SICUREZZA
*Cooperazione.* L’industria della difesa europea sta pianificando una cooperazione più stretta per garantire la prontezza alla difesa dei paesi europei della NATO, in risposta alle richieste di maggiori spese militari da parte di Donald Trump e all’espansione della guerra russa contro l’Ucraina. Questo è stato discusso durante incontri discreti tenutisi sulla portaerei HMS Queen Elizabeth a Amburgo, dove rappresentanti di grandi aziende del settore hanno esplorato modi per produrre armamenti più rapidamente ed efficacemente. La portaerei britannica al terminal crociere di Amburgo non serve solo come sala di negoziazione per i rappresentanti delle forze armate, della politica e dell’economia, ma anche come centro espositivo speciale. Nell’hangar della nave, dove possono essere parcheggiati fino a 40 jet da combattimento ed elicotteri, l’azienda italiana di difesa Leonardo, ad esempio, espone attrezzature per la difesa della flotta sopra e sotto l’acqua. L’accordo TrinityHouse, firmato dai ministri della difesa di Germania e Regno Unito, pone le basi per questa cooperazione, con progetti specifici come l’investimento in una fabbrica di cannoni di artiglieria e la collaborazione sul veicolo corazzato Boxer. Mentre la Germania sta sviluppando il Future Combat Air System (FCAS) insieme a Francia e Spagna, il Regno Unito ha fondato il Global Combat Air Programme (GCAP) con Italia e Giappone.
_Susanne Preuß su Frankfurter Allgemeine_
*Industria della difesa.* L’escalation del conflitto in Ucraina sta spingendo l’Europa a potenziare la propria base difensiva, con scelte difficili tra impatto immediato sul campo di battaglia e deterrenza a lungo termine. L’amministrazione Biden ha permesso all’Ucraina di condurre attacchi con missili Atacms all’interno della Russia, evidenziando come la capacità industriale influenzi la deterrenza tanto quanto la volontà politica. L’accordo Trinity House tra Regno Unito e Germania mira a sviluppare nuove armi per colpire a lungo raggio, segnando un cambiamento nell’industria difensiva europea, che ora deve bilanciare la produzione di sistemi esistenti con lo sviluppo di nuove capacità. Mentre gli Stati Uniti affrontano un potenziale cambio di politica con l’ingresso di Trump, l’Europa lavora per costruire una capacità industriale difensiva che possa sopravvivere ai cambiamenti politici, con la consapevolezza che la capacità produttiva è fondamentale per il leverage diplomatico quanto la forza militare
_Candice Rondeaux su Financial Times_
*Nato.* Il ritiro strategico degli Stati Uniti dalla NATO sotto la presidenza di Trump solleva preoccupazioni sulla capacità dell’Europa di gestire le minacce alla sicurezza senza il sostegno militare americano. Un futuro scenario ipotetico prevede esercitazioni militari congiunte tra Russia e Cina nell’Artico, seguite da una loro invasione delle isole Svalbard della Norvegia, mettendo alla prova la NATO senza il pieno supporto degli USA. I leader europei riconoscono la necessità di assumersi maggiori responsabilità difensive, ma permangono dubbi sulla volontà politica e sulla capacità militare di farlo. L’industria della difesa europea è frammentata e inefficiente rispetto a quella statunitense, e la leadership americana è vista come essenziale per la coesione e l’efficacia della NATO. L’aumento della spesa per la difesa e l’innovazione nel settore sono urgenti, ma si scontrano con vincoli di bilancio e priorità concorrenti tra i paesi membri.
_Ben Hall su Financial Times_
*Finanziare l’industria della difesa.* Christophe Gomart sottolinea che, dopo trent’anni di “dividendi della pace”, l’Europa deve ora affrontare una crescente minaccia geopolitica e pagare il prezzo per la propria sicurezza, una spesa trascurata per decenni. Le spese per la difesa degli Stati membri dell’UE sono aumentate solo del 20% tra il 1999 e il 2021, molto meno rispetto agli aumenti della Cina e della Russia, e l’UE spende complessivamente meno di un terzo degli Stati Uniti per la difesa. Questo sotto-investimento ha portato a un drammatico declino delle capacità militari europee. Gomart sostiene che è essenziale finanziare l’industria della difesa europea e indirizzare l’abbondante risparmio domestico verso questo settore, superando gli ostacoli finanziari e le percezioni negative. Sottolinea l’importanza di considerare gli investimenti nella sicurezza non come un rischio, ma come una necessità per sostenere la pace e le politiche sociali e ambientali
_Christophe Gomart su Echos_
*Alternativa.* Il CEO di MaiaSpace, Yohann Leroy, ha annunciato lo sviluppo del Maia, il primo vettore spaziale recuperabile europeo, progettato per competere con il Falcon-9 di SpaceX. Finanziato completamente da Airbus e Safran tramite ArianeGroup, Maia mira a ridurre i costi di lancio e ad essere più sostenibile, utilizzando ossigeno e bio-metano liquidi. Il lanciatore sarà disponibile in due versioni, una riutilizzabile e una sacrificabile, con l’obiettivo di iniziare i lanci commerciali nel 2026 e raggiungere circa 20 lanci annuali entro la fine del decennio. A differenza di SpaceX, MaiaSpace non punta al turismo spaziale o a missioni marziane, ma si concentra sulla competitività nel mercato globale dei lanci, con un occhio alla collaborazione europea e alla sostenibilità economica nel settore istituzionale
_Giovanni Caprara su L’Innovazione del Corriere della Sera_
*Sicurezza più alta.* L’Unione Europea ha approvato la formazione di un consorzio per lo sviluppo della costellazione di satelliti Iris2, un sistema di comunicazione a banda larga che mira a competere con Starlink di Elon Musk. Iris2, che sarà operativa nel 2030, è un partenariato pubblico-privato finanziato dalla Commissione Europea, dall’Agenzia Spaziale Europea e dal settore privato, con un costo totale di 10,6 miliardi di euro. L’Italia gioca un ruolo chiave nel progetto attraverso aziende come Thales Alenia Space e Telespazio, e il consorzio SpaceRise coinvolge anche PMI per stimolare l’innovazione. Iris2 si differenzia da Starlink per il suo duplice uso, governativo e commerciale, offrendo servizi di connettività satellitare con elevati standard di sicurezza e resilienza, e mira a ridurre il divario digitale in Europa e in aree strategiche come l’Artico e l’Africa
_Giovanni Caprara su L’Innovazione del Corriere della Sera_
*In orbita.* La società aerospaziale Avio, con sede a Colleferro, Roma, ha ottenuto due importanti contratti negli Stati Uniti per la produzione di motori per missili, uno con Raytheon e l’altro con l’esercito statunitense, segnando un significativo ingresso nel mercato della difesa USA. Avio prevede di aprire un nuovo impianto di produzione in America per rispondere alla crescente domanda di motori a propellente solido. Nel frattempo, il portafoglio ordini della società è cresciuto, con una particolare attenzione verso un progetto di difesa aerea con la Polonia. Avio ha registrato un aumento dei ricavi netti nei primi nove mesi del 2024 e prevede un significativo incremento della produzione di motori per la difesa entro il 2033, con gli Stati Uniti che rappresenteranno circa la metà della produzione.
