Pur riconoscendo la legittimità complessiva della legge, la Corte ha dichiarato incostituzionali diversi punti centrali, sollevati dalle regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania
La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che impone significativi limiti alla legge sull’autonomia differenziata, nota come “legge Calderoli”, presentata come strumento per ampliare i poteri di alcune regioni italiane. Pur riconoscendo la legittimità complessiva della legge, la Corte ha dichiarato incostituzionali diversi punti centrali, sollevati dalle regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Le motivazioni dettagliate della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane, ma già il testo sintetico rilasciato rivela una sostanziale riduzione dell’autonomia concessa alle regioni.
L’Intervento del Parlamento e il Ruolo della Corte
La Corte ha ribadito che spetta al Parlamento intervenire per colmare le lacune create dall’accoglimento di alcuni rilievi di costituzionalità, salvaguardando i principi costituzionali. Inoltre, ha chiarito che resterà competente a vagliare eventuali futuri ricorsi riguardanti singole leggi di differenziazione. In questo modo, il Parlamento dovrà lavorare per assicurare che la legge sia funzionale e costituzionalmente coerente, senza sottrarre poteri o competenze al ruolo centrale dello Stato.
I Profili di Incostituzionalità della Legge Calderoli
Il Caso dei Livelli Essenziali di Prestazione (Lep)
Uno degli aspetti più criticati della legge riguarda i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), che stabiliscono gli standard minimi di servizi essenziali in ambiti come sanità e istruzione. La legge Calderoli delegava al governo la definizione dei Lep tramite un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) senza indicare direttive precise. La Corte ha invece stabilito che i Lep non possono essere determinati da un semplice Dpcm, ma devono seguire un iter più rigoroso che coinvolga il Parlamento, per evitare che l’intero processo sia nelle mani dell’esecutivo.
Aspetti Fiscali e il Principio di Sussidiarietà
Un altro punto di incostituzionalità riguarda il finanziamento delle nuove competenze trasferite alle regioni. Secondo la legge Calderoli, sarebbe stato possibile variare le aliquote dei tributi erariali per coprire eventuali scostamenti tra il fabbisogno e il gettito fiscale delle regioni. La Corte ha bocciato questa previsione, ritenendo che potrebbe favorire le regioni inefficienti, che, pur avendo ottenuto finanziamenti dallo Stato, non riuscissero a garantire l’adempimento delle proprie funzioni.
Il Principio di Sussidiarietà come Base per il Riparto di Competenze
La Corte ha infine richiamato il principio di sussidiarietà, cardine del sistema costituzionale italiano, sottolineando che la distribuzione delle competenze tra Stato e regioni deve rispondere al bene comune e non a un semplice trasferimento di poteri a livello locale. L’autonomia regionale, ha chiarito la Corte, deve mirare a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione e a rispondere ai bisogni reali dei cittadini, piuttosto che rappresentare una concessione di poteri alle singole regioni senza un fine pubblico chiaro.
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