Cultura, impresa e innovazione: i temi toccati nella prima parte dell’ART Symposium

L’industria dei contenuti e il rapporto tra arte e istituzioni, un resoconto della mattinata del convegno organizzato da Inside Art e GNAM

Inizia con i saluti della direttrice Cristina Mazzantini e dell’editore Guido Talarico la prima parte di THE ART SYMPOSIUM, la giornata organizzata da Inside Art alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea per celebrare i vent’anni della rivista fondata da Talarico nel 2004.

«Tutti i soggetti – afferma la direttrice – hanno varia influenza nel mondo della cultura: l’arte per noi italiani è un fattore genetico, siamo circondati da bellezza senza accorgercene, grazie a ciò che è stato fatto in passato». E continua ringraziando Inside Art per aver scelto la GNAM per l’organizzazione di questo evento dedicato al confronto tra enti pubblici e privati, con ospiti d’eccezione, finalizzato a mettere a fuoco lo scenario culturale, i suoi recenti cambiamenti e le prospettive future: «È necessario sfatare il mito che l’arte contemporanea sia facile da fare e difficile da capire».

A sottolineare l’importanza del concetto di “responsabilità” da parte del settore pubblico e privato verso la cultura è proprio Talarico che precisa: «Abbiamo scelto di puntare su un confronto pragmatico tra i soggetti coinvolti per favorire l’affermazione di una responsabilità collettiva, capace di spingere a velocità crescente il nostro Paese, sempre di più verso maggiori investimenti in questo settore».

 

PANEL #1 La cultura motore dell’industria dei contenuti

Nel primo panel, moderato da Guido Talarico e intitolato La cultura motore dell’industria dei contenuti, si sono alternati gli interventi di Valentino Catricalà (Curator SODA Gallery Manchester), Costantino D’Orazio (Direttore dei Musei Nazionali dell’Umbria), Alvise di Canossa (Presidente Art defender), Fabrizio Zappi (Direttore Rai Documentari).

Valentino Catricalà si è concentrato sulla sua esperienza all’estero ponendo l’accento sulle potenzialità di Roma, città con una grandissima forza di comunicazione sul piano internazionale. «Il confronto internazionale – ha spiegato – implica logiche differenti. Adesso da Manchester mi sono spostato in Arabia Saudita per uno dei musei di arte contemporanea statali, e lì c’è una realtà ancora diversa».

Racconta invece il lavoro che sta svolgendo ai Musei Nazionali dell’Umbria, in qualità di direttore, Costantino D’Orazio che sottolinea l’importanza di “creare sistema” con la comunità: «Abbiamo la possibilità e la capacità di trasformare questo modo di lavorare nell’arte a livello istituzionale, non portando avanti progetti individuali ma sempre pronti a creare degli scambi e presentarsi all’esterno come realtà in cui il sistema si fa».

Uno scambio, quello culturale, che si fa anche attraverso la divulgazione di contenuti di qualità. «Come Rai documentari – spiega Fabrizio Zappi – abbiamo svolto in questi anni un grande lavoro: il pubblico della televisione “generalista” non era così avvezzo al linguaggio del documentario e questo si traduceva in ascolti piuttosto poveri. Abbiamo così creato appuntamenti fissi: non avendo il documentario forza attrattiva o un forte appeal al livello di grandi platee, il pubblico doveva essere attratto dal contenuto delle tematiche».

Tema fondamentale affrontato da Alvise di Canossa è la gestione del patrimonio artistico italiano, attività su cui da tempo lavora Art Defender: « Il sistema museale italiano sta cambiando e deve cambiare, e il gruppo Art Defender sta lavorando da tempo in questa prospettiva per fornire al nostro territorio una rete d’impianto per la gestione del nostro patrimonio artistico».

PANEL #2 Arte e Isitituzioni, nuove prospettive per il Paese

Con il secondo panel della giornata, moderato da Ilaria Puri Purini, Andrew Heiskell Arts Director all’American Academy in Rome dal 2023, dal titolo Arte e Isitituzioni, nuove prospettive per il Paese, si è toccato il tema dell’innovazione da punti di vista diversi, grazie all’intervento di esponenti di grandi imprese che si dedicano alla cultura: Francesca Bazzoli (Presidente Fondazione Brescia Musei), Lorenzo Mariani (Co-direttore Generale Leonardo Spa), Giulia Zamagni (Responsabile CUBO Museo d’Impresa Gruppo Unipol).

«Credo – sottolinea Lorenzo Mariani – che il piccolo contributo che cerchiamo di dare all’arte sia quello di dare stabilità all’economia del paese: garantire un volume economico importante e produrre utili per la collettività è fondamentale. Si pensi al Louvre di Abu Dhabi … c’è sempre un forte interesse per propagare cultura e arte ma è necessario un maggior coinvolgimento anche per una realtà come la nostra, in larga parte privata».

Raccontando il cambiamento culturale di Brescia e la funzione del patrimonio artistico come strumento civico, Francesca Bazzoli evidenzia invece l’importanza di trasformare il patrimonio in strumento per far crescere la comunità: «I musei – afferma – devono essere lontani dall’immagine del palazzo chiuso. Collaborando con altri organi sociali, come le associazioni, il museo può diventare un veicolo della democrazia».

Un concetto di diffusione culturale e di condivisione che incontra la mission del Gruppo Unipol, main sponsor dell’evento, che, grazie al museo CUBO, nato a Bologna nel 2013, promuove la cultura e si pone come realtà aperto alle contaminazioni di esperienze. «Nell’arte abbiamo investito da subito – conferma Giulia Zamagni – il punto di partenza è stato quello di utilizzare le nostre sedi a Bologna, con lo scopo di dare all’arte contemporanea uno spazio sperimentale. Abbiamo messo in piedi un sistema di diffusione al pubblico, nell’ottica di parlare di innovazione ma anche della pluralità e della condivisione dei punti di vista e dei messaggi per far conoscere l’arte contemporanea».

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