SICUREZZA
*Ruolo di prima linea per la difesa europea.* L’industria della difesa europea sta vivendo un periodo di forte crescita, stimolata dalla richiesta dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, affinché gli alleati condividano maggiormente il carico della sicurezza. L’annuncio della joint venture fra Leonardo e la turca Baykar per i droni arriva dopo che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto un piano per liberare 800 miliardi di euro per la spesa per la difesa. Cingolani ha detto che è importante che le aziende “mostrano la disponibilità” a lavorare insieme, tra le fratture politiche tra i 27 paesi dell’UE. “Abbiamo già superato un po di frammentazione e questa è una grande notizia, più alleanze forgiamo più velocemente andiamo avanti”. In Europa è previsto un aumento degli investimenti in nuove aree di crescita come l’intelligenza artificiale, la sicurezza informatica e l’autonomia, che giocheranno un ruolo cruciale nella guerra futura.
_Clara Murray su Financial Times_
*Chi armerà l’Europa?* Le nazioni europee della NATO prevedono di aumentare significativamente i loro budget per la difesa, offrendo alle aziende produttrici di armamenti maggiore sicurezza nella pianificazione. Questo incremento degli investimenti mira a ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e a contrastare la minaccia russa, indipendentemente dai potenziali negoziati di pace in Ucraina. Tuttavia, non basta solo investire più fondi; è cruciale anche come questi vengono distribuiti e utilizzati, con un’enfasi sulla produzione di attrezzature militari di alta qualità e sulla prevenzione dell’aumento dei prezzi a beneficio esclusivo degli azionisti. L’industria della difesa europea, che comprende aziende come Airbus e Rheinmetall, è incoraggiata a fornire chiarezza sugli ordini e a concentrarsi su sistemi europei per evitare una dipendenza strategica da fornitori esteri
_ su Frankfurter Allgemeine_
*Cento miliardi in più.* Il valore delle azioni europee nel settore della difesa è aumentato di oltre £100 miliardi quest’anno, con un indice che comprende aziende come BAE Systems, Rheinmetall e Leonardo, salito del 34% da gennaio, a seguito della corsa dei governi europei a rafforzare il potere militare di fronte alla minaccia russa. Leonardo, insieme ad altre aziende come Rheinmetall e Thales, ha registrato picchi record, mentre gli analisti di JP Morgan evidenziano che l’Europa ha “turbocharged” il riarmo a causa della percezione di non poter più dipendere dagli Stati Uniti per la sicurezza e la difesa. La citazione rilevante per Leonardo o Cingolani non è presente nel testo fornito, ma il contesto suggerisce un clima di urgenza e di investimenti crescenti nel settore della difesa, con Leonardo che beneficia di questo trend come uno dei principali attori europei nel settore.
_Jessica Clark su Daily Mail_
*I top del comparto militare.* Il mercato militare mostra prospettive positive, in particolare per i leader nella cybersecurity e nell’intelligence, con aspettative di aumento delle spese per la difesa che guidano i titoli. Angelo Meda di Banor sottolinea che, nonostante il Decreto zzo, l’impatto sui titoli legati alla difesa è limitato, con attenzione rivolta a società come Lockheed Martin e Hanwha Aerospace. Roberto Magnatantini di Decalia e altri esperti evidenziano l’interesse crescente per titoli europei come Exosens, Rheinmetall e Leonardo, quest’ultima apprezzata per la sua esposizione a vari segmenti e piani di espansione in intelligenza artificiale e cybersecurity, con Leonardo citata come “preferita perché ha piani di espansione nell’intelligenza artificiale/cloud computing e cybersecurity con possibili acquisizioni con positive conseguenze sulla crescita”.
_ su Sole 24 Ore Plus 24_
*Portafoglio da riarmo.* L’Unione Europea è pronta a investire 800 miliardi di euro nel riarmo, spingendo al rialzo i titoli del settore difesa e i relativi prodotti finanziari, nonostante le valutazioni siano ai massimi degli ultimi 20 anni. “L’effetto Trump combinato con l’approvazione del ReArm Europe [] ha messo le ali ai titoli europei della difesa e ai prodotti finanziari collegati,” evidenziando come aziende come Leonardo e Rheinmetall abbiano registrato incrementi significativi nel valore delle loro azioni. Il CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, è in attesa di condividere l’aggiornamento del piano strategico durante il Capital Market Day dell’11 marzo, con la società ben posizionata nel settore militare e potenzialmente beneficiaria dell’aumento della spesa per la difesa in Europa.
