più vantaggi. Lars Feld, consigliere economico del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, sostiene che un’eventuale fusione tra UniCredit e Commerzbank porterebbe più vantaggi che svantaggi, nonostante il sistema bancario tedesco sia poco redditizio e inefficiente. Feld, favorevole al completamento dell’Unione bancaria e dell’Unione dei mercati dei capitali, ritiene necessarie più fusioni transfrontaliere in Europa. Critica la posizione tedesca contraria alla condivisione del rischio fiscale, come il sistema comune di garanzia dei depositi e gli Eurobond, sottolineando l’incoerenza di opporsi alle fusioni bancarie. Mentre il Cancelliere Olaf Scholz si è espresso contro l’acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit, Lindner mantiene un atteggiamento cauto e aperto alle opzioni future. Il futuro della fusione dipenderà dall’approvazione della BCE e dalle mosse di UniCredit, con l’azione Commerzbank che ha già visto un aumento di valore
Isabella Bufacchi su Sole 24 Ore

La carica delle mini banche tedesche. Il sistema bancario tedesco è caratterizzato da un’alta frammentazione, con 1.324 banche al luglio scorso, dominato da piccoli istituti pubblici e cooperative che detengono circa due terzi dei prestiti alle imprese e una quota significativa dei depositi. Le tre maggiori banche, Deutsche Bank, Commerzbank e HVB, possiedono solo l’11%-12% degli attivi e dei depositi nazionali. Questa struttura unica, con molte banche orientate non solo al profitto, offre alle PMI un migliore accesso al credito. Tuttavia, il sistema soffre di un rapporto cost-to-income elevato e di un basso Return on Equity rispetto alla media europea. Nonostante le pressioni per il consolidamento, il processo è lento e ostacolato dall’importanza delle banche per la politica locale e dalla mancanza di interesse a livello federale per una riforma radicale del settore.
Isabella Bufacchi su Sole 24 Ore

Incertezza. Vincent Mortier, capo degli investimenti di Amundi, interpreta il taglio dei tassi della Fed dello 0,5% come una misura preventiva contro le turbolenze future legate alle elezioni americane e al deterioramento del mercato del lavoro. Le elezioni potrebbero portare instabilità, con Trump e Harris che propongono espansioni fiscali in un contesto di deficit e debito pubblico elevati. In Europa, la BCE potrebbe continuare a tagliare i tassi per sostenere l’economia, nonostante l’incertezza politica in Francia abbia fatto salire lo spread tra Oat e Bund. Mortier ritiene che gli eurobond non siano ancora attuali per l’UE e suggerisce agli investitori di diversificare gli investimenti azionari a lungo termine, anche geograficamente, focalizzandosi su aziende solide che distribuiscono dividendi.
Giovanni Pons su Repubblica

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Ucciso Nasrallah. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è stato ucciso in un raid israeliano su Beirut, scatenando una crisi in Libano e minacce di rappresaglia da parte dell’Iran. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che è stata fatta giustizia, mentre il governo libanese ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. La tensione è alta, con l’esercito dispiegato per prevenire disordini e migliaia di sfollati, inclusi sciiti e siriani, senza un rifugio sicuro. La morte di Nasrallah ha esposto le divisioni politiche nella regione, con alcune comunità arabe che esprimono ostilità verso Hezbollah, mentre altre, come la Siria governativa, dichiarano lutto. La situazione rimane instabile, con ulteriori attacchi israeliani e la chiusura del collegamento aereo diretto tra l’Iran e Hezbollah.
Marta Serafini su Corriere della Sera

Biden: giustizia è fatta. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, un atto di giustizia per le vittime dell’organizzazione, sottolineando il diritto di Israele alla difesa e l’obiettivo di ridurre l’escalation dei conflitti in Medio Oriente. La vicepresidente Kamala Harris ha etichettato Nasrallah come terrorista, mentre a livello internazionale si registrano appelli per un cessate il fuoco e preoccupazioni per la potenziale spirale di violenza nella regione. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha criticato l’uso di metodi terroristici per scopi politici. In Italia, la presidente Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno rispettivamente sottolineato l’importanza della diplomazia e invitato i cittadini italiani a lasciare il Libano, mentre Giuseppe Conte ha condannato l’azione di Israele come una violazione del diritto internazionale umanitario.
Irene Soave su Corriere della Sera

