Attacchi hacker russi ai siti istituzionali italiani

Gli hacker russi hanno sottolineato che gli attacchi sono connessi alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accusato di essere russofobo

Continuano gli attacchi degli hacker filorussi Noname057 in Italia. Questa volta tra i bersagli ci sono ministeri (Esteri, Economia, Infrastrutture e trasporti, Sviluppo economico), Carabinieri, Guardia di finanza, aziende del trasporto pubblico ed altre realtà. La polizia postale sta lavorando per gestire e mitigare gli effetti degli attacchi.

Siti in tilt

Si tratta di attacchi Ddos (Distributed denial of service), che puntano a rendere irraggiungibili i siti inondandoli di richieste di accesso. Anche questa volta, però, i sensori dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale hanno avvisato per tempo i target dell’offensiva, che ha avuto effetti trascurabili. Si tratta di azioni di propaganda più che altro, secondo la valutazione degli esperti in materia. Anche nella giornata di ieri, 17 febbraio, lo stesso gruppo di hacker filorussi aveva rivendicato un attacco contro banche e aziende di trasporto.

Le dichiarazioni di Mattarella accusato di essere russofobo

Dietro gli attacchi informatici ci sarebbe l’intento di rispondere alle dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva paragonato la Russia che invade l’Ucraina al Terzo Reich nel corso di un discorso all’università di Marsiglia dello scorso 5 febbraio. L’attacco è avvenuto proprio poco dopo che la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova era tornata a contestare il numero uno del Quirinale per le sue parole, aggiungendo che «non resteranno senza conseguenze». Gli hacker filorussi, nel rivendicare l’azione, avevano accusato l’Italia di «pompare il regime terroristico neonazista di Kiev con armi mortali» come «gli italiani nel 1941 fornirono a Hitler il Corpo di spedizione per l’aggressione congiunta contro l’Urss».

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