_Marco Capponi su Milano Finanza_
*Sviluppo turco.* In pochi anni, la Turchia è diventata un attore chiave nel settore dell’armamento, in particolare grazie agli investimenti nei droni, con il gruppo Baykar come leader del settore. Il paese ha ridotto la sua dipendenza dall’estero e si è affermato come un importante esportatore di armi, con prodotti venduti in 170 paesi; la collaborazione con l’azienda italiana Leonardo segna un ulteriore passo avanti nella produzione di droni da combattimento e tecnologie spaziali in Europa.
_Nicolas Bourcier su Monde_
*Turchia nella Ue chiede Erdogan.* Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato l’importanza strategica della Turchia per la sicurezza europea, chiedendo all’Unione Europea di riconsiderare la sua posizione e riavviare i negoziati di adesione, sfruttando il ruolo attivo del paese in conflitti come quelli in Libia e Siria e il suo sostegno all’Ucraina. Erdogan ha evidenziato il contributo della Turchia alla difesa europea e ha proposto un approccio strategico e a lungo termine nelle relazioni UE-Turchia, con l’obiettivo di rafforzare le alleanze future del continente. La Turchia, con il secondo esercito più grande della NATO e partnership significative come quella tra Leonardo e Baykar nel settore dei droni, si aspetta che l’UE adotti una visione lungimirante e riattivi i negoziati di adesione
_Francesco De Palo su Giornale_
*Sicurezza.* Leonardo ha firmato una joint venture paritaria con l’azienda turca Baykar per la produzione di aerei senza pilota a Ronchi dei Legionari. Intervista a Michelangelo Agrusti Presidente Confindustria Alto Friuli.
_ su RAI 3_
*Gli accordi di Leonardo.* La società italiana Leonardo ha formato una joint venture con Rheinmetall per i mezzi militari terrestri, denominata Leonardo Rheinmetall Military. Inoltre, Leonardo ha stretto un memorandum di intesa con il gruppo turco Baykar, specializzato in droni, per sviluppare sistemi senza pilota. Questo accordo sfrutta le competenze complementari delle due aziende nel settore delle tecnologie unmanned. La nuova joint venture avrà sede in Italia e si occuperà di progettazione, sviluppo, produzione e manutenzione di sistemi aerei senza pilota
_ su Sole 24 Ore Plus 24_
*Ordine francese.* La Francia, l’Italia e la Gran Bretagna annunceranno tramite l’OCCAr l’acquisto di circa 220 missili Aster 15 e 30 da Eurosam, un consorzio franco-italiano composto da MBDA France, MBDA Italia e Thales. MBDA prevede di ridurre il tempo di produzione dei missili Aster da 42 mesi nel 2022 a meno di 18 mesi nel 2026, aumentando la produzione del 50%, come spiegato dal CEO Eric Beranger. I missili Aster, che equipaggiano le frigate e i sistemi antiaerei di Francia e Italia, sono stati utilizzati in operazioni di difesa, come dimostrato dai tiri di Aster 15 dalla fregata FREMM Languedoc nel Mar Rosso contro i droni che la minacciavano.
_Michel Cabirol su Tribune_
*Cabina di regia.* Alessandro Ercolani, amministratore delegato di Rheinmetall Italia, descrive un periodo di grande attenzione dei mercati verso il settore della difesa, con un significativo aumento del valore delle azioni del gruppo. In un’intervista con Class Cnbc, Ercolani sottolinea l’opportunità di trasformare l’industria della difesa in un settore competitivo e proficuo, paragonabile ad altre industrie di mercato. Sottolinea l’importanza di una “cabina di regia” unificata per gli acquisti di difesa in Europa, simile a quella della NATO, per evitare sprechi e inefficienze. Infine, Ercolani menziona la collaborazione con Leonardo per una commessa da 23 miliardi e l’importanza di innovazione e partnership tra industria e università per affrontare la concorrenza di nuove società emergenti nel settore.