Musulmani reagite. In Iran, la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è stata accolta con festeggiamenti da parte di alcuni cittadini che infrangono le leggi della dittatura islamista, brindando con alcolici proibiti e condividendo video sui social media. Nonostante l’attivista e premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi chieda il cessate il fuoco, la popolazione esulta per il colpo inferto agli ayatollah, considerando l’uccisione di Nasrallah un indebolimento dei propri oppressori. Il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei, è stato trasferito in un luogo sicuro e invoca vendetta, mentre il neopresidente moderato Masoud Pezeshkian affronta pressioni sia interne che esterne. Secondo Paul Salem, ex presidente del Middle East Institute, la dittatura iraniana è vulnerabile e potrebbe optare per una de-escalation, mentre Israele guadagna vantaggio strategico. Nel frattempo, il governo iraniano inasprisce le pene contro le donne che non indossano correttamente il velo, mostrando un aumento della repressione interna.
Greta Privitera su Corriere della Sera

Restate fuori. Israele ha imposto un embargo militare contro il Libano, minacciando di colpire qualsiasi mezzo di trasporto proveniente da Iran o Siria e diretto a Beirut, in risposta alle attività di Hezbollah. Gli attacchi israeliani hanno colpito depositi vicino all’aeroporto di Beirut e il quartiere di Dahieh, mentre il governo Netanyahu ha chiesto agli USA di esercitare pressioni su Teheran. Nonostante ciò, le milizie sciite continuano ad attaccare Israele, con gli Houthi che hanno lanciato un missile verso Tel Aviv. Il ministro della Difesa israeliano e il capo di stato maggiore discutono piani per un’offensiva più ampia, mentre Netanyahu giustifica l’uccisione del leader di Hezbollah Nasrallah come essenziale per la sicurezza di Israele. Nel frattempo, le tensioni interne crescono a causa delle proteste contro il governo e delle critiche dei ministri di estrema destra verso i piloti dell’aviazione militare.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Le spie e il si fatale. L’articolo di Guido Olimpio descrive un’operazione di intelligence e un attacco militare israeliano che ha portato all’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. I servizi segreti israeliani, dopo mesi di raccolta dati e sorveglianza, hanno sfruttato un viaggio di Netanyahu a New York per ingannare Nasrallah, facendogli abbassare la guardia. La diplomazia occidentale, nel frattempo, cercava di mediare una tregua tra le parti, ma il rifiuto di Netanyahu, influenzato dall’estrema destra e dalla necessità di guadagnare tempo, ha portato alla decisione finale di attaccare. L’operazione, condotta da jet F-15, ha causato la distruzione di edifici e la morte di Nasrallah e altri esponenti, lasciando vuoti nei ranghi di Hezbollah. In risposta, Hezbollah ha lanciato razzi verso Israele, ma gli attacchi israeliani sono continuati contro altri obiettivi.
Guido Olimpio su Corriere della Sera

Vertici azzerati. Hashem Safieddine, cugino e possibile successore di Nasrallah, leader di Hezbollah, è emerso come il candidato più probabile alla guida dell’organizzazione dopo un attacco che ha decimato la sua leadership. Cresciuto a Tiro e formatosi a Qom, Iran, Safieddine condivide non solo legami familiari ma anche una visione ideologica con Nasrallah, essendo entrambi discepoli di Imad Mughniyeh. Gestisce le operazioni civili di Hezbollah e partecipa al consiglio di guerra, essendo stato inserito nella lista nera degli Stati Uniti nel 2017. I suoi legami con l’Iran sono rafforzati dal matrimonio di suo figlio con la figlia del defunto generale Qassem Soleimani, evidenziando la stretta alleanza tra Hezbollah e l’Iran nella lotta contro Israele e l’Occidente.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Corsa contro il tempo. Franklin Foer, in un articolo su The Atlantic, analizza la politica americana in Medio Oriente, evidenziando due episodi significativi: un malinteso che ha quasi portato Israele a una guerra preventiva e la risposta di un generale israeliano sulle vittime civili, che riflette l’influenza della formazione militare americana. L’articolo pone interrogativi sulla capacità dell’amministrazione Biden di gestire la situazione in Libano e Gaza, dove la diplomazia febbrile ha finora evitato l’escalation, ma la morte di Nasrallah e le tensioni crescenti rendono incerto il futuro. Foer esprime scetticismo sulle possibilità di cambiamento, citando il fallimento di un piano ambizioso che avrebbe potuto trasformare il Medio Oriente, incluso un accordo tra Israele e l’Arabia Saudita, a causa dell’assenza di un cessate il fuoco. Nonostante l’idealismo dell’amministrazione Biden e la consapevolezza dei continui fallimenti, persiste la speranza di un possibile successo diplomatico
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Iran, vendetta ma non guerra totale. L’Ayatollah Khamenei, Guida Suprema dell’Iran, ha lanciato un appello alla Jihad e al reclutamento di volontari in risposta alle azioni di Israele che hanno indebolito Hezbollah e Hamas, mettendo in pericolo la sicurezza iraniana. Nonostante le minacce di rappresaglia, Teheran sembra intenzionata a evitare una guerra totale, valutando con cautela le proprie mosse per proteggere la Repubblica Islamica. Alcuni suggeriscono che l’Iran potrebbe accelerare il suo programma nucleare per ristabilire la deterrenza, ma ciò comporterebbe rischi significativi, inclusa la possibilità di un intervento militare israeliano. Nel frattempo, il presidente iraniano Pezeshkian è a New York per l’Assemblea delle Nazioni Unite, cercando di negoziare sul programma nucleare in cambio della rimozione delle sanzioni, nonostante l’omicidio di Nasrallah.
Gabriella Colarusso su Repubblica

