SICUREZZA
*Alleanze.* Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, ha dichiarato alla Süddeutsche Zeitung di voler promuovere alleanze nell’industria della difesa europea per creare “giganti europei” basati sulla cooperazione, in risposta alla grandezza delle aziende statunitensi. Leonardo, con quasi 60.000 dipendenti e oltre 15 miliardi di euro di fatturato, è attivo in elettronica, cybersicurezza, aerospazio e ha recentemente stretto un accordo con Rheinmetall e detiene una partecipazione significativa in Hensoldt.
_ su Frankfurter Allgemeine_
*Collaborazione.* Il Ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, sottolinea l’importanza di una maggiore collaborazione nell’industria della difesa europea per un uso più efficiente dei fondi, affermando: “Vogliamo promuovere alleanze nell’industria europea della difesa.” Leonardo, un gigante dell’industria con 60.000 dipendenti e oltre 15 miliardi di euro di fatturato, è attivo in elettronica, cybersicurezza e aerospazio, e ha recentemente formato una joint venture con Rheinmetall. Tra l’altro Cingolani propone la creazione di un fondo di difesa per coordinare meglio le spese e le strategie di difesa nazionali.
_ su WELT.DE_
*Giganti europei.* Roberto Cingolani, Ceo di Leonardo, ha sottolineato l’importanza di formare “giganti europei” attraverso alleanze nell’industria della difesa per competere con le aziende statunitensi. Ha criticato l’inefficienza delle spese per la difesa nazionale in Europa, proponendo un cambiamento verso un finanziamento congiunto europeo: “Non come molto investiamo è importante, ma come investiamo”. Leonardo ha già avviato collaborazioni con aziende tedesche come Rheinmetall e detiene una partecipazione in Hensoldt, evidenziando un movimento verso una maggiore integrazione europea nel settore della difesa.
_ su handelsblatt.com_
*Più efficienza.* L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha evidenziato l’inefficienza della spesa militare europea, sottolineando la necessità di una maggiore coordinazione tra i paesi per sviluppare economie di scala e un’adeguata architettura militare. Cingolani ha proposto la creazione di un bilancio comune europeo per la Difesa e la promozione di alleanze per formare giganti europei nel settore, citando esempi di consolidamento industriale e cooperazione come la joint venture con Rheinmetall e l’investimento in Hensoldt. Le sue dichiarazioni arrivano in un contesto di pressioni transatlantiche per un aumento della spesa militare e l’attenzione degli USA verso aziende innovative nel settore della difesa, in un momento in cui si prevede un aumento del budget per il Pentagono.
_Marco Battaglia su La Verita’_
*Iveco Oto Melara.* Firmato accordo con l’Esercito italiano per la fornitura di 76 blindati VBM Plus, saranno costruiti in parte negli stabilimenti Leonardo, i dettagli.
_ su RAI 3_
*Spazio.* Il 12 novembre 2014 veniva lanciata la sonda “Rosetta” dell’Agenzia Spaziale Europea per posarsi sulla cometa Churyumov-Gerasimenko, fondamentale l’utilizzo a bordo della tecnologia di Leonardo prodotta a Campi Bisenzio (FI) e Nerviano (MI). Intervista a Alessandro Fumagalli di Leonardo Space.
_Tg Leonardo su RAI 3_
*Asi.* Novità 2025 nel campo dell’esplorazione spaziale. Previsto lancio di una sonda con strumento a guida dell’Agenzia Spaziale Italiana. Intervista a Giorgio Cabodi (Thales Alenia Space).
_ su RAI 2_
*Musk di traverso.* Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, è pronta per il suo primo lancio orbitale dopo aver ottenuto l’approvazione degli enti regolatori statunitensi, cercando di raggiungere i traguardi già ottenuti da Elon Musk con SpaceX. Nonostante Blue Origin sia stata fondata prima di SpaceX, ha subito numerosi ritardi e ora si trova a competere in un mercato dominato da SpaceX, che ha ridotto significativamente i costi di lancio e ha aumentato la frequenza delle missioni. Bezos ha perso contratti governativi importanti a favore di SpaceX e ora deve affrontare una sfida ancora maggiore con l’ascesa politica di Musk. Tuttavia, la crescente domanda di lanci spaziali offre a Blue Origin l’opportunità di servire clienti come il militare statunitense e progetti di satelliti di comunicazione, nonostante la crescente influenza di SpaceX nel settore.
_Richard Waters su Financial Times_
*Amerigo Vespucci.* Abu Dhabi. Prosegue il tour mondiale della nave Amerigo Vespucci. Presente Leonardo, un fiore all’occhiello delle aziende italiane legate alla difesa. Sono quasi 50 anni che Leonardo è presente negli Emirati Arabi Uniti, con forniture di sistemi di difesa ed elicotteri, utilizzati per attività di ricerca e soccorso oltre che per emergenza medica e trasporto di personalità di Governo o famiglie reali. Evidenziata inoltre fornitura della squadra acrobatica delle Forze Armate con gli MB-339, identici aeromobili delle Frecce Tricolori.