_Adolfo Valente su Milano Finanza_
*Gara a due per lo spazio.* La competizione per la rete satellitare italiana vede Starlink di Elon Musk e la francese Eutelsat come principali contendenti. Starlink domina con circa 7.000 satelliti e 4,7 milioni di clienti globali, mentre Eutelsat, con un passato italo-francese, ha meno di 700 satelliti dopo l’acquisizione di OneWeb. Nonostante le proteste dell’opposizione italiana, che teme per la sicurezza delle telecomunicazioni nazionali, Eutelsat potrebbe essere vista come un’alternativa europea più accettabile. Tuttavia, in termini di capacità e clientela, Starlink supera di gran lunga Eutelsat, che ha registrato un fatturato di 1,2 miliardi di euro e perdite operative, ma ha visto un aumento delle vendite del 5,9% nel semestre giugno-dicembre
_Sara Bichicchi su Milano Finanza_
*Prima Starlink, ora Eutelsat.* All’inizio dell’anno, Giorgia Meloni ha suggerito che l’Italia potrebbe non avere altra scelta che affidare le proprie comunicazioni sicure all’operatore satellitare americano Starlink. Questo avrebbe reso l’Italia il primo Paese europeo a firmare un contratto con l’azienda di Elon Musk per servizi diversi da quelli civili. Sebbene quest’ultimo si sia subito detto “pronto a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata”, la vicenda ha suscitato un tale scalpore negli ambienti militari italiani, che temono la fuga di dati strategici, nell’opposizione in Parlamento e persino all’interno della coalizione al potere, che il governo ha dovuto rapidamente frenare l’entusiasmo iniziale.
_Valerie Segond su Figaro_
*Starlink teme i francesi.* Il Ddl Spazio, che regolamenta l’uso dei satelliti in Italia, potrebbe subire modifiche al Senato, con la Lega di Matteo Salvini che sembra ergersi a difesa degli interessi di Elon Musk e della sua azienda SpaceX. Il governo italiano è sotto pressione per aver incluso nel disegno di legge una clausola sulla sicurezza nazionale che non esclude la concorrenza di altre aziende, come la francese EutelSat. Tensioni sono emerse tra i rappresentanti di SpaceX in Italia e il governo, in particolare riguardo alla possibilità che i fondi stanziati dall’esecutivo finiscano a favore di SpaceX. Nonostante l’apprezzamento pubblico di Musk per il supporto della Lega, la situazione rimane incerta e richiede calma e prudenza da tutte le parti coinvolte.
_Francesco Malfetano su Stampa_
*Apriamo lo spazio a tutti.* Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presentato la prima legge italiana sullo Spazio, ritenuta la più avanzata in Europa per la regolamentazione delle attività spaziali private. La legge mira a garantire un accesso sicuro allo spazio per tutti gli attori e a stimolare investimenti nella space economy, favorendo così la competitività delle aziende italiane. Urso smentisce che la legge sia stata concepita per favorire Elon Musk, sottolineando che essa è volta a regolare il mercato in modo più ampio e a permettere all’Italia di avere una propria costellazione satellitare per fini istituzionali e di sicurezza. Infine, il ministro evidenzia la necessità di un’accelerazione europea nello sviluppo spaziale per rimanere competitivi a livello globale.
_Hoara Borselli su Giornale_
*Colloqui.* Airbus, Thales e Leonardo hanno avviato colloqui per contrastare la “pressione” di Starlink, di proprietà di Elon Musk, sull’Ucraina nell’ambito della guerra, secondo il presidente di Airbus Spagna Francisco Javier Sánchez Segura.
_ su Expansión_
*Mosca testa i sistemi di difesa ucraini accecati dagli Usa.* L’amministrazione Trump ha ridotto significativamente l’assistenza degli Stati Uniti all’Ucraina nel rilevare gli attacchi aerei russi, dimezzando il tempo a disposizione di Kiev per intercettare missili e droni nemici. Prima, i satelliti statunitensi fornivano allarmi immediati sul lancio di missili dalla Russia, ma ora l’allarme scatta solo quando gli ordigni superano il fronte. Questo cambio di strategia ha permesso a Mosca di testare le difese ucraine con un massiccio attacco, evidenziando una resistenza indebolita, soprattutto nelle località vicine al fronte. Inoltre, gli USA hanno interrotto la fornitura di immagini satellitari commerciali, complicando la pianificazione degli attacchi ucraini. Nonostante ciò, alcune nazioni europee, come la Francia e l’Italia, continuano a fornire intelligence a Kiev, anche se manca una centrale unica di condivisione dei dati a livello europeo.
