“Italia ed Emirati cooperano strettamente nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale. Questo obiettivo è stato reiterato come strategico nella dichiarazione firmata dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il Ministro dell’industria emiratino Sultan Al Jaber, in occasione della sua visita ad Abu Dhabi con il Presidente del Consiglio Meloni”
di Ennio Bassi
Abu Dhabi – In occasione di Adipec, uno dei principali eventi internazionali dedicati al mondo dell”Oil and Gas”, dove l’Italia è rappresentatissima, abbiamo intervistato l’Ambasciatore italiano ad Abu Dhabi, Lorenzo Fanara, che è uno di quei diplomatici che interpreta bene il proprio ruolo non solo in termini politico istituzionali ma anche rappresentando efficacemente gli interessi delle aziende italiane e del cosiddetto Sistema Paese. Un approccio proattivo che negli Emirati, vista la larga presenza di aziende italiane, è molto prezioso ed apprezzato.
- L’Italia ha una lunga tradizione di collaborazione con gli Emirati, soprattutto nei settori dell’energia e dello sviluppo industriale. Quali ritiene siano le principali opportunità di crescita e cooperazione tra i due Paesi, considerando le sfide attuali del settore energetico?
Le imprese italiane del settore energetico hanno tre grandi settori di opportunità negli Emirati. Il primo è lo sviluppo di nuovi giacimenti, come dimostrato dal mega-contratto aggiudicato a Maire e Saipem per lo sviluppo del giacimento di Hail e Ghasha. Il secondo ordine di potenziale collaborazione è quello della decarbonizzazione del settore energetico, dal momento che gli Emirati sono in prima linea nell’obiettivo di ridurre le emissioni, come del resto confermato dalla loro guida della COP28 di Dubai. Un terzo settore è dischiuso dall’aumento della domanda di energia connesso all’intelligenza artificiale, in quanto gli EAU sono il paese che più di ogni altro sta investendo in questo campo altamente innovativo, che richiede un’espansione straordinaria della produzione energetica, anche con nuove centrali.
- ADIPEC è tra i principali eventi globali per l’industria dell’energia. Qual è il ruolo dell’Italia e in che modo le aziende italiane possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e innovazione?
ADIPEC è la vetrina mondiale per le aziende che operano nel settore dell’energia e soprattutto per quelle aziende che vogliono portare prodotti altamente tecnologici e rispettosi dell’ambiente. Le aziende italiane saranno 126, di cui 28 nel padiglione ICE, e sono orgoglioso che portino ad Abu Dhabi la tecnologia più avanzata, da sempre apprezzata nel mercato emiratino.
- Con la transizione energetica che sta diventando sempre più centrale, come vede il futuro della collaborazione tra Italia ed Emirati nello sviluppo di tecnologie pulite e soluzioni sostenibili?
Italia ed Emirati cooperano strettamente nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale. Questo obiettivo è stato reiterato come strategico nella dichiarazione firmata dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il Ministro dell’industria emiratino Sultan Al Jaber, in occasione della sua visita ad Abu Dhabi con il Presidente del Consiglio Meloni. Abbiamo anche sostenuto la presidenza emiratina a raggiungere il consensus in occasione della COP28. Un altro fronte di cooperazione è quello dischiuso dal Piano Mattei e dall’agenda emiratina di investimenti in Africa. Intendiamo esplorare nuovi tipi di partenariati a beneficio del settore energetico e della sostenibilità del continente africano.
- Decarbonizzazione e tecnologie green sono al centro di ADIPEC. Quali strategie chiave possono adottare Italia ed Emirati per accelerare la transizione energetica, garantendo al contempo competitività e stabilità economica?
Il nostro approccio è simile, in quanto riteniamo che occorra rispettare l’obiettivo fissato a Parigi di contenere l’aumento della temperatura globale entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali e che per farlo sia necessario accelerare i tempi per la transizione energetica. Allo stesso tempo, vogliamo coinvolgere il settore privato, a partire dalle società energetiche, e agire senza dogmatismi e posture ideologiche che rischiano solo di causare danni all’economia e alla coesione sociale. Si tratta di un approccio condiviso dalla comunità internazionale all’ultima COP28, che ha fissato l’obiettivo di “transition away” dalle fonti fossili per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette.
- L’evento Sipping, organizzato da Profile di Matteo Colombo, durante ADIPEC, rappresenta un’occasione informale per il networking tra aziende globali. Quale impatto ritiene che eventi simili abbiano nel favorire collaborazioni e progetti innovativi?
La diplomazia ha grande bisogno di eventi di networking, che permettono di mettere in contatto persone qualificate che condividono gli stessi interessi. In un ambiente informale e’ piu’ facile scambiare opinioni ed eventualmente avviare interlocuzioni professionali. Ringrazio molto l’ingegnere Matteo Colombo per aver organizzato anche quest’anno un evento al quale hanno partecipato tanti imprenditori.
- Quali altre iniziative ritiene possano essere efficaci per rafforzare i rapporti tra le imprese italiane e quelle della regione del Golfo?
Innanzitutto, ICE favorisce costantemente la partecipazione delle aziende italiane alle molte fiere che si tengono a Dubai e Abu Dhabi. Inoltre, l’ambasciata è impegnata sia nel promuovere i contatti delle imprese italiane con le grandi realtà emiratine, sia con l’organizzazione di eventi economici come business forum, con partecipazione di diverse imprese dei nostri due Paesi.
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