_Carlotta Scozzari su Repubblica Affari&Finanza_
*La Romania compra gli F-35.* La Romania ha firmato un contratto con gli Stati Uniti per l’acquisto di 32 aerei da combattimento F-35, con un investimento di 6,1 miliardi di euro, diventando così il ventesimo cliente dell’aereo di Lockheed Martin e il decimo in Europa. Questa mossa, approvata dal Dipartimento di Stato americano a settembre, mira a rafforzare significativamente le capacità di difesa nazionali e dell’Alleanza Atlantica, in un contesto di tensioni crescenti dovute al conflitto in Ucraina. La Romania, che condivide 650 km di confine con l’Ucraina, ha già sostituito i suoi vecchi MIG-21 con F-16 usati e prevede di introdurre i nuovi F-35 a partire dal 2030. Tuttavia, questa acquisizione evidenzia anche la dipendenza dei paesi dell’Est Europa dall’industria della difesa americana, a discapito dell’autonomia strategica europea e dei progetti di difesa come le frigate di Naval Group e i sottomarini Scorpène.
_Anne Bauer su Echos_
*Giudici.* Il gruppo Thales è sotto indagine in Francia e nel Regno Unito per presunta corruzione e traffico di influenze in relazione a un contratto di armamenti in Asia. Nonostante Thales abbia ottenuto la certificazione ISO 37001 per la sua capacità di gestire problemi di corruzione, il suo titolo ha subito una forte caduta in borsa dopo l’annuncio delle indagini. Il Parquet national financier (PNF) francese e il Serious Fraud Office (SFO) britannico stanno conducendo un’indagine congiunta, con il SFO che sottolinea la gravità delle accuse. Gli investitori sono preoccupati per le possibili conseguenze, ricordando il caso simile di Airbus, che si è concluso con pesanti sanzioni finanziarie.
_su Echos_
*Alleanze.* Il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya sottolinea l’importanza delle alleanze strategiche per affrontare le crisi globali, evidenziando il rafforzamento dei legami internazionali del Giappone con alleati tradizionali e nuovi partner, soprattutto in ambito difensivo e strategico. Con l’Asia orientale sotto pressione da esercitazioni militari congiunte di Russia e Cina e l’incertezza politica generata da una nuova amministrazione Trump, il Giappone vede l’area dell’Indo-Pacifico strettamente connessa all’Europa. Al G7 Esteri di Fiuggi, Iwaya discuterà temi cruciali come la situazione in Medio Oriente, Ucraina e Indo-Pacifico, sottolineando la necessità di armonia e collaborazione. Infine, il ministro riconosce il ruolo dell’Italia nel G7 e celebra la partnership strategica tra Italia e Giappone, condividendo valori e lavorando insieme per un mondo più armonioso.
_su Foglio_
*Nessuno scorporo.* I sindacati dei metalmeccanici hanno indetto scioperi in quattro stabilimenti meridionali di Leonardo, azienda attiva nel settore aerospaziale, per protestare contro l’eventuale scorporo della divisione Aerostrutture, che coinvolge circa 4.500 lavoratori diretti e l’indotto. L’azienda, guidata dal CEO Roberto Cingolani, ha negato qualsiasi piano di scorporo a scopo di vendita, assicurando invece l’impegno nella valorizzazione delle competenze e nella tutela dell’occupazione a medio-lungo termine, confermando il proprio impegno industriale nel sud Italia.
_su L’Economia del Corriere del Mezzogiorno_
*Reputazione, non buoni pasto.* Francesco Verbaro affronta la sfida dell’Italia nel competere nella “guerra per i talenti”, evidenziando la necessità di migliorare la reputazione delle istituzioni per attrarre risorse umane qualificate. Con meno giovani, pochi laureati e l’esodo dei più bravi, l’Italia si trova in una posizione vulnerabile. Le aziende private, come Leonardo che offre un bonus per il reclutamento interno, hanno iniziato a migliorare la propria attrattività. Tuttavia, la Pubblica Amministrazione (Pa) è indietro, con processi di reclutamento poco chiari e una cultura lavorativa che non valorizza il merito e i risultati. Per attrarre talenti, non bastano incentivi come i buoni pasto o lo smart working; è essenziale una gestione quotidiana attenta del personale e delle competenze, oltre a un lavoro meno burocratico e più stimolante. La citazione chiave è: “Per attrarre i talenti serve reputazione, non buoni pasto”
_Franceso Verbaro su Sole 24 Ore – Norme e Tributi_
*Diplomazia.* La Med-Or Virtual Academy, lanciata dalla Fondazione Med-Or guidata da Marco Minniti, mira a unire teoria accademica e pratica diplomatica per affrontare le sfide geopolitiche e di sicurezza nelle regioni di Europa, Medio Oriente e Africa. Bernardino Leon, ex inviato speciale Onu in Libia, ha presentato l’iniziativa che offre formazione e dialogo attraverso una piattaforma di apprendimento dinamica e interattiva. L’Academy si rivolge a un pubblico ampio, inclusi diplomatici e giovani professionisti, con programmi che spaziano da relazioni internazionali a mediazione e comunicazione interculturale. Utilizzando tecnologie avanzate, l’Academy permette l’accesso alla conoscenza a prescindere dalla posizione geografica, promuovendo la cooperazione e il dialogo come soluzioni alle complessità globali. Con l’espansione dell’offerta formativa e l’inclusione di temi emergenti come la diplomazia climatica, l’Academy si propone come punto di riferimento nell’educazione internazionale e nella diplomazia
_su HUFFINGTONPOST.IT_
*Supercomputer.* L’Italia si posiziona nel G8 della ricerca scientifica e industriale grazie all’attivazione dell’HPC6 di Eni, il quinto supercomputer più potente al mondo, e al Leonardo di Cineca, nonostante rimanga indietro rispetto a giganti come USA e Cina. Questi supercomputer sono fondamentali per il progresso in vari settori, richiedendo una potenza computazionale elevata per l’addestramento di algoritmi e lo sviluppo di prototipi industriali. La competizione globale si intensifica con l’avanzamento tecnologico, come dimostra il supercomputer El Capitan, il più veloce al momento, che sarà utilizzato per simulazioni nucleari. L’Italia, con una quota del 2,8% della capacità di calcolo globale, fa parte di una rete europea, ma per competere con le superpotenze è necessaria una maggiore collaborazione a livello continentale e un avanzamento tecnologico
_Massimo Sideri su L’Economia del Corriere della Sera_
*OpenAI sfida Google.* OpenAI, la società dietro ChatGPT, celebra due anni di successi e una crescita esponenziale dei ricavi, che si prevede raggiungeranno 3,7 miliardi di dollari nel 2024, con l’obiettivo di 100 miliardi nel 2029. Tuttavia, la società si aspetta anche perdite significative dovute ai costi operativi. Nonostante la perdita di figure chiave come Ilya Sutskever e Mira Murati, il CEO Sam Altman è determinato a sviluppare un’intelligenza artificiale generale (AGI), nonostante le critiche sulla fattibilità. OpenAI, inizialmente no-profit, si sta trasformando in una società for-profit, con possibili implicazioni sulla sua missione originale. La competizione si intensifica con Google e altre big tech, mentre OpenAI lancia nuovi prodotti come ChatGPT Search e collabora con Apple, puntando anche allo sviluppo di chip per IA e all’espansione dei data center.
_su Repubblica Affari&Finanza_
*Il mercato della AI.* Il mercato dell’intelligenza artificiale (IA) in Italia è in forte crescita, con un valore attuale di circa 0,8 miliardi di euro e previsioni di raggiungere i 2,5 miliardi entro il 2027. Un’indagine di Gea evidenzia che un terzo delle aziende italiane ha sviluppato soluzioni di IA, sebbene la maggior parte sia ancora a livello prototipale e vi sia una conoscenza limitata su come implementare efficacemente queste tecnologie. Nonostante ciò, l’85% delle aziende riconosce benefici come l’efficienza migliorata nei processi e nella qualità dei prodotti e servizi. Tuttavia, la mancanza di competenze interne è un ostacolo significativo, con solo il 35% delle aziende che investe in formazione. La domanda di lavoratori con competenze digitali avanzate è alta e difficile da soddisfare, con una crescita significativa nella richiesta di ruoli legati all’IA generativa.
_Sibilla Palma su Repubblica Affari&Finanza_
*Più con meno.* L’intelligenza artificiale (AI) offre notevoli benefici alle aziende, ma la sua adozione è ancora limitata, soprattutto tra le piccole e medie imprese (PMI) italiane, che sono indietro rispetto a Germania e Francia. Stefano Sperimborgo di Accenture sottolinea che per sfruttare appieno l’AI, le PMI necessitano di capacità computazionale, dati di qualità, un framework etico e competenze specifiche. Accenture ha acquisito Ammagamma e creato un centro di eccellenza per l’AI a Modena, impegnandosi in oltre 1.000 progetti di AI generativa e investendo in formazione con la piattaforma LearnVantage. La Commissione europea promuove la creazione di fabbriche di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di avviarle entro il 2025.
_su Repubblica Affari&Finanza_
*Benefici paralleli.* Oltre la metà delle imprese italiane sta sperimentando l’intelligenza artificiale (AI), con un quarto che ne fa uso regolare, secondo la ricerca di Jakala. L’AI è particolarmente impiegata in ambiti come la customer experience e il marketing, e il 45% delle aziende è in fase di proof of concept. Tuttavia, il 21% delle imprese, soprattutto quelle più piccole, non considera l’AI una priorità o non ne ha le capacità. L’AI sta rivoluzionando il retail e la comunicazione, permettendo personalizzazioni avanzate e ottimizzazione dei costi. Nonostante ciò, è essenziale una formazione adeguata per garantire che il controllo dell’evoluzione tecnologica rimanga umano.
_Alessia Conzonato su L’Economia del Corriere della Sera_
ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO
*Vertice.* Il vertice sulla manovra finanziaria tra i leader della maggioranza italiana è stato posticipato a causa di tensioni tra gli alleati. Invece di tenersi a Palazzo Chigi, l’incontro si è svolto a casa della Premier Giorgia Meloni, dove si è discusso di possibili ritocchi alla manovra, in particolare sul blocco del turn over per le forze dell’ordine, le politiche sociali e le imprese. Durante l’apericena, Meloni ha cercato di alleggerire l’atmosfera, celebrando la vittoria italiana in Coppa Davis. Il governo si è impegnato ad ascoltare le proposte di miglioramento del Parlamento, mantenendo un occhio attento ai conti pubblici. Infine, è stato dato mandato al ministro Giorgetti di valutare la fattibilità delle modifiche proposte, segnalando un tentativo di placare le tensioni parlamentari.
_su Corriere della Sera_
*Abbassate i toni.* Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, sta affrontando tensioni interne, in particolare riguardo alla gestione delle deleghe lasciate da Raffaele Fitto e alle richieste di Forza Italia per compensazioni in seguito all’accettazione di riforme difficili, come l’autonomia. La Lega di Salvini spinge per l’aggiornamento della flat tax e una nuova rottamazione dei debiti, oltre a mantenere il canone Rai a 70 euro. Forza Italia, guidata da Antonio Tajani, chiede riequilibri dopo aver superato la Lega nei risultati elettorali, mentre il governo cerca di mantenere una posizione unita, soprattutto in politica estera. La discussione sul decreto fiscale, che include il taglio del canone Rai, è imminente, e il governo deve affrontare la sfida di bilanciare le diverse richieste con le risorse finanziarie limitate disponibili.
_Monica Guerzoni su Corriere della Sera_
*Slitta il taglio Irpef.* Durante un vertice a casa della premier Giorgia Meloni, è stata ribadita la necessità di responsabilità nella manovra economica, respingendo richieste eccessive di Forza Italia e Lega e sottolineando l’importanza di prestare attenzione ai conti pubblici. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è stato incaricato di valutare le coperture finanziarie per le proposte emendative, con un’enfasi sulla prudenza e senza menzionare il taglio dell’Irpef per il ceto medio. Tuttavia, si prevede una proroga del taglio del canone Rai e sono previste misure limitate per le forze dell’ordine, le politiche sociali e le imprese, tra cui un bonus per le famiglie con Isee fino a 35 mila euro e uno sconto Ires per le imprese che reinvestono gli utili.
