Stellantis ai sindacati: “Non chiuderemo gli stabilimenti”

Una delle mosse chiave per affrontare le sfide future è il ritorno di Stellantis nell’Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili. Questa decisione, spiega Imparato, mira a creare un fronte unito per dialogare con le autorità europee e i governi nazionali

stellantis
Jean-Philippe Imparato, capo Europa di Stellantis, si è rivolto ai sindacati metalmeccanici con un messaggio chiaro: nessuno stabilimento chiuderà e non ci saranno licenziamenti, nonostante la crisi del settore automobilistico che sta colpendo anche il colosso franco-italiano. L’incontro arriva a pochi giorni dal tavolo previsto al Ministero delle Imprese e si inserisce in un contesto reso ancora più complesso dalle nuove norme europee. A partire dal 2025, infatti, entreranno in vigore limiti più severi sulle emissioni di anidride carbonica, con sanzioni salate per i produttori non conformi.

Secondo Imparato, il costo di queste multe potrebbe raggiungere i 2,7 miliardi di euro se Stellantis non adeguerà la propria produzione. “Non intendiamo pagarle”, ha dichiarato, sottolineando che l’azienda sta lavorando per adattare la propria strategia industriale e scongiurare questo scenario.

Il ritorno nell’Acea e la strategia europea di Stellantis

Una delle mosse chiave per affrontare le sfide future è il ritorno di Stellantis nell’Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili. Questa decisione, spiega Imparato, mira a creare un fronte unito per dialogare con le autorità europee e i governi nazionali. Sebbene Stellantis manterrà la propria autonomia su alcune posizioni, la cooperazione all’interno dell’associazione sarà essenziale per affrontare il cambiamento normativo e le pressioni del mercato globale.

“Essere uniti è fondamentale in questa fase. Vogliamo parlare con una sola voce e lavorare insieme per influenzare le decisioni che ci riguardano tutti”, ha affermato.

Le sfide del 2025 e il piano per il futuro

Imparato sta preparando un piano dettagliato da presentare al Ministro Adolfo Urso, che includerà proposte concrete per ogni stabilimento italiano. Tuttavia, i sindacati rimangono cauti. Alcuni rappresentanti ritengono che i cambiamenti annunciati finora siano insufficienti per affrontare la crisi. “Non bastano parole o cambi di narrazione, servono fatti concreti”, ha dichiarato Ferdinando Uliano della Fim-Cisl.

Le previsioni produttive per il 2025 non sembrano rassicuranti: il numero di veicoli prodotti dovrebbe rimanere stabile intorno ai 500 mila, lontano dai livelli necessari per rilanciare il settore. Tuttavia, Imparato si dice fiducioso: “Dal novembre 2025 rilanceremo con la 500 ibrida e torneremo ai livelli produttivi adeguati per Mirafiori”. Il piano a lungo termine prevede anche una nuova generazione di 500 elettrica, destinata a restare sul mercato fino al 2032-2033.

Investimenti e innovazione

Sul fronte dell’innovazione, Stellantis ha avviato collaborazioni strategiche, tra cui un accordo con Zeta Energy per lo sviluppo di batterie al litio-zolfo. Inoltre, sono stati annunciati investimenti in Spagna per un nuovo impianto di batterie, mentre in Italia si guarda con attenzione al futuro dello stabilimento di Termoli.

La prospettiva per il decennio è ambiziosa: Imparato prevede di raggiungere la produzione di un milione di veicoli entro il 2030. “Sarà un percorso fatto di salti progressivi”, spiega, con un aumento costante dai 500 mila attuali fino a 900 mila già prima del 2030.

Per Stellantis l’Italia è il pilastro della strategia

Il ruolo dell’Italia nel piano industriale di Stellantis rimane centrale. “Non ci sarà un’estinzione generale”, ha ribadito Imparato, rassicurando che lo sviluppo porterà nuove opportunità e prodotti. Mirafiori, Pomigliano e gli altri stabilimenti italiani rimarranno parte integrante della strategia del gruppo.

Con l’obiettivo di coniugare transizione ecologica e salvaguardia occupazionale, Stellantis si prepara ad affrontare un periodo di sfide senza precedenti, puntando su una visione che combina innovazione, sostenibilità e dialogo con le parti sociali.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati