I capolavori di Edvard Munch in mostra a Palazzo Bonaparte

Tra i confini di Piazza Venezia a Roma, negli iconici spazi di Palazzo Bonaparte, si è svolta il 10 febbraio la conferenza stampa di presentazione dell’attesissima monografia Munch. Il grido interiore, dopo il grande successo milanese. Tra le personalità presenti, il Responsabile della Comunicazione di Generali Country Italia Riccardo Acquaviva, la Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale Alessandra Taccone, l’Assessore alla Cultura del comune di Milano Tommaso Sacchi, il Direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina, la Direttrice del Museo Munch Tone Hansen, l’ambasciatore norvegese in Italia Johan Vibe, il Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Costantino D’Orazio e la curatrice Patricia Beerman, tra le massime esperte di Edvard Munch a livello internazionale. A presiedere l’illustrazione del percorso espositivo, la Presidente di Arthemisia Iole Siena, che ha specificato come la mostra, che apre i festeggiamenti per il venticinquesimo anniversario della società, «sia un’occasione straordinaria per la Capitale. Il Munch Museum di Oslo ha infatti consentito ad un prestito di 100 capolavori» rendendo la retrospettiva completa ed emblematica per l’evoluzione della narrazione visiva dell’artista. Iconici capolavori come La morte di Marat, Malinconia e Notte Stellata sono esempi concreti di come «avvicinare l’arte al privato porti a una esplosione incredibile di creatività e successo» ha accennato Riccardo Acquaviva, ribadendo come «senza arte e culture anche le più moderne civiltà si spengono», ma anche «riuscire ad offrire a chiunque un confronto con le analogie del tempo presente, per un’esposizione che deve accendere il cuore dentro ognuno di noi» ha affermato Tone Hansen. «L’anatomopatologo dell’arte» – così egli stesso amava definirsi – ricorda Patricia Beerman – , dallo stile personale e riconoscibile, autore di opere che inevitabilmente ci costringono a guardarci dentro, interrogarci sul come, sul perchè. La mostra di Palazzo Bonaparte è prima di tutto un atto critico per «evitare di ridurre Munch a una semplice icona», a una scarnificazione espressiva della sua immagine, come ha dichiarato Domenico Piraina, in una celebrazione di una figura fondamentale per la storia dell’arte europea, nell’espressione di un disagio esistenziale che senza appartenere al mondo, appartiene ad ognuno di noi. Alessandra Taccone, nel ringraziare Generali Valore Cultura – proprietario del Palazzo – e il filantropo e mecenate Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, storico presidente della Fondazione da cui ha ricevuto il prestigioso testimone e che da anni è in prima linea nella promozione della cultura, ha invitato i visitatori a rendersi partecipe «del grido interiore dell’artista simbolo delle inquietudini» che, importante, – «ha avuto anche momenti di serenità: nelle ultime sale sono infatti presenti opere meno crepuscolari e malinconiche» aggiungendo come «questo nostro ambizioso progetto espositivo, che spicca per il respiro internazionale e l’indubbio valore artistico, consentirà ai visitatori di penetrare l’essenza dell’intenso percorso creativo del grande maestro norvegese dell’Espressionismo psicologico». Ha poi commentato il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele come la sua arte prenda avvio «dai laceranti drammi della sua vita interiore (tra cui i gravi lutti, mai superati e patiti fin dall’infanzia, e lo stato di salute precario), aprendo profondi squarci di osservazione sulla condizione di solitudine dell’uomo moderno».

Il racconto espressionista di Edvard Munch

 

“Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e io sarò dentro di loro: questa è l’eternità” scriveva in tempi non sospetti, il poliedrico artista norvegese. È questo per lui il concetto di immortalità, sublimato nei cento capolavori che impreziosiscono la cornice dell’antico palazzo romano e che raccontano di un uomo acutamente consapevole dei modi in cui le emozioni filtrano le nostre percezioni del mondo.

Nella continua oggettivazione di stranianti sensazioni e in quell’incessante dubitare di paradossi sensoriali, sin dalle primissime sale è tangibile il lacerante vuoto che segue una perdita, i pensieri taciuti impressi sui quadri, quel silenzio rumoroso avvolto da una velata tristezza. Eppure, il percorso espositivo si pone come una sorta di rito di iniziazione, un’angoscia che da colori più tetri arriva a tele sempre più accese. Forse contraddittorio allora pensare che l’artista che riteneva la creatività nascere solo dalla sofferenza, ci porti a riflettere su come in fondo, la felicità, sia solo un’altra faccia della nostalgia e che è proprio l’accettazione delle più profonde inquietudini, ad essere fondamentale per il nostro processo di cura.

L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA CON IL PRESIDENTE MATTARELLA E LA REGINA DI NORVEGIA

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato l’esposizione prima dell’apertura ufficiale serale al pubblico, unitamente a Sua Maestà la Regina Sonja di Norvegia. Il Capo dello Stato e la Sovrana hanno percorso le sale dello spazio espositivo – di proprietà di Generali – accompagnati dalla Presidente di Arthemisia Iole Siena, dalla Presidente della Fondazione Terzo Pilastro Alessandra Taccone e dal CEO di Generali Philippe Donnet. Del corteo presidenziale facevano parte, tra gli altri, oltre alla Vice Sindaca di Roma Silvia Scozzese, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, il Viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi, il Viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava, il Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Giorgio Silli, l’Assessore della Regione Lazio con deleghe a Cultura e politiche giovanili Simona Renata Baldassarre, l’Ambasciatore della Norvegia in Italia Johan Vibe, l’Ambasciatore della Finlandia in Italia Matti Lassila, la Vice Sindaca di Oslo Julianne Ofstad, e il Direttore del Museo MUNCH di Oslo Tone Hansen. Dall’11 febbraio al 2 giugno 2025 Palazzo Bonaparte, Roma

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