La Siria nel baratro. Al Jolani conquista Damasco, l’occidente non dimentichi che è l’erede dell’Isis e di al Qaida

Alle prime luci dell’alba di oggi la conferma della fuga del presidente Bashir Assad. In un post su X Craig Murray, tra i massimi esperti di Medio Oriente britannici, ex ambasciatore in Uzbekistan, oggi diventato “scomodo” paladino dei diritti umani, avverte “La Cnn ha definito Hts “moderata”. Oggi: Chiese distrutte, donne velate con la forza, Natale cancellato. Hts, una propaggine di Al-Qaeda, non è una forza moderata. Le bugie coordinate dei media mostrano il potere agghiacciante dei servizi di sicurezza occidentali di controllare la narrazione”.

 

La Siria sta sprofondando nel baratro. I ribelli jihadisti, dopo una lunga fase di stallo, si sono risvegliati all’improvviso e hanno conquistato con una guerra lampo il paese: Hama, Homs, Damasco, senza incontrare resistenza. Alle prime luci dell’alba di oggi la conferma della fuga del presidente Bashir Assad e la notizia dell’ingresso a Damasco di Mohammad al Jolani, leader islamista, della fazione di Hayat Tahrir al-Sham (Hayat Tahrir al-Sham ), che oggi si presenta come il liberatore del paese dalla atroce dittatura della dinastia alawita, ma che è l’ erede  di al Qaida e dell’Isis. E  non si faccia l’errore di dimenticarlo. Non resti inascoltato il monito lanciato su X da Craig Murray, tra i massimi esperti di Medio Oriente britannici, ex ambasciatore in Uzbekistan, oggi diventato “scomodo” paladino dei diritti umani. Nel suo post scrive: “La Cnn ha definito Hts “moderata”. Oggi: Chiese distrutte, donne velate con la forza, Natale cancellato. Hts, una propaggine di Al-Qaeda, non è una forza moderata. Le bugie coordinate dei media mostrano il potere agghiacciante dei servizi di sicurezza occidentali di controllare la narrazione”.

La caduta di Assad,  guardata con un certo favore  e forse finanche voluta da alcune potenze occidentali,  potrebbe rivelarsi un ennesimo  catastrofico abbaglio  come lo sono state la caduta di Saddam Hussein in Iraq, quella di Muhammar Gheddafi in Libia e di Ali Ben Ali in Tunisia  e il sostegno americano  a Osama Bin Laden in Aghanistan contro l’Urss. L’ascesa di al Jolani non è affatto rassicurante, ma  getta ombre inquietanti su tutta la regione e non solo.

Jolani è stato braccio destro di Abu Musab al-Zarqawi, leader di al-Qaeda a Baghdad, e quando è tornato in Siria nel 2011, ha fondatoo Jabhat al-Nusra (Fronte di soccorso alla Siria), con  l’obiettivo di rovesciare il regime di Assad e instaurare uno stato islamico. Nel 2016 la svolta, con il rebranding in chiave moderata del suo movimento,  ribattezzato Jabhat Fatah al-Sham (Fronte di conquista della Siria), reso con un’intelligente operazione di marketing più accettabile agli occhi della  popolazione locale e ai  potenziali alleati internazionali. Poi la fusione della fazione ad altri gruppi e la nascita di  Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che sotto la sua guida è diventata una delle formazioni più influenti nella regione.

Hts, comunque,  è attualmente etichettata come organizzazione terroristica dalle Nazioni Unite, dalla Turchia, dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. E Al Jolani ha più volte affermato che questo marchio è ingiusto a perché il suo gruppo ha rinunciato alle vecchie alleanze. Sarà vero?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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