Rassegna Stampa 03 dicembre 2024

SICUREZZA

*Sicurezza globale.* Leonardo, azienda leader nel settore della difesa e sicurezza, sta lavorando per creare un campione della sicurezza globale “Made in Italy” attraverso alleanze strategiche e innovazione tecnologica. L’azienda, guidata dall’AD Roberto Cingolani, punta a trasformare il modello di business da Difesa a sicurezza globale, includendo protezione energetica e digitale. «Insieme ai nostri clienti e partner – ha detto Cingolani – abbiamo definito gli elementi principali del programma Gcap, cheverranno sanciti nella firma formale di un accordo industriale». Nel 2023, l’UE ha investito in piattaforme tecnologiche per la difesa, con Leonardo che ha formato una joint venture con Rheinmetall per sviluppare nuovi veicoli militari. Leonardo è anche coinvolta nel programma Gcap per sviluppare un sistema aereo di nuova generazione entro il 2035 e nel progetto Eurofighter, il principale progetto di collaborazione industriale nella difesa in Europa. Tra i programmi “che maggiormente alzano l’asticella dell’innovazione – afferma Simone Ungaro, chief strategye innovation officer di Leonardo, ci sono quelli che afferiscono al multidominio, con forte spinta alla digitalizzazione”.
_Raoul Forcade su Sole 24 Ore Rapporti_

*Grandi alleanze.* Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, ha evidenziato l’importanza delle alleanze tra le aziende europee per competere a livello globale, sostenendo che nessuna compagnia può sopravvivere da sola, nemmeno i grandi gruppi. Leonardo ha già intrapreso questa strada, avviando una joint venture con Rheinmetall per veicoli militari da combattimento e partecipando al Global Combat Air Programme con Giappone e Regno Unito. Cingolani ha anche aperto alla possibilità di includere l’Arabia Saudita nella partnership. Ha sottolineato la necessità di un’industria difensiva europea unita per competere con i giganti internazionali e ha menzionato l’importanza del 5G e della cybersecurity, in linea con l’appello di Ericsson Italia per un’azione congiunta nel settore delle telecomunicazioni. Leonardo è anche coinvolta in una newco per la ricerca nucleare con Enel e Ansaldo Nucleare.
_Simona Rossitto su Sole 24 Ore_

*Gcap.* Il Regno Unito sta valutando la possibilità di includere l’Arabia Saudita nel programma del caccia di sesta generazione GCAP, attualmente sviluppato con Italia e Giappone. Il segretario alla Difesa britannico John Healey ha rivelato al Financial Times che “ci sono state discussioni dettagliate tra le quattro nazioni da tempo”, ma ha sottolineato che “c’è ancora lavoro da fare”. Tuttavia, l’ipotesi di un ingresso dell’Arabia Saudita nel programma ha generato tensioni all’interno dell’alleanza, in particolare a causa delle resistenze del Giappone.
_su FT.COM_

*Accordo.* Il 13 dicembre, Leonardo, guidata dall’amministratore delegato Roberto Cingolani, firmerà un accordo per il Global Combat Air Programme, un progetto di caccia di sesta generazione che vede la collaborazione di Italia, Regno Unito e Giappone. Cingolani ha anche annunciato che la joint venture tra Leonardo, Enel e Ansaldo per la ricerca nucleare è in fase avanzata. Sottolineando l’importanza della cooperazione in ambito difensivo europeo, Cingolani ha affermato: “Se non pensiamo a uno spazio europeo per la difesa e la sicurezza, difficilmente avremo 27 stati ciascuno sicuro per sé, che però non si parlano.”
_su Italia Oggi, su Giornale e su La Verita’_

*Satelliti per la difesa.* I satelliti stanno diventando sempre più cruciali per la difesa e la protezione ambientale degli Stati, grazie al calo dei costi di lancio e all’avanzamento tecnologico. La riduzione dei costi, resa possibile da SpaceX, ha aperto la strada a nuovi progetti spaziali, inclusi quelli privati. L’Europa, con il lancio di Sentinel-IC, mira a migliorare la sorveglianza ambientale, mentre l’Italia, con aziende come Leonardo, esplora l’integrazione di calcolo, spazio e cybersicurezza. Nel settore militare, la spesa globale è aumentata, con l’Italia che collabora a livello internazionale per sviluppare nuove tecnologie come il cacciabombardiere di sesta generazione. Infine, la crescita dell’industria aerospaziale italiana evidenzia il suo ruolo chiave a livello globale, con oltre 500 aziende attive nel settore. “Spazio e operazioni militari, poi, sono legati fin dalle origini. C’è anche un approccio nuovo, che vede calcolo, Spazio e cybersicurezza congiunti in un progetto che l’italiana Leonardo sta iniziando a sperimentare, usando satelliti dotati di capacità di calcolo e storage, connessi fra loro con comunicazioni ad altissima velocità. Una potenza che apre scenari sia di elaborazione in orbita dei dati che di previsione grazie all’intelligenza artificiale (Ai). Si lavora anche a novità in tema di in-orbit service. E l’Italia, con D-Orbit e Thales Alenia Space, è già al lavoro su nuovi servizi, come rifornire satelliti con il serbatoio esausto, agganciarli per riportarli nella giusta posizione o per passare potenza elettrica, che i pannelli solari non riescono più a fornire.
_Leopoldo Benacchio su Sole 24 Ore Rapporti_

*Tornare sulla Luna.* Il progetto Artemis, guidato dagli Stati Uniti e sostenuto da 48 Paesi inclusa l’Italia, mira a stabilire una presenza umana e robotica sulla Luna entro il 2050, con l’obiettivo di costruire abitazioni, laboratori e infrastrutture per l’esplorazione spaziale. L’Italia contribuisce significativamente attraverso aziende come Leonardo e le sue controllate Thales Alenia Space e Telespazio. Il Polo Sud lunare è stato scelto come sito ideale per la presenza umana, grazie alla presenza di acqua sotto forma di ghiaccio nei crateri. La missione non solo anticipa future esplorazioni di Marte, ma è anche strategica per la geopolitica globale, con la Cina che ha obiettivi simili. La “Lunar Economy” è prevista crescere fino a 142 miliardi di euro entro il 2040, e l’Europa, con l’ESA e aziende italiane come Telespazio, lavora su sistemi di comunicazione e navigazione lunari essenziali per lo sviluppo di un’economia lunare sostenibile.
_Leopoldo Benacchio su Sole 24 Ore Rapporti_

*Spazio in tv.* La geografia dell’invisibile: analisi su un nuovo modo di fare geografia basato su dati e immagini satellitari. – Nel 1858 all’epoca del colera a Londra, il medico John Snow mise in relazione i dati rispetto ai decessi con i corsi d’acqua capendo che la trasmissione della malattia avveniva in questo modo e non per via aerea. L’evento è un esempio di ciò che si può fare unendo la geografia con i dati. – Il ruolo di E-geos nella trattazione dei dati provenienti dai satelliti in maniera intelligente creando mappe tematiche che leggono su diversi livelli delle informazioni a supporto di studi sul cambiamento climatico, infrastrutture e urbanistica. Intervista a Milena Lerario (Ad E-geos); Lucia Luzietti (E-geos); James Cheshire (Geographic Information and Cartography). – Collegamento in diretta dagli studi della Fondazione Leonardo. Ospite: Jaime D’Alessandro (giornalista).
_su RAI 2_

*Nucleare.* Enel, Ansaldo e Leonardo stanno finalizzando una joint venture per la ricerca nel settore nucleare, con una distribuzione azionaria rispettivamente del 51%, 39% e 10%. La nuova società si concentrerà sull’esplorazione di oltre ottanta soluzioni nel campo nucleare, in attesa di capire quali saranno le possibilità consentite dalla regolamentazione italiana
_su Libero Quotidiano, su Secolo XIX_

*Nuovi soci per Med-Or.* La Fondazione Med-Or, nata nel 2021 su iniziativa di Leonardo per rafforzare gli scambi tra l’Italia e i Paesi del Mediterraneo e dell’Oriente, entra in una nuova fase con l’ingresso di otto grandi partecipate statali (tra cui Leonardo) e la riunione del comitato strategico a Palazzo Chigi, presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Il governo mira a “fare sistema” e a sfruttare l’expertise della fondazione per promuovere cooperazione e soft power, con un focus che include anche l’Africa e il Sud America, in linea con il Piano Mattei voluto dalla premier Giorgia Meloni.
_Celestina Dominelli su Sole 24 Ore_

*Rutte mette in guardia Trump.* Il nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha avvertito Donald Trump che gli Stati Uniti potrebbero affrontare una grave minaccia da Cina, Iran e Corea del Nord se l’Ucraina fosse costretta a firmare un accordo di pace favorevole a Mosca. Rutte ha sottolineato i rischi derivanti dalla fornitura di tecnologia missilistica russa alla Corea del Nord e dal sostegno finanziario all’Iran. Ha esortato il presidente eletto a mantenere l’impegno degli USA con la NATO e a continuare a sostenere l’Ucraina. Durante la campagna presidenziale, Trump aveva promesso di porre fine alla guerra in Ucraina in 24 ore, nominando l’ex generale Keith Kellogg come inviato speciale per l’Ucraina e la Russia. Rutte, che ha già lavorato con Trump e ha contribuito a un aumento della spesa per la difesa da parte degli alleati della NATO nel 2018, ha sottolineato l’importanza di rafforzare il supporto militare all’Ucraina prima di eventuali colloqui di pace
_Henry Foy su Financial Times_

*Tempo di guerra.* Il segretario alla Difesa del Regno Unito, John Healey, ha affermato che le forze armate britanniche devono trasformarsi con una rapidità da “tempo di guerra” e che i nemici devono essere consapevoli della capacità del paese di innovare velocemente. Ha lanciato la strategia industriale della difesa, annunciando giochi di guerra con le aziende del settore per mantenere le forniture di armi durante un conflitto, sottolineando l’importanza di un’industria di difesa forte, come dimostrato dalle lezioni apprese dall’Ucraina.
_su TELEGRAPH.CO.UK_

*Crescita.* L’industria della difesa sta prosperando in un contesto di crisi globali, con gli Stati Uniti che rappresentano metà dell’attività mondiale di difesa e un fatturato di 632 miliardi di dollari nel 2023 per i primi 100 gruppi di difesa, secondo un rapporto dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI). Il settore ha visto una crescita del 4,2% rispetto all’anno precedente, con un incremento del 19% dal 2015. Le aziende americane dominano il mercato, ma sono vulnerabili alle interruzioni della catena di approvvigionamento. L’Europa mostra un incremento modesto, con il Regno Unito e la Francia in testa, mentre la Russia, la Cina e altri paesi asiatici e del Medio Oriente stanno aumentando la loro produzione di armamenti. L’industria si aspetta una domanda sostenuta, nonostante le sfide di produzione e costi, e le PMI stanno guadagnando terreno grazie alla loro agilità. Infine, la politica degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump potrebbe influenzare il mercato, con la Francia che ha recentemente aperto il programma europeo per l’industria della difesa a fornitori non UE.
_su Monde_

*Italia in calo.* Il rapporto SIPRI evidenzia un aumento del 4,2% nel 2023 per l’industria delle armi mondiale, con ricavi totali di 632 miliardi di dollari, mentre l’Italia registra un calo del 10%, con Leonardo e Fincantieri che perdono posizioni. Leonardo, al 13° posto, ha avuto un calo dell’11% nei ricavi, principalmente per la riduzione delle entrate nei segmenti aeronautico ed elicotteristico. Il Medio Oriente guida la crescita con un +18%, mentre la Cina registra un modesto aumento dello 0,7%, e le aziende europee mostrano il tasso di crescita più basso, con l’Europa che investe in sistemi d’arma più complessi che richiedono anni per essere consegnati.
_Cosimo Caridi su Il Fatto Quotidiano_

*Accelerare per il 2%.* La Legge di Bilancio italiana per il 2025 prevede un incremento degli stanziamenti per la difesa, ma l’Italia resta ancora distante dall’obiettivo NATO di spendere il 2% del PIL in questo settore. Secondo l’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, la spesa prevista per la difesa salirà solo all’1,6% del PIL nel periodo 2025-2027, lasciando un divario medio annuo di 9,6 miliardi di euro rispetto al target. La maggior parte del budget per la difesa è destinata alle spese per il personale, mentre una quota minore va agli investimenti in equipaggiamenti militari. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato che, grazie alla nuova manovra, la spesa NATO aumenterà progressivamente fino all’1,61% del PIL nel 2027, ma ulteriori interventi saranno necessari per colmare il gap con l’obiettivo NATO.
_Giusy Iorlano su Mf_

*Calegari e IA.* Antonio Calegari è stato nominato primo direttore dell’Istituto AI4I (Intelligenza Artificiale per l’Industria), fondato a giugno dai ministeri italiani competenti, con un voto unanime del consiglio di sorveglianza. L’Istituto ha recentemente stabilito la sua sede a Torino, in collaborazione con Fondazione Crt e Ogr, entrando a far parte dell’hub tecnologico della città
_Paola Pica su Corriere della Sera_