Tra gli orfani di Beirut. Il reportage di Gabriella Colarusso descrive la devastazione a Beirut Sud, colpita dalle bombe israeliane, dove i soccorritori cercano invano superstiti tra le rovine. La morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, segna la fine di un’epoca e lascia la comunità sciita in lutto, mentre il resto del Libano oscilla tra inquietudine e sollievo. Il movimento, privato della sua guida carismatica e della sua struttura logistica, si trova a fronteggiare un trauma politico e sociale, con migliaia di famiglie che dipendevano da esso per sostentamento e sicurezza. La tensione è alta a Beirut, dove si temono assalti e tensioni intercomunitarie, mentre alcuni si organizzano in guardie civili e altri sognano un Libano democratico e pacifico, libero dal controllo delle milizie
Gabriella Colarusso su Repubblica

Complicità iraniane. Gilles Kepel, noto esperto di Medio Oriente, sostiene che l’uccisione del leader di Hezbollah, Nasrallah, potrebbe non essere avvenuta senza la complicità di alcuni elementi dell’intelligence iraniana. Questo evento, insieme ad altre morti sospette come quella dell’ex presidente iraniano Raisi, segna un potenziale cambio di paradigma nella regione, come analizzato nel suo nuovo libro “Olocausti”. Kepel dubita della capacità di Hezbollah di riprendersi e ipotizza che una parte dell’establishment iraniano possa desiderare un cambio di regime per evitare un confronto diretto con Israele. Netanyahu, sentendosi in posizione di forza, punta a indebolire i nemici di Israele, seguendo una strategia simile a quella degli USA contro l’URSS durante la Guerra Fredda.
Anais Ginori su Repubblica

Ius scholae. Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza della protezione dei soldati italiani in Medio Oriente e ha respinto l’idea di un referendum sull’autonomia, sostenendo la necessità di una presenza ONU in Gaza e Cisgiordania. Tajani ha ribadito la coerenza di Forza Italia nel sostenere l’Ucraina senza essere in guerra con la Russia. Sul fronte interno, ha difeso la proposta di legge sullo Ius scholae, che mira a una più completa integrazione degli studenti stranieri, e ha annunciato una stretta sullo Ius sanguinis per prevenire abusi. Tajani ha anche respinto le voci di un veto da parte della premier Meloni sulla questione della cittadinanza, assicurando che il testo sarà presto condiviso con lei.
Matteo Marcelli su Avvenire

Bibi mente. Nabih Berri, presidente del parlamento libanese, accusa il primo ministro israeliano Netanyahu di mentire e di aver ritirato il suo assenso a un cessate il fuoco precedentemente concordato, ostacolando gli sforzi per fermare la guerra. Berri sottolinea l’importanza morale e politica di applicare la risoluzione 1701 dell’ONU e di estendere la tregua di 21 giorni proposta da USA e Francia anche a Gaza. Afferma che, nonostante le manovre di Netanyahu, l’accordo di cessate il fuoco è inevitabile e che il Libano attende pressioni internazionali su Israele per fermare il conflitto. Nel frattempo, il Libano affronta la crisi degli sfollati e Berri elogia la solidarietà internazionale e la cooperazione tra i libanesi, in particolare l’azione del leader druso Walid Jumblatt nell’aiutare gli sfollati.
Mounir Rabih su Stampa

Meloni cauta non si schiera. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni adotta una posizione cauta e non si schiera apertamente con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, seguendo la linea prudente del segretario di Stato americano Antony Blinken. Meloni, in contatto con i ministri di Esteri e Difesa, enfatizza la necessità di riaprire il dialogo diplomatico e di evitare un’escalation del conflitto in Medio Oriente. Il governo italiano sollecita gli italiani a lasciare il Libano, nonostante la situazione non sembri allarmante, e cerca di proteggere i circa 1.200 militari italiani presenti nel paese attraverso garanzie ottenute dal governo di Israele. Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’approccio di Netanyahu, che ha definito l’ONU una “palude antisemita” e sembra orientato verso una guerra totale.
Adalberto Signore su Giornale

La storia che si ripete. Hassan Nasrallah, leader di Hizbullah, ha espresso rammarico per la guerra con Israele del 2006, scatenata dal rapimento di due soldati israeliani. Nel recente conflitto, Hizbullah ha lanciato razzi a sostegno di Gaza, provocando la rappresaglia israeliana e una spirale di violenza che si è intensificata quando Israele ha preso di mira la leadership e gli armamenti di Hizbullah, causando ingenti danni e vittime. Nonostante le pesanti perdite e la crisi economica del Libano, Nasrallah ha giurato di continuare a combattere, ma la sua posizione è indebolita dai sospetti interni e dalle pressioni esterne, tra cui la riluttanza dell’Iran a intervenire. La proposta di un cessate il fuoco di 21 giorni mira ad attuare una risoluzione delle Nazioni Unite, ma non è certo che Nasrallah sia d’accordo, poiché potrebbe essere vista come una sconfitta contro la sua strategia di lunga data di unità militare regionale contro Israele.
su Economist

Israele si prepara alla ritorsione. Il primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu ha dichiarato che l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, rappresenta un punto di svolta storico che indebolisce l’asse del male guidato dall’Iran e vendica le morti di numerosi israeliani. Tuttavia, ha avvertito che ci saranno giorni difficili in arrivo, mentre l’Iran ha chiamato i musulmani a vendicarsi e il presidente Biden ha esortato alla moderazione per evitare un’escalation del conflitto. Gli attacchi aerei israeliani su Beirut hanno causato oltre 1.000 morti e la distruzione delle presunte sedi di Hezbollah, con 50.000 persone in fuga verso la Siria. Mentre Tel Aviv si prepara per possibili rappresaglie, con l’abbattimento di un missile balistico Houthi, la comunità internazionale cerca soluzioni diplomatiche per evitare una guerra regionale più ampia.
Stefanie Slinski su Sunday Times

Prospettiva, Medio Oriente in fiamme. David Petraeus, ex comandante delle forze alleate in Iraq e Afghanistan, e lo storico Andrew Roberts analizzano il conflitto in Medio Oriente, suggerendo che il primo ministro israeliano Netanyahu potrebbe trarre insegnamenti dai successi e fallimenti in Iraq e Afghanistan. La recente uccisione di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, segna il culmine di una lunga discussione strategica interna a Israele su come rispondere agli attacchi dell’ottobre scorso, con Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant che hanno adottato approcci diversi prima di giungere a un compromesso. Mentre la situazione a Gaza è ancora in sospeso, l’attenzione di Israele si sposta verso Hezbollah nel nord, con la possibilità di un intervento militare di terra se la diplomazia fallisce. Il libro “Conflict: The Evolution of Warfare from 1945 to Gaza” di Petraeus e Roberts esamina come la guerra sia cambiata negli anni recenti, con l’uso di tecnologie come la cyber guerra e l’intelligenza artificiale, e critica l’ONU per la sua incapacità di prevenire il conflitto, mentre il Medio Oriente si trova sull’orlo di una guerra totale.
Davis Petraeus su Sunday Times