_ su RAI NEWS 24_
*Innovatore.* Il premio internazionale promosso e sostenuto da Associated Medias e dal circuito IQDMedias premia figure emergenti e affermate, dando risalto all’innovazione, all’impegno e alla creatività nei settori della politica, economia, scienza, cultura, sport e arte. In classifica figurano fra gli altri, Roberto Cingolani (categoria ‘Innovator of the Year’), Stefano Amoroso (categoria ‘Chief Communication and institutional relations of the Year’) e Alessandra Genco (categoria ‘CFO of the Year’).
_ su ASSOCIATEDMEDIAS.COM_
*Innovazione e protezione.* La Commissione Europea affronta sfide economiche e finanziarie cruciali nel 2025, tra cui la riforma del mercato dei capitali ora ribattezzata “Savings and Investments Union”, il dibattito sul finanziamento della difesa in risposta all’invasione russa dell’Ucraina e la negoziazione del bilancio a lungo termine dell’UE. Inoltre, sono in corso intense battaglie legislative sulle regole finanziarie verdi e sulla “rivoluzione dell’open finance”, che vedono contrapposti Big Tech e finanza tradizionale, con l’UE che deve bilanciare innovazione e protezione dei consumatori.
_ su politico.eu_
*Alzare la posta.* Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, si trova di fronte alla sfida di difendere l’Unione Europea in un periodo di crescita della destra e dell’ultradestra, riflettendo un sentimento diffuso in Europa. Le priorità dell’UE per il 2025 includono la riduzione del costo della vita, il rafforzamento della competitività e l’indipendenza in settori chiave come energia, sicurezza e difesa. Metsola sottolinea l’importanza di agire e di avere la volontà politica per andare avanti, in un momento in cui l’Europa affronta tensioni geopolitiche e la guerra è tornata sul continente. Il rapporto con gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump è visto come un’opportunità per un partenariato più forte, nonostante le differenze. Infine, Metsola evidenzia l’importanza dell’allargamento dell’UE come investimento geostrategico e la necessità di prepararsi per un’Unione più grande e funzionale.
_Francesca Basso su Corriere della Sera 7_
*Agenda polacca.* La Polonia, guidata dall’europeista Donald Tusk, ha assunto la presidenza dell’UE il 1° gennaio, succedendo all’Ungheria di Viktor Orbán. Tusk ha promesso un semestre presidenziale incentrato sul rafforzamento della sicurezza dell’UE, sia in termini di difesa esterna, con particolare attenzione al sostegno all’Ucraina e al rafforzamento della capacità difensiva europea, sia per quanto riguarda la sicurezza interna, affrontando le sfide dell’immigrazione e migliorando le politiche di rimpatrio. La Polonia si propone come leader nell’aumento delle spese per la difesa, mirando a raggiungere il 2,47% del PIL. L’esperienza di Tusk e i suoi buoni rapporti con la Commissione UE dovrebbero facilitare l’attuazione dell’agenda polacca, nonostante le incertezze politiche interne legate alla figura del presidente Andrzej Duda, che potrebbe influenzare il corso delle riforme fino alle elezioni presidenziali di maggio.
_ su Sole 24 Ore_
*Polonia.* La Polonia ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione europea il 1° gennaio, con il primo ministro Donald Tusk che ha posto la sicurezza come priorità, in vista delle elezioni presidenziali di maggio. Il paese sta potenziando le sue infrastrutture difensive lungo i confini con Bielorussia e Russia, con l’obiettivo di avere la più grande armata di terra in Europa e un “bouclier oriental” operativo entro il 2028. Il segretario di Stato alla difesa polacco, Cezary Tomczyk, ha sottolineato l’importanza di essere pronti a fronteggiare minacce sia convenzionali che ibride, con un budget della difesa che dovrebbe raggiungere il 4,7% del PIL nel 2025. Tuttavia, ci sono dubbi sull’effettiva sostenibilità a lungo termine di questi piani ambiziosi, soprattutto dopo che il precedente governo populista ha lasciato una situazione finanziaria difficile e ha interrotto i programmi di modernizzazione delle forze armate.
_Jakub Iwaniuk su Monde_
*Difesa europea.* La difesa europea è al centro di un dibattito sull’efficacia di un sistema intergovernativo che attualmente non possiede gli strumenti adeguati per decisioni unitarie, soprattutto in ambito militare e industriale. Le incertezze dell’Alleanza Atlantica sotto la presidenza Trump e le sfide poste da Putin richiedono un maggiore impegno finanziario da parte degli Stati europei per la sicurezza. L’articolo sottolinea la necessità di superare l’unanimità e di adottare il voto a maggioranza per una difesa europea più integrata, ma riconosce la coesistenza di diverse visioni sull’Europa tra i paesi membri. La soluzione proposta è una difesa europea basata su priorità chiare e strumenti unitari, che rispetti la pluralità dell’Unione e promuova una comunità politica più ampia basata su valori condivisi.