_Gianluca Di Feo su Repubblica_
*Estonia si riarma, dobbiamo difenderci.* Il Ministro degli Esteri estone Markus Tsahkna ha dichiarato che l’Estonia sta aumentando le proprie spese militari fino al 3,5% del PIL per rafforzare la propria sicurezza di fronte alla minaccia russa, non per compiacere gli Stati Uniti. Tsahkna ha espresso preoccupazione per la pressione esercitata da Trump sull’Ucraina piuttosto che sulla Russia e ha sottolineato l’importanza di una NATO funzionante per la sicurezza europea. Ha inoltre menzionato la necessità di un debito comune per finanziare la difesa, nonostante le riserve, data la situazione di emergenza. Infine, ha evidenziato la solidarietà baltica con la presenza di truppe svedesi, recentemente entrate nella NATO, in Estonia per esercitazioni congiunte
_Uski Audino su Stampa_
*Ci costerebbe 33 miliardi.* L’Italia è di fronte alla sfida di aumentare la spesa militare per rispettare l’obiettivo NATO del 2% del PIL, il che richiederebbe un incremento di circa 11 miliardi di euro rispetto ai 33,5 miliardi già stanziati. L’economista Carlo Cottarelli avverte che tale aumento porterà a un debito maggiore, suggerendo la necessità di tagliare altre spese piuttosto che aumentare la pressione fiscale. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sostiene che gli investimenti in difesa non dovrebbero pregiudicare settori fondamentali come la sanità e l’istruzione. Il governo esclude l’uso dei fondi di coesione UE per la difesa, mentre si discute su come finanziare efficacemente la spesa militare senza compromettere la sostenibilità del debito pubblico.
_Paolo Baroni su Stampa_
*Nuove atomiche.* Le nuove bombe nucleari B61-12 degli Stati Uniti sono state consegnate a cinque paesi membri della NATO, tra cui l’Italia, che ospita il maggior numero di testate con circa 30 unità distribuite tra le basi di Aviano e Ghedi. Queste armi, meno potenti ma più precise rispetto alle precedenti, aumentano il rischio di utilizzo in combattimento a causa della loro capacità di colpire obiettivi specifici. Nonostante l’Italia affermi di volere un mondo senza armi nucleari, non ha partecipato alla Conferenza degli Stati Parti del Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari a New York, sollevando critiche sulla sua coerenza in materia di disarmo nucleare. Il rapporto Nuclear Weapons Ban Monitor 2024 evidenzia la presenza delle nuove armi nucleari in Europa e l’assenza dell’Italia tra i firmatari del trattato per il bando delle armi atomiche.
_Stefania Maurizi su Il Fatto Quotidiano_
ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DAL MONDO
*Trump minaccia Putin.* Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato la Russia con ulteriori sanzioni e tariffe su larga scala per esercitare pressione su Mosca e favorire un accordo di pace in Ucraina. Le tensioni tra Trump e il presidente ucraino Zelenskyy si sono attenuate dopo un recente confronto alla Casa Bianca, che aveva portato alla sospensione dell’assistenza militare e del supporto informativo a Kyiv. Funzionari statunitensi e ucraini si incontreranno la prossima settimana in Arabia Saudita per colloqui. Nonostante le sanzioni già imposte dalla precedente amministrazione Biden, che hanno ridotto il surplus commerciale della Russia e colpito settori chiave, Trump sostiene che le misure contro il settore energetico russo siano state troppo deboli e promette di intensificare la pressione. La Casa Bianca ha lasciato intendere che potrebbe alleggerire le sanzioni se la Russia raggiungesse un accordo di pace con l’Ucraina, ma non ha fornito dettagli sulle nuove sanzioni e tariffe minacciate.
_James Politi su Financial Times_
*Disposti a una tregua.* Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato di imporre nuove sanzioni su vasta scala contro la Russia, comprese quelle bancarie e dazi, a seguito degli intensi bombardamenti russi in Ucraina, richiedendo un cessate il fuoco e un accordo di pace. Tuttavia, ha poi adottato un tono più conciliante, sostenendo che le trattative con la Russia stanno procedendo bene e che Putin desidera la pace, mentre ha trovato più difficoltà nel negoziare con l’Ucraina. Nel frattempo, fonti di Mosca hanno indicato la disponibilità della Russia a una tregua temporanea, a condizione che si facciano progressi verso un accordo di pace definitivo.
_Viviana Mazza su Corriere della Sera_
*Meloni ponte tra Ue e Usa.* Giorgia Meloni ha tentato di mediare tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti durante il Consiglio europeo, sottolineando la necessità di riconoscere gli sforzi americani per un cessate il fuoco in Ucraina. Ha criticato la mancanza di un esplicito apprezzamento nei confronti dell’amministrazione Trump nel testo conclusivo del vertice, sostenendo che l’Europa non dovrebbe lasciarsi guidare da reazioni emotive e dovrebbe mantenere forti legami con gli USA. Meloni ha inoltre avuto una conversazione riservata con Trump e sta pianificando una visita alla Casa Bianca per rafforzare l’alleanza transatlantica. Nonostante i dubbi sulle azioni del presidente francese Macron, Meloni invierà il capo di Stato maggiore dell’esercito italiano a un vertice militare a Parigi, dimostrando la volontà di non disertare alcun tavolo di discussione
_Marco Galluzzo su Corriere della Sera_
*Volenterosi.* L’Europa sta cercando di formare una coalizione internazionale per una forza di pace che potrebbe includere partner al di fuori dell’Unione Europea, come India, Giappone, Canada e Australia. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha informato i leader di diversi paesi, tra cui Turchia, Regno Unito e Canada, delle decisioni prese per sostenere l’Ucraina e garantire una pace duratura. La Turchia, guidata da Recep Tayyip Erdogan e mantenendo buoni rapporti con la Russia, si propone come possibile leader di questa forza, nonostante le tensioni con Grecia e Cipro. La creazione di questa forza di interposizione, che potrebbe richiedere almeno 40.000 uomini, è complicata dalla necessità di ottenere l’approvazione della Russia e il supporto logistico degli Stati Uniti. Il processo di organizzazione potrebbe richiedere almeno tre mesi e un significativo finanziamento
_Claudio Tiito su Repubblica_
*Venti Paesi pronti a dire si.* Francia e Regno Unito stanno coordinando gli sforzi per creare una coalizione di paesi disposti a fornire un sistema di difesa all’Ucraina nel periodo post-bellico, con un vertice a Parigi che vede la partecipazione di circa venti nazioni. Mentre alcuni paesi come Italia, Polonia e Spagna richiedono il coinvolgimento dell’ONU o della NATO per inviare truppe, il presidente francese Macron e il primo ministro britannico Starmer sono scettici riguardo all’idea di un mandato ONU. Macron ha escluso l’estensione dell’articolo 5 della NATO per proteggere l’Ucraina, proponendo invece una missione di peacekeeping coordinata con la NATO ma basata su decisioni nazionali. La strategia congiunta di Starmer e Macron mira a presentare un piano chiaro per l’Ucraina all’ex presidente Trump, insistendo sull’importanza del supporto militare e della deterrenza nucleare degli Stati Uniti per prevenire ulteriori attacchi russi
_Anais Ginori su Repubblica_
*Trump negozia con l’Iran sul nucleare.* Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato una lettera al leader supremo dell’Iran, esortandolo a negoziare un accordo sul programma nucleare del paese, minacciando al contempo un intervento militare come ultima risorsa. Trump ha riaffermato la sua campagna di “massima pressione” sull’Iran, reimponendo sanzioni, ma ha espresso la preferenza per una soluzione negoziata piuttosto che per l’uso della forza. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha respinto la possibilità di negoziati finché la politica di pressione massima sarà in vigore, sottolineando che l’Iran non rinuncerà alla sua tecnologia nucleare e avvertendo dei rischi di un conflitto regionale in caso di azioni militari contro il suo paese. Nonostante il presidente iraniano Masoud Pezeshkian sia stato eletto con la promessa di negoziare un accordo, il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha escluso qualsiasi dialogo con l’amministrazione Trump a seguito del rinnovo delle sanzioni e della politica di massima pressione.
