Guerra Israele-Hamas, i media: vicini ad accordo per tregua

Secondo i media israeliani “i dettagli dell’accordo per la liberazione degli ostaggi sono stati concordati e ora si attende una risposta definitiva da parte di Hamas”

Progressi significativi sarebbero stati compiuti questa notte a Doha nei negoziati in corso per trovare un accordo per il rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza tra la squadra israeliana, l’inviato di Trump Steve Witkoff e il primo ministro del Qatar Muhammad al-Thani. Lo riferisce Ynet citando Reuters. Alti funzionari israeliani parlano di “condizioni ottimali” per un’intesa con Hamas, da cui si attende una risposta definitiva.

Media: “Svolta significativa nella notte per accordo su ostaggi”

Secondo i media israeliani, al-Thani ha incontrato i rappresentanti di Hamas, mentre Witkoff ha parlato con la delegazione israeliana per spingere le parti verso un accordo. La firma finale dipende ancora da Hamas: “La questione è se prenderà la decisione che trasformerà i negoziati in una decisione su un accordo definitivo. E’ nelle sue mani”. E hanno aggiunto che è difficile dire se l’intesa è una questione di ore o di giorni. Al momento i problemi da superare riguardano la situazione nel nord della Striscia di Gaza, l’asse Filadelfia, l’esilio degli ergastolani per terrorismo, se verranno liberati.

“Accordo pronto, attesa risposta di Hamas”

“I dettagli dell’accordo per la liberazione degli ostaggi sono stati concordati e ora si attende una risposta definitiva da parte di Hamas”, lo riferisce Channel 12. Il piano è simile allo schema pubblicato a maggio del 2024: accordo in tre fasi, che inizierebbe con la liberazione di circa 34 israeliani della ‘lista umanitaria’. Poi, il 16mo giorno del cessate il fuoco, le parti inizieranno a discutere la seconda fase, che prevederà il ritorno dei giovani e dei soldati. Nella terza fase le parti discuteranno del governo alternativo nella Striscia e della riabilitazione di Gaza. Al-Arabiya aggiunge che durante la prima fase sarà aumentato il volume degli aiuti umanitari.

“Capo comitato detenuti Anp a Doha per i negoziati”

Anche il capo del Comitato per i detenuti palestinesi Kadora Fares è in Qatar per incontrare oggi i negoziatori e presentare la lista dei detenuti di Hamas e della Jihad islamica da rilasciare nell’ambito dello scambio con gli ostaggi prigionieri a Gaza. Lo ha riferito una fonte dell’Autorità nazionale palestinese. Fares in un’intervista di ieri ha affermato che nella prima fase dell’accordo verrebbero liberati 25 ostaggi in cambio del rilascio di 48 condannati per terrorismo già rilasciati nell’accordo Shalit nel 2011 e nuovamente arrestati, circa 200 condannati per terrorismo all’ergastolo, come così come circa 1.000 altri prigionieri, compresi minorenni, donne e malati detenuti. Fares ha aggiunto che le stime indicano che il numero effettivo di detenuti palestinesi che saranno rilasciati sarà molto più alto – più di 3.000 – dopo che Israele ha insistito per includere altri rapiti israeliani nella lista – compresi i soldati feriti. Per quei rapiti che non rientrano nella categoria “umanitaria”, probabilmente verranno rilasciati ancora più prigionieri condannati all’ergastolo.

Haaretz: “Israele pone il veto sulla liberazione di Barghouti”

Secondo fonti del quotidiano israeliano Haaretz, Israele sta ancora ponendo il veto al rilascio di dieci detenuti ‘pesanti’, tra cui Marwan Barghouti, capo del braccio armato di Fatah, Ahmad Saadat, capo del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, che ha progettato l’assassinio del ministro israeliano Rehavam Ze’evi nel 2001. Per evitare una crisi nei negoziati, quindi, le parti hanno concordato che il rilascio dei detenuti sarà discusso dopo il completamento della prima fase dell’accordo.

Media: “Israele vuole una zona cuscinetto al confine Gaza”

Il piano che ha presentato Israele descrive in dettaglio la presenza israeliana nella Striscia di Gaza durante e dopo le varie fasi di un potenziale accordo di cessate il fuoco con gli ostaggi. Lo scrive il Times of Israel citando media del Qatar, stando ai quali Israele avrebbe richiesto una zona cuscinetto di circa un chilometro e mezzo lungo il confine di Gaza che rimarrà sotto il controllo israeliano. In precedenza, un’area di 300 metri era stata considerata come zona cuscinetto: sebbene non vi fosse alcuna presenza delle Idf, c’era un accordo secondo cui le truppe avrebbero sparato a coloro che fossero entrati in quel territorio. L’ottimismo che circonda questi negoziati deriva dal fatto che l’attuale formulazione vedrebbe tutti gli ostaggi e i prigionieri palestinesi rilasciati nelle prime due fasi.

Wsj: “Hamas lancia campagna per reclutare miliziani a Gaza”

Intanto, Hamas ha lanciato un’intensa campagna di reclutamento con l’obiettivo di tamponare in questo modo le gravi perdite subite dall’inizio della guerra. Lo riporta il Wall Street Journal, che spiega come Hamas stia lavorando per reclutare nuovi miliziani, compresi giovani senza esperienza sul campo di battaglia. “L’Idf ritiene che Hamas abbia reclutato molte centinaia di persone negli ultimi mesi e che il reclutamento stia avvenendo in tutta la Striscia, in particolare al nord”, dice il Wsj, “fonti arabe affermano che Israele è stato informato di questo numero che potrebbe arrivare a migliaia”. Hamas convince i giovani ad arruolarsi promettendo loro cibo, aiuti e cure mediche per loro e per le loro famiglie. Secondo fonti arabe, parte dell’attività si manifesta anche nel furto di aiuti umanitari. Inoltre, i terroristi di Hamas andrebbero ai funerali e agli incontri di preghiera a Gaza, dove reclutano giovani.

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