_Antonio Armellini su Corriere della Sera_
*Finlandia all’erta.* Dopo un incidente avvenuto il giorno di Natale, in cui delle navi ombra hanno danneggiato delle infrastrutture sottomarine, le autorità finlandesi hanno deciso di intensificare la sorveglianza nel Mar Baltico, come annunciato dal Segretario Generale della NATO, Mark Rutte. Tuttavia, la sfida maggiore rimane la gestione delle conseguenze di atti sospetti, che potrebbero essere interpretati come azioni ostili di stati avversari piuttosto che semplici crimini. L’ex capo della Marina Danese, l’ammiraglio in pensione Nils Christian Wang, sottolinea il dilemma: aumentare la sorveglianza comporta il rischio di dover rispondere militarmente a sabotaggi, con il pericolo di scatenare una guerra. Inoltre, è discutibile se gli stati abbiano il diritto di usare la forza militare contro sabotatori nelle loro zone economiche esclusive o in alto mare, dove si trovano molte infrastrutture sottomarine, che sono proprietà privata. Wang suggerisce che, piuttosto che rischiare un conflitto, i paesi dovrebbero concentrarsi sul monitoraggio e sulla responsabilizzazione di equipaggi e navi sospette.
_ su Financial Times_
*Robot al posto dei soldati.* L’Ucraina sta implementando l’uso di tecnologie robotiche come droni killer FPV e veicoli terrestri senza pilota (UGV) per compensare la mancanza di soldati e ridurre le perdite umane. Questi droni e “robot cani” sono equipaggiati con telecamere e sensori, possono trasportare carichi pesanti e sono progettati per resistere a esplosioni senza causare vittime umane. La prima battaglia ufficiale tra robot e umani ha visto la vittoria dei droni e robot ucraini, che hanno ucciso 140 soldati nemici. L’accelerazione tecnologica è anche una risposta alla propaganda russa sui missili ipersonici Oreshnik, di cui la Russia possiede solo una decina. Le startup ucraine stanno contribuendo allo sviluppo di questi droni, che possono distruggere mezzi militari costosi con un investimento minimo, cambiando così il volto del conflitto russo-ucraino.
_Marco Ventura su Messaggero_
*Traffico di armi.* Le indagini dell’intelligence israeliana hanno scoperto che Hamas si rifornisce di armi anche grazie a materiali sottratti dalle basi militari israeliane, con l’assistenza di reti criminali. Questo traffico di armi è parte di un ampio sistema criminale e geopolitico che coinvolge anche Hezbollah e l’Iran, con Hamas che utilizza tecniche sofisticate per aggirare le difese israeliane. I tunnel sotterranei tra Gaza e l’Egitto sono centrali nel traffico di armi, nonostante gli sforzi israeliani per distruggerli. La Russia e gruppi mafiosi internazionali contribuiscono alla complessità del traffico di armi, che finanzia operazioni militari e destabilizza la regione. Queste reti di contrabbando, che includono anche il traffico di droga, generano miliardi di dollari e perpetuano un ciclo di violenza e corruzione nel Medio Oriente.
_Tommaso Ricciardelli su Espresso_
*Sanzioni cinesi.* La Cina ha imposto sanzioni a dieci aziende americane del settore della difesa, tra cui Lockheed Martin, Raytheon e General Dynamics, per le loro forniture di armi a Taiwan. Queste aziende sono state inserite nella lista delle entità inaffidabili cinesi, il che comporta il divieto di importare, esportare o investire in Cina, e ai loro dirigenti è vietato entrare nel paese. Questa è la seconda azione punitiva di Pechino contro gli Stati Uniti in meno di una settimana sulla questione di Taiwan, che la Cina considera parte del proprio territorio. Nonostante le sanzioni, le aziende americane non hanno subito grandi impatti in borsa, con Lockheed Martin che ha addirittura registrato un aumento del 4,5%
_Emanuele Bonora su Mf_
*Le ali del Dragone.* La Cina ha presentato due nuovi jet militari senza il consueto clamore, attraverso voli dimostrativi vicino alle fabbriche di Chengdu e Shenyang, suscitando l’interesse delle intelligence internazionali. I jet sembrano appartenere alla sesta generazione di velivoli militari, con caratteristiche avanzate come la supercruise e l’interazione con droni, mentre i programmi occidentali analoghi sono ancora in fase di sviluppo. Il primo aereo, di grandi dimensioni e con caratteristiche che suggeriscono una quinta generazione, potrebbe essere un bombardiere regionale, mentre il secondo, più piccolo, sembra corrispondere ai concetti di sesta generazione. Nonostante le apparenze, i prototipi cinesi mostrano limitazioni nei motori, un aspetto cruciale in cui la Cina non ha ancora raggiunto l’autosufficienza. La presentazione discreta potrebbe essere un messaggio all’Occidente sulla capacità cinese di competere, ma evidenzia anche la necessità per l’Occidente di accelerare i propri sviluppi per non rimanere indietro
_Umberto Cascone su La Ragione_
*Assalto.* La Cina sta intensificando gli sforzi per sviluppare un aereo affidabile e ridurre la dipendenza dagli aerei occidentali, cercando di sfidare il duopolio Airbus-Boeing. Airbus, con 643 aerei consegnati e 742 ordini netti a fine novembre 2024, mantiene il primato mondiale nonostante Boeing sia indebolito da scioperi e crisi industriali. Le compagnie aeree, frustrate dal duopolio e dalle lunghe attese per le consegne, chiedono più concorrenza nel settore. Embraer del Brasile emerge come un possibile terzo concorrente, ma con capacità di produzione limitate. Il C919 cinese, nonostante i ritardi e i costi elevati, non è ancora una minaccia immediata al duopolio, ma la Cina sta lavorando per migliorare la propria competenza nel settore aeronautico e potrebbe diventare un concorrente credibile nel lungo termine.
