“Lavoro e sono tranquilla”, ha detto l’esponente di FdI rinviata a giudizio per false comunicazioni
Si riaccendono i riflettori sul caso Visibilia che vede coinvolta la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Oggi alle 14 c’è stata la discussione generale sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle e sottoscritta dal Partito Democratico nei confronti dell’esponente di Fratelli d’Italia, rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali su una delle società del gruppo da lei fondato.
L’Aula vuota
A Montecitorio erano presenti i leader di opposizione, tra cui Giuseppe Conte e Elly Schlein, vuoti o quasi, invece, i banchi di governo e maggioranza. In generale, in Aula questi non sono giorni di ‘pienone’ ma le presenze ai banchi dell’opposizione oggi erano decisamente più marcate. Tra gli scranni del governo, oltre alla titolare del Turismo c’erano il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, quello del Sud Nello Musimeci e un paio di sottosegretari (Gemmato e Gava). Nell’emiciclo, lato maggioranza, vuoti, invece, i banchi di Forza Italia, Lega e Noi moderati. “Costretti a partecipare”, come ha evidenziato il deputato del Pd Federico Gianassi, alcuni deputati di Fratelli d’Italia, una decina. Inoltre, nessun deputato di maggioranza si è scritto a parlare in aula.
Santanchè: “Sono tranquilla”
Solo ieri sulla mozione di sfiducia, la seconda dopo quella bocciata nell’aprile 2024, Santanchè si era detta “tranquilla”. Lo ha detto nonostante il clima di maggiore freddezza nei suoi confronti dell’ultima settimana. Nei giorni scorsi, a tal proposito, il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva invitato Santanchè “a valutare la propria posizione” anche in vista dell’udienza fissata per il 20 marzo. Dal canto suo la ministra ha sempre confermato l’intenzione di proseguire il suo incarico di governo.
I tempi del voto
Da capire ancora per quando è previsto il voto finale per la mozione di sfiducia, che in caso di tempi celeri sulla discussione generale potrebbe avvenire già domani. Spetta alla Camera calendarizzare il voto alla luce dell’agenda dei lavori con l’arrivo in settimana dei decreti Emergenze e Pnrr. Giovedì, poi, le Camere si riuniranno in seduta comune per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Fatto che potrebbe far slittare ulteriormente i tempi del voto fino ai primi di marzo.
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