_Giuseppe Colombo su Repubblica_
*Beffa.* La riforma fiscale del governo Meloni ha generato un impatto negativo sul ceto medio, in particolare per i lavoratori dipendenti con redditi tra 32.000 e 40.000 euro, i quali vedranno l’aliquota IRPEF salire al 56% a causa della riduzione delle detrazioni fiscali. Questo incremento fiscale, che contraddice le promesse di semplificazione e di un’imposta piatta, è stato evidenziato sia dall’Ufficio parlamentare di bilancio che da uno studio dell’economista Ruggero Paladini della Sapienza. La riforma, che mirava a trasformare il taglio del cuneo fiscale da contributivo a fiscale, ha portato a un sistema di bonus e detrazioni che complica ulteriormente il sistema fiscale e aumenta la pressione sul ceto medio, già provato dall’inflazione. Le aliquote effettive, a causa di questa riforma, diventano più irregolari e aumentano, con un picco del 56%, allontanandosi dagli obiettivi di semplificazione e unificazione delle aliquote previsti dalla legge delega.
_Valentina Conte su Repubblica_
*Retribuzione.* Un sondaggio di Noto Sondaggi rivela che la retribuzione è il motivo principale per cui i giovani rifiutano offerte di lavoro o cercano nuove opportunità lavorative. La ricerca di lavoro tra i disoccupati è spesso prolungata, con il 48% che cerca da più di un anno, e la maggior parte aspira a uno stipendio di almeno 1.250 euro al mese. La mobilità geografica è un’opzione per molti, con il 61% disposto a spostarsi in Italia e il 33% all’estero, preferendo la Germania. Tra i giovani occupati, il desiderio di cambiare lavoro è spesso legato allo stipendio, e mentre alcuni sono soddisfatti della formazione offerta dai datori di lavoro, altri guardano al futuro con incertezza riguardo la realizzazione professionale
_Valentina Melis su Sole 24 Ore_
*Giovani talenti.* Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha annunciato che il governo sta lavorando a un decreto per assumere giovani talenti direttamente dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e successivamente offrire loro un percorso di laurea. Questa iniziativa si inserisce in un contesto di riforma delle carriere nella PA, che prevede anche la possibilità di promozione interna per i funzionari senza concorsi pubblici. Nonostante il blocco parziale del turn over introdotto nella manovra, il ministro sostiene che sono state fatte eccezioni e che si sta lavorando per trovare ulteriori soluzioni, in particolare per i comparti della sicurezza, difesa e per i comuni con carenze di personale. Zangrillo ribadisce la necessità di utilizzare l’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza della PA, non per ridurre il personale, e sottolinea l’importanza di formare i dirigenti per gestire al meglio il capitale umano
_Andrea Bassi su Messaggero_
*Fuori i Btp dall’Isee.* Il governo sta procedendo con l’attuazione di una riforma che escluderà i titoli di Stato, i buoni fruttiferi e i libretti di risparmio postale dal calcolo dell’ISEE fino a un valore di 50.000 euro. Questa modifica, introdotta dalla legge di Bilancio e attuata tramite un Dpcm, mira a ridurre l’indicatore della situazione economica equivalente delle famiglie, influenzando l’accesso a vari bonus e aiuti sociali. Simulazioni indicano che l’ISEE potrebbe diminuire fino al 17% per famiglie con patrimoni mobiliari significativi investiti in questi strumenti. Le banche dovranno comunicare i dati patrimoniali al Fisco, e le prestazioni sociali potrebbero essere riviste in base alle nuove soglie ISEE. Il provvedimento comporterà una maggiore spesa per lo Stato, stimata in circa 44 milioni di euro annui, per la quale è già stata prevista una copertura finanziaria.
_Michela Finizio su Sole 24 Ore_
*Cop29.* Durante la Cop29, nonostante il caos e le proteste, è stato raggiunto un accordo che prevede il triplo dell’impegno finanziario precedente, con almeno 300 miliardi di dollari all’anno destinati ai Paesi in via di sviluppo entro il 2035 per la gestione delle emissioni e l’adattamento al cambiamento climatico. Si è inoltre stabilito un nuovo mercato del carbonio sotto l’egida delle Nazioni Unite, che permetterà ai Paesi più ricchi di acquistare crediti di carbonio dai Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, l’accordo non ha risolto la questione della transizione dai combustibili fossili, rimandando la discussione alla prossima Cop30 in Brasile. Paesi come l’Arabia Saudita e la Cina sono emersi come attori chiave, mentre l’UE e gli USA hanno accolto positivamente l’accordo, con Biden che ha definito il risultato storico e ha lanciato un avvertimento a Trump riguardo alla rivoluzione dell’energia pulita
_Sara Gandolfi su Corriere della Sera_
*Amara Baku.* La COP29 di Baku si è conclusa con sentimenti contrastanti: nonostante non sia considerata un fallimento, molti ritengono che si sarebbe potuto fare di più per il clima. L’accordo raggiunto ha sbloccato il mercato del carbonio tra Stati, permettendo investimenti green transnazionali. È stato deciso di menzionare nel testo dell’accordo un finanziamento di almeno 1.300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035 dai Paesi ricchi, ma i Paesi in via di sviluppo chiedono una road map più chiara per definire i contributi. I Paesi sviluppati hanno triplicato il loro impegno climatico, ma i Paesi in via di sviluppo ritengono insufficiente la cifra promessa. Infine, nonostante le pressioni, non si è fatto alcun riferimento esplicito allo stop all’uso di combustibili fossili nel testo finale, lasciando la questione aperta per la futura COP30 in Brasile
_Luca Fraioli su Repubblica_
*L’Italia ne esce malissimo.* Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato, ha deciso di non partecipare alla Cop29 di Baku, rompendo la sua tradizione dal 2005, a causa del dominio dei lobbisti delle fonti fossili. Esprime delusione per l’accordo finale, ritenendolo un debito inutile per i Paesi poveri e una presa in giro. Critica l’Italia per aver inviato un negazionista del cambiamento climatico alla conferenza e attacca il governo italiano per la sua narrativa tossica contro la transizione verde. Bonelli sostiene che l’energia rinnovabile è più economica e giusta rispetto alle fonti fossili e che, nonostante gli ostacoli politici, si affermerà per la sua convenienza. Infine, evidenzia l’urgenza di affrontare i problemi ambientali e i costi sociali degli eventi estremi, spesso sottovalutati dalla destra politica.