*AI nell’industria.* Fabio Pammolli, presidente di AI4I (Artificial Intelligence for Italy), sottolinea l’importanza di non ridurre l’intelligenza artificiale alla sola generazione di testi come ChatGPT, ma di riconoscerla come motore di una vera rivoluzione industriale. AI4I, con sede alle Ogr di Torino, ha il compito di innovare il trasferimento tecnologico in Italia, coinvolgendo grandi e piccole imprese, startup e acceleratori, e si prepara ad assumere un centinaio di esperti nei prossimi 18 mesi. La strategia di AI4I prevede una struttura organizzativa piatta per favorire interazioni forti e senza barriere, con l’obiettivo di integrare l’AI nel tessuto produttivo italiano attraverso vari modi, inclusi joint lab con grandi gruppi industriali e una piattaforma per connettere startup e aziende.
_Arcangelo Rociola su Stampa_

*Drone d’attacco.* La start-up europea di tecnologia per la difesa Helsing ha lanciato il suo primo drone da attacco, mirando a sfruttare la crescente domanda di armi autonome seguita al conflitto in Ucraina. Il drone, denominato HX-2, è già in uso in Ucraina e viene proposto al Regno Unito e ad altri alleati della NATO, con la capacità di produrre decine di migliaia di unità all’anno a costi inferiori rispetto ai sistemi esistenti, grazie a tecniche di produzione avanzate come la stampa 3D. I droni HX-2 possono volare fino a 100 km e sono dotati di software che permette loro di individuare e ingaggiare bersagli anche in assenza di segnale o connessione dati continua, mantenendo sempre il controllo umano. Helsing, valutata 4,95 miliardi di euro nell’ultimo round di finanziamento, ha in programma di investire 350 milioni di sterline nel Regno Unito nei prossimi cinque anni e ha già stretto accordi con importanti contractor della difesa europea.
_Sylvia Pfeifer su Financial Times_

*Un miliardo di utenti.* OpenAI, l’azienda dietro il popolare chatbot ChatGPT, sta pianificando un’espansione significativa per raggiungere un miliardo di utenti, lanciando agenti AI, un motore di ricerca alimentato dall’AI e integrando ChatGPT con i dispositivi Apple. L’azienda di San Francisco sta investendo nella costruzione di propri centri dati e ha avviato una partnership cruciale con Apple, con l’obiettivo di trasformarsi da startup a gigante tecnologico globale. Nel mezzo di questa crescita, OpenAI deve affrontare sfide come la navigazione in paesaggi politici, la gestione della transizione da no-profit a for-profit e la lotta contro le cause legali e la concorrenza di altre aziende tecnologiche, tra cui quelle guidate da Elon Musk.
_Cristina Criddle su Financial Times_

*IA a Parigi in febbraio.* Parigi si prepara ad ospitare il Sommet internazionale per l’azione sull’Intelligenza Artificiale l’11 febbraio, con la partecipazione di una centinaia di leader mondiali e aziende tech, tra cui il controverso miliardario Elon Musk. L’evento segue i precedenti summit di Bletchley Park e Seul, e punta a dimostrare il ruolo di Parigi nelle discussioni multilaterali sull’IA, con un focus sulle opportunità dell’IA generativa. Un migliaio di partecipanti si riuniranno per conferenze e workshop, seguiti da una cena all’Eliseo. Tre temi principali saranno affrontati: sostenibilità, inclusività e governance internazionale, con l’obiettivo di creare una coalizione per affrontare l’impatto energetico dell’IA. Nonostante l’assenza di annunci su investimenti significativi, la Francia si posiziona come un attore chiave nell’IA, con l’arrivo di OpenAI a Parigi
_su Echos_

*Aumento di capitale.* Atos, azienda francese di informatica, ha completato un aumento di capitale raccogliendo 233 milioni di euro, grazie al sostegno dei suoi creditori. L’operazione è parte di un piano di salvataggio approvato dalla giustizia per ridurre il debito dell’azienda, che ammontava a circa 5 miliardi di euro nell’estate precedente. Inoltre, Atos ha venduto la sua filiale Worldgrid alla società Alten per 270 milioni di euro, un’entrata di denaro che contribuirà alla stabilizzazione finanziaria. Il nuovo presidente Philippe Salle ha investito 9 milioni di euro nell’azienda, e si prenderà le redini operative a febbraio, con l’approvazione dei conti del 2023 prevista per l’assemblea generale annuale del 31 gennaio
_Joséphine Boone su Echos_

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

*Tavares.* Le dimissioni improvvise di Carlos Tavares da CEO di Stellantis hanno scatenato una crisi nel gruppo automobilistico, causando un crollo del titolo in Borsa del 6,3% e una perdita di capitalizzazione del 44% in un anno. La selezione del nuovo CEO è in corso e dovrebbe concludersi entro la prima metà del 2025, con un comitato esecutivo ad interim presieduto da John Elkann. Il mercato è preoccupato per l’incertezza futura, nonostante alcune banche mantengano una visione positiva sul titolo. La crisi di Stellantis è aggravata da disaccordi sui target del piano al 2030, incentrato sull’elettrico, e da sfide come possibili dazi USA e nuovi limiti di CO2 in Europa. Nel frattempo, il governo italiano, con il ministro Urso e la premier Meloni, si impegna a difendere l’occupazione nel settore.
_Alberto Annichiarico su Sole 24 Ore_

*Redini ad Elkann.* John Elkann, rappresentante della famiglia Agnelli e presidente esecutivo di Stellantis, è chiamato a gestire una fase di transizione critica per il gruppo automobilistico dopo le dimissioni del CEO Carlos Tavares. Elkann presiederà il comitato esecutivo per la gestione della transizione e assumerà le funzioni precedentemente detenute da Tavares, garantendo continuità fino alla nomina del nuovo CEO, prevista entro la metà del 2025. La sfida è ritenuta più complessa rispetto al passato, data la presenza di altri azionisti di peso come la famiglia Peugeot e lo Stato francese, che insieme detengono una quota significativa dei diritti di voto. La governance di Stellantis e le decisioni strategiche future, compresa la scelta del successore di Tavares, saranno il banco di prova per l’equilibrio tra le due anime del gruppo e per il consolidamento della fusione
_Marigia Mangano su Sole 24 Ore_

*L’agenda del prossimo capo.* Il settore automobilistico europeo sta affrontando una crisi significativa, con la necessità di innovare e controllare i costi. Il gruppo Mario Clanflone è alla ricerca di un nuovo CEO, con nomi come Olivier Francois, Jean-Philippe Imparato e Luca de Meo, quest’ultimo noto per il rilancio di Renault, circolati come possibili candidati. De Meo ha evitato di commentare le voci sulla successione di Carlos Tavares a Stellantis. Il successore dovrà affrontare sfide come la condivisione di piattaforme e sistemi tra gruppi concorrenti, mantenendo l’unicità dei modelli e la competitività di mercato. L’industria deve anche rispondere a pressioni ecologiche e all’avanzata dei costruttori cinesi, mentre il board guidato da John Elkann cerca soluzioni per un’industria in crisi di vendite e identità.
_Mario Cianflone su Sole 24 Ore_

