I media statunitensi hanno rivelato che nei prossimi giorni il Dipartimento dell’Energia nucleare Usa darà l’annuncio di una scoperta che potrebbe cambiare le sorti del pianeta. Gli studiosi americani sembra, infatti, abbiano raggiunto risultati straordinari in tema di fusione nucleare, riuscendo a replicare il metodo di produzione che avviene all’interno delle stelle
di Emilia Morelli
Una scoperta scientifica che potrebbe realmente rivoluzionare il settore energetico, il Finalcial Times l’ha definita il “Santo Graal” che gli scienziati di tutto il mondo stanno inseguendo dagli anni 50: la fusione nucleare che consente di creare energia illimitata senza scorie radioattive.
Secondo quanto riportano i media statunitensi il Dipartimento dell’Energia nucleare nella giornata del 13 dicembre darà l’annuncio di “un’importante svolta scientifica”. Lo scrive in particolar modo il Washington Post che parla della possibilità di produrre una fusione che genera più energia di quella necessaria per innescarla. Per la prima volta la notizia aveva fatto la sua comparsa sul FT in cui si descriveva “una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata e niente scorie radioattive, con molte meno risorse di quelle necessarie per sfruttare l’energia solare ed eolica”. Al di là dei benefici climatici, i promotori dicono che potrebbe contribuire a portare l’elettricità a basso costo in parti impoverite del mondo. Per il momento, comunque, si parla solo di indiscrezioni giornalistiche, non confermate dalle autorità Usa.
Nel dettaglio, sembra che l’esperimento sia stato condotto dalla National Ignition Facility, all’interno dei Lawrence Livermore National Laboratory in California che ha condotto una serie di ricerche sulla fusione a partire dai laser. L’obiettivo perseguito è riprodurre la reazione di fusione nucleare con la quale si genera l’energia sul Sole. Finora i risultati raggiunti non erano stati considerati validi, in quanto gli studiosi avevano sempre avuto bisogno di un dispendio energetico maggiore per innescare la fusione rispetto a quello effettivamente generato.
Come dovrebbe funzionare
Lo scopo perseguito attraverso la fusione nucleare è produrre l’energia mutuandola da quanto avviene in natura nel cuore delle stelle, generando una quantità di radiazioni e scorie inferiore di quella che si determina attraverso il procedimento della fissione nucleare.
Il procedimento di fusione nucleare consiste nello schiacciare due atomi insieme a velocità elevate per poi trasformare l’energia di reazione in elettricità, in questo modo si potrebbero, ad esempio, illuminare gli edifici senza l’utilizzo di carbonio o la produzione di rifiuti radioattivi. E’ evidente che, qualora la notizia fosse confermata, le ripercussioni positive per il pianeta avrebbero una portata straordinaria.
La fusione nucleare così descritta si distingue dalla fissione nucleare, procedimento che prevede la produzione di energia attraverso la scissione degli atomi. La fissione nucleare, che avviene all’interno di centrali a fissione, è al centro di numerose polemiche in quanto produce scorie radioattive e si tratta di un procedimento per definizione pericoloso a causa dell’instabilità intrinseca della reazione che si innesca.
Il procedimento di fusione nucleare, invece, comporta la produzione di energia attraverso l’aggregazione di due atomi, imitando proprio quanto in natura accade nelle stelle. Questo procedimento non solo non prevede il rilascio di scorie ma è capace di creare un’enorme quantità di energia limitando le s di incidente in quanto il reattore è strutturato per spegnersi spontaneamente.
Atzeni: “L’Ue non ha voluto puntare sulla ricerca”
all’AGI Stefano Atzeni, docente dell’ Università di Roma La Sapienza, esperto di fusione. Il professore ha spiegato che da giorni nell’ambiente non si parla di altro. Tuttavia, ciò che sembra certo “è che ci siano state una serie di reazioni in cui alla National Ignition Facility negli Stati Uniti si è ottenuta più energia di quanto ne sia stata necessaria per ottenerla. Secondo alcuni si sarebbero ottenuti almeno 2,4 MegaJaoule (MJ) dalla fusione, mentre se ne sono spesi 2,1 per alimentare l’impulso laser necessario a innescare la reazione. Alcuni, ha aggiunto
parlano addirittura di 3 mega joule di energia ottenuta dalla fusione”.
Atzeni ha poi aggiunto: “Oggi si utilizza un singolo impulso perchè i laser attuali di grande potenza non consentono operazioni ripetitive. In un futuro reattore i laser emetteranno uno o più impulsi al secondo e ognuno farà reagire un bersaglio. Si tratta di un passo avanti importante. In questo caso poi, si tratta di un tipo di reazione in cui la reazione nucleare è indotta grazie a una serie di impulsi laser della durata di un diecimialrdesimo di secondo e quindi funziona un po’ come un motore a scoppio”. Secondo il docente, quindi, il sistema non sarebbe quello classico di fusione nucleare, con l’impiego di temperature altissime (150 milioni di gradi) necessari a creare attraverso l’agglomerato di atomi il plasma, che a sua volta per essere contenuto necessita di un confinamento magnetico, di fatto capace di generare campi magnetici molto più forti di quelli della terra.
“Domani sapremo con certezza i risultati ottenuti dai colleghi. Certo è che questo annuncio rappresenta uno smacco per le scelte fatte dall’Unione Europea che invece ha deciso di puntare sul confinamento magnetico. Ricordo di aver partecipato a meeting dello European science and technology assembly (costituita dal Parlamento Europeo) a Bruxelles e ad Oxford in cui fisici di primo livello come Carlo Rubbia e Nicola Cabibbo oltra a colleghi internazionali avevano raccomandato di sostenere questo percorso alternativo alla fusione nucleare, che però è rimasto lettera morta”.
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