_Elena Dusi su Repubblica_
*Niente stangata.* Renato Mazzoncini, CEO di A2A, discute la decarbonizzazione delle città italiane e gli investimenti necessari per modernizzare la produzione e distribuzione di energia elettrica. Sottolinea l’importanza delle città nel processo di riduzione delle emissioni di CO2, dato che la popolazione urbana è in crescita. A2A ha in programma investimenti per 22 miliardi di euro, con un focus sulle reti elettriche e l’installazione di circa 24 mila colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Mazzoncini evidenzia anche il potenziale del teleriscaldamento, che potrebbe sfruttare il calore dei data center per climatizzare ulteriori 150 mila appartamenti a Milano. Infine, non prevede variazioni significative nel prezzo del gas e delle bollette nel breve termine.
_Claudia Luise su Stampa_
*Tempesta d’acciao.* La siderurgia italiana, seconda in Europa e undicesima nel mondo, si trova di fronte a sfide significative che minacciano il suo primato nel settore. La competitività è messa a rischio dalla sovracapacità produttiva cinese e indiana e dalle normative europee sempre più stringenti in materia ambientale, come il Carbon Border Adjustment Mechanism. Inoltre, i costi energetici elevati, soprattutto in Italia, e la crisi del ciclo integrale di Acciaierie d’Italia a Taranto aggravano la situazione. Nonostante ciò, l’Italia mantiene un’elevata produttività e sostenibilità nel settore, con la minore intensità emissiva di CO2 tra i grandi produttori mondiali. Per mantenere la sua posizione, il paese deve accelerare la decarbonizzazione e adottare tecnologie alternative come la cattura del carbonio e l’idrogeno verde
_Rosaria Amato su Repubblica Affari&Finanza_
*Materie prime.* La Banca Mondiale prevede un calo dei prezzi delle materie prime nel 2025, con una riduzione del 5% e un ulteriore 2% nel 2026, principalmente a causa di un surplus di petrolio. Tuttavia, le tensioni geopolitiche e i cambiamenti climatici potrebbero causare volatilità e rialzi imprevisti. Mentre il petrolio mostra segni di rallentamento nel consumo e diversificazione dell’offerta, il gas naturale europeo ha prezzi in aumento a causa delle incertezze sulle importazioni dalla Russia. Le commodity agricole sono previste in calo, con una diminuzione del 4% nel 2025, ma eventi climatici estremi potrebbero interrompere l’offerta e influenzare i prezzi. La Banca Mondiale sottolinea anche il rischio di un calo dell’attività industriale globale, che potrebbe ridurre la domanda di materie prime e abbassare ulteriormente i prezzi.
_Raffaele Lorusso su Repubblica Affari&Finanza_
*Multietnica.* L’articolo di Maurizio Ricci evidenzia come l’economia di Milano, e per estensione dell’Italia, sia profondamente influenzata dall’imprenditorialità straniera, con circa 60 mila imprese gestite da immigrati che contribuiscono significativamente al PIL regionale. Questa realtà multietnica, che si riflette anche nella vita quotidiana attraverso una varietà di servizi gestiti da stranieri, dimostra che l’immigrazione non può essere regolata solo da decreti flussi basati su necessità di manodopera temporanea. Gli economisti riconoscono l’importanza degli immigrati non solo per la forza lavoro ma anche per il sostegno al sistema pensionistico e alla crescita demografica. L’articolo sottolinea la necessità di una gestione dell’immigrazione più flessibile e lungimirante, che vada oltre soluzioni semplicistiche
_Maurizio Ricci su Repubblica Affari&Finanza_
*Vertigine Trump.* La Borsa di Wall Street ha registrato una crescita significativa, con l’indice S&P 500 che ha raggiunto nuovi record, aumentando del 26% dall’inizio dell’anno e potenzialmente avvicinandosi a uno dei migliori risultati storici. Questo ottimismo è stato alimentato dalla previsione che la Federal Reserve avrebbe ridotto i tassi di interesse, ma con l’inflazione e i tassi che si sono rivelati più alti del previsto, la fiducia ora si basa sulla convinzione che l’economia americana sia in forte ripresa. Tuttavia, le politiche economiche proposte dal presidente Trump, come tagli fiscali e protezionismo, hanno suscitato preoccupazioni tra gli economisti, che prevedono un impatto negativo sull’inflazione e sulla crescita del PIL. Mentre Wall Street beneficia del cosiddetto “Trump trade”, le altre borse mondiali e i mercati obbligazionari non hanno avuto la stessa fortuna, con Milano e Hong Kong che hanno registrato perdite significative. Infine, i gestori di fondi mostrano un misto di euforia e cautela, riflettendo l’incertezza sulle conseguenze a lungo termine delle politiche di Trump
_Walter Riolfi su L’Economia del Corriere della Sera_
*Risiko.* Le sei principali banche italiane hanno registrato utili netti record di 19,8 miliardi di euro nei primi nove mesi dell’anno, segnando una crescita del 22,1% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato favorito da una dinamica dei tassi di interesse favorevole e da un settore bancario più patrimonializzato e forte. Le banche ora si concentrano su strategie a lungo termine, come l’espansione del perimetro di attività e la ricerca di nuove fonti di reddito, in risposta alla riduzione dei tassi di interesse da parte delle autorità monetarie. Banco Bpm ha lanciato un’OPA su Anima per aumentare i livelli provvigionali, mentre Unicredit punta a sviluppare nuovi mercati in Germania. Intesa Sanpaolo, invece, non prevede crescita per linee esterne ma si affida alla sua solida posizione di mercato per sostenere i risultati finanziari.
