E’ morto Hernando Suarez l’architetto colombiano che progettò lo stadio della Juventus e tanto in Africa

Si spento dopo una breve malattia un grande visionario. Aveva progettato molto in Italia ma tantissimo anche nel continente giovane, diventando amico di molte personalità illustri, come il Presidente dell’Eritrea, che in lui vedevano un uomo capace di guardare dentro ai lavori che faceva e ai popoli che rappresentava

di Guido Talarico

Hernando Suarez

Hernando Suarez ci ha lasciati. Un male incurabile se lo è portato via nel giro di pochi mesi. Colombiano di nascita italiano di adozione, era un architetto di fama e rilievo internazionale. Non tutti i tifosi della Juventus forse lo ricordano, ma lo stadio in cui vanno a tifare e a vedere la vecchia signora lo ha progettato proprio lui. Ma era di più di un architetto. Quel suo guardare le forme con curiosità, attenzione e rispetto era un atteggiamento di introspezione che esulava dalle scienze delle costruzioni. Potremmo dire che Hernando era un architetto di vita. Guardava dentro le persone con la stessa forza, la stessa attenzione e la stessa profondità che dedicava alla più ammirevole delle opere umane.

Il Grand Hotel Djibloho

Me ne accorsi subito quando lo conobbi che non era un uomo comune. Era il 2015 e ci trovammo per caso insieme a Djibloho, la capitale delocalizzata nel mezzo della giungla della Guinea Equatoriale. Fu un incontro memorabile, perché Hernando, da vero filosofo cosmopolita, mi aiutò a capire l’Africa, dove cominciavo a lavorare, e tutti gli altri paesi, ed erano tanti, dove lui aveva messo pietra.

Ne nacque un articolo, che non a caso intitolai “Ho fatto bene ad andare a Djibloho“, e una vera amicizia. Un articolo a me caro, perché proprio da li cominciai l’avventura di questa agenzia di stampa, e penso anche a lui, perchè in quello scritto provai forse per la prima volta a raccontare anche l’Hernandez filosofo e padre. Non ci perdemmo più di vista. Non spesso ma tra un viaggio e un’altro ci vedevamo nella sua Via Margutta e parlavamo di arte, architettura e geopolitica. Mi mancheranno quelle conversazioni, frutto di sguardi paralleli, di profondità inconsuete. Conversazioni da sud del mondo che solo un colombiano visionario poteva fare. E mi mancherà la sua grande umanità. Fai buon viaggio amico mio.


Questa è la ricostruzione della carriera e di una parte della vita di Hernando Suarez

“Hernando Suarez: Architetto delle Emozioni e Costruttore di Sogni”

Nella storia dell’architettura, pochi hanno saputo fondere con tanta maestria l’estetica e la funzionalità come Hernando Suarez. La recente scomparsa di questo luminare dell’architettura lascia un vuoto non solo nella comunità professionale ma nel cuore di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere il genio creativo di Suarez.

Nato a Bogotà, Colombia, Suarez ha intrapreso un viaggio straordinario quando ha ottenuto una borsa di studio per studiare architettura a Firenze. È qui che ha non solo affinato le sue competenze tecniche ma ha anche incontrato la donna che sarebbe diventata sua moglie, dando vita a una famiglia di quattro figli di cui andava giustamente fiero.

“Le persone per bene”, come amava definirli, erano il centro della sua esistenza. La dedizione alla famiglia ha permeato il suo approccio all’architettura, contribuendo a creare spazi che non solo rispecchiavano la bellezza del design, ma erano anche funzionali e accoglienti.

Suarez era un pensatore profondo, un uomo che sfidava la frenesia dei giorni moderni. Il suo motto, “Fermatevi e pensate”, era più di una semplice esortazione; era una filosofia di vita. Ogni decisione, ogni scelta di colore o passeggiata nel bosco doveva avere un significato. Questo approccio riflessivo si rifletteva chiaramente nelle sue opere, che parlavano di un connubio unico tra forma e funzione.

Un Architetto Globale: Dai Quartieri alle Iconiche Arenas Sportive

Con uno studio fondato insieme ai suoi figli, Suarez ha lasciato un’impronta globale nel mondo dell’architettura. Ha progettato quartieri e città in tutto il mondo, ma è stato nei campi sportivi che ha trovato una sua vera passione. Stadi di fama internazionale portano la firma di Suarez, ma uno dei suoi capolavori più noti è stato lo stadio della Juventus a Torino. La sua ultima opera con i suoi 90.000 posti coperti è stata appena ultimata nella Nuova Città Olimpica in Egitto. Tuttavia, l’eredità di Suarez è macchiata dalla tristezza quando si parla dello stadio di Olembé in Camerun. Nonostante gli sforzi e la dedizione, questo progetto è stato oggetto di trattamenti ingiusti che hanno lasciato una ferita nel cuore di Suarez.

Un Uomo di Principi: l’Eritrea e l’Impegno Sociale

Suarez era più di un architetto di successo; era un uomo di principi che ha trovato ispirazione nell’Eritrea. Ammirava la resilienza e la forza di fronte alle ingiustizie e parlava con affetto dei suoi viaggi in questo paese, che trasmetteva serenità e un senso di giustizia sociale.

Prima di chiudere gli occhi per sempre, Hernando Suarez ha inviato un affettuoso saluto al Presidente dell’Eritrea, un gesto che testimonia il rispetto e l’ammirazione che nutriva per un paese che rappresentava, per lui, un faro di serenità e giustizia sociale.

L’eredità di Hernando Suarez vive attraverso le sue opere, attraverso i quartieri e gli stadi che ha plasmato, e soprattutto attraverso le vite di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Un uomo che ha costruito non solo edifici, ma emozioni e sogni. Hernando Suarez rimarrà nei cuori di coloro che continuano a vedere l’architettura come un’espressione dell’anima e un mezzo per plasmare il nostro mondo in qualcosa di straordinario.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati