Tra gli arrestati della curva dell’ Inter spiccano Marco Ferdico e Andrea Beretta, legati alla famiglia Bellocco della ‘ndrangheta, mentre sul versante rossonero, tra gli arrestati vi sono Luca e Francesco Lucci
Nell’ambito di un’importante operazione che ha smantellato i vertici delle tifoserie organizzate di Milan e Inter, 19 esponenti sono stati arrestati con accuse che includono associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa, estorsione e controllo illecito di vari settori connessi alle partite, come la vendita di biglietti, parcheggi e merchandising. Gli arrestati sono figure ben note nelle curve italiane, alcune con legami alla criminalità organizzata.
Il “patto di non belligeranza” tra le curve di Milan e Inter
L’indagine ha rivelato che l’ accordo tra le due tifoserie, noto come “patto di non belligeranza” risalente al 1983 ha di fatto lo scopo di evitare conflitti tra i gruppi e di massimizzare i profitti illeciti derivanti dal calcio. Un esempio recente di questo patto riguarda la spartizione dei biglietti per la finale di Champions League del 2023: indipendentemente dal risultato sportivo, le curve avrebbero condiviso una parte dei biglietti.
La curva dell’Inter e i legami con la ‘ndrangheta
Tra gli arrestati spiccano Marco Ferdico e Andrea Beretta, legati alla famiglia Bellocco della ‘ndrangheta. Questi rapporti tra la curva e la criminalità erano già emersi due anni fa, con l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico leader della Curva Nord. Le indagini mostrano come i capi ultrà non fossero mossi dalla passione per il calcio, ma dal desiderio di guadagno illecito.
La curva del Milan e i fratelli Lucci
Sul versante rossonero, tra gli arrestati vi sono Luca e Francesco Lucci. Luca, già condannato per traffico di droga, è noto per i suoi legami con personaggi del mondo musicale, in particolare rapper italiani, come evidenziato nell’indagine. I rapporti tra ultrà e star del rap, tra cui Fedez, sono parte dell’inchiesta, in particolare riguardo alla sponsorizzazione di prodotti commerciali all’interno dello stadio.
Le società Milan e Inter: parti offese nell’indagine
Le due società calcistiche, Milan e Inter, risultano parti offese, avendo implementato sistemi per prevenire illeciti. Tuttavia, dovranno dimostrare di aver reciso definitivamente i legami con le curve per evitare sanzioni più gravi, come l’amministrazione giudiziaria di alcuni settori del club. La Procura di Milano ha avviato un “procedimento di prevenzione” e sta collaborando con i legali delle due squadre per risolvere le criticità.
Nell’ambito dell’indagine sugli affari, le violenze e le intimidazioni degli ultrà delle curve milanesi, potrebbero essere ascoltate come persone informate sui fatti diverse figure di spicco del calcio italiano. Tra questi l’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi, il vicepresidente Javier Zanetti, l’ex difensore Milan Skriniar (ora al PSG), e il capitano del Milan, Davide Calabria.
Queste audizioni, che saranno condotte dai pm Paolo Storari e Sara Ombra in collaborazione con la Polizia e la Guardia di Finanza, mirano a fare luce sulle presunte pressioni e intimidazioni esercitate dagli ultrà sui club e sui legami tra i gruppi organizzati di tifosi e la criminalità. I dirigenti, i responsabili e i calciatori di entrambe le squadre, i cui nomi compaiono negli atti, verranno convocati per chiarire il loro ruolo o la loro conoscenza dei fatti.
Implicazioni sportive: la mossa della FIGC
A livello sportivo, la FIGC ha già richiesto l’ordinanza e gli atti dell’indagine per valutare eventuali violazioni del codice sportivo da parte delle due società o dei loro tesserati. Potrebbero essere imposte sanzioni, come multe o inibizioni, qualora fossero dimostrati contatti tra i dirigenti dei club e i capi ultrà.
Questa inchiesta rappresenta un passaggio cruciale per determinare l’estensione dell’influenza delle frange più radicali delle curve e il livello di connivenza o di resistenza mostrato dalle società calcistiche.
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