Trump, ha promesso di portare a termine le guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente. Questo impegno sembra aver dato impulso a un’ondata di iniziative diplomatiche
Il neo-eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha promesso di portare a termine le guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente. Questo impegno sembra aver dato impulso a un’ondata di iniziative diplomatiche. Il ministro degli Affari Strategici di Israele, Ron Dermer, ha intrapreso un viaggio a Washington dopo essere stato recentemente in Russia, dove ha discusso con le autorità locali dell’attuale conflitto tra Israele e Hezbollah in Libano. Anche il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha accennato a sviluppi positivi, rivelando di aver parlato con Trump già tre volte: «Vediamo grandi opportunità per Israele, sia per la pace che per il suo ampliamento», ha dichiarato Netanyahu, fiducioso nel sostegno del nuovo presidente.
Progressi nei negoziati tra Stati Uniti, Israele e Libano
In data 10 novembre, fonti statunitensi hanno confermato che i negoziati per il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah sembrano progredire, grazie alla mediazione di Amos Hochstein, inviato del presidente Biden, e con il supporto di Trump. Al centro del dialogo ci sarebbe anche un possibile accordo per la liberazione di ostaggi, una misura che Trump vede come un primo successo da presentare al momento del suo insediamento il 20 gennaio. In questo contesto, il Libano potrebbe rappresentare una svolta cruciale, anche grazie alla cooperazione con Netanyahu.
Carta bianca a Israele per concludere il conflitto
Trump ha incoraggiato Israele a “fare ciò che deve fare” e a “chiudere la guerra” rapidamente, senza fare menzione della situazione dei civili palestinesi e libanesi. Di fatto, il presidente eletto offre un ampio margine di azione allo Stato israeliano, purché si ottenga una fine del conflitto visibile prima del suo ingresso alla Casa Bianca. Inoltre, secondo il sito israeliano Ynet, Israele avrebbe tenuto recenti consultazioni con la Russia per valutare un allentamento delle tensioni non solo lungo il confine settentrionale, ma anche con l’Iran e per un possibile cessate il fuoco con Hamas a Gaza.
Raid israeliani in Libano e Siria
Nonostante i negoziati in corso, le operazioni militari proseguono. Almeno 23 persone sono rimaste uccise oggi in un attacco israeliano contro una cittadina sciita nel nord di Beirut, situata in una regione prevalentemente cristiana. Secondo il ministero della Sanità libanese, tra le vittime ci sarebbero sette bambini. Israele avrebbe inoltre lanciato un raid in Siria, colpendo un edificio vicino a Damasco usato da Hezbollah. L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che l’attacco, avvenuto nell’area di Sayyida Zeinab, roccaforte di gruppi filo-iraniani, avrebbe causato la morte di tre persone.
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