*Cassa record.* L’azienda automobilistica Stellantis sta affrontando una crisi significativa, con la produzione ridotta al minimo e un uso record della cassa integrazione. Il valore delle azioni è sceso ai minimi dal 2022, e il gruppo ha perso terreno rispetto ai concorrenti americani e tedeschi. Le scelte strategiche dell’ex CEO Carlos Tavares sono state messe in discussione, in particolare per non aver investito adeguatamente nella transizione elettrica e per aver accumulato invenduti in Nord America. In Italia, la produzione è drasticamente calata, mettendo a rischio la redditività del gruppo. Il successore di Tavares dovrà affrontare decisioni critiche per rilanciare le vendite e gestire le relazioni con fornitori, concessionari e sindacati, mentre molti lavoratori affrontano la perdita del lavoro a causa della non rinnovazione dei contratti con le aziende di servizio Trico e Trasnova.
_Bianca Carretto su Corriere della Sera_

*Maxi liquidazione.* Carlos Tavares lascia la guida di Stellantis con una buonuscita che potrebbe raggiungere i 100 milioni di euro dopo una carriera di successo, nonostante le critiche per il suo stile manageriale. Iniziando come test-driver in Renault, Tavares ha scalato le gerarchie dell’industria automobilistica, passando da Renault a Peugeot, dove ha attuato un piano di tagli drastici che ha rilanciato l’azienda. La sua strategia di ridurre la produzione e aumentare i prezzi ha portato a profitti elevati e dividendi sostanziosi per gli azionisti, ma ha anche causato tensioni con sindacati e governi. Alla fine, divergenze con i soci e una strategia elettrica controversa hanno accelerato le sue dimissioni, con una liquidazione che segna un punto di svolta nella sua carriera
_Francesco Bertolino su Corriere della Sera_

*Difenderemo l’occupazione.* Il governo di Giorgia Meloni si impegna a difendere l’occupazione e l’indotto automobilistico in Italia, mentre i sindacati richiedono un vertice urgente a Palazzo Chigi. Dopo le dimissioni di Carlos Tavares da Stellantis, si registra una distensione tra l’azienda e il governo, con un dialogo aperto sul futuro del settore. Stellantis, sotto la guida temporanea di John Elkann, è chiamata a rispondere a tre richieste del governo: mantenere i livelli occupazionali, costruire la Gigafactory di batterie a Termoli e produrre citycar a Pomigliano. Tuttavia, il mercato automobilistico italiano è in crisi, con una contrazione delle vendite e l’obiettivo di produrre un milione di veicoli entro il 2030 che appare sempre più lontano. Infine, la politica europea sulla transizione verde è al centro del dibattito, con l’Italia che spinge per una revisione delle regole sull’eliminazione dei motori endotermici.
_Filippo Santelli su Repubblica_

*Errori Usa.* John Elkann, presidente esecutivo di Stellantis e erede della famiglia Agnelli, ha assunto il controllo del gruppo automobilistico dopo l’allontanamento di Carlos Tavares, ex direttore generale. Elkann mira a correggere gli errori commessi da Tavares negli Stati Uniti e in Italia, in particolare in relazione alla gestione del mercato americano e ai rapporti con il governo Trump, che sembra avere Stellantis nel mirino. La ricerca di un successore per Tavares è già in corso, con l’obiettivo di nominare un nuovo leader entro cinque o sei mesi. Questo cambiamento avviene in un momento delicato per Elkann, con indagini fiscali in corso sulla successione di Gianni Agnelli e preoccupazioni per la posizione di Stellantis in Italia, dove il gruppo è sotto pressione per garantire la produzione e l’occupazione.
_Olivier Tosseri su Echos_

*Escalation.* Gli operai della Volkswagen in Germania hanno avviato una serie di scioperi per protestare contro i potenziali esuberi, la riduzione degli stipendi e la chiusura di tre stabilimenti, come parte di una lotta permanente organizzata dal sindacato IgMetall. La tensione è alta, con i lavoratori che temono l’escalation da parte dei vertici aziendali, in particolare dopo lo scandalo del Dieselgate e la lentezza nell’adattarsi al mercato dell’elettrico. Sindacalisti di lunga data e figli di immigrati, come Daniela Cavallo e Stavros Christidis, sono in prima linea nelle proteste, sottolineando l’importanza della solidarietà e la necessità che i dirigenti e gli azionisti condividano i sacrifici. La situazione è aggravata dal silenzio di Berlino, nonostante la vicinanza politica di alcuni leader alla regione della Bassa Sassonia, cuore dell’industria automobilistica tedesca.
_Tonia Mastrobuoni su Repubblica_

*Nuovo piano Ue.* La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha deciso di prendere in mano personalmente la gestione della crisi dell’industria automobilistica, convocando un tavolo con tutti gli attori del settore. Il piano in discussione prevede il congelamento delle sanzioni per i costruttori che non rispettano i target di emissione e una nuova metodologia per il calcolo delle emissioni che permetta l’uso di carburanti alternativi, anche dopo il 2035. Questo approccio mira a mantenere i motori termici in circolazione, pur rispettando gli obiettivi di riduzione delle emissioni. La Commissione sta valutando diverse soluzioni, tra cui la promozione di carburanti sintetici e biocarburanti, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità tecnologica e continuare la transizione verso l’energia verde.
_Marco Bresolin su Stampa_

*Occupati su.* A ottobre 2024, l’Italia ha registrato una crescita dell’occupazione con 47mila nuovi posti di lavoro, portando il tasso di occupazione al 62,5%. L’aumento è stato guidato principalmente da contratti a tempo indeterminato, lavoratori autonomi e uomini over 50, mentre l’occupazione femminile è rimasta stabile. Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,8%, il livello più basso dal 2007. Tuttavia, c’è stata anche un’ascesa degli inattivi, soprattutto tra le donne, che solleva preoccupazioni sulla polarizzazione del mercato del lavoro. Il governo italiano ha accolto con favore i dati, vedendo segnali positivi per la crescita economica, mentre gli esperti chiedono politiche più inclusive per affrontare le disparità occupazionali
_Claudio Tucci su Sole 24 Ore_

