Un’inchiesta è stata intanto aperta per appurare eventuali responsabilità. L’impianto è classificato dall’Arpat (l’agenzia di protezione ambientale della Regione Toscana) tra quelli «ad elevato rischio industriale». I sindacati hanno proclamato uno sciopero per mercoledì. Il cordoglio di Mattarella e Meloni
Violenta esplosione oggi a Calenzano, in provincia di Firenze, in un deposito Eni, di oltre 170.300 metri quadrati usato per la ricezione, lo stoccaggio e la distribuzione di benzina, gasolio e petrolio. Il bilancio provvisorio è di due morti, nove feriti, ricoverati presso l’ospedale di Carreggi e il Centro Grandi Ustioni di Pisa, e tre dispersi. L’incidente ha danneggiato edifici e fabbriche circostanti, comprese numerose abitazioni della zona. Immediatamente dopo lo scoppio, una colonna di fumo nero si è sollevata dall’area coinvolta, ed è tuttora visibile anche dai comuni limitrofi. Numerose chiamate di emergenza sono giunte al comando dei Vigili del Fuoco di Firenze, che insieme al personale sanitario e alle forze dell’ordine sono intervenuti prontamente. Il Comune ha esortato i cittadini a mantenere porte e finestre chiuse per precauzione, mentre tutta la zona interessata è stata isolata e dichiarata interdetta al pubblico.
Un’inchiesta è stata intanto aperta per appurare eventuali responsabilità. L’impianto è classificato dall’Arpat (l’agenzia di protezione ambientale della Regione Toscana) tra quelli «ad elevato rischio industriale» in base alla cosiddetta direttiva Seveso della Ue. In tutta la Toscana sono 28 le strutture che rientrano in questa particolare categoria. Pertanto deve sottostare a una serie di misure di sicurezza e prevenzione per evitare il rischio di incidenti.
Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze hanno proclamato uno sciopero generale provinciale di 4 ore (fine turno) per mercoledì 11 dicembre con manifestazione (ore 14:30-16:30) in una area a Calenzano da definire e hanno espresso dolore, cordoglio e vicinanza ai feriti e ai familiari e tanta rabbia per quello che è successo. “Siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro con dimensioni e risvolti ancora da capire su vari fronti. Quello che è successo è inaccettabile, attendiamo il lavoro degli inquirenti per fare luce sulle modalità di quanto accaduto. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita”, si legge nella nota dei sindacati.
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