La National News Agency (NNA), agenzia di stampa statale libanese, ha riportato che i dispositivi sarebbero stati fatti esplodere a distanza. L’ipotesi più accreditata è che l’attacco sia stato organizzato da Israele, che da mesi è in conflitto con Hezbollah
di Robert Crowe
Una strage, ma soprattutto una grande umiliazione: martedì, centinaia di cercapersone utilizzati dai membri di Hezbollah, il gruppo radicale libanese sostenuto dall’Iran, sono esplosi simultaneamente in diverse parti del Libano e della Siria. Le esplosioni hanno causato migliaia di feriti e nove morti, tra cui sei membri di Hezbollah. Gli incidenti sono avvenuti in almeno tre zone del Libano: la capitale Beirut, la valle della Beqaa (nell’est vicino al confine siriano) e il sud del paese, tutte aree dove Hezbollah ha una forte presenza. Le prime esplosioni sono avvenute intorno alle 15:30, ma altre sono seguite per circa un’ora.
Dietro tutto questo pare ci sia il Mossad, i servizi segreti d’Israele. La National News Agency (NNA), agenzia di stampa statale libanese, ha riportato che i dispositivi sarebbero stati fatti esplodere a distanza. L’ipotesi più accreditata è che l’attacco sia stato organizzato da Israele, che da mesi è in conflitto con Hezbollah. Il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha descritto l’evento come una “aggressione israeliana” e una “violazione della sovranità libanese”. Al momento, l’esercito israeliano non ha rilasciato commenti. Il ministero della Salute libanese ha riferito che ci sono 2.800 feriti, di cui 200 in condizioni gravi. Anche l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani, è stato lievemente ferito. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione non governativa con sede nel Regno Unito e vicina all’opposizione siriana, ha riferito che altre quattordici persone, inclusi membri di Hezbollah, sono rimaste ferite a Damasco e sono state portate in ospedale.
I cercapersone sono dispositivi elettronici in grado di ricevere brevi messaggi, molto popolari negli anni Ottanta e Novanta, ma in seguito rimpiazzati dai telefoni cellulari. Hezbollah li utilizza ancora per le comunicazioni interne, credendo che non possano essere rintracciati da Israele, secondo quanto riferito da due fonti anonime a Reuters.
I dispositivi esplosi martedì erano di un modello recente acquistato da Hezbollah. Un funzionario del gruppo, citato anonimamente dall’Associated Press, ha dichiarato che i cercapersone utilizzavano batterie al litio, simili a quelle presenti in molti dispositivi elettronici come cellulari e laptop. Si sospetta che il surriscaldamento delle batterie possa aver causato le esplosioni, ferendo coloro che avevano i dispositivi in tasca. Tuttavia, ci sono dubbi sul fatto che le sole batterie possano aver provocato ferite così gravi.
Si ipotizza anche che all’interno dei cercapersone, accanto alle batterie, potessero essere nascosti esplosivi, attivati a distanza tramite un messaggio o una chiamata. In alcuni video si vedono persone ricevere messaggi poco prima dell’esplosione. Un esperto di munizioni, intervistato anonimamente dalla BBC News, ha suggerito che nei cercapersone potrebbero essere stati inseriti circa 20 grammi di esplosivo, nascosti all’interno di un falso componente elettronico. Tuttavia, al momento non ci sono certezze su come sia stato effettuato l’attacco.
Un funzionario citato da Reuters ha descritto l’incidente come “la più grande violazione della sicurezza” subita da Hezbollah nell’ultimo anno, dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza. Hezbollah, insieme all’Iran, è uno dei principali oppositori di Israele, e in un comunicato rilasciato martedì sera, il gruppo ha promesso ritorsioni per l’esplosione dei cercapersone.
La Croce Rossa libanese sta intervenendo con 130 ambulanze a Beirut e in altre aree del sud e dell’est del paese. Le forze dell’ordine hanno chiesto alla popolazione di liberare le strade per facilitare il passaggio dei mezzi di soccorso. Intanto, sui social media circolano video che mostrano gli ospedali di Beirut sovraffollati, con feriti distesi per terra in attesa di soccorsi. Un medico libanese ha dichiarato al New York Times che molti feriti presentano lesioni agli occhi, al viso e alle mani, e che mancano chirurghi specializzati in oftalmologia per trattarli. Un video delle telecamere di sicurezza di un negozio di alimentari a Beirut ha catturato il momento dell’esplosione di un cercapersone.
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