L’IA si è affermata come protagonista nella ricerca scientifica, rivelandosi in grado di rivoluzionare numerosi ambiti del nostro vivere quotidiano
Gli umani hanno il bisogno insopprimibile di conoscere. Partono da questo semplice assunto i professionisti della sezione “PolisLab” della Scuola Politica Vivere nella Comunità, che hanno condotto una ricerca sul tema dell’intelligenza artificiale, approfondendone i contenuti attraverso un approccio trasversale. L’appuntamento, per esplorare i contenuti della ricerca, è a Roma il 24 gennaio presso Ceo for Life, Piazza Montecitorio.
La storia del progresso tecnologico
Siamo immersi in una società costituita da macchine pensanti. Questa condizione digitale ha reso necessaria una riflessione filosofica sistematica volta a rendere sostenibile dal punto di vista etico, sociale e politico, l’impatto degli algoritmi e dei sistemi di intelligenza artificiale sulle nostre vite e comunità. Dal mondo delle idee di Platone sino al contributo alla creazione del microprocessore di Faggin l’umanità ha ricercato continuamente modelli e forme per spiegare i fenomeni del mondo.
Nella nostra storia recente l’impulso tecnologico ha avuto un impatto enorme in termini qualitativi e quantitativi sulle nostre vite e nuove scoperte hanno aperto mondi e nuove opportunità. Tra le tecnologie, l’intelligenza artificiale è, senza dubbio, il “mondo nuovo”, per citare Aldous Huxley, con il quale l’etica e il sapere umano devono confrontarsi.
La ricerca di PolisLab sull’IA
Il tema è presente sui banchi di scuola da tempo e lo ricordano gli studi dei Premi Nobel assegnati nel 2024 a John J. Hopfield e Geoffrey E. Hinton; tuttavia, ancora oggi il foglio è bianco e c’è ancora molto da scrivere! Hinton, in passato, mise a punto un metodo, elaborato sulla base della macchina di Boltzmann, quale rete neurale artificiale ispirata ai principi della meccanica statistica e della termodinamica. Questo tipo di comportamento è alla base, per esempio, degli algoritmi che ci consigliano un film da vedere sulla base di quelli che abbiamo già visto: da qui, l’analisi dei dati che provengono dallo spazio, come quelli relativi alla collisione di buchi neri o alla ricerca di esopianeti.
Tecnologia e scienza: una questione etica e politica
Il Premio Nobel per la Fisica 2024 ha consacrato la ricerca sull’intelligenza artificiale come un settore scientifico cruciale per il futuro dell’umanità. Questa circostanza segna un momento storico in cui l’intelligenza artificiale si è affermata protagonista nella ricerca scientifica, in grado di rivoluzionare numerosi ambiti del nostro vivere quotidiano. Tuttavia, come spesso universalmente accade, con tale (nuovo) potere arriva anche una grande responsabilità che impone, soprattutto alla politica e alle istituzioni, di domandarsi anzitutto come possiamo utilizzare queste tecnologie in modo etico e sostenibile, dunque come regolamentare, anche a livello nazionale, oltre che sovranazionale, le finalità perseguibili mediante l’utilizzo e l’implementazione dell’intelligenza artificiale, gli usi, i diritti e doveri che da essa ne derivano.
Questi quesiti sono solo alcuni di quelli che ci siamo posti nell’ambito della nostra ricerca e che, ciascuno di noi, all’interno diversi ambiti di competenza che ci caratterizzano, risultano, di fatto, essere vitali.
L’analfabetismo digitale
In un Paese come l’Italia in cui l’età mediana è la più elevata in Europa e siamo secondi per incidenza di Neet (Neither in Employment or in Education or Training), uno dei problemi rivelatosi più urgente è l’analfabetismo digitale. In un mondo sempre più tecnologico, senza un adeguato livello di competenze digitali, molte persone rischiano di essere lasciate indietro. Ciò rappresenta un grave vulnus per la democrazia e per l’uguaglianza e compromette il progresso stesso del nostro Paese. L’alfabetizzazione digitale, infatti, non riguarda solo l’accesso alle tecnologie, ma anche la capacità di comprenderle e utilizzarle consapevolmente anche nel vivere quotidiano così come nell’accesso ai servizi pubblici e privati. Questo è un problema che richiede un approccio multi e interdisciplinare: non è solo un tema di evoluzione tecnologica ma una vera e propria necessità etica, sociale e culturale per garantire che tutti, democraticamente, possano beneficiare ugualmente e con pari dignità del progresso senza esclusioni.
Proteggere i dati dei cittadini
Ulteriore elemento fondamentale del documento è il concetto di sovranità digitale, cioè la capacità di un paese o di una regione di controllare le proprie infrastrutture digitali e proteggere i dati dei propri cittadini. L’Europa, con la sua posizione intermedia tra Stati Uniti e Cina, si trova a dover affrontare una sfida complessa: da un lato, vuole promuovere l’innovazione, dall’altro deve evitare di diventare dipendente da tecnologie straniere. La sovranità digitale è fondamentale, infatti, non solo per garantire la sicurezza dei dati, ma anche – e soprattutto – per preservare i valori democratici e i diritti umani. In tal senso, il ruolo dell’intelligenza artificiale è cruciale: le decisioni algoritmiche possono influenzare profondamente la nostra vita quotidiana, dalla ricerca al lavoro, all’accesso ai servizi pubblici e privati.
Accesso equo e responsabile all’IA
Con l’intelligenza artificiale che diventa sempre più integrata nella nostra società, la sfida più grande è quella di garantire che questa tecnologia venga utilizzata in modo equo e responsabile: questa tecnologia ha il potenziale di poter migliorare molti aspetti della nostra vita, ma solo se sapremo affrontare con saggezza e consapevolezza piena le questioni etiche, sociali, ambientali e politiche, che essa solleva, potremo beneficiarne davvero tutti.Un altro aspetto a cui fa riferimento la ricerca è quello dell’influenza dell’intelligenza artificiale sulla felicità umana: in questo senso, alcuni studiosi hanno evidenziato come l’intelligenza artificiale, essendo per sua natura “apatica”, non possa da sola garantire il nostro benessere, ma devono essere gli esseri umani a dover indirizzare l’uso della tecnologia verso il raggiungimento della felicità.
Verso una democrazia digitale
Il cambiamento, velocissimo, che stiamo vivendo attualmente e l’innesto dell’intelligenza artificiale nella nostra vita quotidiana, sotto ogni aspetto, ci impone allora di soffermarci a considerare quanto sia evidente che il cammino complesso, intrapreso all’epoca dai nostri Padri costituenti di esprimere i principi fondamentali della “nuova” democrazia, dotandosi di una clausola di supremazia non solo verso i poteri pubblici ma anche nelle relazioni tra i cittadini, non è affatto concluso ma tende verso nuove mete segnate dal progresso scientifico, tecnologico e digitale del nostro Paese. Occorre necessariamente considerare i nuovi scenari applicativi e le esigenze di bilanciamento con le moderne prerogative, per il giusto bilanciamento tra (nuovi) diritti e doveri costituzionali. In questo cammino, invero entusiasmante e composito, si intravvede in prospettiva l’esigenza di orizzonti che dovranno essere segnati dall’apertura di una nuova e altrettanto coraggiosa stagione di innovazione volta a umanizzare la tecnica e non macchinizzare l’essere umano.
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