_Veronique Guillemard su Figaro_
*Manutenzione.* La compagnia aerea lettone AirBaltic ha annunciato la cancellazione di 4.670 voli previsti per il 2025 a causa di problemi di manutenzione ai motori degli Airbus A220-300, gestiti dal fornitore Pratt e Whitney. Questi ritardi nella manutenzione hanno costretto AirBaltic a rivedere il suo programma estivo, influenzando principalmente voli verso destinazioni britanniche e località mediterranee. La compagnia, di cui lo Stato lettone detiene il 97,97% del capitale, ha espresso critiche verso il fornitore per non aver rispettato i tempi di manutenzione concordati. AirBaltic opera attualmente con una flotta di 49 Airbus A220-300
_ su Sole 24 Ore_
ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DAL MONDO
*Corre il prezzo del gas.* l prezzo del gas in Europa è salito vicino ai 50 euro al megawattora, con un aumento del 1,7% sul mercato di Amsterdam, a causa della crescente tensione tra domanda e offerta dopo la perdita del gas russo via Ucraina. La Commissione UE ha rassicurato che non ci sono problemi di approvvigionamento grazie a rotte alternative e stoccaggi, nonostante le tensioni sui mercati e la necessità di evitare speculazioni. Tuttavia, la riduzione della dipendenza dal gas russo non ha stabilizzato i prezzi, e la produzione locale è bassa, con fonti alternative e rinnovabili ancora insufficienti. I serbatoi di gas nell’UE sono meno pieni rispetto agli anni passati, e si prevedono rincari significativi nelle bollette energetiche per famiglie e imprese. In Italia, il prezzo dell’elettricità, che dipende fortemente dal gas, è particolarmente preoccupante per l’economia e la sicurezza energetica.
_Andrea Greco su Repubblica_
*Caro elettricità.* Il prezzo dell’elettricità in Italia è aumentato notevolmente, influenzando sia le famiglie che le imprese, e creando un divario di competitività con altri paesi europei. Aurelio Regina di Confindustria sottolinea che l’Europa ha trascurato il costo dell’energia, concentrando gli sforzi sulla disponibilità e non sulla competitività. Il costo elevato del gas, principale fonte energetica in Italia, ha portato a un inverno di spese record per le famiglie, con un aumento del 68% rispetto all’ultimo inverno pre-Covid. Gli esperti consigliano cautela nelle decisioni per evitare di peggiorare la situazione, mentre si attendono riforme per ridurre la vulnerabilità del sistema energetico e speculazioni di mercato.
_Filippo Santelli su Repubblica_
*Via dal clima.* Morgan Stanley, Citi e Bank of America si sono ritirate dalla Net-Zero Banking Alliance, una coalizione per il clima sostenuta dalle Nazioni Unite e finalizzata alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica; JPMorgan Chase potrebbe seguirne l’esempio in seguito alle pressioni esercitate dai gruppi conservatori e al previsto ridimensionamento delle normative ambientali da parte della prossima amministrazione Trump. L’uscita di scena delle banche riflette un più ampio ritiro dalle iniziative di governance ambientale e sociale a Wall Street, influenzato dalle sfide legali e dalle lobby delle entità di destra. Nonostante l’esodo, alcune banche mantengono il loro impegno verso gli obiettivi di zero netto, mentre i critici considerano i ritiri come una risposta miope ai cambiamenti politici e alle pressioni contro gli sforzi ESG.
_ su wsj.com_
*Dollaro al top.* Il dollaro ha raggiunto il suo valore più alto rispetto all’euro negli ultimi due anni, influenzando i mercati valutari globali e riflettendo la divergenza tra la forte economia statunitense e la stagnazione prevista per l’Eurozona. Le Borse europee hanno avuto un inizio di giornata difficile, ma si sono riprese grazie all’apertura positiva di Wall Street, nonostante poi abbia chiuso in negativo. I dati PMI dalla Cina hanno confermato la stagnazione dell’industria cinese, contribuendo al calo della Borsa di Shanghai. Le politiche economiche del neo-presidente USA Trump potrebbero accelerare il raggiungimento della parità tra euro e dollaro, influenzando ulteriormente l’economia globale. Le Borse europee hanno chiuso in modo variegato, con Milano, Francoforte e Madrid in rialzo, mentre Parigi ha risentito di incertezze politiche interne
_Maximilian Cellino su Sole 24 Ore_
*Economia danneggiata da Trump.* Economisti intervistati dal Financial Times hanno espresso preoccupazione che le politiche protezioniste di Donald Trump, note come “Maganomics”, danneggeranno la crescita globale e porteranno a un mondo “stagflazionario”, in contrasto con l’ottimismo degli investitori. La maggior parte degli economisti prevede che la tendenza protezionista di Trump eclissi i benefici di altre politiche, causando inflazione e maggiore prudenza da parte della Federal Reserve nel tagliare i tassi. Nonostante le aspettative di una crescita più forte negli Stati Uniti rispetto all’Europa nel 2025, le politiche annunciate, che includono tariffe elevate e deportazioni di lavoratori immigrati, sono viste come inflazionistiche e negative per la crescita. Più della metà degli economisti prevede un impatto negativo dall’agenda di Trump, mentre gli investitori rimangono ottimisti, nonostante i segnali di un minor numero di tagli ai tassi da parte delle autorità statunitensi.
_Valentina Romei su Financial Times_
*Senza complici.* Shamsud-Din Jabbar, cittadino statunitense e veterano dell’esercito, ha compiuto un attacco terroristico a New Orleans la notte di Capodanno, uccidendo 14 persone e ferendone altre 35. Nonostante le iniziali accuse di Donald Trump agli immigrati clandestini, le indagini dell’FBI indicano che Jabbar ha agito da solo, senza complici, e che la sua radicalizzazione è stata politica, non religiosa. Prima dell’attacco, ha piazzato ordigni inesplosi e pubblicato video minacciosi sui social media. Non ci sono collegamenti evidenti con un altro attacco avvenuto a Las Vegas, dove un ex berretto verde è morto in un’esplosione. Gli investigatori esaminano la vita di Jabbar per comprendere il processo che lo ha portato a radicalizzarsi e compiere la strage
_Massimo Gaggi su Corriere della Sera_
*Il mistero dei soldati attentatori.* Il Pentagono è da sempre preoccupato per la possibilità di infiltrazioni terroristiche all’interno delle proprie forze armate, un tema che ha trovato spazio anche nella cultura popolare, come nella serie TV “Homeland”. La base di Fort Bragg, ora Fort Liberty, è stata un luogo di proselitismo qaedista negli anni ’90, con figure come Ali Abdelsaoud Mohamed che si è rivelato collaboratore di Al Zawahiri. Ci sono stati casi di soldati americani che hanno compiuto attacchi contro i propri commilitoni, come Hasan Karim Akbar nel 2003 e Nidal Malik Hasan nel 2009, entrambi condannati a morte. Nonostante i controlli rafforzati, ci sono stati tentativi di reclutamento e casi estremi come quello di Ethan Phellan Melzer nel 2019, che pianificò un attacco contro la sua compagnia. Il caso recente di Matthew Livelsberger, un soldato altamente addestrato, che si è immolato con un furgone Tesla, solleva ulteriori interrogativi sulla sicurezza interna delle forze armate americane.
_Gianluca Di Feo su Repubblica_
*Guerriglia mondiale.* L’articolo di Domenico Quirico sottolinea che, nonostante la caduta del Califfato in Iraq e Siria, lo Stato Islamico (ISIS) non è stato sconfitto e continua a rappresentare una minaccia globale. ISIS ha dimostrato di poter sopravvivere al cambio dei suoi leader e di mantenere la capacità di reclutare nuovi combattenti, con l’Occidente e l’Iran come principali nemici. Il gruppo ha adottato una strategia di guerriglia mondiale, espandendosi in Africa attraverso alleanze con gruppi locali e sfruttando le condizioni di povertà e instabilità. ISIS continua a perseguire la sua visione estremista con spietatezza, promuovendo un’ideologia che cancella il passato dei peccatori e recluta in massa, promettendo la redenzione attraverso l’adesione alla loro causa
_Domenico Quirico su Stampa_
*Guerra col Giappone e la Corea.* Documenti militari russi segreti del 2013-14, ottenuti dal Financial Times, rivelano piani dettagliati per potenziali attacchi al Giappone e alla Corea del Sud, compresi obiettivi civili come le centrali nucleari. I documenti, che includono elenchi di obiettivi di 160 siti, riflettono le preoccupazioni di Mosca per i suoi confini orientali e la possibilità di un conflitto con la NATO e gli alleati regionali degli Stati Uniti. I piani fanno parte di una strategia più ampia della Russia, divenuta più rilevante dopo l’invasione dell’Ucraina e la crescente dipendenza del Paese dalla Cina. I documenti mostrano anche la percezione della Russia della minaccia degli alleati occidentali in Asia e suggeriscono una strategia di attacchi simultanei in caso di conflitto in Europa. La fuga di notizie sottolinea l’interconnessione dei paesaggi di sicurezza europei e asiatici, evidenziando le implicazioni globali dei conflitti regionali. Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)
_Chris Cook su Financial Times_
*Catasfrofe un nuovo zar.* Il dissidente russo Oleg Orlov, attivista per i diritti umani e membro fondatore di Memorial, organizzazione vincitrice del Nobel per la pace, riflette sulla situazione politica in Russia dopo 25 anni di governo di Putin. Orlov, condannato per le sue critiche al regime e recentemente rilasciato, vive ora in esilio a Berlino, dove si coordina con altri ex prigionieri politici per preparare piani in vista della caduta del regime. Esprime preoccupazione per il futuro della Russia post-Putin, temendo l’ascesa di un nuovo dittatore e l’inefficacia dell’opposizione. Orlov, che ha visto i russi diventare apatici e intimiditi dalla repressione, avverte che l’Occidente potrebbe dover affrontare nuove guerre se non si sostiene adeguatamente la libertà in Russia.
