Delmastro condannato a 8 mesi per il caso Cospito

Il sottosegretario alla Giustizia  condannato per rivelazione di segreto d’ufficio dichiara di non avere nessuna intenzione di dimettersi

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ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE 

Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, è stato condannato a otto mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio, con un anno di interdizione dai pubblici uffici. All’uscita dal tribunale, di fronte alle domande dei giornalisti sulla possibilità di dimissioni, ha risposto con fermezza negando ogni ipotesi in tal senso.

Le dichiarazioni di Delmastro

Attraverso un post su Facebook, Delmastro ha espresso il proprio dissenso, definendo la sentenza “politica” e priva di fondamento. Ha evidenziato come l’accusa avesse richiesto per tre volte l’assoluzione e ha ribadito la propria convinzione di non aver tradito i propri ideali, sottolineando la sua difesa del carcere duro per mafiosi e terroristi. Ha inoltre dichiarato che la condanna non fermerà il suo impegno per le riforme della giustizia e ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso in appello.

Il caso Cospito e la diffusione di documenti riservati

La vicenda giudiziaria nasce dalla diffusione di documenti riservati riguardanti Alfredo Cospito, anarchico detenuto in regime di 41 bis e noto per il suo sciopero della fame. Il 29 gennaio 2023, Delmastro ottenne dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria alcuni rapporti della polizia penitenziaria sulle conversazioni di Cospito con detenuti mafiosi. Tali documenti, sebbene classificati con “limitata divulgazione”, furono poi condivisi con il collega di partito Giovanni Donzelli. Quest’ultimo li utilizzò pubblicamente in Parlamento per attaccare alcuni esponenti del Partito Democratico che avevano visitato Cospito in carcere.

L’inchiesta e la condanna

La diffusione delle informazioni ha suscitato forti polemiche e ha portato la procura di Roma ad avviare un’indagine per rivelazione di segreto d’ufficio. Dopo una richiesta di archiviazione respinta dal giudice per le indagini preliminari, Delmastro è stato rinviato a giudizio e infine condannato.

La difesa di Delmastro

Gli avvocati dell’imputato, Giuseppe Valentino e Andrea Milani, hanno sostenuto che il loro assistito non fosse consapevole di violare un segreto d’ufficio e che la classificazione “a limitata divulgazione” non imponesse un vincolo assoluto alla diffusione delle informazioni. Secondo la difesa, la restrizione serviva solo a evitare la fuga di notizie prima della loro acquisizione ufficiale da parte delle istituzioni e non a impedirne l’uso da parte di soggetti autorizzati.

Il dibattito politico e le accuse dell’opposizione

Dall’altra parte, gli avvocati delle parti civili hanno ribadito che la natura riservata dei documenti escludeva ogni possibilità di divulgazione. Hanno inoltre sollevato dubbi sulla posizione di Delmastro, considerando improbabile che un penalista esperto potesse ignorare le conseguenze di un simile atto. L’opposizione ha condannato l’uso strumentale di documenti riservati a fini politici, accusando il sottosegretario di aver compromesso la correttezza istituzionale.

Le prospettive future

Nonostante la condanna, Delmastro resta saldo nella sua posizione e non sembra intenzionato a lasciare il proprio incarico. La battaglia legale continuerà con il ricorso in appello, mentre il dibattito politico sul caso resta acceso, con possibili ripercussioni sulla tenuta della maggioranza di governo e sulle future riforme in ambito giudiziario.

 

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