Giorgetti ha presentato il taglio dell’Ires come uno dei punti di forza della manovra, cercando di trasmettere ottimismo nonostante le difficoltà economiche
Ancora una volta, il peso delle misure fiscali ricade sulle banche. Questa volta si tratta di raccogliere 400 milioni di euro per sostenere il taglio dell’Ires, un impegno che il governo ha promesso di mantenere a favore delle imprese. Mentre la Commissione Bilancio della Camera procede con l’esame della manovra, è il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a delineare i dettagli dell’intervento durante il suo intervento ad Atreju. L’annuncio ufficiale è previsto per Montecitorio, con un emendamento che verrà presentato nella notte tra sabato e domenica.
Il taglio Ires: una misura mirata e temporanea
Il taglio dell’Ires, fortemente voluto da Confindustria e sostenuto dalla maggioranza, prevede una riduzione dell’aliquota di 4 punti per un periodo limitato a un anno. Tuttavia, la misura sarà riservata esclusivamente alle imprese che dimostreranno di reinvestire i propri utili in azienda o di aumentare l’occupazione. Condizioni aggiuntive, come l’assenza di utilizzo della cassa integrazione nel biennio 2024-2025, completeranno il quadro dei requisiti. Per finanziare questa riduzione fiscale, il governo attingerà ai bilanci degli istituti di credito, restringendo la possibilità di compensare le perdite fiscali accumulate negli anni passati.
Giorgetti: “Un segnale positivo in un contesto economico incerto”
Durante l’evento organizzato da Fratelli d’Italia, Giorgetti ha presentato il taglio dell’Ires come uno dei punti di forza della manovra, cercando di trasmettere ottimismo nonostante le difficoltà economiche. Il quadro generale, infatti, appare tutt’altro che roseo: l’economia italiana mostra segni di rallentamento, con una crescita definita “asfittica” dal ministro. Giorgetti ha attribuito parte delle difficoltà alla rapida transizione green, che sta provocando un’ondata di cambiamenti nell’industria europea, con gravi ripercussioni soprattutto in Germania.
Le previsioni per il Pil riflettono questa situazione critica: il tasso di crescita stimato si ferma allo 0,7%, un valore inferiore rispetto all’1% previsto nel Piano strutturale di bilancio. Tuttavia, il ministro ha cercato di rassicurare, affermando che questo dato non comprometterà i conti pubblici e che ci sono buone prospettive per ottenere risultati migliori di quanto previsto.
Novità per le imprese e incentivi alla transizione tecnologica
La manovra include anche altre iniziative, come l’avvio del piano “Transizione 5.0”, pensato per supportare le imprese attraverso incentivi accessibili e cumulabili. Un altro intervento riguarda le aziende che ricevono contributi pubblici: il rappresentante del Ministero dell’Economia continuerà a essere presente solo nelle società dove è già previsto. Per le altre, gli organi di controllo saranno obbligati a inviare una relazione dettagliata sull’utilizzo dei fondi pubblici. Sarà un decreto ministeriale a stabilire quali aziende rientreranno in questa nuova normativa.
Nuove tasse in discussione, ma con ostacoli
Tra le ipotesi in esame c’è anche l’introduzione di una tassa dello 0,5% sulla raccolta delle società di scommesse online, destinata a finanziare la ristrutturazione degli stadi. Tuttavia, questa proposta ha incontrato la resistenza della Ragioneria dello Stato, che teme ripercussioni sul bando per il gioco online, da cui si prevede di ricavare 350 milioni di euro.
Giorgetti incontrerà i relatori della manovra per gli ultimi dettagli
Nella giornata di oggi, Giorgetti incontrerà i relatori della manovra per definire gli ultimi dettagli. Ma, come ha scherzato il sottosegretario Federico Freni, i fondi a disposizione restano limitati: “Non sono la Madonna di Fatima o di Pompei, non posso moltiplicare il denaro”. Nel frattempo, le proposte avanzate dall’opposizione, incluso l’emendamento sul salario minimo legale, sono state respinte. Gli spazi per ulteriori modifiche alla manovra si riducono sempre di più, lasciando poco margine per interventi significativi.
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