_Stefano Righi su L’Economia del Corriere della Sera_
*Velocità.* La Germania sta affrontando una fase di rallentamento economico e non riesce a tenere il passo con le grandi transizioni, come la digitalizzazione e la transizione verso l’energia pulita, a causa di anni di mancati investimenti e di una dipendenza eccessiva dalle esportazioni. L’industria automobilistica tedesca, che rappresenta una parte significativa dell’economia, è destinata a ridursi a causa della crescente competitività dei veicoli elettrici, specialmente da parte della Cina. Il governo tedesco è sotto pressione per liberare il bilancio pubblico e aumentare gli investimenti, mentre affronta una crisi politica interna e le minacce di neo-protezionismo dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. Gli economisti suggeriscono che la Germania dovrebbe concentrarsi su nuovi settori e aumentare gli investimenti in infrastrutture e decarbonizzazione per rafforzare il suo potenziale produttivo
_Tonia Mastrobuoni su Repubblica Affari&Finanza_
*Black Friday esteso.* Negli Stati Uniti, i rivenditori stanno prolungando le offerte scontate del Black Friday, trasformandole in eventi di vendita che durano settimane, nel tentativo di stimolare i consumatori a continuare a spendere nonostante i segnali di rallentamento della spesa che ha sostenuto la crescita economica. Grandi catene come Walmart, Amazon, Target e Macy’s hanno iniziato a proporre forti sconti ben prima dell’arrivo del Black Friday, ma le vendite di merci generali sono comunque diminuite del 3% rispetto all’anno precedente. L’inflazione e la persistente incertezza economica stanno pesando sulla fiducia dei consumatori, che rimane ben al di sotto della media storica, nonostante le finanze domestiche siano in buone condizioni. Le previsioni indicano che la crescita della spesa sarà la più lenta dal 2018, e l’eventuale ritorno di Donald Trump alla presidenza con una maggioranza repubblicana potrebbe portare a un’ulteriore inflazione e a un rallentamento della crescita del PIL.
_Gregory Meyer su Financial Times_
POLITICA & CRONACA DAL MONDO
*La linea per Kiev.* Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, sottolinea l’importanza del ruolo dell’Italia, come presidente del G7, per promuovere la pace in Medio Oriente e Ucraina. Tajani afferma che la politica estera italiana è unitaria e guidata dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri, nonostante le opinioni diverse all’interno del governo, come quelle del vicepremier Salvini su Israele. L’Italia punta sulla diplomazia e i Dialoghi Mediterranei per coinvolgere tutti gli attori internazionali nella ricerca della pace. Inoltre, Tajani evidenzia l’importanza di rafforzare la missione Unifil dell’ONU per creare un cuscinetto tra Hezbollah e Israele. Infine, riguardo alla manovra finanziaria, Tajani afferma che il ministro Giorgetti esaminerà le proposte del partito, con un focus sulle politiche sociali e il sostegno alle attività produttive
_Paola di Caro su Corriere della Sera_
*Mercenari.* La Russia ha reclutato centinaia di uomini yemeniti per combattere in Ucraina attraverso un’operazione di traffico legata ai ribelli Houthi, promettendo loro alti salari e cittadinanza russa. Una volta arrivati in Russia, sono stati forzatamente arruolati nell’esercito russo e mandati al fronte. Il reclutamento sottolinea i crescenti legami tra Mosca e i gruppi militanti mediorientali alleati dell’Iran, come gli Houthi, che hanno disturbato le catene di approvvigionamento globale con attacchi missilistici. Gli Stati Uniti hanno confermato i contatti tra il Cremlino e gli Houthi, inclusi i trasferimenti di armi. Molti dei mercenari yemeniti non hanno addestramento militare e sono stati ingannati per arrivare in Russia, con alcuni che hanno subito perdite in Ucraina
_Christopher Miller su Financial Times_
*Appello all’Europa.* L’ex capo dell’esercito ucraino, Valeryi Zaluzhny, ha lanciato un appello all’Europa, affermando che la Terza guerra mondiale è già in corso e che l’Europa non è pronta ad affrontare un attacco prolungato della Russia. Zaluzhny, che ha fermato l’avanzata russa verso Kiev nel 2022 e successivamente liberato parti dell’Ucraina, ha rotto il silenzio dopo essere stato rimosso dal suo incarico e inviato come ambasciatore a Londra. La sua popolarità è in crescita, con sondaggi che lo vedono favorito come prossimo presidente dell’Ucraina, mentre il presidente Zelensky affronta una crisi di consenso. Nel frattempo, la Russia cerca nuove reclute nello Yemen e l’Ucraina utilizza efficacemente missili occidentali contro obiettivi russi, nonostante entrambe le parti siano a corto di risorse.
_Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera_
*Zelensky.* Il presidente ucraino Zelensky ha lanciato un appello urgente in quanto la Russia, guidata da Putin, intensifica le operazioni militari per conquistare le regioni di Kursk e Donetsk entro il 20 gennaio, data dell’insediamento del nuovo presidente degli USA. Putin sta reclutando mercenari yemeniti, nepalesi e indiani, oltre a soldati nordcoreani, promettendo loro lavoro e cittadinanza, per evitare una mobilitazione generale che potrebbe causare malcontento in Russia. Il Financial Times rivela che la Russia sta cercando di estendere il conflitto anche in Medio Oriente, mentre Kyiv teme che il piano di pace di Trump possa portare allo smembramento dell’Ucraina. La Francia si è unita agli alleati che permettono all’Ucraina di usare missili a lungo raggio contro la Russia, mentre Zelensky denuncia l’uso del suo paese come campo di prova per le armi russe e si prepara a contrastare il piano di pace di Putin che prevede la divisione dell’Ucraina in tre parti.
_Monica Perosino su Stampa_
*Intesa con Biden.* Il consigliere Mike Waltz ha evidenziato l’urgenza di affrontare il conflitto ucraino nella squadra di Donald Trump, che sta preparando il suo secondo mandato. La squadra di Mar-a-Lago, già in contatto con l’amministrazione uscente di Joe Biden, mira a negoziare un accordo tra Ucraina e Russia. Nel frattempo, l’amministrazione Biden ha intensificato il supporto militare all’Ucraina, fornendo armi a lungo raggio e altre risorse, in risposta all’offensiva missilistica russa e ad altre azioni aggressive. Ci sono segnali di possibile dialogo, con il ministro degli Esteri russo Lavrov aperto alle proposte di Trump e il presidente ucraino Zelensky che mostra disponibilità a negoziare, suggerendo che l’escalation di Biden potrebbe essere coordinata con Trump per facilitare i futuri negoziati.