*Frena l’industria.* L’Istat ha confermato una crescita zero per l’economia italiana nel terzo trimestre, con un leggero aumento dell’acquisito da +0,4% a +0,5%. Il turismo ha mostrato una forte crescita, evitando una contrazione economica, mentre l’industria ha rallentato, con una diminuzione dello 0,9% nelle esportazioni. Il settore delle costruzioni ha registrato un incremento del +0,3%, nonostante la fine del Superbonus, indicando una transizione efficace verso i lavori del Pnrr. I consumi delle famiglie hanno contribuito positivamente con un +0,8%, ma gli investimenti hanno ridotto la crescita di tre decimali. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, prevede un miglioramento verso la fine dell’anno, potenzialmente raggiungendo una crescita vicina allo +0,8%
_su Sole 24 Ore_

*Investimenti in calo.* Gli investimenti esteri diretti in Italia hanno registrato un calo del 12%, secondo il rapporto EY Attractiveness Survey 2024, nonostante ciò la quota di mercato italiana rimane stabile. Il settore dei macchinari e farmaceutico mostra una crescita, con la maggior parte degli investimenti provenienti dall’UE e un aumento significativo degli investimenti cinesi, dal 2% nel biennio 2021-2022 al 5% nel 2023. Il 74% dei dirigenti aziendali intervistati prevede di espandere o stabilire attività in Italia, mostrando ottimismo sulle prospettive del paese. I settori più promettenti per gli investimenti futuri sono i servizi finanziari e l’industria chimico-farmaceutica, mentre le politiche dovrebbero concentrarsi su infrastrutture, sostenibilità ambientale e soluzioni energetiche. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è visto come un’opportunità per l’Italia di superare i ritardi storici.
_Luca Benecchi su Sole 24 Ore_

*Aumenteranno gli scambi.* La premier italiana Giorgia Meloni, parlando alla 18° edizione del Transatlantic Award Gala Dinner, ha sottolineato la forte alleanza e i valori comuni tra Italia e Stati Uniti, evidenziando il potenziale di crescita nelle relazioni economiche e commerciali. Nonostante i timori per possibili dazi protezionistici da parte dell’amministrazione Trump, che potrebbero impattare l’export italiano, Meloni ha espresso ottimismo per il futuro degli scambi, che nel 2023 hanno raggiunto un record di oltre 92 miliardi di euro. Ha inoltre indicato settori strategici come energia, difesa e biotech come aree di potenziale collaborazione. Infine, otto aziende e un’università sono state premiate per il loro contributo al rafforzamento della cooperazione economica italo-americana.
_Silvia Valente su Mf_

*Divisioni.* La politica commerciale di Donald Trump ha creato divisioni tra i governatori della Banca Centrale Europea (BCE) riguardo l’impatto sull’inflazione, con alcuni che prevedono un aumento dell’inflazione a causa dei dazi proposti da Trump, mentre altri temono un rallentamento dell’inflazione. La BCE è unita nell’intenzione di ridurre ulteriormente i tassi di interesse, nonostante le divergenze sul ritmo e l’entità delle riduzioni, mentre la Federal Reserve americana ha adottato un approccio più cauto, suggerendo azioni graduali per abbassare i tassi. In risposta alle tensioni commerciali, alcuni leader europei hanno proposto negoziati per aumentare gli acquisti di prodotti americani, mentre la BCE si prepara a una possibile nuova riduzione dei tassi di interesse nella prossima riunione, con l’obiettivo di avvicinarsi a un livello di tasso neutro che non influenzi l’attività economica.
_Anne Guigné su Figaro_

*Bce su Pnrr.* La Banca Centrale Europea ha lanciato un allarme riguardo l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Italia, rivelando che circa due terzi dei cantieri sono a rischio ritardo e solo il 18% dei progetti è stato completato. Il neo ministro Tommaso Foti, erede delle deleghe di Raffaele Fitto, si trova di fronte alla sfida di accelerare i lavori e gestire una possibile revisione tecnica del Piano, che potrebbe comportare modifiche agli investimenti e allungamento dei tempi per alcuni interventi. La spesa del PNRR dovrebbe raggiungere i 64 miliardi di euro entro fine anno, con l’Italia che, insieme a Ungheria e Grecia, registra i maggiori ritardi nell’implementazione del Piano. Nonostante ciò, la BCE stima che il PNRR possa aumentare il PIL italiano tra l’1,3% e l’1,9% entro il 2026
_Giuseppe Colombo su Repubblica_

*Progetto neet.* Il governo italiano sta affrontando il problema dei giovani NEET (non in educazione, occupazione o formazione) con un tasso del 25% nel paese, il più alto in Europa. Vincenzo Caridi, del Ministero del Lavoro, sottolinea l’importanza di politiche attive e di una previdenza integrativa per garantire un futuro sostenibile. Il Progetto Neet mira a inserire i giovani nel mercato del lavoro e ad ampliare la base contributiva, sostituendo il reddito di cittadinanza con l’assegno di inclusione e il supporto alla formazione e lavoro. Inoltre, si enfatizza il ruolo delle aziende nel welfare aziendale, con proposte di estensione dei benefici e incentivi per la preparazione al futuro, in un contesto di crescente non autosufficienza e necessità di un approccio integrato tra pubblico e privato.
_Raffaele Ricciardi su Repubblica_

*Cdp.* La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) si impegna a investire circa un miliardo di euro in progetti di sviluppo, con particolare attenzione alla lotta contro il cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo, attraverso il Fondo Clima Fic e altri strumenti finanziari. Recentemente, in occasione della COP29 in Azerbaijan, Italia e Kenya hanno firmato un accordo che prevede un finanziamento di 150 milioni di euro per iniziative di mitigazione climatica in Kenya, utilizzando risorse del Fondo Clima. La Cdp, guidata da Dario Scannapieco, è in prima linea nell’attuazione del Piano Mattei, destinando il 70% dei 4,4 miliardi di euro del Fic all’Africa e mobilitando ulteriori risorse da fondi nazionali e internazionali. Inoltre, la Cdp sta sviluppando nuovi strumenti finanziari in collaborazione con la African Development Bank per attrarre investimenti privati e internazionali, consolidando il suo ruolo chiave nella cooperazione internazionale allo sviluppo, riconosciutole dalla legge italiana.
_su Sole 24 Ore_