L’inazione di Biden. Durante una settimana cruciale, sia l’Ucraina che Israele hanno affrontato conflitti intensi, con gli Stati Uniti che hanno esortato entrambi a non intensificare l’uso della forza. Il presidente ucraino Zelensky ha cercato, senza il pieno sostegno degli Stati Uniti, di ottenere armi per colpire più in profondità in Russia, mentre il suo influsso in Occidente sembra diminuire. Nel frattempo, il primo ministro israeliano Netanyahu ha ignorato gli avvertimenti degli Stati Uniti, mirando a sopprimere gli attacchi di Hezbollah e a colpire l’influenza iraniana nella regione. Il presidente Biden, che ha mostrato riluttanza nell’uso della forza, si trova a bilanciare il supporto agli alleati con il rischio di conflitti nucleari o regionali più ampi. Mentre il sostegno occidentale all’Ucraina vacilla, Israele continua a ricevere armi dagli Stati Uniti, con Netanyahu che sfrutta la situazione per perseguire i suoi obiettivi militari.
Mark Urban su Sunday Times

Momento decisivo. La guerra in Ucraina sta andando male e sia l’Ucraina che i suoi alleati occidentali devono affrontare la realtà di una possibile sconfitta. Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede più armi e finanziamenti, è evidente la necessità di un cambiamento radicale nella strategia. L’Ucraina sta soffrendo sia sul campo di battaglia, con perdite significative, sia a livello civile, con gravi danni alla sua infrastruttura energetica. All’estero, il sostegno sta vacillando, con figure politiche che mettono in discussione la saggezza di sostenere ulteriormente l’Ucraina. L’articolo suggerisce che l’Ucraina dovrebbe perseguire una definizione realistica di vittoria, concentrarsi sul rafforzamento della sua industria bellica e considerare l’adesione alla NATO come parte di una nuova strategia per garantire la sicurezza e il futuro democratico del paese
su Economist

Deterrenza. L’Europa accoglie il dispiegamento di missili americani non nucleari in Germania come parte di una svolta nella politica di sicurezza tedesca e un rinnovato interesse europeo per le capacità di attacco a lungo raggio, ispirato dalle lezioni della guerra in Ucraina. Questo movimento, che include missili come il Tomahawk e l’ipersonico Dark Eagle, mira a rafforzare la deterrenza contro la Russia e a bilanciare le capacità militari tra la NATO e la Russia. Nonostante alcune preoccupazioni politiche interne e timori di escalation, l’Europa sta anche cercando di sviluppare la propria capacità di attacco a lungo raggio, collaborando su progetti come un missile da crociera e droni, pur affrontando la sfida di garantire l’autonomia operativa senza il sostegno dei dati di intelligence americani.
K 2024 boomer su Economist

Rischio altra onda nera. In Austria si svolgono oggi le elezioni parlamentari con il rischio di un’ascesa dell’estrema destra, guidata da Herbert Kickl della Fpoe, che è in testa nei sondaggi con il 27%. Il partito Popolare (Oevp) del cancelliere uscente Karl Nehammer segue da vicino, promettendo di non allearsi con la Fpoe a meno che Kickl non venga escluso. Un recente scandalo ha colpito la Fpoe, con membri del partito filmati mentre cantavano un inno delle SS. I Socialdemocratici e i Verdi, insieme ai liberali Neos, sono più indietro nei sondaggi, rispettivamente al 20% e al 9%, con i temi della campagna elettorale dominati da immigrazione e sicurezza. Le possibili alleanze post-elettorali sono incerte, con i Popolari che potrebbero essere costretti a riconsiderare la loro posizione se scivolassero al terzo posto
su Repubblica

Giappone. Il 27 settembre, il Partito Liberal Democratico del Giappone (LDP) terrà un voto interno per scegliere il suo nuovo leader, che diventerà il primo ministro del Giappone il 1° ottobre, sostituendo Kishida Fumio. La gara vede tre candidati principali: Koizumi Shinjiro, giovane riformista che vuole modernizzare le leggi sociali; Takaichi Sanae, nazionalista di destra che rischia di inasprire le relazioni con i vicini asiatici; e Ishiba Shigeru, veterano con un focus sulla difesa e sulle regioni periferiche. Il vincitore dovrà gestire relazioni tese con la Cina, collaborare con un nuovo presidente americano, guidare il LDP attraverso elezioni imminenti e mantenere l’unità del partito per evitare un ritorno all’instabilità politica
su Economist