_Irene Soave su Corriere della Sera_
*Lascia Gallant.* L’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha provocato tensioni politiche quando ha cercato di reclutare ebrei ultra-ortodossi (haredim) nell’esercito, una mossa che ha incontrato la resistenza sia dei religiosi che del primo ministro Benjamin Netanyahu. La sua intransigenza sul servizio militare degli haredim ha portato alla sua rimozione da parte di Netanyahu, culminando con le sue recenti dimissioni dalla Knesset. Gallant, noto per la sua fermezza e popolarità tra diversi gruppi, compresi alcuni membri del Likud, l’opposizione e le famiglie degli ostaggi, rimane critico nei confronti del governo su questioni come la politica di arruolamento, la sicurezza dello Stato e il trattamento degli ostaggi. Nonostante le speculazioni sul suo futuro politico, Gallant lascia il parlamento assumendosi la responsabilità delle sue azioni durante il suo mandato come ministro della Difesa
_Giusi Fasano su Corriere della Sera_
*Il pugno di ferro di Abu Mazen.* L’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha posto sotto assedio la città di Jenin in Cisgiordania per un mese, cercando di disarmare le Brigate Jenin in un contesto di violenti scontri. Questa azione è interpretata come un tentativo del presidente Abu Mazen di dimostrare affidabilità a Israele e agli USA in vista di un futuro controllo di Gaza post-conflitto. Inoltre, l’ANP ha bandito Al Jazeera dalla Cisgiordania, accusandola di incitare alla rivolta, decisione che ha suscitato proteste e preoccupazioni per la libertà di stampa. Analisti e accademici vedono l’assedio di Jenin e il bando di Al Jazeera come errori strategici che potrebbero rafforzare il sostegno popolare verso l’emittente qatariota e complicare ulteriormente la gestione delle informazioni.
_Fabio Tonacci su Repubblica_
*Musk per Afd.* Elon Musk, influente imprenditore e futuro ministro nell’amministrazione Trump, ha suscitato polemiche per il suo coinvolgimento nella politica tedesca, sostenendo il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) e la sua leader Alice Weidel. Musk ha organizzato un dibattito con Weidel, che ha ricevuto un invito alla cerimonia di inaugurazione della nuova amministrazione Trump. Il governo tedesco ha criticato l’ingerenza di Musk nelle elezioni, mentre l’AfD, che nega i cambiamenti climatici e vuole uscire dall’UE, ha visto un aumento di consensi. L’azione di Musk solleva interrogativi sulla coerenza con i suoi investimenti nelle auto elettriche e sulle relazioni tra le sue azioni e la politica ufficiale americana
_Tonia Mastrobuoni su Repubblica_
*Albania in Ue.* Edi Rama, primo ministro dell’Albania e artista, è noto per la sua passione per il disegno, che talvolta si riflette anche sui documenti ufficiali. Guida il Paese dal 2013 e si appresta a chiedere un quarto mandato nelle elezioni di maggio, con l’obiettivo di portare l’Albania nell’Unione Europea entro il 2030. Rama ha bloccato TikTok per un anno per proteggere i giovani e riflette sulle sfide globali che i leader devono affrontare oggi, come l’immigrazione e le tensioni globali. Nonostante le ideologie diverse, mantiene buoni rapporti con leader internazionali, come Giorgia Meloni, e spera che la vittoria di Trump negli USA serva da sveglia per l’Europa. Infine, Rama parla della difficoltà di bilanciare vita privata e pubblica, esprimendo il desiderio di una vita più tranquilla in futuro.
_Leonard Berberi su Corriere della Sera 7_
ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DALL’ITALIA
*Dialoghiamo con tutti.* Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio dal 22 ottobre 2022, riflette sul suo ruolo e sulle sfide che l’Italia affronta in un’intervista al Corriere della Sera. Afferma di aver superato le aspettative nonostante le difficoltà economiche, una maggioranza litigiosa e conflitti internazionali. Sottolinea i successi del suo governo, come la fiducia degli investitori, lo spread basso e record di occupazione, in particolare femminile. Meloni enfatizza l’importanza dell’interesse nazionale nelle decisioni politiche e nega di avere rimpianti. Riconosce la necessità di dialogo internazionale, evidenziando nuove alleanze e partenariati strategici. Infine, respinge l’idea di rimuovere la fiamma dal simbolo del suo partito e difende la solidità della sua maggioranza.
