Sebbene la malattia sia circoscritta al Congo, l’allerta ha raggiunto anche l’Italia. L’Usmaf, l’ufficio di sanità pubblica che opera in porti e aeroporti, ha inviato raccomandazioni per monitorare i passeggeri provenienti dal Congo. Al momento, non ci sono restrizioni ai viaggi, ma si sta seguendo con attenzione l’evoluzione
del focolaio
Una misteriosa malattia si sta diffondendo nella Repubblica Democratica del Congo, causando finora almeno 76 morti e contagiando 376 persone. Il fenomeno, che colpisce principalmente i più giovani, è caratterizzato da febbre alta e anemia grave, spesso letale. L’allarme è stato lanciato dalle autorità sanitarie, che hanno definito la situazione un “evento sconosciuto di sanità pubblica” e stanno monitorando con attenzione l’evolversi dei contagi.
La regione del Congo colpita: precarietà e vulnerabilità
L’epidemia si è concentrata nella regione di Panzi, situata circa 700 km a sud-est della capitale Kinshasa. Quest’area, tra le più povere e remote del Paese, soffre di gravi carenze infrastrutturali: i servizi sanitari sono quasi inesistenti, l’accesso ad acqua potabile e medicinali è limitato, e la malnutrizione colpisce il 61% della popolazione. Tali condizioni aggravano l’impatto della malattia, rendendo difficile sia la diagnosi che il trattamento.
Il ministro della Sanità, Samuel-Roger Kamba, ha confermato che i primi casi sono stati rilevati a ottobre. Tra i decessi registrati, 27 sono avvenuti nei centri sanitari e altri 44 nella comunità locale. Tuttavia, non è ancora chiaro se tutte le morti siano direttamente correlate alla nuova malattia, poiché nella zona potrebbero esserci altre cause di mortalità.
Chi colpisce la malattia e quali sono i sintomi
La malattia sembra colpire in modo sproporzionato i bambini e i giovani adulti. Circa il 40% dei casi riguarda bambini sotto i cinque anni, mentre molte vittime rientrano nella fascia d’età tra i 15 e i 18 anni. I sintomi principali includono febbre alta, tosse, mal di testa e naso che cola, simili a quelli di un’influenza. Tuttavia, a questi si aggiunge una grave anemia, che in molti casi si rivela fatale.
Secondo le autorità sanitarie, le vittime negli ospedali sono decedute principalmente per due cause: la mancanza di trasfusioni di sangue e problemi respiratori. Gli specialisti hanno già determinato che la malattia colpisce l’apparato respiratorio, ma è stato escluso che si tratti di Covid-19.
Intervento internazionale: l’Oms e gli esperti
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha inviato un team di epidemiologi nella regione per raccogliere campioni e condurre indagini sul campo. L’obiettivo è identificare il patogeno responsabile, che potrebbe essere un batterio, un virus o un’altra origine sconosciuta. “Stiamo lavorando per trattare i casi segnalati e determinare la natura di questa malattia”, ha dichiarato il ministero della Sanità congolese.
Anche esperti internazionali hanno espresso preoccupazione. Virologi e infettivologi come Roberto Burioni e Matteo Bassetti hanno definito il quadro clinico “strano”, evidenziando l’anemia come un elemento preoccupante. Bassetti ha inoltre richiamato l’attenzione sulle condizioni igieniche critiche della zona e sul rischio che i bambini siano particolarmente vulnerabili.
Implicazioni globali e attenzione in Italia
Sebbene la malattia sia circoscritta al Congo, l’allerta ha raggiunto anche l’Italia. L’Usmaf, l’ufficio di sanità pubblica che opera in porti e aeroporti, ha inviato raccomandazioni per monitorare i passeggeri provenienti dal Congo. Al momento, non ci sono restrizioni ai viaggi, ma si sta seguendo con attenzione l’evoluzione del focolaio.
Le preoccupazioni non sono infondate: in passato, il Congo è stato l’origine di gravi epidemie, come l’Ebola. Ora resta da capire se questa nuova malattia sia dovuta a un agente patogeno conosciuto o a uno completamente nuovo. Nel frattempo, il mondo osserva con apprensione, nella speranza di evitare un’altra crisi sanitaria globale.
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