Vertice di Parigi sull’ Ucraina, l’Europa tra prospettive e tensioni

L’Europa cerca una strategia comune di fronte alla crisi ucraina mentre gli Stati Uniti avviano negoziati diretti con la Russia. Divisioni interne, piani di difesa e il ruolo di Kiev al centro del vertice di Parigi

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LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON PRESIDENTE FRANCIA

All’Eliseo si sono riuniti undici capi di Stato e di governo europei, tra cui il premier britannico Keir Starmer, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il primo ministro polacco Donald Tusk. Presenti anche le massime autorità dell’Unione Europea e della NATO, come Ursula von der Leyen e Mark Rutte. Il vertice è stato convocato per coordinare una strategia comune in risposta ai negoziati diretti tra Stati Uniti e Russia, che rischiano di escludere sia l’Ucraina che l’Europa.

Nel corso dell’incontro, si è discusso della necessità di rafforzare la difesa europea e della possibilità di una maggiore cooperazione strategica per contrastare una potenziale minaccia russa nel cuore dell’Europa. Macron ha voluto sottolineare l’importanza di un’Europa coesa e protagonista nella gestione della crisi, mentre contemporaneamente il segretario di Stato americano Marco Rubio è atterrato in Arabia Saudita per avviare colloqui di pace con Mosca.

Von der Leyen: “L’Europa deve rafforzare la propria difesa”

Ursula von der Leyen ha lanciato un appello all’unità e all’azione immediata, affermando che la sicurezza del continente si trova in un momento cruciale. “Non si tratta solo dell’Ucraina, ma anche del futuro dell’Europa. Dobbiamo potenziare le nostre capacità di difesa e farlo senza indugi”, ha scritto in un post su X. Le parole della presidente della Commissione europea riflettono una crescente preoccupazione per il ruolo marginale dell’Europa nelle trattative di pace e per la dipendenza dalla protezione americana.

La paura dell’isolamento e il pressing di Kiev

Uno dei punti più critici emersi dal summit è il rischio che l’Europa venga tagliata fuori dai negoziati tra Stati Uniti e Russia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha evidenziato che, senza il supporto americano, la sicurezza dell’Ucraina sarebbe compromessa. Per questo motivo, Kiev ha sollecitato l’Unione Europea a nominare al più presto un rappresentante per i negoziati di pace. “Dobbiamo agire immediatamente, non possiamo perdere tempo”, ha dichiarato Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio di Zelensky.

Nel frattempo, la Commissione Europea sta pianificando una missione diplomatica a Kiev nei prossimi giorni per consolidare la collaborazione con il governo ucraino e ribadire il sostegno dell’UE.

La corsa al riarmo: un nodo controverso

La questione del riarmo divide i leader europei. Alcuni paesi, come la Danimarca e la Polonia, hanno già deciso di aumentare significativamente la spesa militare per rafforzare le proprie difese. Donald Tusk ha avvertito che, senza investimenti immediati nel settore della difesa, il costo di una guerra più ampia potrebbe essere enormemente superiore.

Tuttavia, non tutti i governi condividono questa linea. La Francia ha chiesto che gli oneri della difesa siano equamente distribuiti tra gli Stati membri, mentre la Spagna ha espresso dubbi sulla sostenibilità economica di un incremento eccessivo della spesa militare.

L’idea polacca: “Un Nobel per Trump”

La Polonia ha proposto un approccio conciliante nei confronti degli Stati Uniti, suggerendo persino di candidare Donald Trump al Premio Nobel per la Pace, a condizione che faciliti un accordo equo tra le parti in conflitto. Un’idea che ha suscitato reazioni contrastanti, tra chi sostiene la necessità di mantenere Washington coinvolta nel processo diplomatico e chi teme che ciò possa compromettere l’autonomia europea.

Le incertezze di Meloni e le critiche ungheresi

Giorgia Meloni ha partecipato al vertice di Parigi con una posizione cauta, cercando di equilibrare il sostegno all’Europa con la volontà di non compromettere i rapporti con l’amministrazione Trump. L’Ungheria, invece, si è apertamente schierata contro l’intervento dell’UE nella crisi, accusando Bruxelles di sostenere la guerra piuttosto che la pace. “Questi leader si stanno riunendo per bloccare le trattative, non per favorirle”, ha dichiarato il ministro ungherese degli Esteri, Péter Szijjártó.

Il veto di Scholz: “Nessuna pace imposta all’Ucraina”

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito con fermezza la posizione della Germania sulla crisi ucraina, sottolineando che non potrà esserci una pace imposta a Kiev. Secondo Scholz, l’Ucraina deve avere il diritto di autodeterminarsi, di difendere la propria democrazia e sovranità, oltre a mantenere un esercito forte. Durante il vertice straordinario organizzato a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron, Scholz ha espresso irritazione per le discussioni su un possibile invio di truppe europee in Ucraina prima ancora che siano stati avviati negoziati di pace. “Parlare di missioni di peacekeeping ora è inopportuno, siamo ancora nel pieno di una guerra che la Russia continua a combattere”, ha dichiarato il cancelliere tedesco prima di lasciare l’incontro.

La proposta di Starmer: truppe di pace in Ucraina

Tra le opzioni valutate dai leader europei c’è l’ipotesi di inviare truppe di pace in Ucraina. Il premier britannico Keir Starmer ha dichiarato che il Regno Unito sarebbe disposto a contribuire con un contingente per garantire la sicurezza nel paese. La Svezia ha espresso apertura a questa proposta, mentre Polonia e Spagna si sono dette contrarie. La Germania, pur non escludendo l’idea, ha chiarito che ogni decisione dovrà essere presa in coordinamento con gli Stati Uniti.

Il nodo territoriale e il ruolo della NATO

Un altro punto chiave delle discussioni riguarda il destino dei territori ucraini occupati. Zelensky ha espresso disponibilità a considerare soluzioni negoziate, ma il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha escluso qualsiasi concessione territoriale alla Russia. Nel frattempo, il rifiuto di Trump di sostenere l’ingresso dell’Ucraina nella NATO solleva dubbi sulla tenuta di un eventuale accordo di pace.

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