Secondo il ministro, se l’aumento degli investimenti per la difesa è considerato cruciale per il futuro dell’Europa, l’Unione deve agire di conseguenza e prendere decisioni politiche che rispecchino questa consapevolezza
L’Europa si trova stretta in una morsa geopolitica senza precedenti: da un lato la minaccia russa nel conflitto ucraino, dall’altro il possibile disimpegno degli Stati Uniti sotto la pressione politica di Donald Trump. Una situazione che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito «grave» in un’intervista al Financial Times, paragonandola addirittura alla crisi pandemica del Covid-19 che colpì il continente cinque anni fa.
Giorgetti ha ricordato come, durante l’emergenza sanitaria, l’Unione Europea adottò misure eccezionali sospendendo le regole fiscali per consentire agli Stati membri di salvaguardare le proprie economie. Ora il fronte caldo è quello della difesa, dove l’Europa si trova in netto ritardo rispetto ai suoi concorrenti globali. Per il ministro, «in tempi straordinari servono strumenti straordinari».
Per Giorgetti è necessario un approccio straordinario
Tra le opzioni sul tavolo, il governo italiano spinge per lo scorporo delle spese militari dal Patto di Stabilità. Questa proposta, sostenuta anche dal presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, potrebbe trovare un appoggio concreto nelle prossime settimane. Tuttavia, Giorgetti lascia intendere che potrebbero essere necessarie misure ancora più radicali, richiamando il precedente del 2020 quando l’intero quadro di governance fiscale fu sospeso.
Secondo il ministro, se l’aumento degli investimenti per la difesa è considerato cruciale per il futuro dell’Europa, l’Unione deve agire di conseguenza e prendere decisioni politiche che rispecchino questa consapevolezza.
La sfida economica e le risorse comuni
Anche qualora l’UE concedesse flessibilità fiscale, rimarrebbe il problema della sostenibilità del debito per Paesi come l’Italia, già sotto pressione sui mercati finanziari. Una possibile soluzione è l’introduzione degli Eurobond, sul modello del programma Next Generation EU, per finanziare le spese nel settore della difesa.
Tuttavia, questa proposta trova ancora forti resistenze, soprattutto da parte della Germania. Un’alternativa potrebbe essere lo stanziamento di risorse comuni nel prossimo bilancio pluriennale dell’UE, previsto per il 2027, destinando fondi strutturali alla difesa come già accade per l’agricoltura o la coesione territoriale. Anche la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) potrebbe essere coinvolta per finanziare lo sviluppo tecnologico di nuovi sistemi d’arma.
L’Italia e Giorgetti alla guida il pressing europeo
Giorgetti si mostra ottimista sull’evoluzione delle discussioni in ambito europeo: «Le considerazioni politiche stanno cambiando», ha dichiarato, sottolineando che il nuovo governo tedesco potrebbe rappresentare un alleato strategico per superare le resistenze esistenti.
Nel frattempo, il premier Giorgia Meloni guarda con attenzione agli Stati Uniti, dove Donald Trump ha chiesto ai Paesi membri della NATO di destinare il 5% del Pil alla difesa. La premier italiana potrebbe recarsi a breve alla Casa Bianca per rafforzare l’asse con Washington, consapevole dell’importanza di mantenere saldi rapporti con l’alleato americano.
Le sfide per l’Europa sono complesse e urgenti. L’obiettivo, ora, è trasformare le parole in azioni concrete per garantire sicurezza e stabilità nel continente.
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