Aghanistan. Dopo il volto e il corpo, le donne ora private dai talebani anche della voce. L’appello della Ue a Kabul

Esortiamo i talebani – è l’appello lanciato dall’Unione Europea-  a porre fine a tali abusi sistematici e sistemici contro le donne e le ragazze afghane, che potrebbero configurarsi come persecuzione di genere, un crimine contro l’umanità ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, di cui l’Afghanistan è uno Stato firmatario.

 

 

Volto, corpo. Ora le donne afghane sono state private anche della voce. In base ad un legge appena emanata dal governo talebano di Kabul – intitolata alla promozione della virtù e alla prevenzione del vizio- che conferma una serie di codici di abbigliamento, tra cui l’obbligo di velare il viso, impone anche il silenzio in pubblico all’altra metà del cielo. La nuova norma estende ed amplia il potere del Ministero creato ad ok, che d’ora in avanti non avrà più un ruolo meramente consultivo, ma il chiaro e inequivocabile mandato di far rispettare il decreto.

Tutto ciò, sommato alle restrizioni imposte, punibili ai sensi della legge talebana, rappresenta una violazione degli obblighi di legge e dei trattati sottoscritti dall’Afghanistan, compromettendo inoltre il diritto del popolo afghano a un giusto processo. “La recente decisione rappresenta un altro duro colpo per i diritti delle donne e delle ragazze afghane, una situazione che non possiamo tollerare”. Si legge in una nota dell’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, Josep Borrell

“Esortiamo i talebani – prosegue il comunicato-  a porre fine a tali abusi sistematici e sistemici contro le donne e le ragazze afghane, che potrebbero configurarsi come persecuzione di genere, un crimine contro l’umanità ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, di cui l’Afghanistan è uno Stato firmatario. Il decreto crea inoltre – viene ricordato- un ulteriore ostacolo alla normalizzazione dei rapporti con la comunità internazionale e ad ottenere un riconoscimento da parte di quest’ultima, obiettivo a cui i talebani aspirano pubblicamente. Come affermato nella valutazione indipendente delle Nazioni Unite, recepita positivamente dalla Risoluzione 2721 (2023) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per ottenere tale eventuale riconoscimento, i talebani dovrebbero infatti rispettare pienamente sia i loro obblighi nei confronti dei cittadini afghani sia gli obblighi internazionali assunti dall’Afghanistan”.

“L’Unione europea – conclude Bruxelles- rimane al fianco delle donne e delle ragazze afghane e di tutti coloro che in Afghanistan sono minacciati dai talebani”.