Per affrontare il problema cronico del sovraffollamento carcerario, il ministero sta considerando la possibilità di ricorrere più facilmente a misure alternative al carcere per i detenuti che si trovano nell’ultimo anno di pena
La tensione all’interno del governo italiano sta crescendo a causa di una proposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che è già stata etichettata dai critici come una sorta di “svuota carceri”. L’emergenza nelle prigioni italiane ha raggiunto un nuovo culmine durante il periodo di Ferragosto, quando sei agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti a Torino durante una rivolta e un tentativo di evasione. Per affrontare il problema cronico del sovraffollamento carcerario, il ministero sta considerando la possibilità di ricorrere più facilmente a misure alternative al carcere per i detenuti che si trovano nell’ultimo anno di pena.
Misure alternative nell’ultimo anno di detenzione
L’idea di Nordio sarebbe emersa durante un incontro tenutosi il 7 agosto con il Garante dei detenuti e i garanti regionali. La proposta prevede l’uso di misure come gli arresti domiciliari o l’affidamento in prova per i detenuti prossimi al termine della loro pena, proprio nella fase in cui, secondo i dati dell’associazione Antigone, si registra un aumento dei suicidi in carcere. Questa concessione sarebbe limitata ai detenuti che non sono stati condannati per reati ostativi, permettendo loro di usufruire di misure detentive alternative senza necessità di ricorrere al Tribunale di Sorveglianza.
Divisioni nel governo sulla proposta
Al momento, l’idea di Nordio sembra avere l’appoggio esplicito di Forza Italia, che durante il Ferragosto ha visitato le carceri insieme ai militanti del Partito Radicale. Tuttavia, il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove ha espresso la sua contrarietà, affermando che una misura simile “non rieduca, non riabilita, non garantisce sicurezza” e che si tratterebbe di un “colpo di spugna” che vanificherebbe la funzione rieducativa della pena. Delmastro ha criticato l’idea, sottolineando che sarebbe una ripetizione di politiche fallimentari del passato. Fratelli d’Italia, dal canto suo, preferisce insistere sul Decreto Legge Carceri e su un piano di edilizia carceraria, nonostante i tempi necessari per la sua realizzazione sembrino incompatibili con l’attuale emergenza.
L’emergenza dei suicidi in carcere
Dall’inizio del 2024, sono stati registrati 63 suicidi nelle carceri italiane, un numero preoccupante che rappresenta un aumento di 19 casi rispetto all’anno precedente. I dati del Garante dei detenuti indicano che l’età media dei suicidi è di circa 40 anni, con una netta prevalenza di uomini (61 su 63). La maggior parte di queste persone era di nazionalità italiana (52%) e molti erano detenuti già condannati in via definitiva (41,3%) o in attesa del primo giudizio (38,1%).