Presentimento. Il governo laburista britannico, guidato da Sir Keir Starmer, sta affrontando difficoltà dopo meno di tre mesi dalla vittoria elettorale, con cali nei sondaggi e una serie di errori, tra cui controversie riguardanti regali ricevuti da Starmer e sua moglie. Nonostante le critiche, il governo ha introdotto politiche positive come la promozione dell’energia eolica e l’accelerazione dell’edilizia urbana, e ha migliorato le relazioni con l’UE. Tuttavia, la strategia elettorale prudente del Labour ha limitato la sua capacità di manovra in carica, evitando di toccare le principali tasse o di avvicinarsi all’Europa. L’articolo suggerisce che senza una visione chiara e la volontà di affrontare scelte difficili, il governo rischia di perdere ulteriore sostegno e di non riuscire a stimolare la crescita economica necessaria per il paese.
su Economist

Lula per l’Amazzonia. La lotta contro la deforestazione in Amazzonia, guidata dal presidente brasiliano Lula, si scontra con il riscaldamento globale e gli intrighi politici. La regione è devastata da incendi che hanno distrutto una superficie grande come l’Irlanda, mentre il Brasile affronta la peggior siccità degli ultimi 75 anni. Lula ha mobilitato l’esercito contro gli incendi e ha ottenuto una riduzione del 60% della deforestazione, ma deve mediare con il Blocco rurale che sostiene il suo governo. La ministra dell’Ambiente, Marina Silva, sottolinea che le alte temperature e i forti venti favoriscono gli incendi. L’obiettivo delle Nazioni Unite è di porre fine alla deforestazione illegale entro il 2030, ma il cammino è ostacolato da interessi economici e dalla necessità di proteggere le popolazioni locali, come evidenziato dal dibattito sulla riapertura dell’autostrada BR-319
Daniele Mastrogiacomo su Repubblica

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Due anni di Meloni. Il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni, dopo quasi due anni di mandato, affronta un bilancio di consensi e critiche. Il consenso iniziale era al 51%, ma è sceso al 44%, con perdite maggiori tra i ceti economici bassi, mentre si mantiene meglio tra quelli più elevati. Il governo riceve apprezzamenti per la politica estera, il sostegno alle imprese e il Pnrr, ma incontra critiche su temi come sanità, tasse, pensioni e sicurezza. Nonostante un certo disincanto rispetto alle aspettative iniziali, non emergono alternative praticabili, suggerendo la necessità per il governo e la premier di reagire al progressivo logoramento del consenso.
Nando Pagnoncelli su Corriere della Sera

Tajani ferma Calderoli. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha respinto le richieste di maggior autonomia nelle relazioni internazionali e nel commercio estero avanzate da Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria, sostenendo che non ci sono margini di mediazione e che tali competenze devono rimanere di esclusiva pertinenza dello Stato per garantire efficacia e coerenza all’azione internazionale dell’Italia. La risposta di Tajani è stata una reazione alla proposta di Roberto Calderoli, Ministro degli Affari regionali, che aveva sollecitato un confronto sulle materie da devolvere alle regioni. La posizione di Tajani ha creato tensioni all’interno del governo e della maggioranza, con particolare malcontento da parte della Lega, il cui leader, Calderoli, ha espresso forte disappunto. Nel frattempo, alcune regioni contrarie alla proposta di autonomia differenziata hanno depositato quesiti referendari per abrogare la legge o parti di essa
Antonio Fraschilla su Repubblica

Basta toni da imbonitori. Durante una visita in Germania, il presidente italiano Sergio Mattarella ha criticato coloro che negano l’emergenza climatica e offrono soluzioni semplicistiche, definendoli “imbonitori”. A Bonn, in un seminario sull’ambiente, ha sottolineato l’urgenza di una transizione energetica sostenibile, che coniughi politiche climatiche ambiziose con la crescita e il benessere, senza causare sconvolgimenti sociali. Mattarella ha evidenziato l’importanza di un’azione collettiva tra Stati e aziende, in particolare tra Germania e Italia, e ha citato l’ex primo ministro italiano Mario Draghi, sottolineando la necessità di abbandonare i combustibili fossili. Infine, ha ricordato che le risposte finora date alla crisi climatica sono state inadeguate e ha delineato tre punti per affrontare il cambiamento climatico: diventare un’avanguardia tecnologica, decarbonizzare l’economia e diversificare le fonti energetiche
Concetto Vecchio su Repubblica

