“Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”, commenta Ferragni
“Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno”, sono queste le prime parole che la nota influencer Chiara Ferragni diffonde tramite i suoi avvocati dopo la notizia del suo rinvio a giudizio per truffa aggravata nella vicenda del Pandoro e delle uova di Pasqua. Il provvedimento è di settembre ma la Procura di Milano lo ha notificato stamattina con citazione diretta agli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana.
Le parole di Ferragni
“Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa che ritengo profondamente ingiusta- prosegue il messaggio dell’imprenditrice digitale, reso noto dalla difesa insieme alla richiesta di rinvio a giudizio della procura-, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”. A fine dicembre Ferragni aveva raggiunto l’accordo con il Codacons per il risarcimento ai consumatori con 200 mila euro da versare in beneficenza. La soluzione giudiziaria, però, non ha avuto esito positivo e la procura ha deciso di riconsiderare le accuse.
Gli altri indagati
La richiesta della procura, firmata dall’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli, riguarda anche gli altri indagati: l’ex braccio destro Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco e l’imprenditore Francesco Cannillo. Tutti devono rispondere dei reati di “truffa continuata e aggravata (dall’uso del mezzo informatico)” in relazione alle operazioni commerciali ‘Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’ (Natale 2022) e ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate” (Pasqua 2021 e 2022)’.
I risultati delle indagini sulle campagne pubblicitarie
Le indagini chiuse dalla procura lo scorso ottobre, “hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni” volte a indurre “in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche”. Chiara Ferragni, quindi, avrebbe ingannato i consumatori e avrebbe ottenuto, tramite le due campagne commerciali, un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro, oltre a benefici non calcolabili “dal ritorno di immagine”. In particolare, le due operazioni sopracitate sono finite nel mirino dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) e di più procure, con la competenza infine assegnata a Milano.
La raccolta fondi a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino
In particolare, l’operazione ‘Balocco’ avrebbe indotto “in errore un numero imprecisato di acquirenti” convinti che con il proprio acquisto (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68 euro del prodotto tradizionale) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. L’accordo, invece, si è rivelato ben diverso, per la procura. Infatti, le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l’iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell’ospedale, indipendentemente dalle vendite che si sono attestate ad “almeno 362.577” pandori Balocco Pink Christmas.
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