*Open Fiber.* Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) si appresta a convocare un consiglio di amministrazione per deliberare un finanziamento di circa 500 milioni di euro a favore di Open Fiber, società di rete in fibra ottica controllata al 60% da Cdp e al 40% dal fondo australiano Macquarie. Questo finanziamento si aggiunge ai 400 milioni di euro già confermati da Macquarie e a un prestito bancario di 1,1 miliardi, portando la manovra finanziaria totale di Open Fiber a 3 miliardi di euro per l’anno in corso. Open Fiber, dal 2016, lavora all’infrastruttura in fibra ottica nelle aree meno servite d’Italia, con l’obiettivo di completare i lavori entro il 30 giugno 2026 per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il rifinanziamento da parte delle banche e l’apporto dei soci sono essenziali per garantire la liquidità necessaria alla prosecuzione dei lavori e al rispetto dei piani di copertura delle aree meno connesse
_Andrea Deugeni su Mf_

*Ita.* Lufthansa investirà 325 milioni di euro per acquisire il 41% di Ita Airways a gennaio 2025, con una strategia che pone enfasi sulla flotta, attualmente composta da velivoli Airbus di nuova generazione e complementare a quella del gruppo tedesco. Ita prevede di avere 94 aerei entro il 2027, aumentando la quota di proprietà rispetto al leasing attuale. Nel frattempo, Ita ha ottenuto un finanziamento di 240 milioni di dollari per l’acquisto di tre A330-900neo e sta espandendo la sua offerta commerciale con nuove rotte turistiche nel Mediterraneo. Dopo l’approvazione da parte della Commissione Europea, Easyjet e altri vettori subentreranno in alcune rotte per evitare sovrapposizioni e mantenere la concorrenza, con Lufthansa e Ita che dovranno fornire risorse per facilitare l’ingresso di nuovi concorrenti su rotte specifiche.
_Angela Zoppo su Mf_

*Efficienza.* Il consiglio di sorveglianza di STM, multinazionale italo-francese dei microchip, ha approvato all’unanimità un piano di tagli da 800 milioni di dollari, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza entro il 2026. Il piano prevede la riduzione dei costi e l’accelerazione della produzione di silicio e carburo di silicio, ma ha suscitato preoccupazione tra i sindacati in Italia e Francia per possibili ricadute occupazionali. In Italia, si teme uno spostamento della produzione verso la Francia e la chiusura di impianti, mentre in Francia si esprimono preoccupazioni simili. Un gruppo di senatori del Partito Democratico ha presentato un’interpellanza per chiedere chiarimenti sulle prospettive occupazionali e industriali, mentre il CEO di STM ha assicurato che non ci saranno chiusure di impianti.
_Antonella Olivieri su Sole 24 Ore_

*Duello Usa-Cina.* La tecnologia dei chip è al centro di una crescente tensione geopolitica tra USA e Cina, con gli Stati Uniti che hanno imposto il blocco delle vendite a 140 aziende cinesi per prevenire l’uso militare dell’intelligenza artificiale. Questa mossa segue le restrizioni già introdotte dall’amministrazione Trump e rafforzate da Biden, mirando a limitare le capacità militari cinesi piuttosto che il loro sviluppo economico. Nel frattempo, il CEO di Intel, Pat Gelsinger, si è dimesso a seguito dell’incapacità dell’azienda di mantenere la sua posizione di leader nel settore, superata da Nvidia e AMD. Intel ha ricevuto finanziamenti dal Chips Act per rilanciare la produzione interna, ma è rimasta indietro negli obiettivi di ricavi e è stata rimossa dall’indice Dow Jones.
_Paolo Mastrolilli su Repubblica_

*Stand-by.* L’operazione di acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit, nota come UniCommerz, è stata messa in stand-by a seguito dell’opposizione di grandi imprese clienti di Commerzbank e dei sedici Länder tedeschi, che temono la perdita di indipendenza dell’istituto e vogliono che le decisioni finanziarie rimangano a Francoforte. L’opposizione è cresciuta anche in vista delle prossime elezioni tedesche, che potrebbero cambiare gli equilibri politici. Nel frattempo, Unicredit si concentrerà sull’offerta pubblica di scambio (ops) su Banco Bpm, con l’obiettivo di completare l’operazione entro il terzo trimestre del 2025. Il CEO di Unicredit, Andrea Orcel, potrebbe considerare un rilancio dell’offerta per ammorbidire la resistenza di Banco Bpm e dei suoi soci, mentre il rating di Unicredit è stato confermato da Fitch a BBB+ con outlook positivo.
_Luca Gualtieri su Mf_

 

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

*Barnier al capolinea.* La Francia è sull’orlo di una crisi politica poiché il governo di Michel Barnier rischia di cadere a seguito di una mozione di sfiducia sostenuta sia dalla destra di Marine Le Pen che dalla sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Il Parlamento francese, risultato ingovernabile dopo le elezioni estive, potrebbe vedere la caduta del governo a causa dell’opposizione che supera la soglia necessaria per la sfiducia. Barnier, in carica da tre mesi senza una vera maggioranza, ha tentato invano di negoziare con Le Pen, che ora chiede azioni sulle pensioni e si oppone ai piani di risanamento finanziario. La crisi politica rischia di aggravare ulteriormente la situazione economica della Francia, con l’aumento dello spread e la pressione sui tassi di prestito. Inoltre, Le Pen affronta problemi giudiziari che potrebbero precluderle la partecipazione alle prossime elezioni presidenziali
_Stefano Montefiori su Corriere della Sera_

*Spettro dimissioni.* La crisi politica in Francia si aggrava, con crescenti richieste di dimissioni per il presidente Emmanuel Macron, provenienti da destra, sinistra e ora anche dal centro, a seguito dello scioglimento dell’Assemblea nazionale e delle elezioni europee che hanno evidenziato una Francia ingovernabile. Macron, attualmente in visita in Arabia Saudita per discutere questioni internazionali, sembra avere limitato potere in politica interna, dove il parlamento è diviso e incapace di formare una maggioranza. Si specula su possibili successori di Barnier, ma ogni tentativo appare disperato. La Costituzione impedisce nuove elezioni parlamentari anticipate prima di luglio 2025, ma le dimissioni di Macron potrebbero portare a elezioni presidenziali anticipate, una possibilità che il presidente ha sempre escluso, ma che ora sembra l’unica via per uscire dall’impasse.
_Stefano Montefiori su Corriere della Sera_

*Il crepuscolo di Macron.* Il presidente francese Emmanuel Macron è sotto pressione crescente per dimettersi, con opposizioni che spingono per elezioni presidenziali anticipate. Dopo aver perso il sostegno parlamentare in seguito a elezioni anticipate, Macron si trova senza alleati e senza un chiaro successore. Nonostante le richieste di dimissioni da varie parti politiche, Macron intende completare il suo mandato quinquennale. Tuttavia, la crisi politica attuale e la perdita di credibilità internazionale mettono in dubbio la sua capacità di resistere fino alla fine del mandato, mentre già si profilano figure politiche pronte a succedergli
_Anais Ginori su Repubblica_

*Fermatevi.* In Siria, milizie filo-iraniane si stanno mobilitando a sostegno del presidente Assad, mentre i francescani, guidati da padre Lufti, si dichiarano pronti a mediare nel conflitto. Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso preoccupazione per la situazione in Siria e a Gaza, sottolineando la necessità di una risposta militare proporzionata da parte di Israele e l’importanza di fermare il disastro siriano. L’Italia si impegna a lavorare per la ricostruzione e l’assistenza umanitaria, con particolare attenzione alla crisi in Siria e alle tensioni in Libano, e ha iniziato a inviare aiuti alimentari e medicinali a Gaza. Tajani ha confermato che l’Italia sta facendo pressioni diplomatiche per una tregua e la ricostruzione, e ha discusso con la Russia la protezione dei siti religiosi in Siria. Infine, Tajani ha evidenziato il rischio di nuovi flussi migratori a causa dell’intensificarsi del conflitto siriano.
_Nello Scavo su Avvenire_

*Tregua sul filo.* Gli scontri armati tra Israele e Hezbollah si sono intensificati nonostante il cessate il fuoco in vigore, con raid dell’IDF nel sud del Libano e attacchi missilistici di Hezbollah verso Israele. Le tensioni sono aumentate a seguito di violazioni reciproche dell’accordo di tregua, con Israele che ha colpito obiettivi in Libano in risposta a minacce e Hezbollah che ha giustificato le proprie azioni come reazione alle violazioni israeliane. Il cessate il fuoco, sostenuto dagli Stati Uniti, è messo a dura prova, ma secondo il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americano, John Kirby, regge ancora. Nel frattempo, la comunità internazionale si è riunita al Cairo per discutere gli aiuti a Gaza e la stabilità regionale, mentre il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato gravi conseguenze se gli ostaggi non saranno rilasciati entro il 20 gennaio 2025.
_Nello del Gatto su Stampa_

*Assad nell’angolo.* Il presidente siriano Bashar al-Assad si trova in una posizione vulnerabile dopo che i ribelli islamisti hanno sorprendentemente conquistato Aleppo, la seconda città della nazione, in soli 48 ore. I suoi alleati tradizionali, Russia, Iran e Hezbollah, sono stati distratti dai loro conflitti, lasciando Assad esposto e dipendente dal loro sostegno per fronteggiare le minacce interne. L’avanzata dei ribelli ha messo in luce la demoralizzazione e la disperazione nell’esercito siriano e la crescente insoddisfazione nella società, inclusi i lealisti della minoranza alawita di Assad. La corruzione endemica e l’economia in rovina hanno aggravato la situazione, mentre i tentativi di alcuni stati arabi e europei di riavvicinamento con il regime sono stati ostacolati dall’intransigenza di Assad su questioni chiave come i rifugiati e il contrabbando di droga.
_Andrew England su Financial Times_

*Erdogan: spegniamo l’incendio.* La guerra civile in Siria si intensifica con i ribelli che avanzano verso Hama, mentre il presidente turco Erdogan esorta Russia e Iran a collaborare per “spegnere l’incendio” del conflitto. Circa 50.000 persone sono fuggite dalle zone di combattimento, e la situazione sul terreno è precaria per il regime di Assad, indebolito anche dagli attacchi aerei statunitensi contro i convogli sciiti. La coalizione ribelle, guidata da Hayat Tahrir al-Sham, ha guadagnato terreno e catturato armamenti, rispettando una linea moderata senza vendette o saccheggi. La crisi si aggrava per Assad, con Mosca e Teheran che cercano un’intesa con la Turchia per proteggere i propri interessi in Siria, mentre i curdi temono per il futuro dell’autoproclamato Rojava.
_Gianluca Di Feo su Repubblica_

*Ribelli.* Il conflitto siriano continua a intensificarsi con i ribelli che si rafforzano attraverso l’uso di tunnel e droni, mentre il regime invia il generale Abdel Karlin Mahmoud Ibrahim a Hama per riorganizzare le truppe. Il regime e i suoi alleati russi conducono bombardamenti aerei, ma si sospetta che i ribelli abbiano impiegato contromisure elettroniche efficaci. L’Iran sostiene Damasco inviando unità sciite, mentre gli Stati Uniti e Israele intervengono per contrastare queste mosse e impedire il trasferimento di armi agli Hezbollah. Nel frattempo, il gruppo ribelle Hts cerca di distanziarsi dalla sua immagine radicale, cercando di rassicurare curdi e minoranze religiose, ma la credibilità delle loro promesse rimane da verificare in mezzo a una situazione complessa e nebulosa
_Guido Olimpio su Corriere della Sera_

*Putin vuole la Georgia.* La presidente della Georgia, Salomé Zourabichvili, si schiera con i manifestanti che protestano contro il governo filorusso, accusato di brogli elettorali e violenze contro i cittadini dopo il congelamento dei negoziati di adesione all’UE. Zourabichvili condanna la repressione violenta e rimane in carica per difendere la democrazia, sfidando il primo ministro e la Russia, che è accusata di condurre una guerra ibrida per mantenere la Georgia nella sua sfera di influenza. La presidente rifiuta l’idea di una guerra civile e chiede nuove elezioni libere, insistendo sulla legittimità del suo ruolo e sulla necessità di un sostegno europeo alla rivolta del popolo georgiano.
_Monica Perosino su Stampa_

*La grazia di Biden* Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha concesso la grazia a suo figlio Hunter, revocando la sua precedente promessa di non interferire con la giustizia. Hunter Biden era sotto processo per evasione fiscale e false dichiarazioni, rischiando fino a 25 anni di carcere. La decisione di Biden ha suscitato critiche sia dai repubblicani che da alcuni democratici, con accuse di abuso di potere e di mettere la famiglia prima della nazione. Nonostante le giustificazioni di Biden, che afferma di credere nel sistema giudiziario ma sostiene che la politica ha influenzato il caso di suo figlio, la mossa ha danneggiato la sua immagine politica e potrebbe fornire un precedente controverso per i futuri presidenti.
_Viviana Mazza su Corriere della Sera_

 

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

*Dopo Fitto, Foti.* Tommaso Foti è stato nominato nuovo ministro agli Affari europei, per la coesione, il Sud e per la realizzazione del Pnrr, sostituendo Raffaele Fitto. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza del compito affidato a Foti, mentre la premier Giorgia Meloni ha espresso speranza che Foti porti a termine il lavoro iniziato dal suo predecessore. Galeazzo Bignami è stato scelto come nuovo capo dei meloniani alla Camera, e la maggioranza si aspetta che Foti lavori con determinazione e meticolosità. Nonostante i cambiamenti, la premier ha evitato di alterare gli equilibri tra gli alleati, mantenendo tutte le deleghe all’interno di Fratelli d’Italia
Corriere della Sera
_Paola di Caro su Corriere della Sera_