Sfido Conte in tv. Matteo Renzi, leader di Italia Viva (IV), ha annunciato che il suo partito non appoggerà il candidato del centrosinistra Andrea Orlando alle elezioni regionali in Liguria, creando tensioni all’interno del cosiddetto “campo largo”. Renzi ha sfidato l’ex premier Giuseppe Conte a un confronto televisivo, accusandolo di utilizzare la sua figura per attaccare la segretaria del Partito Democratico (Pd), Elly Schlein. Renzi si è espresso con orgoglio per aver contribuito a portare Mario Draghi al governo, ritenendo che abbia salvato l’Italia, e ha sottolineato l’importanza di costruire un’alternativa credibile al governo di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, basata su contenuti concreti come la detassazione degli straordinari e degli utili aziendali. Infine, ha criticato Conte per la sua politica estera e per le accuse di utilizzare le istituzioni per fini personali, sfidandolo a chiarire la sua posizione in un dibattito pubblico
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

Basta sparare sugli alleati. Francesco Boccia, capogruppo del Partito Democratico (Pd) al Senato, critica il Movimento 5 Stelle (M5S) per indebolire l’opposizione attaccando gli alleati anziché il governo di destra, sottolineando che tali azioni hanno portato il M5S a perdere consensi. Boccia enfatizza l’importanza di un’opposizione unita e coesa, capace di affrontare temi cruciali come salari, sanità, ambiente ed Europa, per contrastare efficacemente la destra al governo. Pur riconoscendo le divergenze su questioni come la riforma della cittadinanza e i decreti sicurezza, Boccia respinge la negoziazione sui principi e invita a superare le divisioni per costruire una coalizione forte. Infine, riguardo alla leadership di Elly Schlein e ai rapporti con Matteo Renzi, Boccia afferma che la politica si basa sui numeri e che il Pd, essendo la principale forza di opposizione, deve essere il fulcro dell’alternativa a Giorgia Meloni.
Giovanna Vitale su Repubblica

Tensioni romane. Andrea Orlando, candidato presidente della Regione Liguria, si trova in difficoltà a causa delle tensioni politiche nazionali che hanno influenzato la formazione della coalizione di opposizione locale. Il partito Italia Viva, guidato da Matteo Renzi, è stato escluso dall’alleanza, decisione che ha portato anche +Europa e i Socialisti a non sostenere Orlando. Questa situazione ha creato soddisfazione in alcuni settori della sinistra, come Sinistra Italiana e Europa Verde, che vedono la rottura come un passo verso maggiore credibilità. Tuttavia, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, critica il Partito Democratico per la strategia adottata e teme che il M5S venga marginalizzato. La segretaria del PD, Elly Schlein, rimane convinta che un’alleanza ampia sia necessaria per battere il centrodestra, nonostante le recenti tensioni e le prossime sfide elettorali in altre regioni
Adriana Logroscino su Corriere della Sera

I danni di Orlando. – Andrea Orlando, candidato alla guida della Liguria con lo slogan “Fare per bene”, ha un passato ministeriale controverso. Durante il suo mandato ha preso decisioni che hanno avuto ripercussioni negative sulla regione. Accusa Bucci che i rigassificatori li ha voluti proprio il Pd, che nel suo programma elettorale del 2022 li definiva «necessari»; la cosa più clamorosa è che, come si legge e negli atti del consiglio dei ministri del 22 maggio 2022 che ha preso quella decisione, quel «decreto energia investimenti» è stato approvato «su proposta del Presidente Mario Draghi e dei Ministri dell’economia e delle finanze Daniele Franco, della transizione ecologica Roberto Cingolani, dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando.
Diego Pistacchi su Giornale del Piemonte e della Liguria

Ius scholae. Il referendum sulla cittadinanza promosso da +Europa ha superato le 500mila firme, portando la questione all’esame della Corte Costituzionale per valutare l’ammissibilità del voto. Il quesito propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia per richiedere la cittadinanza, che verrebbe poi trasmessa ai figli minorenni. Un sondaggio mostra che il 52,4% degli italiani è contrario a questa riduzione, mentre il 35,6% è favorevole. La maggioranza degli elettori di governo, in particolare di Lega e Fratelli d’Italia, si oppone alla proposta, mentre i partiti di opposizione come il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra mostrano maggiore supporto. Le preoccupazioni riguardano la sicurezza del percorso di naturalizzazione e l’assimilazione dei valori della società italiana
Alessandra Ghisleri su Stampa

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