I migranti saranno sottoposti alle procedure accelerate di frontiera previste per chi proviene da Paesi sicuri e non ha consegnato documenti di identità
Cassiopea, la nave della Marina militare italiana che trasporta i 49 migranti salvati nel weekend in acque internazionali a Sud di Lampedusa, è arrivata in Albania. L’imbarcazione è entrata nel porto di Shengjin attorno alle ore 7.30 di questa mattina. A bordo si trovano bengalesi (in maggioranza), egiziani, ivoriani e gambiani, che saranno sottoposti alle procedure accelerate di frontiera previste per chi proviene da Paesi sicuri e non ha consegnato documenti di identità. Ieri il Viminale aveva spiegato che altri 53 migranti “hanno presentato spontaneamente il proprio passaporto per evitare il trasferimento: una circostanza di particolare rilievo, in quanto consente di attivare le procedure di verifica delle posizioni individuali in tempi più rapidi anche a prescindere del trattenimento, aumentando le possibilità di procedere con i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere in Ue”.
La destinazione finale dei migranti arrivati in Albania è il campo di Gjader
La prima fermata dei migranti è stata nell’hotspot “italiano”, allestito per lo screening sanitario proprio all’interno del porto. Per uno dei 49 stranieri finora esaminati sarebbero state riscontrate condizioni non compatibili con il trattenimento e potrebbe dunque essere portato nuovamente in Italia. Dopo le procedure sanitaria, una volta che i migranti avranno mangiato e saranno stati forniti di abiti nuovi, saranno avviate le operazioni per la loro identificazione. Un iter complesso che nel passato è durato diverse ore. La destinazione finale è il campo di Gjader, nell’entroterra albanese, a poche decine di chilometri di distanza dal porto. È nella zona di accoglienza del sito che i migranti dovrebbero trascorrere la notte e le prossime settimane, in attesa dell’esito della domanda di asilo che verrà valutata dai magistrati di Roma. Coloro ai quali la richiesta verrà respinta saranno trasferiti nel Cpr, all’interno del campo. Lì è stata allestita anche una piccola prigione, per chi dovesse commettere reati.
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