Banco BPM ha dichiarato che la proposta non riflette né la redditività né il potenziale di crescita per gli azionisti. Dal canto suo Orcel, il Ceo di Unicredit, ha difeso l’Ops sottolineando il valore delle sinergie previste
Banco BPM ha rifiutato l’offerta pubblica di scambio (Ops) da 10 miliardi lanciata lunedì da Unicredit. L’istituto, attraverso un comunicato, ha dichiarato che la proposta non riflette né la redditività né il potenziale di crescita per gli azionisti di Banco BPM, giudicandola inadatta anche alla luce delle recenti operazioni straordinarie che rafforzano il piano industriale 2023-2026.
Preoccupazioni per l’impatto occupazionale
Un punto centrale delle critiche mosse da Banco BPM riguarda le sinergie di costo previste da Unicredit, pari a 900 milioni di euro, corrispondenti a oltre un terzo della base costi dell’istituito. Secondo il consiglio di amministrazione, tali sinergie sollevano “forti preoccupazioni” per le possibili conseguenze occupazionali e sociali, oltre a non essere adeguatamente valorizzate nei termini economici dell’offerta.
Una proposta poco allettante sul piano economico per Banco BPM
L’Ops di Unicredit, interamente in azioni, offre un premio dello 0,5% rispetto ai valori di Borsa di Banco BPM al momento dell’annuncio. Tuttavia, gli analisti – come Intermonte – sottolineano che l’offerta appare addirittura “a sconto” rispetto al potenziale valore. Ciò si deve anche alla prevista distribuzione di un’importante cedola agli azionisti di Unicredit nella primavera del 2025, che potrebbe ridurre ulteriormente il valore della proposta.
La reazione del mercato ha evidenziato queste perplessità: Banco BPM ha guadagnato oltre il 5% in Borsa, mentre Unicredit ha subito un calo di oltre il 4%.
La passivity rule e le implicazioni per Banco BPM
Con l’annuncio dell’Ops, Banco BPM entra nell’ambito della “passivity rule” prevista dal Testo Unico della Finanza e ispirata alla direttiva europea 2004/25/CE. Questa normativa limita le azioni straordinarie del consiglio di amministrazione di Banco BPM che potrebbero ostacolare l’offerta di Unicredit. Tra gli effetti immediati, Banco BPM non potrà modificare l’Opa lanciata di recente su Anima Sgr senza un voto straordinario dei soci. Analogamente, altre operazioni straordinarie, come l’investimento in Monte dei Paschi di Siena, potrebbero risultare condizionate.
Strategie difensive e sfide per il futuro
Il consiglio di amministrazione dell’istituto italiano, guidato da Massimo Tononi (presidente) e Giuseppe Castagna (amministratore delegato), è chiamato a elaborare strategie difensive per proteggere la banca da un’acquisizione considerata ostile. Tuttavia, tali strategie dovranno rispettare i vincoli della passivity rule, riducendo la flessibilità operativa dell’istituto.
Banco BPM ha inoltre sottolineato che l’offerta di Unicredit crea un quadro di “elevata incertezza” per la banca, soprattutto considerando i recenti investimenti strategici e le operazioni in corso, come l’acquisizione di Anima Sgr.
Unicredit risponde: focus sulle sinergie e sul valore per gli azionisti
Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, ha difeso l’Ops, sottolineando il valore delle sinergie previste e le opportunità di crescita derivanti dalla fusione. Tuttavia, la resistenza di Banco BPM, unita alla pressione del mercato e delle normative, rappresenta un ostacolo significativo per il successo dell’offerta.
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