_Francesco Semprini su Stampa_
*Escalation calibrata da Putin.* Il presidente ucraino Zelensky ha denunciato un’escalation significativa del conflitto dopo che la Russia ha lanciato un missile balistico di portata intermedia (IRBM) con una gittata teorica di oltre 2000 km, una mossa senza precedenti in un contesto bellico. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito l’azione una “terribile escalation”, pur mantenendo aperti i canali di comunicazione con Putin e rifiutando di fornire all’Ucraina missili da crociera Taurus. Il missile, identificato come Orechnik e derivato da un ICBM (RS-26 Rubezh), rappresenta un chiaro messaggio strategico da parte di Putin, ma è stato percepito come un’azione calibrata che non richiede rappresaglie dirette dagli Stati Uniti. L’uso di questo nuovo tipo di missile segna un’escalation controllata del conflitto, con il Cremlino che ha informato gli USA prima del lancio attraverso i canali di riduzione dei rischi nucleari
_Yves Bourdillon su Echos_
*Tregua vicina.* Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione d’urgenza con ministri e rappresentanti della difesa per discutere un accordo di pace in Libano, che prevede il ritiro di Hezbollah a nord del fiume Litani e l’istituzione di una forza internazionale di interposizione. La TV di stato israeliana ha prima annunciato che l’accordo era stato raggiunto, per poi correggersi affermando che restano dettagli da definire. L’accordo, che potrebbe essere siglato entro la settimana, include la possibilità per Israele di intervenire in Libano se Hezbollah viola il cessate il fuoco e l’esercito libanese non interviene. Tuttavia, alcuni punti dell’accordo, come la libertà di azione dell’IDF e le storiche questioni territoriali, sono ancora oggetto di discussione e riserve da parte israeliana.
_Fabio Tonacci su Repubblica_
*Ucciso il rabbino.* Il rabbino Zvi Kogan, gestore di un supermercato che vendeva prodotti kosher negli Emirati Arabi Uniti, è stato ucciso in un atto ritenuto di antisemitismo, con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che promette giustizia. Tre sospetti sono stati arrestati in relazione al suo omicidio, che è considerato parte del conflitto tra Israele e l’Iran. Nel frattempo, nonostante le tensioni e un massiccio attacco missilistico su Tel Aviv, i negoziati per una tregua tra Israele e Hezbollah in Libano sembrano avanzare, con la mediazione degli Stati Uniti. Tuttavia, la situazione rimane complessa, con ostaggi ancora detenuti a Gaza e pressioni politiche interne in Israele che potrebbero influenzare il corso degli eventi.
_Davide Frattini su Corriere della Sera_
*La piovra di Teheran.* Gianluca Di Feo esamina come le milizie iraniane abbiano creato una rete globale di criminalità, unendo le forze dei Guardiani della Rivoluzione con quelle del narcotraffico per eseguire omicidi politici. Questa collaborazione ha portato a tentativi di assassinio contro oppositori iraniani all’estero, inclusi piani contro Donald Trump e la giornalista Masih Alinejad. In Europa, l’intelligence iraniana è stata accusata di omicidi in Olanda, con connessioni tra sicari e noti trafficanti di droga. L’articolo sottolinea anche il ruolo di Hezbollah nel traffico di droga e nel finanziamento del terrorismo, con precedenti attacchi in Argentina e Bulgaria che evidenziano la capacità di queste reti di colpire a livello internazionale.
_Gianluca Di Feo su Repubblica_
*L’asse del male.* La regione mediorientale è testimone di una serie di eventi significativi: l’uccisione di un rabbino israelo-moldavo negli Emirati Arabi Uniti, una sparatoria vicino all’ambasciata israeliana ad Amman e l’emissione di un mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale contro figure chiave israeliane e di Hamas. Questi eventi si verificano in un contesto di tensioni crescenti, con gli alleati arabi di Israele preoccupati per la politica estera pro-Israele di Trump e le possibili ripercussioni di un attacco a Teheran. Gli Emirati rimangono fedeli a Israele, mentre l’Arabia Saudita cerca una posizione più autonoma, sperando in un rilancio degli Accordi di Abramo e temendo un conflitto regionale. La situazione è ulteriormente complicata dalla pressione delle opinioni pubbliche arabe contro Israele e dalla potenziale ripresa di azioni terroristiche.
_Alessia Melcangi su Stampa_
*La squadra di Trump.* Donald Trump ha completato le nomine per i 20 ruoli chiave della sua amministrazione, evidenziando le tensioni tra i membri miliardari e populisti del suo team. Brooke Rollins è stata nominata a capo del Dipartimento dell’Agricoltura, una scelta inaspettata che ha sorpreso molti nel settore. Rollins, co-fondatrice dell’America First Policy Institute, dovrà affrontare sfide come la gestione dei sussidi agricoli e il programma contro l’insicurezza alimentare. Nel frattempo, le nomine per le agenzie federali della Sanità mostrano un atteggiamento cauto verso i vaccini, con figure come Martin Makary e Janette Nesheiwat che hanno espresso opinioni contrastanti sull’obbligatorietà dei vaccini. Infine, il sondaggio di CBS News indica che il 59% degli americani approva la transizione di Trump, nonostante le preoccupazioni sulle influenze dei gruppi di interesse e i miliardari non divulgati che sostengono la nuova amministrazione
_Viviana Mazza su Corriere della Sera_
*Piano segreto.* Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha pianificato di iniziare un programma di deportazioni di massa per gli immigrati irregolari non appena insediato il 20 gennaio 2025, dichiarando lo stato di emergenza per utilizzare i fondi del Pentagono e mobilitare la Guardia Nazionale. Il piano mira a espellere circa 11,7 milioni di immigrati non regolari, molti dei quali lavorano in settori chiave dell’economia, e potrebbe costare fino a 350 miliardi di dollari. Si prevede che possa portare alla separazione di fino a 4 milioni di famiglie miste, ma le autorità assicurano che eviteranno tali situazioni e si concentreranno sugli immigrati considerati una minaccia alla sicurezza. Gli ostacoli includono la mancanza di strutture adeguate e un arretrato di casi pendenti, ma sono in corso iniziative per espandere i centri di detenzione e accelerare i processi giudiziari. Gli Stati a maggioranza democratica si oppongono fortemente, preparando azioni legali contro il piano di Trump.
_Francesco Semprini su Stampa_
*Divorzio.* La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e il marito Daniel Holefleisch hanno annunciato il loro divorzio, suscitando una valanga di commenti negativi sui social media. Molti utenti hanno criticato Baerbock per aver messo la carriera prima della famiglia, suggerendo che questo abbia contribuito alla fine del suo matrimonio di 17 anni. Nonostante le dichiarazioni passate della ministra sul suo equilibrio tra lavoro e vita privata, i commenti online spesso la colpevolizzano per la separazione. La popolarità di Baerbock è diminuita anche a causa di altre controversie, come il fallito scambio di prigionieri con Aleksei Navalny, e il suo partito ha subito una sconfitta elettorale. Il dibattito sul divorzio riflette una più ampia critica verso i politici progressisti, accusati di essere distanti dalle realtà quotidiane dei cittadini.
