Scontri tra polizia e manifestanti a Roma e Bologna. Meloni: “Non si può legittimare la violenza”

La tragica morte di Ramy, il giovane egiziano deceduto durante un inseguimento della polizia a Milano, ha innescato proteste che si sono trasformate in disordini, scatenando reazioni politiche e sociali

scontriLa tragica morte di Ramy, il giovane egiziano deceduto durante un inseguimento della polizia a Milano, ha innescato proteste che si sono trasformate in scontri, scatenando reazioni politiche e sociali. Ai messaggi di solidarietà verso le forze dell’ordine ferite negli scontri si sono uniti esponenti sia del governo che dell’opposizione, mentre il dibattito politico si infiamma.

La premier Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di non strumentalizzare tragedie simili per giustificare episodi di violenza, dichiarando che “non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza”. Dalla Lega, Matteo Salvini ha espresso parole dure contro i manifestanti, definendoli “criminali rossi” e condannando i disordini e gli atti vandalici avvenuti a Roma e Bologna.

Scontri in piazza e atti vandalici

Gli scontri avvenuti durante il corteo organizzato per Ramy hanno portato a violenze che hanno coinvolto almeno otto agenti delle forze dell’ordine. A Roma, nel quartiere di San Lorenzo, circa 300 manifestanti hanno sfilato con uno striscione che recitava: “Vendetta per Ramy, la polizia uccide”. Tuttavia, il corteo si è trasformato in un episodio di guerriglia urbana, con lanci di bottiglie, fumogeni e bombe carta.

Nella notte, a Bologna, è stata vandalizzata una sinagoga, come riferito dal sindaco Matteo Lepore, che ha espresso solidarietà alla comunità ebraica locale. Anche in questo caso, le forze dell’ordine sono state bersaglio di attacchi, costringendo a intervenire con cariche per riportare la calma.

Condanne politiche e accuse alla sinistra

La Lega e altri esponenti del centrodestra hanno puntato il dito contro la sinistra, accusandola di alimentare un clima di delegittimazione verso le forze dell’ordine. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ha denunciato un’escalation di violenza che, a suo dire, sarebbe il risultato di un atteggiamento ideologico e irresponsabile.

Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha condannato con fermezza i gravi episodi, definendo intollerabili gli attacchi contro le istituzioni e la comunità ebraica. Parole simili sono arrivate dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha ribadito la necessità di una risposta severa verso chi semina caos e colpisce lo Stato.

La posizione del centrosinistra

Anche esponenti del centrosinistra hanno espresso vicinanza agli agenti feriti. La senatrice del Partito Democratico, Sandra Zampa, ha condannato gli episodi di violenza definendoli “atti ciechi e gratuiti”, chiedendo che i responsabili vengano individuati e giudicati. Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione e casa nella segreteria nazionale del PD, ha parlato di “teppismo privo di qualsiasi legame con il rispetto delle regole e della giustizia”.

L’appello della famiglia di Ramy

In un momento di forte tensione, la famiglia di Ramy ha preso le distanze da ogni forma di violenza e vandalismo avvenuta durante le manifestazioni. Tramite il loro avvocato, hanno ribadito la volontà di non vedere il nome del giovane strumentalizzato per fini estranei alla loro richiesta di verità e giustizia. “Abbiamo piena fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine”, ha dichiarato il padre di Ramy, Yehia Elgaml.

Il monito del ministro dell’Interno

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso preoccupazione per il comportamento di gruppi organizzati che strumentalizzano tragedie come quella di Ramy per alimentare il caos. Ha sottolineato l’importanza di una cultura condivisa che riconosca i rischi e la pericolosità di sfidare le leggi e le forze dell’ordine.

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