*Corte dei Conti.* Tommaso Foti, autore della legge che limita i poteri della Corte dei Conti, è entrato nel governo italiano come ministro, mantenendo le deleghe del suo predecessore Raffaele Fitto, incluso il controllo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel frattempo, il presidente Sergio Mattarella ha difeso l’indipendenza e le funzioni costituzionali della Corte dei Conti, senza fare riferimenti espliciti alla riforma Foti, ma sottolineando l’importanza della separazione dei poteri e la necessità di un controllo imparziale e efficace. La riforma Foti, criticata dai magistrati contabili, mira a ridurre i controlli e le sanzioni, ma è stata ampliata in Parlamento con proposte come l’istituzione di una procura generale unica. Galeazzo Bignami sostituisce Foti come capogruppo di Fratelli d’Italia, nonostante le polemiche passate legate al suo travestimento da nazista e al selfie di Foti con una mascherina dall’eloquente motto di estrema destra.
_Ugo Magri su Stampa_

*Sinistra intollerante.* Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite a Quarta Repubblica, ha risposto alle critiche seguite agli scioperi e mobilitazioni organizzate dalla sinistra e dai sindacati, sottolineando che la vera rivolta è avvenuta con la vittoria elettorale del suo governo. Meloni ha difeso la sua gestione, affermando che il governo non cadrà e che sono previsti ulteriori investimenti in sanità. Ha inoltre respinto le accuse di intolleranza da parte della sinistra e ha evidenziato i progressi del suo esecutivo in termini di pensioni, tasse e salari. Infine, ha toccato temi come la magistratura, il progetto in Albania e le recenti vicende aziendali, ribadendo la neutralità del governo e l’obiettivo di tutelare l’interesse nazionale
_Pasquale Napolitano su Giornale_

*Difesa europea.* Al seminario del Partito Democratico (Pd) sull’Europa e la politica estera, esperti e politici, tra cui Massimo D’Alema e Romano Prodi, hanno discusso le sfide attuali, con particolare attenzione alla tragedia del Medio Oriente e alla necessità di un’Europa unita e proattiva. D’Alema ha espresso preoccupazione per la situazione in Medio Oriente e ha messo in guardia contro un’Europa che segue la svolta protezionista degli Stati Uniti. Il dibattito ha toccato anche il tema della difesa europea, che dovrebbe servire la pace, e la posizione critica del Pd nei confronti della Commissione di Ursula von der Leyen, richiedendo un’Europa più progressista e coesa. Elly Schlein e Giuseppe Provenzano hanno sottolineato l’importanza di superare le contraddizioni interne al socialismo europeo e di difendere le istituzioni multilaterali.
_Alessandro Matteo su Stampa_

*Grillo impugna lo statuto.* Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle (M5S), è pronto a sfidare lo statuto del partito per riprendere il controllo del simbolo, mettendo in discussione la leadership di Giuseppe Conte. Grillo ha annunciato un “delicato messaggio” da rivelare, suscitando speculazioni su un possibile ricorso legale contro le nuove regole che hanno rafforzato i poteri di Conte come presidente. La tensione cresce all’interno del M5S, con Grillo che potrebbe anche rinunciare alla copertura legale per riappropriarsi del simbolo del partito, mentre si avvicina un nuovo voto che potrebbe vedere un appello all’astensione per abbassare il quorum e influenzare l’esito. La disputa potrebbe finire in tribunale, con conseguenze incerte per il futuro del movimento
_Gabriella Cerami su Repubblica_

*Non sono di sinistra.* L’ex premier Romano Prodi ha presentato il suo libro “Il dovere della speranza”, scritto insieme a Massimo Giannini, sottolineando l’importanza della partecipazione popolare in politica e la necessità di un programma condiviso per creare un’alternativa alla destra. Prodi ha commentato la recente vittoria del centrosinistra in due comuni del litorale laziale, paragonandola a una vittoria della destra in una città tradizionalmente di sinistra. Ha anche espresso critiche verso il governo Meloni, suggerendo che gode di supporto internazionale perché “obbedisce” all’establishment americano. Durante l’evento, Prodi ha condiviso idee e consigli con la segretaria Elly Schlein, con la quale ha un rapporto di collaborazione nonostante alcune divergenze. Il libro discute come preservare i valori che hanno reso l’Europa un continente di diritti e libertà.
_Francesca Schianchi su Stampa_

*Albania in Cassazione.* La Procura generale della Corte di Cassazione ha proposto di sospendere il giudizio sul caso dei migranti provenienti da cosiddetti “Paesi sicuri” fino a quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) non avrà emesso un verdetto chiarificatore. La questione è sorta dopo che il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento di otto migranti, applicando una sentenza della CGUE che non considerava sicuri alcuni territori di un Paese. Il governo italiano, criticando tale interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione. La Procura sostiene che la sentenza della CGUE non chiarisce completamente se la nozione di “Paese sicuro” possa essere estesa a categorie soggettive di persone, e quindi raccomanda di attendere una decisione definitiva dalla CGUE prima di procedere
_Giovanni Bianconi su Corriere della Sera_

*Spioni.* La Procura di Milano ha avviato perquisizioni presso le sedi di Erg e Barilla nell’ambito di un’inchiesta su presunte spionaggi illegali effettuati dalla società Equalize. L’ex responsabile della sicurezza di Barilla, Maurizio D’Anna, è indagato per aver presumibilmente commissionato a Equalize la ricerca delle fonti di una fuga di notizie interne. Nel caso di Erg, sospetti di insider trading hanno portato alla collaborazione con Equalize per spiare i telefoni di alcuni dipendenti. Le aziende coinvolte potrebbero aver utilizzato i servizi di Equalize, ma sostengono di non essere a conoscenza dei metodi illegali impiegati. La situazione è complicata dal silenzio degli ex dirigenti di Equalize, Gallo e Pazzali, quest’ultimo in attesa di arresto.
_Luca Fazzo su Giornale_

*Libero.* Il Tribunale del Riesame di Palermo ha ordinato la scarcerazione di Luigi Spera, precedentemente accusato di terrorismo per un’azione dimostrativa contro la Leonardo a Palermo, ma con l’aggravante terroristica esclusa dalla Cassazione e le accuse ridimensionate a danneggiamento seguito da incendio. Spera dovrà rispettare alcune misure cautelari, come l’obbligo di firma e di dimora, e il processo di merito continuerà il 20 dicembre, con l’aggravante eversiva ancora presente ma indebolita dalla sentenza della Cassazione.
_su Manifesto_

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