_Fiorenza Sarzanini su Corriere della Sera 7_
*Trump day, Meloni deciderà.* Giorgia Meloni sta valutando se partecipare alla cerimonia di insediamento di Donald Trump il 20 gennaio a Washington, ma non ha ricevuto un invito ufficiale. La decisione è complicata dalla situazione di Cecilia Sala, detenuta in Iran, e dalle relazioni tra Italia e USA. L’invito personale di Trump a Meloni durante un incontro a Parigi non equivale a un invito formale, e nessun premier italiano ha mai partecipato a una cerimonia di insediamento presidenziale americano. La presenza di Meloni non è essenziale per mantenere solidi i rapporti bilaterali, e la decisione finale verrà presa nei prossimi giorni, tenendo conto anche di altri impegni internazionali.
_Marco Galluzzo su Corriere della Sera_
*Il piano per il caro metano.* Il governo sta valutando l’aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) da Stati Uniti, Algeria e Libia per compensare la sospensione del gas russo a seguito della crisi ucraina. L’Italia, che ha già potenziato gli stoccaggi e diversificato le forniture, potrebbe richiedere ulteriore Gnl americano per ridurre la dipendenza dal gas russo. Nonostante le scorte siano a un livello adeguato, il costo del gas rimane elevato, con preoccupazioni per possibili rialzi delle bollette energetiche. Il governo monitora la situazione dei clienti vulnerabili e ha rilanciato la Carta acquisti per aiutare le persone meno abbienti, mentre si auspica un intervento europeo per stabilizzare i prezzi attraverso l’adozione del price cap
_Luca Monticelli su Stampa_
*Rialzi inevitabili.* Stefano Besseghini, presidente dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), prevede un aumento dei prezzi del gas nei prossimi tre mesi, ma esclude che si possano raggiungere i picchi del 2022, quando l’Europa fu colta di sorpresa dalla guerra in Ucraina e le tariffe raggiunsero i 130-150 euro per MWh. Nonostante il mercato libero non sia obbligato a seguire le tariffe della maggior tutela, queste ultime sono spesso usate come riferimento. Besseghini sottolinea l’importanza di disaccoppiare i prezzi dell’energia elettrica da quelli del gas, favorendo l’energia rinnovabile attraverso contratti a termine come i CFD o PPA. L’Italia sta lavorando per ridurre la dipendenza dal gas, che attualmente incide per il 60-65% nella produzione elettrica, e per diversificare le forniture estere di gas, mitigando così la volatilità dei prezzi e la dipendenza da singoli fornitori.
_Rosaria Amato su Repubblica_
*Intese.* Gli accordi di produttività in Italia hanno registrato un incremento del 14,5% nel 2024, coinvolgendo circa 5 milioni di lavoratori con premi medi di 1.509 euro. La tassazione sui premi è stata ridotta al 5%, incentivando la diffusione di tali contratti, soprattutto nelle piccole imprese e nel settore dei servizi. I contratti aziendali rappresentano la maggioranza, ma cresce anche l’importanza di quelli territoriali e del welfare aziendale. La distribuzione geografica mostra una concentrazione al Nord Italia, con una marcata differenza territoriale nell’adozione di questi accordi.
_Giorgio Pogliotti su Sole 24 Ore_
*Lavoro in aumento.* Nel 2025, si prevede un aumento dei posti di lavoro nei settori della logistica, del commercio, del turismo, dei servizi di alloggio e ristorazione, dell’edilizia e dell’industria, mentre si assisterà a un calo nell’automotive. Le società di servizi per il lavoro evidenziano la difficoltà nel trovare profili tradizionali con competenze nelle nuove tecnologie. Il mercato del lavoro si orienta verso la sostenibilità e la digitalizzazione, con una crescente domanda di competenze specialistiche, in particolare nell’intelligenza artificiale e nella web security. Più di due terzi dei nuovi posti di lavoro saranno generati dal turnover, con una domanda stabile in diversi settori e una particolare attenzione alla sostenibilità e alla digitalizzazione in edilizia, costruzioni e healthcare. Infine, la logistica e l’ICT mostrano un forte dinamismo, con una crescente richiesta di competenze tecniche avanzate e multidisciplinari.
_Cristina Casadei su Sole 24 Ore_
*Stessi contributi pensio ni più basse.* A partire dal 2025, i pensionati italiani riceveranno un assegno previdenziale più basso a causa dell’aggiornamento biennale del coefficiente di trasformazione, che tiene conto dell’aumento dell’aspettativa di vita. Questo adeguamento, che ha visto una riduzione dell’8,6% dal 2009, significa che a parità di contributi versati, la pensione sarà inferiore rispetto agli anni precedenti. Ad esempio, una pensione annua lorda di 20.000 euro subirà una perdita di 400 euro. Il sistema pensionistico italiano, basato sul principio contributivo, distribuisce gli importi accumulati su un periodo di tempo più lungo a causa dell’aumento della longevità, portando così a pensioni più basse ma teoricamente percepite per più anni. Tuttavia, questo sistema non tiene conto delle differenze individuali in termini di aspettativa di vita legate a fattori come il genere, la classe sociale o la professione
_Valentina Conte su Repubblica_
*Maxifusione.* Swisscom, proprietaria di Fastweb, ha completato l’acquisizione di Vodafone Italia per 8 miliardi di euro il 31 dicembre, dando vita a Fastweb + Vodafone. La nuova entità, guidata da Walter Renna, controlla il 30% del mercato delle telecomunicazioni italiane, con 20 milioni di linee mobili e 5,6 milioni di linee fisse. L’operazione promette di migliorare la qualità del servizio e di liberare risorse per investimenti in innovazione, mantenendo inalterate le condizioni contrattuali per i clienti esistenti. La fusione delle reti mobili e fisse di Vodafone e Fastweb mira a generare economie di scala stimate in 600 milioni di euro all’anno, mentre Swisscom ha aggiornato le sue previsioni di Ebitda per il 2024 a causa dei costi di integrazione.