_Felicia Schwartz su Financial Times_
*Così Israele svuota la Cisgiordania.* Il governo israeliano di Netanyahu ha intensificato le operazioni militari in Cisgiordania, inviando tank e ruspe nei campi palestinesi per contrastare la lotta armata, in particolare a Tulkarem, Jenin e Nur Shams. Questa strategia, che ricorda quella adottata nella Striscia di Gaza, ha portato alla creazione di una “nuova piccola Gaza” con campi profughi vuoti e sotto assedio. Le forze israeliane, insieme all’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), stanno cercando combattenti palestinesi villaggio per villaggio, mentre i cecchini israeliani presidiano gli edifici strategici. La popolazione locale, tra cui molti nuovi rifugiati, vive in condizioni precarie e di incertezza, con la minaccia di ulteriori spostamenti e la paura che altri campi profughi possano essere i prossimi obiettivi. La strategia israeliana è percepita come un tentativo di distruggere il sistema dei campi profughi e di esercitare un controllo più stringente sulla Cisgiordania
_Gabriella Colarusso su Repubblica_
*Siria in bilico.* In Siria, la violenza è riesplosa con la formazione di una resistenza armata composta principalmente da soldati alawiti dell’esercito sconfitto, fedeli all’ex presidente Bashar al-Assad. Dopo la caduta del regime di Assad, il nuovo governo promesso da al-Jolani non si è ancora concretizzato, portando a una divisione del paese e a scontri che hanno causato almeno 150 morti. La resistenza, guidata dall’ex generale alawita Suheil al Hassan, ha lanciato attacchi contro le forze governative, mentre il governo provvisorio ha risposto con spedizioni punitive contro i civili alawiti. La situazione è complicata da dinamiche internazionali, con Turchia e paesi sunniti che appoggiano il governo provvisorio e l’Iran che sostiene la resistenza, mentre Israele continua a occupare il sud della Siria e a criticare i nuovi governanti. –
_Andrea Nicastro su Corriere della Sera_
*Occupazione sotto le attese.* L’economia statunitense ha mostrato segnali di debolezza a febbraio, creando solo 151.000 posti di lavoro rispetto ai 170.000 previsti, con un aumento del tasso di disoccupazione dal 4% al 4,1%. Questo rallentamento potrebbe essere un effetto delle politiche protezionistiche e dei tagli alla pubblica amministrazione del presidente Trump. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha espresso incertezza sulle prospettive economiche e ha sottolineato la necessità di chiarezza prima di modificare i tassi di interesse. Wall Street ha reagito con volatilità, mentre i mercati europei hanno registrato perdite. La Casa Bianca rimane ottimista, ma alcuni analisti avvertono che i dati sul lavoro potrebbero nascondere sintomi di un’economia in appannamento.
_Marco Valsania su Sole 24 Ore_
*Noi i veri rivali di Google.* Aravind Srinivas, CEO di Perplexity, descrive la sua azienda come un ibrido tra Wikipedia e ChatGPT, puntando a rivoluzionare la ricerca online con risposte dirette e citazioni delle fonti, grazie all’intelligenza artificiale. Con esperienze in DeepMind e OpenAI, Srinivas ha fondato Perplexity AI nel 2022, raggiungendo una valutazione di 9 miliardi di dollari. Il motore di ricerca conversazionale di Perplexity, che utilizza AI generativa, mira a rendere i motori di ricerca tradizionali meno rilevanti, trasformandoli in “reliquie”. Srinivas sottolinea l’importanza degli editori per il successo di Perplexity e propone un nuovo modello economico per equilibrare innovazione e creazione di contenuti. Infine, critica le regolamentazioni europee come l’AI Act, ritenendole premature e ostacoli per le startup, mentre elogia il sistema americano che favorisce l’imprenditorialità e la sfida alle aziende consolidate.
_Michela Rovelli su Corriere della Sera_
ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DALL’ITALIA
*Salvini da del matto a Macron.* Il clima politico italiano è teso dopo l’approvazione del piano Rearm Europe a Bruxelles, con Matteo Salvini che critica aspramente il presidente francese Macron, definendolo “matto” e promuovendo una mobilitazione per la pace attraverso gazebo in tutto il paese. Il vicepremier Antonio Tajani sottolinea che la politica estera italiana segue la linea del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri, sottolineando che il governo non è una “caserma” e che tutti i contributi sono benvenuti. Nel frattempo, ci sono divisioni anche all’interno dell’opposizione, con alcuni che esprimono dubbi sul piano Rearm Europe e altri che lo sostengono come un passo nella giusta direzione. Salvini inoltre elogia l’operato di Trump e critica la UE, mentre Andrea Stroppa, rappresentante di Elon Musk in Italia, prende in giro il ministro Urso per il sostegno a un progetto spaziale francese.
_Marco Cremonesi su Corriere della Sera_
*Truppe a Kiev? Prematuro parlarne.* Durante una visita ufficiale in Giappone, il Presidente Sergio Mattarella ha frenato le speculazioni sull’invio di truppe italiane in Ucraina, sottolineando che è prematuro parlarne finché non iniziano i negoziati di pace. Mattarella ha ribadito l’importanza di una soluzione giusta e duratura basata sul rispetto delle norme della Carta delle Nazioni Unite, accettata da entrambe le parti in conflitto. Ha espresso la speranza che la Russia sia disposta a una soluzione equa e conforme al diritto internazionale, rifiutando l’idea di una pace che si basi sulla prepotenza delle armi. Inoltre, ha enfatizzato la necessità di una difesa europea come naturale conseguenza dell’integrazione e ha discusso il valore della pace garantita dall’Europa unita, mentre si prepara a visitare Hiroshima e incontrare i sopravvissuti dell’attacco atomico.
_Concetto Vecchio su Repubblica_
*Riprogrammare il Pnrr.* Il ministro Tommaso Foti ha annunciato che circa la metà dei fondi del programma Transizione 5.0, pari a 3 miliardi di euro, verrà riprogrammata per altri usi, pur rimanendo a favore delle imprese. Questa decisione fa parte di una più ampia revisione dei progetti finanziati dal Pnrr, in vista della scadenza fissata da Bruxelles. Finora, solo l’8% dei fondi previsti per Transizione 5.0 è stato utilizzato, principalmente sotto forma di crediti di imposta. Il vicepresidente di Confindustria, Marco Nocivelli, esprime preoccupazione per il futuro post-2025 e sottolinea la necessità di una visione a lungo termine per l’innovazione industriale. Nel frattempo, il governo si impegna a utilizzare i fondi in modo produttivo per non gravare il bilancio pubblico con debiti non vantaggiosi per la crescita del PIL.
_Luca Orlando su Sole 24 Ore_
*La rete vale quattro miliardi.* Gli analisti di New Street Research hanno valutato la situazione delle infrastrutture di telecomunicazioni in Italia, con particolare attenzione alla proposta di creare una rete unica. La fusione delle reti di Fibercop e Open Fiber potrebbe generare sinergie per 4,1 miliardi di euro, evitando duplicazioni su 7 milioni di unità immobiliari. Tuttavia, le prospettive stand-alone per Fibercop sono difficili, con una perdita prevista di linee e un debito elevato. Open Fiber, pur avendo ottenuto nuovi finanziamenti, presenta anch’essa sfide significative. La realizzazione della rete unica potrebbe portare benefici, ma il percorso per raggiungerla rimane complesso e incerto
_Antonella Olivieri su Sole 24 Ore_
*Unicredit e Bpm.* Unicredit ha finalizzato l’acquisto delle fintech Aion Bank e Vodeno per 376 milioni di euro, puntando a espandersi nel digital banking e ad aggiungere 2,5 milioni di clienti in Europa Centrale e in Polonia. L’istituto, guidato da Andrea Orcel, prevede di investire fino a 200 milioni con un ritorno previsto in meno di due anni. Nel frattempo, Unicredit ha acquisito una piccola quota di Banco Bpm (0,2% del capitale) e si prepara per un’assemblea il 27 marzo per approvare un aumento di capitale legato all’offerta pubblica di acquisto su Banco Bpm. L’operazione è sotto esame per il Golden power del governo italiano. Se Unicredit non raggiungesse il 100% di Banco Bpm, le sinergie previste potrebbero scendere a 1 miliardo di euro, mentre la futura aggregazione potrebbe generare un utile netto pro-forma di circa 11,968 miliardi di euro nel 2024
_Daniela Polizzi su Corriere della Sera_
*Vi spiego cpme andrà a finire il risiko bancario.* Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit e con esperienza nel settore bancario e della difesa, discuterà il futuro del credito e delle banche territoriali in un evento a Palermo organizzato da Banca Agricola Popolare di Sicilia e Arca Fondi. Profumo sostiene l’importanza delle banche di territorio nel contesto attuale di consolidamento bancario, sottolineando la necessità di mantenere una forte relazione personale con la clientela. Riconosce la logica delle aggregazioni tra grandi banche per le economie di scala, ma evidenzia che le banche più piccole possono sopravvivere sfruttando la produzione di terzi e concentrarsi sulla distribuzione. Profumo commenta anche il potenziale acquisto di Commerzbank da parte di Unicredit, ritenendolo sensato per rafforzare la presenza in Germania, e riflette sulle sfide delle aggregazioni transfrontaliere in Europa e sulla necessità di creare grandi player europei di gestione del risparmio. Infine, tocca il tema del riarmo europeo e l’importanza di spendere meglio le risorse destinate alla difesa
_Luca Gualtieri su Milano Finanza_
*Cassazione: il governo risarcisca il migrante.* La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un gruppo di cittadini eritrei e condannato il governo italiano al risarcimento di 41 migranti per il danno psicologico e relazionale subito a seguito del blocco della nave Diciotti nel 2018. L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva impedito per quasi undici giorni lo sbarco dei profughi, prima in mare e poi nel porto di Catania, nonostante fossero state sollevate questioni di sicurezza nazionale. La decisione della Cassazione, che ha ritenuto tale atto una grave violazione dei diritti fondamentali, ha suscitato l’ira della destra, con la premier Meloni che ha espresso sdegno contro i giudici. La sentenza stabilisce che l’azione del governo, anche se motivata da ragioni politiche, non può essere esente dal controllo giurisdizionale quando viola i diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione.
_ su Repubblica_
*A rischio gli accordi con Libia e Tunisia.* La recente sentenza della Cassazione italiana ha ridefinito il concetto di “porto sicuro”, imponendo che i naufraghi soccorsi in mare debbano essere portati senza ritardi al porto più vicino, una decisione che potrebbe influenzare i rapporti con Libia e Tunisia. Questo principio prevale su accordi bilaterali per il controllo dell’immigrazione, mettendo in discussione anche le azioni del vicepremier Matteo Salvini. La sentenza ha implicazioni sia giuridiche, con possibili risarcimenti, sia politiche, influenzando la gestione degli sbarchi e il rapporto tra esecutivo e magistratura. Inoltre, potrebbe incidere sulle operazioni di ricerca e soccorso in acque internazionali, limitate dagli accordi bilaterali attuali. Con l’arrivo della stagione favorevole, si prevede un aumento delle partenze dal Nord Africa, ponendo nuove sfide per il governo Meloni in materia di immigrazione
_Giuliano Foschini su Repubblica_
*Nordio a tutto campo.* Il ministro della Giustizia Carlo Nordio esprime perplessità sulla sentenza della Cassazione che condanna l’Italia a risarcire gli immigrati del caso Diciotti, ritenendo la decisione di sapore politico. Non si mostra preoccupato dalla mozione di sfiducia per la gestione del caso Almasri, sostenendo di non avere nulla da scusarsi. Nordio conferma la fermezza del governo sulla riforma della giustizia, nonostante le posizioni inconciliabili con l’Associazione nazionale magistrati. Prevede che la riforma costituzionale procederà senza intoppi e sostiene l’importanza di sottoporla al giudizio degli italiani tramite referendum. Infine, annuncia iniziative per affrontare la crisi carceraria, come la costruzione di piccole strutture modulari per aumentare la capacità ricettiva del sistema carcerario di settemila posti
_Alessandro Sallusti su Giornale_
*Spioni.* La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sul software spia Paragon, dopo la denuncia del sindacato dei giornalisti, per indagare su intercettazioni abusive di giornalisti e attivisti. La Polizia Postale sta cercando di scoprire chi ha utilizzato il software israeliano Graphite per spiare. Nonostante le forze di sicurezza e i servizi segreti italiani neghino il proprio coinvolgimento, sorge il sospetto che un’agenzia privata possa aver agito come contractor, eludendo le leggi italiane che vietano l’uso di dati raccolti da server esteri. La vicenda si complica con la notizia di WhatsApp su 90 utenze europee spiare, tra cui 7 italiane, e le voci di una possibile violazione contrattuale da parte di Paragon Solutions, mentre il governo italiano smentisce la rescissione di contratti con l’intelligence.
_Irene Famà su Stampa_
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