Nel suo discorso, Mattarella ha sottolineato l’importanza delle aree periferiche come motori di creatività e progettualità e ha ribadito che la cultura non deve chiudersi nella celebrazione di un passato immutabile, ma deve essere un ponte verso il futuro
Dopo settimane di dibattiti e preparativi, si è tenuta la cerimonia ufficiale che ha proclamato Agrigento Capitale italiana della Cultura. L’evento, ospitato nella suggestiva cornice del teatro Pirandello, ha visto la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha celebrato il ruolo delle periferie e il valore della cultura come strumento di dialogo e inclusione.
La forza delle periferie
Nel suo discorso, Mattarella ha sottolineato l’importanza delle aree periferiche come motori di creatività e progettualità. “Le metropoli non sono gli unici centri di gravità culturale. Anche le periferie rappresentano una ricchezza per il nostro Paese”, ha dichiarato, evidenziando la diversità come tratto distintivo dell’Italia. Agrigento, con la sua posizione decentrata e il fascino della sua storia millenaria, è l’esempio perfetto di questa pluralità. Tuttavia, il presidente ha lanciato un monito agli amministratori locali: “Le inestimabili risorse rischiano di deperire senza una cura adeguata”.
Una celebrazione ricca di simboli
La cerimonia ha rappresentato un momento di orgoglio per la città e i suoi abitanti. Tra gli ospiti illustri, i sindaci dei comuni vicini, i rappresentanti della borghesia locale e volti noti come Angelino Alfano. Lo spettacolo è iniziato con uno spot dal tono emozionale, seguito dall’intervento dell’attore Gianfranco Iannuzzo, che ha omaggiato la “sua terra”. Il governatore della Sicilia, Renato Schifani, ha invece puntato sull’identità regionale, dichiarando: “Siamo fieri di essere siciliani”.
Cultura come apertura e futuro
Mattarella, in netta controtendenza, ha ribadito che la cultura non deve chiudersi nella celebrazione di un passato immutabile, ma deve essere un ponte verso il futuro. Citando Thomas Eliot, ha ricordato che “senza credere al passato, esso diventerà il passato di una civiltà estinta”. Per il presidente, il dialogo, l’apertura e la capacità di contaminarsi sono gli elementi che rendono la cultura una forza viva e dinamica. Un concetto incarnato dalla stessa Agrigento, crocevia di influenze greche, romane e arabe.
Un impegno per la sostenibilità e la coesione sociale
Il presidente ha poi posto l’accento sulla necessità di uno sviluppo sostenibile, che coniughi progresso ambientale e sociale. “La tecnologia, per quanto fondamentale, non deve monopolizzare il nostro pensiero”, ha avvertito, invitando a una riflessione più ampia sul futuro del pianeta. Ha inoltre richiamato l’attenzione sui conflitti, le violazioni dei diritti umani e le disuguaglianze crescenti, sottolineando l’importanza della solidarietà come valore imprescindibile.
Un caloroso tributo al presidente
La cerimonia si è conclusa con un’ovazione del pubblico, che ha voluto esprimere il proprio affetto e stima per Mattarella. Al termine dell’evento, il corteo presidenziale ha lasciato il teatro, percorrendo strade appena riasfaltate grazie a un finanziamento approvato all’ultimo momento.
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