Il leader del People Power Party ha parlato di un “rischio significativo” che possa tentare di imporre nuovamente la legge marziale
Continuano le tensioni in Corea del Sud. Domani sarà il giorno della conta sulla mozione di impeachment contro il presidente Yoon Suk-yeol, autore martedì sera del breve “autogolpe” con la dichiarazione della legge marziale, poi ritirata davanti alla protesta di piazza e a quella dei deputati.
Il leader del People Power Party contro Yoon
Intanto il leader del partito People Power Party al governo nel Paese, Han Dong-hoon, ha chiesto che lo stesso Yoon Suk Yeol venga rimosso dall’incarico perché considerato “pericoloso”. Esiste infatti, ha detto, un “rischio significativo” che possa tentare di imporre nuovamente la legge marziale. “Considerando i fatti appena emersi, credo che una rapida sospensione delle funzioni del presidente Yoon Suk Yeol sia necessaria per salvaguardare la Repubblica di Corea e il suo popolo”, ha ribadito. Ci sono, ha aggiunto, “prove credibili” che Yoon abbia ordinato l’arresto di “politici chiave” e il loro trattenimento in un centro di detenzione. Yoon “non riconosce che questa legge marziale illegale è sbagliata” e non è intervenuto contro i funzionari militari che “sono intervenuti illegalmente”, ha concluso.
Seul, sospesi 3 comandanti coinvolti nella legge marziale
Nel frattempo, il ministro della Difesa sudcoreano ad interim, Kim Seon-ho, ha deciso di sospendere tre comandanti militari coinvolti nelle recenti vicende interne. In partiocolare, il ministro ha sospeso il comandante delle Forze Speciali Kwak Jong-keun, il comandante della Difesa della Capitale, Lee Jin-woo, e il capo del comando del controspionaggio, Yeo In-hyeong. Tutti i sospesi erano stati coinvolti direttamente nell’esecuzione dell’ordine di legge marziale di martedì sera.
L’impeachment
Nel frattempo manca davvero poco alla votazione della mozione di impeachment contro il presidente Yoon Suk-yeol. Il Partito Democratico di Lee Jae-myung, forte della maggioranza in aula, è piuttosto certo di raggiungere il quorum dei 200 voti per aprire il procedimento dinanzi alla Corte costituzionale. Ma non è ancora detta l’ultima parola: con gli alleati minori, infatti, Lee parte da quota 192: ne dovrà ottenere almeno altri 8 tra i 108 del fronte avversario dello stesso People Power Party. In particolare, il Partito Democratico punta sul fatto che parte degli avversari non vorrà essere associata alla tentata svolta autoritaria, optando quindi per l’impeachment. Intanto il presidente, assente da due giorni da eventi pubblici, ha accettato le dimissioni del ministro della Difesa Kim Yong-hyun che aveva suggerito l’adozione della legge d’emergenza per rompere l’assedio politico.
Il cambio di programma di Yoon in risposta alle proteste
In ogni caso oggi stesso il presidente della Corea del Sud è atteso davanti all’Assemblea nazionale a Seul. Secondo alcune fonti della Bbc, però, avrebbe fatto una misteriosa retromarcia, annullando l’appuntamento. Il motivo? Le proteste di un gruppo di parlamentari dell’opposizione radunati davanti all’atrio dell’Assemblea nazionale al grido di “Impeachment, impeachment!”. Intanto, stanno emergendo altri dettagli fondamentali sull’ordine del presidente Yoon di arrestare politici chiave nel quadro del suo tentativo di imporre la legge marziale.
La lista degli arresti
Un responsabile dell’intelligence coreana ha rivelato che la lista degli arresti includeva Lee Jae-myung, leader del principale partito di opposizione, i deputati dell’opposizione Woo won-shik, Park Chan-dae e Cho Kuk e il leader del partito al governo di Yoon, Han Dong-hoon. Stando a quanto riferito da Hong Jang-won, il primo vicedirettore dell’agenzia di intelligence, l’ordine di Yoon era di “usare questa possibilità per arrestarli e spazzarli via“.
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