_Arcangelo Rociola su Stampa_
*No a ricatti.* Il governo è impegnato in un intenso braccio di ferro diplomatico con l’Iran per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, detenuta nel carcere di Evin a Teheran senza accuse chiare. La Farnesina ha convocato l’ambasciatore iraniano per chiedere il rilascio di Sala, mentre l’Iran richiede la liberazione del proprio cittadino Mohammad Abedini, arrestato in Italia per terrorismo su richiesta degli USA. Un vertice a Palazzo Chigi, presieduto da Giorgia Meloni, ha confermato l’impegno per la liberazione di Sala e un trattamento dignitoso in attesa di essa, ribadendo che per Abedini valgono le leggi italiane e le convenzioni internazionali. La situazione rimane tesa e senza una soluzione immediata, mentre l’opposizione italiana chiede di essere informata e coinvolta nell’azione comune
_Paola si Caro su Corriere della Sera_
*L’appiglio per Nordio.* Il governo sta lavorando per ottenere condizioni di detenzione accettabili per Cecilia Sala, detenuta a Teheran, e gestire la situazione dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini-Najafabadi, richiesto in estradizione dagli USA. Le condizioni di detenzione di Abedini in Italia sono notevolmente migliori rispetto a quelle di Sala in Iran, creando tensioni diplomatiche. Il Guardasigilli Carlo Nordio potrebbe decidere di revocare l’arresto di Abedini, influenzando così il caso di Sala. La situazione è complicata dal fatto che i Pasdaran, con cui Abedini è accusato di collaborare, non sono considerati un’organizzazione terroristica dall’ONU e dall’UE, a differenza degli USA. La decisione finale sulla detenzione e l’estradizione di Abedini spetta ai giudici, con il governo che spera di evitare tensioni con gli USA.
_Giovanni Bianconi su Corriere della Sera_
*Scontro diplomatico.* Il caso diplomatico tra Italia e Iran si intensifica con l’Iran che suggerisce un legame tra il rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta in condizioni difficili in Iran, e quello dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini, arrestato in Italia su richiesta degli USA. L’ambasciatore iraniano a Roma e il segretario generale della Farnesina si sono incontrati per discutere la situazione, mentre l’Iran sostiene che Sala sia stata trattata bene, in contrasto con le dichiarazioni della giornalista sulla sua detenzione. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, assicura che l’Italia sta lavorando incessantemente per il rilascio di Sala e ribadisce il rispetto dei diritti dei detenuti secondo le leggi italiane e internazionali, senza accettare condizioni imposte dall’Iran
_Gabriella Cerami su Repubblica_
*Esaurita la spinta.* Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), in una sua intervista del 2025, ha sottolineato l’importanza di un’opposizione unita e di una proposta politica credibile, evidenziando le vittorie ottenute nelle elezioni amministrative e regionali. Ha espresso preoccupazione per la detenzione della giornalista Cecilia Sala a Teheran, chiedendo al governo Meloni maggiore trasparenza e coinvolgimento nelle iniziative per la sua liberazione, sottolineando che la dignità di Sala è legata a quella dell’Italia. Schlein ha criticato l’attuale governo per la mancanza di visione e per le politiche securitarie, e ha annunciato l’intenzione del Pd di costruire un progetto alternativo per il Paese, coinvolgendo diverse forze politiche e puntando su temi concreti come il lavoro, la sanità pubblica e l’istruzione.
_Niccolò Carratelli su Stampa_
*Lite sul terzo mandato.* Il governo si prepara a impugnare la legge regionale della Campania che permetterebbe al suo presidente, Vincenzo De Luca, di candidarsi per un terzo mandato. Questa mossa, confermata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, potrebbe influenzare anche altre regioni come Veneto e Friuli Venezia Giulia, dove i presidenti attuali della Lega non potrebbero ricandidarsi. Nel Partito Democratico c’è contrarietà alla possibilità di un terzo mandato, e si attendono le decisioni del governo, mentre nel centrodestra si discute la questione, con Forza Italia che si oppone all’idea del terzo mandato. La decisione della Corte costituzionale sulla legge potrebbe arrivare dopo le elezioni regionali, con implicazioni significative per il panorama politico italiano
_Alessandro Di Matteo su Stampa_
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