_Irene Soave su Corriere della Sera_
POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA
*Licenziato.* Gli iscritti del Movimento 5 Stelle hanno votato per importanti cambiamenti interni, tra cui l’eliminazione del ruolo del garante, precedentemente occupato da Beppe Grillo, e l’abolizione del limite ai mandati. Il partito, ora guidato da Giuseppe Conte, si apre alle alleanze politiche basate su accordi programmatici e si orienta verso una linea progressista, con la possibilità di modificare nome e simbolo. Queste decisioni segnano una frattura con il fondatore Grillo e delineano un M5S rinnovato e più centrato sulla figura di Conte, nonostante una minoranza significativa di iscritti si sia espressa contro alcune di queste novità.
_su Corriere della Sera_
*Addio a Grillo.* Il 63% dei militanti del Movimento 5 Stelle ha votato per eliminare il ruolo di garante, segnando la fine dell’era di Beppe Grillo come figura centrale del partito. La decisione è stata ratificata da un notaio in remoto alle 16:24, in un contesto in cui si parla di una possibile scissione e la creazione di un nuovo movimento da parte di Grillo con altri esponenti come Raggi, Toninelli e Di Battista. L’ex sindaco di Roma, Virginia Raggi, non si è presentata all’evento, alimentando speculazioni. Nel frattempo, il leader attuale, Giuseppe Conte, ha preso le distanze da Grillo, evidenziando una frattura all’interno del partito e un cambiamento di direzione politica
_Francesco Bei su Repubblica_
*Si è messo fuori da solo.* Paola Taverna, vicepresidente vicaria del Movimento 5 Stelle, minimizza l’allontanamento di Beppe Grillo dal partito, interpretandolo come un segno di rinnovamento e di coraggio da parte della comunità del movimento. Sottolinea il rispetto per il voto degli iscritti e la fiducia rinnovata a Giuseppe Conte, rafforzando la sua leadership. Taverna evidenzia l’importanza di mantenere l’identità del M5S nelle alleanze politiche, senza compromettere principi e valori, e anticipa un approccio più inflessibile nei confronti degli alleati. Infine, invita gli iscritti che non hanno votato a partecipare attivamente e chiama al rispetto della democrazia coloro che si trovano in minoranza o hanno contestato.
_su Stampa_
*Scure sulle toghe.* Allo studio dell’esecutivo un nuovo provvedimento che imporrebbe sanzioni disciplinari ai magistrati che commentano pubblicamente le politiche o le leggi su cui devono poi pronunciarsi, una mossa che ha generato tensioni e potrebbe aumentare l’irritazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che presiede il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). La norma, che segue recenti scontri tra politica e giustizia, in particolare riguardo alla gestione dei migranti, è in discussione nel Consiglio dei ministri e potrebbe portare all’astensione dei giudici da casi in cui hanno espresso opinioni pubbliche. La proposta ha suscitato critiche da parte di alcuni magistrati, che vedono in essa una limitazione inaccettabile della loro capacità di discutere criticamente la legge, mentre altri, pur riconoscendo la complessità del tema, suggeriscono che la norma necessita di una formulazione più accurata e non dovrebbe essere inserita in un decreto legge come atto ritorsivo
_su Repubblica_
*Malafede.* Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia e deputato di Fratelli d’Italia, ribadisce il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata, sottolineando che non darà tregua ai mafiosi e che sta lavorando per migliorare la sicurezza nel trasporto dei detenuti e per impedire l’uso di cellulari in carcere. Delmastro respinge le critiche ricevute dall’ANPI, che lo aveva definito “macellaio sadico”, e difende la metafora usata per esprimere la determinazione contro la mafia. Affronta anche il problema del sovraffollamento carcerario, annunciando investimenti per aumentare i posti detentivi e rifiutando soluzioni come amnistia e indulto. Infine, Delmastro critica alcuni magistrati per le loro posizioni politico-ideologiche e difende le politiche di sicurezza e immigrazione del governo, sostenendo che le forze dell’ordine dovrebbero essere sostenute piuttosto che attaccate da pregiudizi ideologici.
_Federico Novella su La Verita’_
*Sistema Lucano.* Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia, ha espresso forte critica verso Magistratura Democratica, accusandola di essere un soggetto politico che agisce in modo eversivo contro la politica e la democrazia. Gasparri ha commentato le intercettazioni pubblicate da un giornale, ritenendo che dimostrino un’azione offensiva delle toghe rosse, e ha definito sconcertante l’elezione di Lucano al Parlamento Europeo nonostante la sua condanna. Ha inoltre annunciato che leggerà le pagine del giornale in Aula, sostenendo che l’emergenza relativa alla magistratura è oggi più grave di quanto non fosse al tempo di Berlusconi. Gasparri concorda con il ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla non esistenza di spazio per il “diritto creativo” e suggerisce una rifondazione delle carriere giudiziarie.
_Christian Campigli su Tempo_
*Autonomia e dubbi.* La recente sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittima la riforma dell’autonomia differenziata, complicando ulteriormente il suo percorso legislativo. Il consenso popolare verso la riforma è calato sensibilmente in tutte le aree del Paese, inclusa la base elettorale dei partiti di maggioranza come la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, nonché nel Nord Est, tradizionalmente favorevole all’autonomia. Un sondaggio di Demos per Repubblica mostra che i favorevoli sono diminuiti di 10 punti percentuali da aprile, attestandosi al 35%, mentre i contrari si mantengono intorno al 60%. Questo declino del sostegno all’autonomia differenziata riflette una crescente preferenza per l’integrazione e la regolazione statale, in un contesto di globalizzazione e di timori di maggiore vulnerabilità e divisioni territoriali.
_Ilvo Diamanti su Repubblica_
*Giudici e migranti.* In Italia, la tensione storica tra magistratura e politica continua a generare conflitti e incertezza tra i cittadini e le istituzioni, con il Quirinale spesso coinvolto. Un recente sondaggio di Euromedia Research mostra che il 50,3% degli italiani non concorda con i giudici che hanno bloccato i trasferimenti di migranti in Albania, mentre il 45,5% ritiene che tali sentenze siano mosse da motivazioni politiche contro il governo. L’indice di fiducia nei magistrati è al 31,2%, riflettendo una percezione di lentezza e inefficacia del sistema giudiziario. La questione dei migranti e le indagini su alcuni ministri del governo suggeriscono che lo scontro tra magistratura e politica, iniziato ai tempi di Tangentopoli, sia ancora lontano dalla risoluzione.
_Alessandra Ghisleri su Stampa_
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati