Autonomia differenziata, via libera dalla Cassazione al referendum

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L’Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione ha approvato il quesito referendario per l’abrogazione totale della legge sull’autonomia differenziata. La Corte costituzionale aveva già dichiarato illegittimi i punti cardine della riforma proposta dal ministro Roberto Calderoli. Adesso anche la Suprema Corte si è espressa sull’ammissibilità del referendum abrogativo. Tuttavia, è stato escluso il quesito relativo all’abrogazione parziale, ritenuto superfluo dopo la sentenza della Consulta.

L’iter non è ancora concluso: la Corte costituzionale dovrà valutare se il quesito sia compatibile con l’articolo 75 della Costituzione, che vieta referendum su leggi di bilancio. La riforma, infatti, incide anche sul sistema di ripartizione dei tributi tra Stato e Regioni.

Le reazioni del fronte contrario alla legge sull’autonomia differenziata

I promotori del referendum, tra cui sindacati e associazioni, hanno accolto con entusiasmo la decisione della Cassazione. Ivana Veronese, vicepresidente del Comitato nazionale contro l’autonomia differenziata e segretaria confederale della UIL, ha definito il via libera un importante passo avanti per eliminare una legge giudicata ingiusta. Dello stesso avviso è Christian Ferrari, segretario confederale della CGIL, che ha sottolineato come il referendum rappresenti una scelta democratica fondamentale per bloccare una riforma che rischia di acuire disuguaglianze sociali e territoriali, oltre a compromettere l’economia nazionale.

Anche in campo politico l’opposizione si è fatta sentire. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha definito la decisione “una buona notizia” e ha invitato il governo a interrompere il percorso della riforma per recuperare credibilità. Alessandra Todde, governatrice M5S della Sardegna, ha ribadito l’impegno della sua regione nella difesa dell’unità nazionale, sottolineando come l’autonomia differenziata rappresenti un pericolo per la coesione del Paese.

Le posizioni del governo e del centrodestra

Dal fronte favorevole alla riforma, il governatore veneto Luca Zaia ha reagito con fermezza, garantendo che il progetto non si fermerà. Ha invitato i sostenitori dell’autonomia a non partecipare al referendum, puntando sull’astensione per far fallire il raggiungimento del quorum. “Chi crede nell’autonomia deve stare a casa”, ha dichiarato, ribadendo la centralità di Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte nel portare avanti la riforma.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha assunto un tono più neutrale, affermando che sarà il popolo italiano a decidere attraverso il referendum.

Una primavera referendaria

La decisione della Cassazione apre la strada a una “primavera referendaria” che potrebbe vedere gli italiani impegnati su più fronti, incluso il referendum sulla cittadinanza promosso da +Europa. Riccardo Magi, segretario del partito, ha sottolineato l’importanza di questa stagione politica, che darà voce a milioni di italiani desiderosi di bloccare una riforma divisiva e di avviare cambiamenti attesi da anni.

Il referendum sull’abrogazione totale dell’autonomia differenziata si preannuncia come un evento cruciale per il futuro dell’assetto istituzionale italiano, destinato a segnare profondamente il dibattito politico e sociale del Paese.

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